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Autore: Bad A p p l e    15/03/2016    0 recensioni
[DeathNote!AU]
“Questa è l’ultima volta che permetto a Daiki di cambiarmi la suoneria del telefono” pensa sconsolato nel sentir uscire dal proprio telefono le note dell’ultimo successo pop di una qualsiasi delle Idol dal seno prosperoso che tanto piacciono al suo ragazzo.
«La prossima volta che tocchi il mio cellulare, finisci a dormire sul divano» ci tiene ad informarlo, nel rispondere alla chiamata.
«Lascia perdere» lo liquida Aomine, «Hai sentito Satsuki?»
«Sì» risponde, esitante, «ci siamo incontrati sul pianerottolo e siamo usciti di casa insieme. È successo qualcosa?»
«Non è ancora arrivata a lavoro».
[...]
"Un quaderno?" pensa, e fino a qui non c'è nulla di strano. "Un quaderno asciutto. Nell'area occupata dal quaderno non piove" e a questo punto non può che accontentare la propria curiosità, quindi si avvicina e si china per raccogliere l'oggetto.
Sulla copertina lucida spiccano due parole in caratteri occidentali, marcate di un bianco quasi perlaceo.
"Death Note. Quaderno della morte?" traduce, senza riuscire a trattenersi dall'inarcare un sopracciglio. Apre la prima pagina ed il suo scetticismo non può che aumentare. "L'umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno, morirà".

[AoKuro] [Accenni KagaMomo]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Daiki Aomine, Tetsuya Kuroko, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Heaven Is Falling Down.

 

00 – Prologue.

 

 

Da un paio di giorni a quella parte, il tempo è tutt’altro che clemente anche per gli standard di un ottobre ormai al suo termine.

Il cielo, scuro come una voragine nera senza fine, più che piangere sembra riversare su di loro ondate e ondate di rabbia liquida, o almeno questo è ciò a cui non riesce a fare a meno di pensare Tetsuya mentre si dirige verso la scuola materna in cui lavora, protetto unicamente da un ombrello azzurro che di sicuro non durerà per tutta la stagione.

Entra nell’edificio e subito le pareti colorate e l’intenso vociare gli scrollano di dosso la lieve malinconia che gli è piovuta addosso; cammina verso la propria aula, ma il cellulare nella tasca reclama la sua attenzione proprio un attimo prima che possa poggiare la mano sulla maniglia per aprire la porta.

Questa è l’ultima volta che permetto a Daiki di cambiarmi la suoneria del telefono” pensa sconsolato nel sentir uscire dal proprio telefono le note dell’ultimo successo pop di una qualsiasi delle Idol dal seno prosperoso che tanto piacciono al suo ragazzo.

«La prossima volta che tocchi il mio cellulare, finisci a dormire sul divano» ci tiene ad informarlo, nel rispondere alla chiamata.

«Lascia perdere» lo liquida Aomine, «Hai sentito Satsuki?»

Satsuki e Taiga vivono nell’appartamento due piani sopra a quello occupato da lui e Daiki, quindi non è così assurdo che il compagno gli chieda se abbia visto la ragazza, ma il tono di voce agitato non può che preoccuparlo, «Sì» risponde, esitante, «ci siamo incontrati sul pianerottolo e siamo usciti di casa insieme. È successo qualcosa?»

«Non è ancora arrivata a lavoro».

«Magari è solo in ritardo».

In risposta gli arriva un sospiro, reso metallico dal telefono, «La stessa puntualissima Satsuki che avverte anche per un decimo di secondo di ritardo, nei pochi casi in cui capita?»

Kuroko annuisce, pensando che in effetti la situazione sia strana, tuttavia l’idea che possa essere successo qualcosa a Momoi è per lui così inconcepibile che non riesce a prenderla in seria considerazione neanche per un istante.

Daiki sospira ancora, «Provo a sentire Bakagami, magari sa qualcosa».

«Tienimi informato, per favore».

Aomine chiude la chiamata e a Kuroko non resta che appoggiarsi con la schiena al muro di fronte alla sua aula. All’improvviso tutti i colori a lui familiari che lo circondano, lo destabilizzano.

A Satsuki non può davvero essere successo nulla di grave, ma un brutto presentimento freddo quanto il ghiaccio si fa comunque strada in Tetsuya.

 

[…]

 

Quando Daiki, esausto, riesce a risalire i quattro piani di scale che lo separano dall’appartamento che condivide con Tetsuya, quasi non si stupisce di vedere Kagami appollaiato sulla balaustra con lo sguardo vigile quanto quello di un predatore affamato.

E qualcosa mi dice che sono io la preda” pensa, esasperato.

«Ci sono novità?» lo accoglie Taiga nel momento stesso in cui si rende conto della sua presenza, «E per quale insensato motivo hai staccato il telefono, deficiente?»

Aomine si passa una mano tra i capelli, un po’ per levarseli dal viso e un po’ per trattenersi dal zittire l’altro a schiaffi, «Dopo la quindicesima chiamata nel giro di mezz’ora» esordisce, secco, «Ho pensato che fosse meglio concentrarmi sulle ricerche, al posto di fare da balia a te».

Taiga quasi non ascolta la risposta, trovando più opportuno concentrarsi su ciò che invece l'amico non ha detto, «Insomma, l'avete trovata? Sta bene?» domanda.

Il panico mal celato e l'urgenza di cui è intrisa la voce di Kagami, fanno quasi pentire Aomine di aver sempre pensato che quell'idiota non fosse il ragazzo giusto per Momoi. Adesso sente di aver sbagliato, ma la situazione non è la più consona per indugiare in pensieri del genere.

«No» risponde, trovando difficile far uscire dalle labbra l'aria necessaria a sfiatare quella sillaba, «Siamo riusciti a ricostruire il percorso che ha fatto fino alla linea Ginza della stazione di Inarichou. Da lì le sue tracce si perdono e non sappiamo più nulla».

Kagami si morde forte le labbra, perché sa che se lascerà sfuggire anche una sola parola, questa sarà di accusa nei confronti di Aomine. Il suo lato irrazionale gli urla che è colpa sua, che Daiki e Satsuki sono colleghi, lavorano nello stesso posto seppur con ruoli diversi, se l'altro l'avesse accompagnata a lavoro lei non sarebbe svanita nel nulla. Ciò che di razionale gli resta, invece, cerca di ricordargli che Momoi è un'analista forense ed ha orari diversi rispetto ad Aomine, senza contare che lei non gli avrebbe mai permesso di farle da balia.

«Adesso se ne stanno occupando i miei colleghi. Mi chiameranno in caso dovessero esserci novità» Aggiunge Daiki, e a Taiga non resta che annuire, nervoso.

«Hey» borbotta, dubbioso, «Non è che ultimamente è uscito di prigione qualcuno che Satsuki ha contribuito a far arrestare?»

Daiki gli rivolge un sorriso simpatetico, «È la prima cosa che abbiamo controllato, ma sono ancora tutti al fresco» ammette, frugando nelle proprie tasche alla ricerca delle chiavi di casa, non gli va di continuare a parlare sul pianerottolo, vista la scarsa attitudine degli altri inquilini del palazzo nell'arte di farsi gli affari propri.

Sospira carico d'impazienza nel girare la chiave nella toppa un numero di volte direttamente proporzionale all'insospettabile mania della sicurezza domestica di Tetsuya, poi si gira verso l'altro, «Entri o aspetti che ti crescano le radici?»

 

[...]

 

L'ombrellino azzurro di Tetsuya non solo non è durato tutta la stagione, ma nemmeno per tutta la giornata corrente. Fissa con astio l'asticella piegata su se stessa dal vento e con tutto il garbo a cui riesce ad appellarsi in quel momento maledice qualsiasi Dio esistente, più qualcuno inventato sul momento per l'occasione.

È nell'avvicinarsi al cestino più vicino per potersi sbarazzare dell'ombrello ormai inutilizzabile che qualcosa di strano attira la sua attenzione, un piccolo rettangolo nero che con discrezione interrompe il grigio del marciapiede.

"Un quaderno?" pensa, e fino a qui non c'è nulla di strano. "Un quaderno asciutto. Nell'area occupata dal quaderno non piove" e a questo punto non può che accontentare la propria curiosità, quindi si avvicina e si china per raccogliere l'oggetto.

Sulla copertina lucida spiccano due parole in caratteri occidentali, marcate di un bianco quasi perlaceo.

"Death Note. Quaderno della morte?" traduce, senza riuscire a trattenersi dall'inarcare un sopracciglio. Apre la prima pagina ed il suo scetticismo non può che aumentare. "L'umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno, morirà".

Kuroko se la cava abbastanza con l'inglese da essere quasi sicuro della propria traduzione. Si dice che in un’altra occasione avrebbe trovato quasi comico il pensiero di qualche ragazzino perditempo a cui possa saltato in mente di elaborare qualcosa del genere, ma al momento la preoccupazione per Satsuki reclama la sua completa attenzione.

"Be', per essere uno scherzo è molto ben congegnato. Vediamo se riesco a rintracciare il proprietario per restituirglielo" si dice, infilando il quaderno nella propria tracolla e riprendendo a camminare verso casa, cercando di non pensare al fatto di essere completamente fradicio dalla testa ai piedi.

 

[…]

 

 

Taiga pensa che quella giornata stia scorrendo in modo fin troppo strano, in alcuni momenti gli pare che una qualche forza superiore stia premendo il tasto "avanti veloce" sulla sua vita, in altri momenti invece ha l'impressione di galleggiare in una bolla dove il tempo passa in modo così lento da sembrare fermo.

In questo momento, mentre Daiki parla al telefono in modo concitato, lui si trova in una bolla. Tutto è così ovattato che non riesce nemmeno a sentire bene ciò che sta quasi urlando l'altro, è come se stesse parlando un'altra lingua.

Una cosa, però, riesce a capirla fin troppo bene; con quell'espressione in volto e con quel tono di voce, di sicuro non dev'essere successo nulla di buono.

"Dov'è Satsuki? Ditemi solo dov'è e che sta bene..." implora nella sua mente, la bolla gli rende difficile anche parlare.

A malapena si accorge che Daiki lo ha afferrato per un braccio e che lo sta trascinando fuori dall'appartamento e giù per le scale. Fa fatica anche a rendersi conto che per poco non hanno travolto Kuroko sull'ingresso e che quest'ultimo, dopo un brevissimo scambio di parole con il compagno, si è unito a loro, con le labbra tanto strette da formare una linea sottilissima e pallida.

No, non dev'essere successo davvero nulla di buono.

La bolla si fa sempre più stretta e soffocante, si trova in una sala d'attesa e non riesce proprio a ricordare come ci è arrivato.

Attorno a lui è tutto di un bianco asettico, l'odore nell'aria è pungente.

“È un ospedale" si dice, cercando di ritrovare un po' di stabilità, "Perché Satsuki è in ospedale?"

 

[...]

 

Tetsuya non riesce a non provare pena per Taiga, nel vederlo così perso. Anche lui è terribilmente preoccupato per Momoi, ma si rende conto che per l'amico dev'essere ancora più dura.

"Se Daiki sparisse per un giorno intero e poi me lo ritrovassi in ospedale per chissà quale motivo, come mi comporterei?" si chiede, osservando con discrezione Kagami.

Ormai è passata mezz'ora da quando sono arrivati all'ospedale e per il momento solo ad Aomine è stato permesso di mettere piedi nella stanza della ragazza. Sbircia attraverso alle veneziane verde chiaro che dovrebbero impedire la vista ma che, di fatto, con qualche sforzo lasciano intravedere qualcosa.

Riesce a vedere una lievissima ombra che attraversa la stanza avanti e indietro, inquieta come una bestia in gabbia, sa che non può che essere Aomine; la figura accanto, in piedi e rigida potrebbe essere un suo collega o un medico.

Si concentra nel punto dove immagina debba esserci il letto, ma quella parte di stanza deve essere appena un po’ meno illuminata, perché fatica il doppio a scorgere una qualsiasi lieve sfumatura che faccia intuire ciò che accade.

Lentamente, distingue la sagoma della base del letto e il suo sguardo corre appena più in alto, fino a che non riesce a vedere ciò che ha bisogno di sapere.

Si muove, è cosciente” pensa, sentendosi sollevato. “Sta bene”.

Tetsuya non ha idea di quanto si stia sbagliando.

 

 

Death Note: Sì, ecco, questa sarebbe una DeathNote!Au. Cioè, in realtà sarebbe semi AU, dal momento che il passato dei personaggi è esattamente quello descritto in Kuroko no Basket.

Lo so, ho fatto trovare il Death Note a Kuroko, quindi ci sarà dell’OOC nell’immediato futuro, ma direi che sarebbe più che giustificato. Voglio dire, basta vedere come Light OcchioniDaCuccioloSperduto Yagami si è trasformato dopo un po’ della dolce compagnia di Ryuk >_>.

 

   
 
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