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Autore: TvSeriesAddicted    15/03/2016    2 recensioni
"Eppure, ora che era a un passo da loro, aveva paura di voltarsi.
Aveva paura di voltarsi e di veder sparire tutto."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un piede dopo l’altro, lentamente.

Dopo giorni di fuga e fame tra i boschi, quello scoiattolo appariva come la cena più appetitosa di sempre.

Prese la mira e la freccia centrò il corpo della bestiola togliendogli la vita.

Si avvicinò alla sua vittima, si sedette per terra e dopo aver acceso un fuoco, incominciò a scuoiarla.

Dopo aver mangiato riprese il cammino, velocemente per non perdere ulteriore tempo. 

Dopo vari chilometri di cammino venne fermata da una voce familiare.

“Ferma dove sei!”

L’aveva gia sentita.

Quando Negan entrava in contatto con quell’altro gruppo di sopravvissuti.

Si ricorda di quei grandi occhi azzurri che la guardavano con pietà, dispiacere e soprattutto gentilezza.

“Metti giù la balestra e tieni le mani dove possiamo vederle”

Un’altra voce familiare.

Una voce che sapeva di responsabilità e autorità.

Rick Grimes.

Non poteva essere.

Non poteva essere quella possibilità su un milione.

Era solo un’illusione.

“Voltati lentamente Cappuccetto Rosso e poi dimmi dove cazzo hai trovato quella balestra”

Quel suono.

Per notti aveva sentito quella voce nella sua testa che la chiamava.

Quando aveva trovato la sua balestra nell’armeria pensava che fosse morto, che l’avessero ucciso e gliela avessero portata via.

Sentì le guance bagnarsi.

Per così tanto tempo aveva sognato di ritornare dalla sua famiglia, da lui. 

Eppure, ora che era a un passo da loro, aveva paura di voltarsi.

Aveva paura di voltarsi e di veder sparire tutto.

Di svegliarsi ed essere di nuovo con Negan.

Di venire stuprata ancora e ancora prima da lui e poi da tutti i suoi uomini.

“Muoviti!”

Impaziente come sempre, Dixon.

Sorrise mestamente.

Voltandosi lentamente si tolse il cappuccio.

Erano tutti lì.

Grimes, l’uomo che aveva visto da Negan, Carol, Glenn, un paio di persone sconosciute, Maggie e Daryl.

Li vide abbassare le pistole con facce sconvolte.

Maggie incominciò a piangere e le corse incontro.

Dopo qualche secondo di rigidità, si sciolse e l’abbracciò con tutta la forza possibile.

Tutti le andarono in contro.

L’abbracciarono, le chiesero scusa, le chiesero come fosse possibile.

Tutti.

Meno Daryl.

Rimaneva lì a fissarla.

Mosse qualche passo nella direzione dell’uomo, ma lui si ritrasse.

“Non toccarmi”

“Chi cazzo sei eh?”

“Lei è morta!”

Cadde in ginocchio di fronte a lei, cercando di trattenersi, di non mostrare il dolore.

“Sono qui, sono reale”

Anche lei ora piangeva e quelle parole uscirono strozzate dal sentimento.

Lei avvicinò e lui le strinse il ventre piangendo.

Anche lei cadde in ginocchio abbracciandolo e lui si rifugiò nel perfetto incavo tra il suo collo e la sua spalla.

Continuava a singhiozzare e a ripetere “mi dispiace”.

Lei gli sussurrava nell’orecchio “va tutto bene, sono qui ora”, ma anche lei piangeva.

Si scostò da lei e si presero i volti tra le mani asciugandosi reciprocamente le lacrime.

“Beth”.

 

 

 

-

 

 

 

 

Nelle prime ore del giorno, Beth si agitava nel letto in preda ad uno dei suoi incubi.

“Beth”

Daryl le scosse leggermente la spalla.

“Beth svegliati”

Con un urlo strozzato la ragazza si drizzò a sedere nel letto respirando affannosamente.

“Qual’era?”

Con un braccio Daryl la spinse gentilmente contro il materasso facendola distendere e si strinse a lei.

“Negan, era sopra di me, tu non c’eri e…”

“Ehi” 

Le prese il volto tra le mani e inchiodò lo sguardo a quello della ragazza.

“Sono qui. Negan è morto anni fa. Sono qui.”

Appoggiò la fronte a quella del marito.

Erano passati anni, eppure gli incubi la perseguitavano ancora.

Chiuse gli occhi cercando di riprendere fiato.

“Sei al sicuro”

Aprì gli occhi e sorrise.

“Lo so”

Prese il volto di Daryl tra le mani e lo baciò.

Quel bacio era un grazie.

Grazie per calmarmi dopo un incubo.

Grazie per essere rimasto.

Grazie per avermi trovata.

Grazie per amarmi.

Grazie per Hunter e Hope.

Daryl si appoggiò al tocco della sua mano e baciò l’anulare sinistro in cui era l’anello.

Semplice, senza grandi pietre preziose, come loro.

Quando glielo aveva messo al dito, non c’erano un prete o degli invitati.

Solo loro, una sera, di fronte al fuoco che si stava lentamente spegnendo.

C’era tanta paura quella sera. 

La sera prima dell’ultima battaglia.

Tremava lei di paura e lui cercava di restare calmo per lei.

Spari in lontananza e grida di terrore.

Lui l’avvolse con le braccia e dopo averla stretta, le mise l’anello al dito.

L’aveva con se da un po’, ma quella poteva essere la loro ultima notte.

E tra le sue lacrime di paura ne comparvero anche di gioia.

“Ti amo Daryl Dixon”

“Ti amo Beth Greene”

“Mamma! Papà!”

Sorrisero appoggiandosi l’uno all’altra, riemergendo dai ricordi.

Nella camera entrò un ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli scuri.

“Posso andare con Carl e Michonne fuori dalle mura? Posso?”

“Si tesoro, fai attenzione”

Si fiondò fuori dalla porta, ma fu richiamato dal padre.

“Quindi la porti a casa tu la cena?”

“Sicuro papà!”

Glielo si leggeva negli occhi quanto fosse felice che suo padre riponesse cosi tanta fiducia in lui.

Una volta uscito, fu rimpiazzato da una piccola bambolina con grandi occhi azzurri e capelli biondi riccioluti, identica a sua madre.

“Mamma ho fame”

Si strofinò gli occhi ancora assonnati.

Beth e Daryl si alzarono da letto e la bambina alzò le braccia verso il padre.

“Papà, cavallo come principessa!”

Daryl sorrise e la prese sulle spalle.

“Come desiderate vostra altezza!”

Andarono in cucina e Beth si fermò un momento nella stanza.

Si sedette avanti allo specchio e si fissò.

La cicatrice sulla guancia sinistra, quella sulla tempia destra e quella del proiettile.

Una volta non riusciva nemmeno a guardarsi.

Si sentiva un mostro.

Ora era diverso.

Provava quasi piacere a guardarsi.

Sembrava una guerriera.

Avevano un nuovo significato.

Ce l’aveva fatta.

 

  
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