Film > The Rocky Horror Picture Show
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Autore: milla4    16/03/2016    1 recensioni
Due generazioni a confronto, due coppie unite sin troppo.
E se Janet non sposass il suo Brad?
Ma soprtattutto, riusciranno i nostri eroi a uscire indenne dalla cena dai genitori di lei?
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPicSole, un torrido e cocente sole, quella mattina, aveva dominato su un  cielo completamente svuotato di nuvole come un mese prima, nel giorno in cui una strana, sensuale verità aveva scombussolalo per sempre la vita della dolce e innocente Janet Weiss.
La fatidica cena era giunta, non avrebbe più potuto rimandarla
Erano lì ormai da venti minuti, aspettando che la nuova Janet fosse pronta a suonare il campanello: sì, perché  quella casa ormai non le apparteneva più; la candida dolce e innocente Janet Weiss era morta, il suo corpo, il suo spirito, la sua carne ormai avevano provato la vita e niente l’avrebbe riportata indietro. Neanche l'arrosto di sua madre.
 
-Janet cara, questo maledetto caldo mi sta facendo sudare come un maiale e sai quanto odii essere in disordine, soprattutto oggi-  Frank- N- Furte, il suo fidanzato e promesso sposo, le si avvicinò esibendo la sua camminata non proprio mascolina.   
 -Questi abiti da becchino sono orribili e fastidiosi, non ho potuto neanche mettermi un filo di matita, nulla di nulla- .
Janet sospirò: lamentele, solo lamentele; era come avere a che fare con una primadonna, un ruolo che di norma sarebbe spettato a lei, unica vera donna in quello strampalato gruppo.
 
Due forti mani le si posarono sulle spalle,  facendo dei lenti movimenti e infondendo piccole ondate di piacere ad ogni loro tocco.                                                                         
 -Rocky!-  Frank urlò, lanciando un’occhiata ammonitrice alla sua creatura, ora assunta provvisoriamente a maggiordomo.    Non gli aveva ancora perdonato il suo tradimento con la ragazza e, anche ora che avevo deciso di condividere i … servizi del suo amante, per il grande Frank –N- Furter della Casata dei Furter era come un pugno in un occhio.

Rocky si staccò subito mentre la ragazza prese la decisone, come un input, di  andare a incontrare i signori Barbara e Richard Weiss, meglio noti come Bab e Richard.
Driiiin!                                                                                                                                                                    
  -Ecco, ecco, sto venendo!- una voce dolce ma stridula attraversò la porta.
-Beata lei, io non vengo da una settimana ormai-  bofonchiò Frank; Janet diede una gomitata al suo promesso sposo –Shh! Ricorda il patto: niente allusioni sessuali. Siamo in Florida e in Florida non si fa sesso- concluse a denti stretti e a bassa voce, poco prima che la vulcanica Bab aprisse loro la porta.
Rosa, un enormità di tonalità di rosa li travolse  sin dalla proprietaria della casa.
Era una donnina davvero raffinata, Bab Weiss, nel suo attillato tailleur rosa pesca, abbinato ad una camicetta bianca con rouge e un paio di décolleté rosso rubino.
Quello che, però, colpì Frank, fu la massa enormemente voluminosa di capelli che cercava di scappare dalla prigionia di un orribile capello alla Jackie Kennedy. Oh sì, le avrebbe chiesto sicuramente consiglio!
Madre e figlia si diedero un lungo e caldo abbraccio mentre il promesso sposo, infastidito, e il loro pseudo maggiordomo, disinteressato, aspettavano.
-Mamma… ecco, ti volevo presentare il mio fidanzato, Frank -N- Furter- disse Janet ancora commossa, indicando l’uomo accanto a se.
-Della Casata del N-Furter, prego- corresse Frank con un sorriso tirato mentre si portava la mano dell’anziana donna sulle labbra, schioccando un sonoro bacio.
 
La donna rimase per un momento impietrita: quando la figlia le aveva detto che avrebbe portato il suo fidanzato a casa si aspettava di vedere Brad Majors e non certo l’uomo che la fissava in quel modo così intenso e quasi scandaloso. E poi, quel rossetto…

Nulla però trapelò dalle labbra rosso fuoco della cinquantenne, tutto sarebbe andato bene e le sue amiche non avrebbero sparlato di sua figlia, la bella e talentuosa Janet.

-Oh, grazie… prego, se volete accomodarvi, Dorothy vi porterà l’aperitivo, io intanto vado a chiamare il Signor Weiss… aaah, da quando è in pensione non fa altro che giocare con i suoi trenini, nel seminterrato.-   
   Bab entrò subito in casa chiamando la  cameriera per  intrattenere i suoi ospiti, poi sparì dietro una porta della casa.

Ordine, era la parola esatta per descrivere in quella casa; certo anche rosa, ma questo era secondario. Il fatto che asa non un acaro fosse mai entrato era indiscutibile.
In perfetto stile classico, ma non antico, i mobili del salotto, prima camera che si incontrava dall’entrata, erano di un elegante legno di mogano con inserzioni bronzee qua e là.
L’ ampio divano, in cui nessun segno dava nota che fossero stati mai usati, di un candido color bianco, era scortato da entrambi i lati da due antiche poltrone dello stesso colore.
Un enorme specchio, poi, era situato sulla parete  sinistra, sopra un toeletta color pesca.                                       
Ritratti di famiglia imperversavano sulla carta da parati floreale, a dimostrare l’unità familiare.
Frank guardava il tutto con un certo fastidio, tutti quei sentimenti così stereotipati lo annoiavano.
Janet, invece, sembrava esser tornata al suo ambiente naturale; prese l’analcolico alla frutta  servito dalla fedele cameriera afroamericana Dorothy, una giovane donna obbediente e gentile, il cui sguardo fu catturato dall’aitante biondo che fungeva da maggiordomo.
-Oh bene! Chi è l’uomo che ha rubato il cuore della mia bambina?-  un vocione riempì la stanza, interrompendo il noiosissimo aperitivo pre cena; Frank, spaventato saltò dalla poltrona su cui si buttato: che razza di voce era quella? Avevano un  gorilla come animale domestico?-
-Papà!- Janet saltò su come un grillo dal divano per gettarsi a capofitto tra le braccia del gigante in polo e mocassini: il signor Richard Weiss.
Interessante… con uno sguardo lascivo, il promesso sposo esaminò attentamente l’esemplare maschile he aveva davanti agli occhi.
Era un uomo sulla cinquantina, robusto  ma ancora muscoloso; i suoi capelli erano ancora di un attraente color oro.
Non era proprio il suo tipo d’uomo, ma in un simile contesto non poteva trovare di meglio.

-Salve, mi chiamo Richard Gordon Weiss, sono il padre di Janet. Tu devi essere Frank, giusto?- domandò il gorilla mentre protendeva la mano verso Rocky, il quale rispose con una vigorosa stretta di mano.
Con una smorfia di disappunto, l’ennesima in quella serata,  il Vero Frank si avvicinò ai due.                  
  - Ehm… signor Weiss sono io Frank-N-Furter della Casata dei Furter, molto lieto di conocerla.-
Richard Weiss era un uomo dalla mente pressoché aperta, si considerava un uomo moderno con moderne convinzioni, ma quando vide il rossetto incriminato, si paralizzò all’istante.
-Uhm… bene, bene - riuscì a mormorare con grande fatica; Janet, per togliere tutti dall’imbarazzo, o forse, per far finire quella nidicola visita il più presto possibile, intervenne.
-Papà, lui è Frank…accanto c’è Rocky, il maggiordomo… che ne dite di sederci in tavola e conoscerci meglio?- parlò e si mosse molto in fretta, spingendo tutti nella sala da pranzo, dove Dorothy aveva apparecchiato con le migliori stoviglie della famiglia  Rockern, il cognome da nubile di Bab: erano antiche, passate di generazione in generazione e avevano visto sin troppi fidanzamenti della loro monotona vita.
Quel giorno non lo avrebbero dimenticato mai, come i signori Weiss.
 
 
 
-Frank, mettiti a capotavola, sulla destra Janet, all’altro capo Richard ed io a sinistra… il maggiordomo…- panico, Bab non si ricordava il suo nome, ma lei si ricordava sempre di ogni nome!
-Rocky- l’aiutò amabilmente Janet –Eh, sì Rocky, potrà  pranzare in cucina insieme a Dorothy-
Quelle non erano domande, erano comandi a cui non si poteva ribattere, era sottinteso.
-Vai pure, mio caro-  disse sospirando Frank: odiava non avere il suo giocattolo preferito a vista; poi, si sedette contemporaneamente agli altri.
Quello della cena domenicale era un rito codificato, l’armonia era, se non apprezzata, pretesa.
 
Silenzio.
Puro e semplice silenzio.

-Spero che tu mangi carne, sai, ormai con tutte queste strane mode si ha paura di servire un semplice arrosto di maiale- Bab parlò, salvandoli tutti da un abisso ormai prossimo; Frank, di tutta risposta, emise un risolino –Oh, beh mia cara Bab, posso darti del tu? Io amo la carne, in tutti i modi-
Qualcuno tossì… Janet alla battuta dal doppio senso non proprio velato, almeno per lei, si era strozzata con l’acqua che stava bevendo; il padre le diede delle vigorose pacche sulla schiena per aiutarla, ma nulla servì.
Aveva una paura mostruosa dell’uomo che aveva portato in casa dei suoi e, soprattutto, di quello che sarebbe uscito dalla sua bocca.
-Tutto a posto, cara?- domandò preoccupata Bab; al cenno di assenso della figlia si rivolse nuovamente al suo ospite –Oh, ma certamente… darsi del lei è così antiquato, vero Richard?- cercò il sostegno del marito che prontamente le diede.
-Perfetto… Frank, mentre aspettiamo che quel benedetto arrosto finisca di scaldarsi,  perché non ci racconti qualcosa di te, da dove vieni per esempio, cosa fai nella…- chiese Richard con la sua voce profonda.

L’interrogatorio ebbe inizio.

-Volentieri, Richard- calcò il nome come l’altro aveva fatto con il suo.   
 - Da dove cominciare? Sono Frank- N- Furter della Casata dei Furter-          
 Era la terza o quarta volta che lo ripeteva.     
- Mi sono trasferito negli Stati Uniti circa tre anni fa dalla Transilvania per motivi di studio… e… poi… ho incontrato Janet al corso del professor Scott- si girò verso di lei sorridendole e accarezzandole la mano  -E ora sono qui.-
Altro silenzio. Bab e Richard Weiss si dovettero riprendere dal fatto che la loro unica e adorata figlia si sposasse con un probabile clandestino in cerca della carta verde, in più proveniente dalla Transilvania… già, ma dove si trovava?
-Papà, Frank è un dottore- questa volta fu Janet a cercare di non far morire il discorso; -Di che genere, se posso chiedere?- Richard aveva altre domande in mente, ma ognuna avrebbe deluso la sua Stellina, quindi si trattenne.
-Sono uno scienziato più che un dottore-.                                                                                                     
 -Oh come il Dottor Scott- esclamò Bab: finalmente qualcosa su cui parlare.   
                                           
 Poi, riluttante: - Eri amico anche di Brad?- non poté impedirsi di chiederglielo, aveva amato quel ragazzo come un figlio, doveva sapere!
-Molto amici, oserei dire intimi- rispose l’interrogato con innocenza; nel frattempo l’arrosto era arrivato accompagnato dall’immancabile salsa e da un purè di broccoli.   
                                                 
Nel dire quella frase, Frank tagliò con più energia il suo arrosto, in un modo passionale, così almeno parve a Bab, che rimase incantata da quei gesti così coinvolgenti.

Affonda la lama, togli la lama, affonda la lama, togli la lama…

-Che caro ragazzo era! Senza offesa Frank, so che sei un ottimo uomo per la mai Janet, lei sa scegliere bene- guardò compile sua figlia- ma oramai mi affezionato, provano sempre del so ingresso alla Nasa… già lo immaginavo con una divisa con la scritta Mayors-.  Poteva trattenere tutto, Richard, ma non la sua malinconia. Era fatto così, un uomo grande e grosso che si scioglieva alla minima emozione.
Janet sospirò: odiava mentire al padre, ma come poteva rivelargli che Brad indossava una divisa molto particolare, fatta di gonna e pailettes e, che nel suo ambiente di lavoro era conosciuto come Armony?
Glielo aveva promesso, quando lo avevano lasciato a Broadway dopo la partenza della navicella e aver ritrovato N- Furter e Rocky fortunatamente ancora vivi, si erano separati con il comune accordo di proteggere le reciproche vite e, parlare della nuova parrucca bionda del suo ex ragazzo, le sembrava inopportuno… come quell’arrosto: ma era di cemento?
Uno strano calore le rimbombo nel petto per poi scendere nelle parti più intime del suo corpo, una volta provato, il sesso l’aveva contaminata. In senso positivo, s’intende, anche se la prendeva nei momenti meno adatti.
SI calmò giusto in tempo per caprire qualche parola della conversazione andata avanti.
 
-… la mia famiglia si occupava di creare cose… piacevoli per piacevoli persone; diciamo che con i suoi prodotti aiuta la gente a raggiungere vette ineguagliabili, si rivolge alle parti più sensibili delle persone…-
Confuso, il signor Weiss chiese: -E cos’è questo prodotto miracoloso?- amava le novità, soprattutto se potevano essere redditizie.
Il dottore sorrise ammiccando –Più che un prodotto è uno strumento che deve essere usato…- raccolse con la forchetta un grumo di purè e mettendoselo in bocca –con cura-
-Radio- Janet sbottò.

I commensali intorno la tavolo a fissarono.

-Radio?- chiese il padre.
-Radio?- chiese Frank; allo sguardo duro e collerico della fidanzata rettificò, schiarendosi la voce.    -Esattamente, radio! Cosa più della musica può colpire gli uomini trasportandoli in luoghi esotici?-
Bene, aveva sistemato la situazione prima che quell’incorreggibile del suo accompagnatore facesse saltare tutto.
Eppure sarebbe stata ipocrita a non ammettere che un moto di desiderio le era seguito a quelle peccaminose spiegazioni. Un altro.
La cena continuò senza particolari stranezze, tranne forse le domande su quel particolare cosmetico che sfoggiava Frank, il quale spiegò che era una tradizione del suo paese, come eguaglianza dei sessi. Bab, colpita,si portò le mani al petto.
 
Nel frattempo, in cucina, Dorothy cercò di istaurare una conversazione con quell’ Adone che le sedeva accanto; seppur vestito in livrea, i muscoli erano ben definiti e non sarebbe una donna sana di mente se non lo avesse notato.
Dal canto suo, Rocky si sentiva un cucciolo smarrito senza i suoi amanti. Certamente questo non gli impedì di mostrare le sue abilità alla donna che mangiava con lui e, che cercava di sedurlo con chiacchiere su chiacchiere. Era per questo che i coniugi Weiss videro per l’intera serata la loro cameriera sorridere come un ebete.
Erano nove passate quando, dopo il the, Janet volle farla finita con quella giornata così stressante; si diresse verso il suo presunto amore e circondò un braccio con le sue mani- Mamma, papà credo sia ora di andare… domani mattina il mio Frank dovrà fare un lungo viaggio d’affari e stasera dovrà riposare…-.
Nulla andò come previsto.
-Cosa? Ma no, mia cara stasera rimarrete a casa nostra, ho fatto preparare la stanza degli ospiti e la tua vecchia camera. Certo non vorrete partire con il tempaccio che verrà stanotte!-
-Non si preoccupi signora Weiss, le assicuro che…- il dottore provò a inventarsi una scusa,ma invano.
-Oh non voglio sentire storie, i temporali sono pericolosi al giorno d’oggi- obiettò la madre di Janet.
-Non puoi sapere quanto- mormorò la figlia sospirando.
Niente obiezioni, non l’avrebbero scampata comunque.
-Signora W…-                                                                                                                                                         
 -Bab- interruppe lei; Frank , sorridendo, continuò- Bab, sono molto stanco,  credo che mi ritirerò nella mia stanza, se non crea dispiacere a nessuno, ovviamente.-          
                                                 
Gli umani sono ridicolmente prevedibili, al suo accenno di stanchezza tutti sarebbero ritarati nelle proprie stanze: era irritante la loro educazione così altruista, divertirsi quando un altro non può? Giammai.
In quel caso, però, avrebbe sfruttato la cosa a suo vantaggio. Aveva puntato il gallo del pollaio Weiss.

Non delusero le sue aspettative.

-Oh beh, direi di ritirarci tutti, è stata una serata impegnativa- balbettò Bab.
-Credo sia ora di darsi la buonanotte-  confermò il marito; - Buonotte, stellina- disse lui baciando la fronte della su bambina –Buonanotte, papà- rispose lei, sorridendo.
-Signori Weiss- salutò Frank con un cenno del capo
-Frank- risposero entrambi all’unisono prima di scomparire sulle scale che conducevano al primo pino dell’abitazione; avevano lasciato i due piccioncini soli, ma non si preoccuparono: la loro giudiziosa e assennata figlioletta sapeva cosa fare.
-FrankOra cosa facciamo?- visti i suoi genitori  scomparire, si girò di scatto verso di lui.
-Beh, cara, una notte cosa potrà mai fare?-.  Lei lo guardò con occhi di ghiaccio e guance arrossate per l’imbarazzo: tutto quel pasticcio era opera di una notte, la sua rinascita era opera di una notte. Il sesso era opera di una notte.
-Oh, sù… è solo un’innocua notte, domani partiremo e, più inlà, ci sposeremo, come promesso-
Sposarsi era l’unico modo per far quello che volevano senza che nessuno potesse giudicarli o sparlarne: il matrimonio è un legame che rende liberi di poter far sesso senza sospetti. Loro avrebbero solo omesso la regola della fedeltà.
Janet si diresse controvoglia verso la grande scalinata per mostrare la camera all’ospite, quando…
-Janet cara, dove si trova esattamente la camera di tuo padre?
 
Rocky fu trascinato quasi con forza nella camera della servitù da una vogliosa Dorothy: aveva trentacinque anni, una zitella in pratica, non si sarebbe accontentata di un’unica volta, voleva una notte da non poter dimenticare.
Rocky la accontentò, normale routine, anche la terza… la quarta…
 
 
Rumori di passi, porte cigolanti, strani bisbigli: casa Weiss non dormì affatto.

***
 
Girava una strana aria durante la colazione, o meglio una strana vita: occhiate furtive, sguardi languidi, sfiorarsi di mani e così via.
Qualcosa aveva svegliato quella casa, persino Dorothy agitava il suo enorme sedere con rinnovata gioia, mentre serviva il pane tostato.
I coniugi Weiss erano tornati adolescenti, con appetiti diversi dalla marmellata di fragole sui coltelli.
L’unica a rimanere turbata e estranea fu Janet; li osservava come una turista osserva due macachi in corteggiamento; Frank invece era molto a suo agio.
 
Si potrebbe dire che avesse dato il La, il resto venne da solo.
Una stanza sbagliata, della rassegnazione avevano portato i tre protagonisti della notte brava a entrare in intimità fra loro.
Bab non sospettava assolutamente che quel passionale uomo non fosse suo marito,  ormai spento da tanto di quel tempo… mai avrebbe pensato al suo strano futuro genero che si guardò bene dal mostrare i suoi meriti. Il fatto poi, che quando se ne fu andato, ella si intrufolasse nella stanza del marito, inconsapevole del rapporto che lei riteneva avessero avuto, per avere ancora un po’ di Richard, lo rendeva soddisfatto di se stesso.
-Ragazzi, credo che si ora che andiate….- Richard aveva scambiato una furtiva occhiata con sua moglie, -Ma, papà… avevamo deciso di fermarci per il pranzo, ci avevate invitato voi- protestò sconvolta Janet: la stavano cacciando?
-Oh, su bambina, Frank dovrà fare un lungo viaggio, non varrai farlo stancare troppo…e poi io e tua madre abbiamo degli impegni- sia affrettò ad aggiungere.
-Che impegni?- chiese curiosa Janet.
-Impegni personali- rispose Bab, lanciando strane occhiate a suo marito, -Molto personali- confermò questi, ricambiando l’occhiata.
Ma cosa stava accadendo?
 
Dorothy lo guardò andare via disperandosi… Rocky, invece, ne fu sollevato: quella strana donna lo aveva sfiancato, gli serviva del tempo per ricaricare le energie.
Mezza giornata gli sarebbe bastata e, poi, ora riaveva la sua Janet!
 


 
 

Un… due… tre, al terzo gradino, Janet si fermò, alzò la testa dalla scalinata e comprese:- Frank – N- Furter-
-Suvvia mia dolce sposa, è la natura che lo impone- Frank scese le scale a testa alta, si sentiva come un predicatore che avesse salvato delle anime prossime al precipizio e, si diresse verso la macchina.
-Ora muoviamoci, New York è lontano-.
Salirono in macchina, sollevati che quel piccolo ostacolo ai loro piani fosse stato sorpassato.
Nuova casa, nuova vita… nuovi incontri fortunati.
Frank sospirò, mise in moto la macchina e partì: la nobile antichissima Casata dei Furter aveva colpito ancora.

Note:
storia partecipante al contest "Il Club dei 50 - contest multifandom" indetto da Setsy sul forum di ep.
Dunque, non avrei mai pensato di scrivere una storia su questo fanodm, perché ci vuoi una certa dose di provocazione per renderla al meglio, quindi questo è un esperimento... spero riuscito decentemente..
Chiunque avesse voglia di recensire, per darmi qualche consiglio così io possa migliorami, è il benvenuto.

I personaggi, le ambientazioni non sono di mia invenzione ma appartengonoa materiale coperto da copyright. Non c'è nessuno scopo di lucro.
 
 

 
 
 
 
   
 
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