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Autore: SofiFlo    15/03/2016    4 recensioni
L'Università, gli amici, gli amori: Regina inizia un anno favoloso all'Università di Storybrooke, con persone che non potranno che restare per sempre nella sua vita. Lezioni, incontri, studi, svaghi, un po' di fantasia, indecisirni e voglia di vivere, giusto per essere "normali" o, per meglio dire, più simili alla realtà.
Con qualche tentativo di inserire tutti i personaggi e le ship
(Scusatemi, non sono capace di scrivere le presentazioni)
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Belle, Emma Swan, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Si guardò intorno, disorientata. Veniva da un paesino piuttosto piccolo e l’immensità di quel luogo quasi la spaventava: il cortile dell’università era grande almeno cinque volte la piazza del paese e l’edificio che aveva davanti era alto, imponente, e talmente grande da coprire un intero lato del cortile, e le case degli studenti, che si affacciavano per tutto il resto della piazza, sembravano, nell’insieme, un oceano di finestre in muri di cemento, che in quel momento non riusciva a capire per quanto si estendesse. Regina si incamminò velocemente all’ingresso, sperando di non aver attirato troppo l’attenzione, stando ferma nel mezzo del cortile, e sperando di trovare in fretta la segreteria in modo da potersi fare indicare la stanza in cui avrebbe abitato e per informarsi sulle lezioni, nel caso ci fosse stato qualcosa che non veniva detto negli opuscoli informativi.

Cercò di non apparire troppo stupita mentre camminava per i corridoi di quel posto, guardandosi intorno e ammirando l’immensità di quel luogo, privo di eleganza, in alcune parti persino segnato dal tempo, ma immenso. La segreteria era deserta e per un attimo pensò di trovarsi nel luogo sbagliato, ma poi vide una delle tre segretarie alzare gli occhi dal computer e chiederle “Ti serve qualcosa, darling?” . Si avvicinò in fretta, curiosa, e a attenta a non mostrare esitazione, di fronte a quella donna con degli insoliti capelli tinti per metà di bianco e per metà di nero che la guardava con disinteresse. “Buongiorno signorina – un rapido sguardo alla targhetta appuntata su un’orrenda pelliccia bianca e nera aperta su un’ampia scollatura – signora DeVil. Sono Regina Mills, una nuova studentessa. Ho chiamato per avvisare che sarei arrivata oggi e vorrei sapere e per cortesia mi può informare sulla mia sistemazione e dirmi quando inizieranno le lezioni.” Si sforzò di sorridere, anche se normalmente detestava farlo, perché sentiva che quella stupida esibizione di denti la faceva apparire stupida e infantile. La donna alzò un sopracciglio, girò la sedia, cercò una cartelletta in un mucchio che teneva sulla scrivania, si voltò verso Regina e disse semplicemente “Documento, prego” e dopo che la ragazza ebbe provato la sua identità le diede in fascicolo, per poi tornare a guardare il computer senza dare altro segno di vita. Regina prese le valigie, infilò i documenti nella borsa a tracolla e mormorò un “Grazie” mentre lasciava quella stanza per trovare un posto migliore in cui leggere quei fogli.

Appena fuori dall’edificio, sedette su una panchina e lesse le prime righe

Scuola Superiore S.Nicks - Università di Storybrooke
Studente/essa: Regina Mills
Corso di studi: Medicina
Alloggio: Ed. 8 , appartamento 108 (n. stanze 3, studenti che condividono l’alloggio: Midas, French)


Si alzò così in fretta che quasi le caddero i fogli e una piccola chiave argentata – il numero 108 inciso nel mezzo - le scivolò nella mano. Raccolse tutto e si preparò ad andare in un appartamento che si aspettava di trovare vuoto, essendo arrivata in anticipo rispetto all’inizio delle lezioni, e preparandosi a leggere tutto il fascicolo che le era stato consegnato, per nulla entusiasta, ma determinata a dare il meglio nella nuova scuola.

L’edifico 8 era dietro il secondo palazzo studentesco  a destra dell’università, e una grossa strada che partiva dalla piazza conduceva a quello e altri edifici, e, infine, al parco che circondava l’abitato. Regina pensò che quel posto era davvero meraviglioso, e non riusciva nemmeno ad immaginare quanto potesse diventare bello in una giornata di sole, in una notte stellata o durante uno dei suoi tanto amati temporali estivi. Chiuse un attimo gli occhi e si perse in quella scena che ancora non aveva potuto sperimentare. Pensò alla pioggia che la colpiva con più o meno forza, lasciandola fresca e bagnata, i capelli appiccicati al collo e al viso, le mani libere a catturare tutte le gocce e il vento che riusciva a prendere nella corsa e quell’infinito senso di libertà, quello che poteva provare solo facendo qualcosa di così folle, qualcosa che mai le sarebbe stato permesso di fare se qualcuno avesse potuto vederla, qualcosa di così magico da tenerla in vita. E le venne da sorridere, pensando che un giorno, fregandosene di chi l’avrebbe vista, sarebbe corsa sotto la pioggia e si sarebbe sentita un tutt’uno con il cielo. Trattenne quell’esibizione stupida di denti, e proseguì, con il cuore un po’ più leggero, e la mente piena di sogni.

Raggiunse l’appartamento al terzo piano, appoggiò per un attimo i bagagli, notando la porta aperta, per poter controllare di essere in ordine e in quel momento vide un ragazzo uscire dall’unico altro appartamento su quel piano. Si sentì in imbarazzo all’istante, notando che questi la stava squadrando da capo a piedi, e fece fatica a sostenere il suo sguardo. Appariva un po’ folle, ma non era quel tipo di follia che la portava a sognare sotto la pioggia, era qualcosa di più cupo e spaventoso, inquietante. Quando quegli occhi si decisero a staccarsi, Regina seguì la figura mentre iniziava a scendere le scale e notò sulla giacca di pelle sgualcita che il ragazzo portava un grosso ricamo. ‘Jefferson’ una sola grossa parola, forse un nome. E non potendo fare a meno di essere curiosa, Regina controllò sul campanello dell’appartamento, e lo ritrovò, insieme a ‘Nolan’  e ‘Whale’ . imbarazzata dalla propria invadenza, si sistemò il vestito e entrò nel suo appartamento, pensando che quella porta aperta dovesse significare che le sue coinquiline erano in casa, e pensando che, se non altro, non le avrebbero dato problemi. Sua madre aveva verificato che non dovesse condividere l’appartamento con gente che non le sarebbe piaciuta o, ma questo era contro la politica stessa del campus, con dei ragazzi.

Appena aprì la porta, Regina si trovò di fronte una ragazza dai lunghi boccoli castani con dei libri in mano, che, a giudicare dal cappotto che indossava, sembrava intenzionata ad uscire. Un sorriso raggiunse gli occhi non appena vide Regina, e i libri vennero appoggiati su un tavolino all’ingresso, mentre la invitava ad entrare.  “Tu devi essere Regina! Io sono Belle, vieni, ti aiuto a portare le valigie.” Tutto quell’entusiasmo le sembrò per un attimo fastidioso, ma apprezzò la gentilezza della sua compagna, sperando che la ragazza non sprizzasse sempre così tanta energia da ogni poro della pelle. Appena ebbero portato le valigie in una stanza in fondo al corridoio che Belle aveva indicato a Regina, da un’altra stanza uscì una ragazza bionda, che lanciò un’occhiata a Regina e sorrise a Belle in cerca  di una conferma, per poi dare il benvenuto alla nuova arrivata con un abbraccio e presentarsi come Kathryn.

Con molto sollievo di Regina, le compagne di stanza la tennero impegnata per conoscerla solo per una mezz’oretta, poi avevano entrambe da fare: Belle doveva correre in biblioteca prima che chiudesse (il martedì aveva orari diversi dagli altri giorni e teneva aperto solo due ore, che per di più cambiavano ogni settimana e dovevano quindi essere controllati ogni volta sulla bacheca scolastica), invitò Regina ad andare con lei, ma poi si rese conto che la ragazza era appena arrivata e che poteva aver bisogno dei suoi spazi, mentre Kathryn, che era al secondo anno, aveva un esame da preparare ed era molto indietro con lo studio.

Così Regina sedette sul letto e lesse tutti i fogli che le erano stati consegnati in segreteria, si annoiò a morte nel leggere tutto il regolamento, per lo più composto da regole scontate o assurde (come, ad esempio, l’espulsione di qualunque ragazzo fosse stato trovato in compagnia di una ragazza scalza), che le tolsero tutto il buonumore con cui la sua esperienza era iniziata. L’unica buona notizia era che, prima delle lezioni, a cui mancavano ancora due settimane, ci sarebbero stati dei corsi facoltativi aperti a tutti gli studenti, che la giovane studentessa entusiasta aveva tutte le intenzioni di frequentare. Cominciò a disfare le valigie, ma siccome aveva intenzione di andare a correre prima che facesse buio, disse a Kathryn che sarebbe rientrata entro un’ora e mezza e uscì per allenarsi. Scoprì che nel parco c’erano diversi percorsi da seguire quando si correva e pensò che prima o poi avrebbe dovuto provarli tutti, ma per quel pomeriggio pensò che fosse una buona idea seguire quello che non entrava nel bosco vicino. Attraversò quindi il meraviglioso parco e si sorprese nel notare quanti altri studenti avevano la sua stessa abitudine. Li osservò tutti, prima di continuare a correre tra le vie del campus, per conoscerlo un po’ meglio. Evitò solamente una strada perché notò che due figure in lontananza stavano litigando e non volle rovinarsi la corsa, sapendo che qualunque cosa avesse sentito le sarebbe rimasta in mente tutta la notte come un mistero da risolvere. Lasciò che ancora un po’ d’aria le scivolasse sul viso mentre ritornava a quella che presto avrebbe chiamato ‘casa’.

[N.d.A. : Buonasera a tutti!
Non ho molto da dire se non che questo capitolo è la storia più lunga che io abbia mai scritto e proprio per questo opinioni/critiche/pomodori virtuali sono persino meglio accetti del solito. Questa frase fa proprio schifo. Comunque aggiornerò il prima possibile, che spero sia molto tardi, altrimenti vorrebbe dire che ho lasciato da parte tutto quel che dovrei fare per scrivere questa fanfiction.
•Sofia

"Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà della ABC che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione appartengono solo a me.”
Mentre le leggi per cui i minori non possono viaggiare a piedi nudi con un adulto in un auto sono texane.


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