DAMNATIO MEMORIAE
Ho distrutto tutto di te.
Mi faceva male, questo tuo eterno addio. Troppo male, per
essere accettato razionalmente.
Come se fosse venuta a meno una parte di me, per giorni ho
pianto, stesa sul divano, senza riuscire a muovermi. Ho dormito lì sopra,
naturalmente.
Sono rimasta due giorni senza mangiare, poiché il cibo mi
faceva star male solo a guardarlo, e per altrettanti giorni non mi sono
presentata al lavoro e non ho aperto neppure gli scuri di casa.
Il cellulare e il telefono fisso hanno squillato per ore,
qualcuno ha bussato alla mia porta, e solo quando ho sentito qualcun altro che
intimava con tono autoritario di aprire, ho risposto ad alta voce che non
l’avrei fatto. Eppure, col timore che qualcuno cercasse di stanarmi per davvero
dalla mia casa, ho ripreso solo questa mattina a cercare di fingere di vivere
normalmente.
Dopo due giorni d’inerzia totale, mi sono alzata dal divano
del soggiorno ed ho aperto le finestre di casa, facendo entrare un po’ di luce
naturale e cambiando l’aria ormai viziata. Eppure, ecco che quel mio gesto ha
risvegliato in me mille emozioni, sempre più tremende.
Nel nostro soggiorno, dove abbiamo passato tanti pomeriggi a
parlare, a leggere assieme i quotidiani e a guardare la tv e qualche film, le
tue foto troneggiavano ovunque.
In una di queste ultime, ben posizionata al centro del
tavolino di fronte al divano, c’eri tu, sorridente come non mai, mentre mi
abbracciavi amorevolmente. Eppure, quella foto è stata scattata proprio quando
tu già mi tradivi.
Lo sono venuta a sapere dopo qualche tempo grazie a Lucrezia,
la mia migliore amica. Tu mi tradivi con un’altra donna, più bella e più
giovane di me, eppure continuavi ad ostentare la tua farsa, la tua commedia
schifosa.
Ho afferrato la foto con entrambe le mani e le ho tolto la
cornice, poiché volevo assolutamente analizzarla nei minimi dettagli, come se
quella fosse una prova compromettente. Eppure, il tuo sorriso continuava ad
apparirmi sincero, e non c’era nulla che mostrasse la tua perfidia e il
tradimento che stavi perpetrando.
Ti ho odiato; ti ho odiato fino in fondo per la cattiveria
con cui hai continuato a mentirmi, e soprattutto per tutte le falsità che mi
rivolgevi.
Quando ti ho detto che avevo scoperto tutto, tu hai affermato
che è stato un errore, una piccola scappatella, ma non ti ho mica creduto,
tanto tutti gli uomini dicono così quando vengono beccati in flagrante, grazie
ovviamente a qualche spifferata.
Ho accartocciato la foto e, con l’accendino che avevo in
tasca, le ho dato fuoco. Esatto, l’ho bruciata nel bel mezzo di casa.
Ciò non è bastato a placare la mia ira; ovunque mi voltassi,
i tuoi finti sguardi mi fissavano dalle pareti, da sopra ai mobiletti, e
addirittura nella stanza da letto.
La follia mi ha fatto distruggere tutto. Ho stracciato,
rovinato e bruciacchiato tutte le nostre foto, ho devastato anche i nostri
vecchi album. Una volta finito con le foto, ho rotto a terra i quadri che mi
avevi regalato, e che tempo addietro avevi dipinto tu stesso.
La mia rabbia, a quel punto, si è evoluta in un pianto
isterico, che è durato ore. Lunghissime ore in cui mi sono lasciata scivolare
verso terra, in cui avrei voluto strapparmi i capelli e morire immersa nel mio
straziante e logorante dolore mentale.
In fondo, sono stata costretta a riconoscere che nonostante
ti avessi detto addio per sempre, ed avessi giurato di non volerti rivedere mai
più e di non perdonarti, tu mi mancavi tantissimo.
E mi manchi anche ora.
Sono riuscita a tornare in me, e ho recuperato un sacco per
la spazzatura, che ho riempito di tutto ciò che ho distrutto e rovinato, per
poi gettarlo nel cassonetto sotto casa, dove domattina i bravi spazzini faranno
sparire tutto per sempre, in un attimo e come per magia. Ho insaccato anche
quei pochi tuoi vestiti rimasti nel mio armadio, ed ho buttato pure quelli nel
cassonetto dei rifiuti.
Ho distrutto tutto ciò che mi restava di te, ti ho
allontanato e ti ho urlato in faccia la mia truce decisione carica di
risentimento, travolgendoti con le mie parole brucianti e facendoti capire che
ti avrei odiato per sempre.
Ho creduto fermamente fino a questo momento che sarebbe
bastato cancellare tutto ciò che mi restava di te per farmi sentire meglio,
come se facendo sparire tutti quegli oggetti materiali io avessi avuto la
possibilità di voltare pagina in fretta e di dimenticare per sempre, come se tu
non fossi mai esistito e noi non ci fossimo mai incontrati in questa vita.
Ed ora, che mi ritrovo nella mia casa dalle pareti vuote e
senza più alcun colore, mentre il sole sta calando all’orizzonte, mi sento più
sola e delusa che mai. Mi manchi, e continui a mancarmi.
Ho distrutto tutto di te, ma non sono riuscita a distruggere
i ricordi.
Mi torna in mente il giorno in cui ci siamo conosciuti, la
nostra prima cena a lume di candela, il tuo sorriso e la tua sicurezza. E la
tua dolcezza.
La tua falsa dolcezza. O la tua vera dolcezza, non saprei più
neppure che pensare.
È vero, un uomo può anche sbagliare, ma io non sono disposta
a perdonare e a darti una seconda possibilità. Ormai te ne ho dette di tutti i
colori, e tu non ti sei fatto più sentire né vedere. Se ti cercassi, perderei
quell’ultimo frammento minuscolo di dignità che mi è rimasta tra le dita.
Ora sarai di certo felice assieme a lei, più bella di me, e
senz’altro vi starete tirando a lucido per uscire a cena insieme, in un qualche
ristorantino immerso in un’atmosfera romantica. E io sono qui, a rodermi
l’anima.
Vorrei sorridere, vorrei ridere dei miei pensieri, oppure
semplicemente accantonarli. Ma non ci riesco. Loro non mi danno tregua.
E’ come se tutto quanto fosse rimasto ben vivido, all’interno
della mia mente.
Ho distrutto tutto ciò che mi restava di te, eppure tutto mi
è rimasto.
NOTA DELL’AUTORE
Ringrazio chiunque sia giunto fin qui. Spero davvero che
questo piccolo raccontino introspettivo e drammatico sia stato di vostro
gradimento.
Ho scritto questo piccolo testo in un momento triste ma colmo
di ispirazione. Tutto ciò che ho narrato è frutto della mia immaginazione.
Grazie di cuore a tutti voi J