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Autore: ninety nine    16/03/2016    4 recensioni
[Outlander]
[OUTLANDER, 914 parole, Prompt: Jamie/Claire: What if in cui è Jamie ad essere trasportato nel 1945, da Claire, ma proprio non riesce a indossare quei vestiti tanto scomodi.]
Dopo che Claire ha sposato Jaimie, i due decidono insieme di raggiungere Craigh Na Dhun e tornare nel 1945. Insieme.
Come per Claire era stato sconvolgente arrivare nelle Highlands del passato, così per Jamie giungere in una nuova epoca è difficile, tano più che in molti lo ritengono il responsabile della scomparsa della giovane.
Ma i due sono insieme e l'amore che li lega è più fprte di qualsiasi cosa. Anche della scomodità degli abiti a cui il giovane Fraser non è proprio abituato.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1945





Era da quando avevamo riattraversato, insieme, il cerchio di pietre che il viso di Jamie esprimeva un profondo disagio.
All'inizio, dato che era di un colore molto simile a quello del sedano avvizzito, più che disagio probabilmente si trattava d qualcosa di simile al mal di mare.
Poi, mentre scendevamo dalla collina, lo vedevo nascondere il suo nervosismo dietro a una maschera di orgoglio: camminava impettito come un galletto nel pollaio.

"Sembri un gallo in calore" fu appunto il mio commento, ma riuscii soltanto a beccarmi un'occhiataccia.

In effetti capivo come si sentiva, lo avevo provato non molto tempo prima, ma era troppo divertente stuzzicarlo e vedere i suoi occhi diventare torvi per smettere di farlo.
Stavamo finalmente arrivando a Inverness. O meglio, alla Inverness del mio vecchio presente e di Frank. Le mie preoccupazioni legate al mio primo marito e alle spiegazioni che avrei dovuto fornirgli erano svanite nel nulla di fronte alla visione di un lampione che illuminava la fredda aria serale.
Ero tornata nella mia epoca, con Jamie al mio fianco.
Cercai la sua mano e gliela strinsi.
Lo vidi digrignare i denti, ma rilassare le spalle.

"Andrà tutto bene, Jamie."

Sentii la nuca formicolarmi quando il suo sguardo si fissò sui miei riccioli.

"Lo so, mo duinne. Perché ci sei tu al mio fianco."

Entrammo in paese mano nella mano, felici come due bambini in gita scolastica.
Ben presto sentimmo gli sguardi della gente su di noi, prima sui nostri visi e poi sulle schiene, quando li superavamo.
In effetti, nel 1945 non era normale che due persone passeggiassero in gonna a quadri e kilt.
Le mie guance si stavano già iniziando a tingere di rosso, e cosí quelle di Jamie, quando la padrona dell'albergo dove alloggiavo con Frank mi riconobbe.

"Mistress Randall!"

Sentii Jamie che si irrigidiva nel sentire il nome del suo nemico.
Riuscii soltanto a stringergli più forte la mano sussurrando "Miss Fraser", per dire che ero ancora tanto sua moglie quanto quella di Frank, prima che la donna mi raggiungesse insieme a buona parte del paese.
Paura, shock, disgusto e sollievo si mescolavano sui loro visi.
Pochi minuti dopo, io ero seduta su una poltrona con una coperta sulla spalle tempestata di domande, mentre Jamie era bloccato contro il muro da un paio di uomini del paese.
Chissà che storie erano circolate, durante la mia scomparsa, in quel paesino delle Higlands scozzesi.
Cercai i suoi occhi e vi lessi che non starebbe stato fermo ancora per molto.

Non lo avrei fatto nemmeno io, con due uomini di un bel pezzo più bassi di me a fissarmi torvi senza parlare, ma con la parola ''stupratore'' chiaramente scritta sui visi sconvolti.
C'era da dire che avevano coraggio, vista la stazza del giovane.

"Basta, cazzo. Basta!" urlai.

Avrei voluto cercare parole più adatte ma già sapevo che non ce l'avrei fatta, poiché il mio livello di pazienza aveva raggiunto il limite. Non mi andava di urlare verso la donna che io abbinavo tutt'ora al rumore perenne di un l'aspirapolvere, ma ero decisamente stanca.

"Potremmo avere da mangiare e abiti puliti...per favore?" aggiunsi in fretta, cercando di riprendere parte della mia dignità.

Notando le occhiate scettiche verso il mio nuovo marito, commentai: "Sí, anche lui."





Sempre facendo ricorso alla mia autorità da ex-infermiera caposala, insieme a una buona dose di rudezza che mesi nelle Higland del 1700 mi avevano regalato, riuscii finalmente a rimanere sola con Jamie.
A dire la verità, la ua presenza nella mia stanza non era contemplata, ma nessuno aveva provato a fermare quel gigante rosso quando si era infilato subito dietro di me.
Soltanto Ms. Crook mia aveva guardato preoccupata, ma io le aveva fatto capire che andava tutto bene prima che aprisse bocca.
Ora, ero seduta sul bordo del letto con un abito di stoffa a fiori appena indossato e fissavo Jamie che cercava di infilarsi un paio di simil-mocassini quasi certamente di un paio di numeri più piccoli del suo.
Avrei voluto non ridere, ma era uno spettacolo troppo esilarante per rimanere seria.
Nel sentire il mio scoppio d'ilarità, il ragazzo mi guardò truce, soffermandosi sulla mia figura, decisamente meno vestita di quando giravo per Castel Leoch.

"Non fare quella faccia, Fraser. Mi hai visto ben più nuda di cosí."

Jamie sollevò le sopracciglia.

"Il mio era uno sguardo di apprezzamento, Sassenach."

Fece per alzarsi sorridendo con esplicita baldanza e credo che lo avrei assecondato molto volentieri, se solo non si fosse inciampato nei suoi stessi piedi, finendo lungo disteso sul pavimento con un gran tonfo.

"Maledette scarpe!" imprecò, fissando i miei piedi che calzavano delle scarpe molto simili mentre atterravo dal letto a terra, in perfetto equilibrio.

"Ma come diavolo fate a girare con questi affari? Sono uno strumento di tortura!"

Il fatto che paragonasse i mocassini a uno strumento di tortura un po' mi preoccupava e un po' mi facvea sentire sollevata, dato che lui ne sapeva qualcosa, grazie a Black Jack Randall e alla sua frusta.
Mi avvicinai a lui e gli posai un bacio leggero sul naso.

"Non siamo mica tutti dei rudi Fraser, qui" sussurrai.

All'improvviso, lui sollevò il mento e mi baciò con irruenza sulle labbra.
Ridacchiai sentendo le sue mani premere sulla stoffa leggera del mio abito, con una sensazione piacevolmente simile a quando eravamo soli sotto le lenzuola.
Sentendomi ridere si portò una mano all'altezza della cintura.

"Sai cosa ti dico? Anche questi pantaloni sono maledettamente stretti!" sbottò.

Immaginavo come si dovesse sentire, abituato al comodo kilt o al massimo alla larghe braghe di tela.
Nel frattempo, avvicinò le labbra al mio orecchio e una mano ai bottoni sul retro del mio vestitino.

"Credo che starò molto più comodo senza, non credi, mo duinne?"

 

 




Okay, Ho scritto questa storia nel week-ends di San Valentino per un drabble event su facebook (chi mi legge su altri fandom sa che raccomando sempre di passare dal gruppo We Are Out For Prompt''), ma con il mio solito ritardo giungo a pubblicarla soltanto un mese dopo.

Non so bene cosa dire, la serie TV di Outlander è piuttosto nuova e ho notato che le storie sono praticamente inesistenti, ma mi andava di provare a pubblicarla, perché ho amato la serie e i personaggi e mi sono divertita a scrivere la storia.

Ringrazio chi mi ha lasciato il prompt ''What if in cui è Jamie ad essere trasportato nel 1945, da Claire, ma proprio non riesce a indossare quei vestiti tanto scomodi.'' e spero che la storia vi sia piaciuta, nonostante mi rendo conto non sia particolarmente curata.

Ho già un'idea per un'altra storia in cui mi rifarò a livello stilistico, lo giuro ^^

Se vi va, lasciatemi una recensione, vedrete che Jamie vi ricompenserà (il modo...lo lascio decidere a voi!)
 

Un bacio e a presto 99

  
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