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Autore: paige_    17/03/2016    0 recensioni
Elizabeth e Jake erano semplici sconosciuti. Tutto è iniziato da uno sbaglio. Ma può nascere qualcosa fra due persone che non si sono mai incontrate? Si può conoscere una persona attraverso uno schermo?
Non sono per niente brava nello scrivere le introduzioni, quindi se volete farvi un'idea di questa storia, leggete anche solo le prime righe e poi giudicate voi se vi interessa o meno.
Dopo un lungo periodo di inattività provo a riscrivere qualcosa, fatemi sapere come vi sembra.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                           CAPITOLO 3 
 
“Film preferito?”
“Big Fish, il tuo?”
“Donnie Darko.”
“L’ho visto qualche anno fa con Billy, è bellissimo!”
“Sì, vero? Io non ho mai visto Big Fish…”
“Devi assolutamente guardarlo! Ma ti avverto che non ci capirai molto la prima volta.”
 
-Stavo per scrivergli “vorrà dire che lo guarderemo insieme” ma quando stavo per inviare mi era sembrato non avesse senso. Ci saremmo mai incontrati? Che cosa stavamo facendo?
 
“Ora tocca a me. Genere musicale/ cantante/ band preferiti?”
“Rock, David Bowie, Rolling Stones. I tuoi? (Sappi che questa risposta ha molto peso sull’opinione che ho di te!”
“Mhh così mi metti un po’ ansia. Ma tranquillo, penso che questa cosa ce l’abbiamo in comune. Adoro quelli che hai detto te ma comunque, nello specifico rock, Bob Dylan, Alter Bridge.”
“La mia stima nei tuoi confronti non è diminuita.”
“Perfetto!”
“Ora tocca di nuovo a me Liz!”
“Ho quasi paura, spara!”
“Chi è Billy, il tuo fidanzato?”
“Perché questa domanda?”
“Così, per sapere.”
“Che c’è sei geloso? Ahahah”
“Ma figurati! Era solo per sapere, non importa.”
“E’ il mio migliore amico, praticamente un fratello.”
-Erano passate due settimane. Spesso ci chiedevamo cose banali, a volte cose personali. Parlavamo di ogni genere di cosa ed entrambi ci fidavamo. Avevamo persino scoperto di vivere nella stessa città. Ma ancora nessuno dei due aveva pensato, o non avevamo voluto forse, a chiedere la cosa più importante.
Pochi giorni dopo decisi di farlo io.
 
 
“Jake.”
“Ei Lizzie!”
“Che fai?”
“Sono fuori con i miei amici, tu?”
“Niente di che. Quando torni a casa puoi mandarmi un messaggio?”
“Certo, tutto bene?”
“Sì tutto apposto, ma ho bisogno di parlarti.”
 
-Mi mandò un messaggio dopo nemmeno un’ora. Mi disse “ci sono Liz, dimmi tutto”. Avevo il cuore in gola e le mani sudate. Avevo paura di rovinare tutto ma sapevo che dovevo farlo.
 
“Sei già tornato a casa?”
“Sì, dovevi parlarmi, sono tornato a casa.”
 
-Quando mi disse quelle cose il mio cuore si mise a battere fortissimo e sentivo sempre di più di volerlo incontrare. Ma non sapevo da dove iniziare.
 
“Sono più di due settimane che parliamo ormai vero?”
“Vero! Due settimane bellissime.”
“Giusto. E abbiamo scoperto di vivere nella stessa città, no?”
“Liz…”
“Non pensi che sia strano sentirci tutti i giorni per quasi tutto il giorno, parlare di ogni cosa come se ci conoscessimo da anni e, insomma, non incontrarci?”
“Lizzie io…”
“Voglio dire, probabilmente stamattina ti ho visto al mercato, eri il ragazzo accanto a me sul pullman e io non sapevo che eri te!”
“Non ero al mercato né ho preso il pullman stamattina.”
“Andiamo Jake hai capito che voglio dire.”
“Sì ho capito.”
“Tutto qui? Io sto tutto il giorno a pensare a come parlarti di questa cosa e tutto quello che mi dici tu è che non eri al mercato?”
“E nemmeno sul pullman.”
“Vaffanculo Jake, ciao.”
“No aspetta Liz, scusami. E’ che io non penso sia una cosa importante.”
“Ah…”
“Nono hai frainteso, non penso non sia importante la nostra amicizia.”
“E allora cosa?”
“Incontrarci, non penso sia una cosa fondamentale. Quello che abbiamo per me è bellissimo. Riesco a parlare con te di qualsiasi cosa, molto più che con altre persone. Non voglio rovinare tutto.”
“Come potrebbe rovinare tutto incontrarci?”
“Potrebbe benissimo. Potrebbe non piacerti come sono o come mi vesto. Potrebbero non piacerti i miei amici e quindi uscire insieme sarebbe sempre difficile. E tante altre cose.”
“A me non importa niente di come ti vesti. E sono sicura che i tuoi amici siano fantastici.”
“Ti prego Lizzie, non chiedermelo.”
 
 
-Non riuscivo a capire perché Jake dicesse quelle cose. Mi sembrava tutto così finto, così stupido. Andai in camera di Abby e non riuscii a trattenere le lacrime.
 
-Tesoro che è successo?
-Si chiama Jake.
-Chi si chiama Jake, Lizzie?
-Quel ragazzo, quello con cui parlavo.
 
-Le raccontai tutto, dall’inizio alla fine. Le raccontai di Sophie, delle mille domande, dei messaggi la notte. Lei decise che quello di cui avevo bisogno era rum, solo e semplicemente rum e volle portarmi fuori. Tornammo a casa alle due di notte e, una cosa tira l’altra, uno shot tira l’altro, eravamo tornate entrambe ubriache. Non avrei voluto farlo, ma il rum decise per me e mandai un messaggio a Jake.
 
“Jakeeeeeee!
Jakeeeeee sta a me svegliartii ahahahah te lo ricordi? La prima sera?
Jake rispondimi!”

“Liz ma che? Va tutto bene?”
“Tutto bene, tutto bene! Benissimo!”
“Sei ubriaca?”
“IO? Ubriaca??”
“Sì, Liz, te ubriaca.”
“Forseee ma che importa!”
“A me importa, vai a letto.”
“Che noiosooooo!”
“Non le sopporto le persone ubriache ma non voglio risponderti male. Vai a letto Liz.”
“E io non sopporto te! Chi sei per farmi la predica? Nemmeno mi conosci!”
“Non ti rispondo più. Ci sentiamo domani, quando avrai smaltito tutto.”
“Ci sentiamo domani ci sentiamo domani. Tanto è questo che facciamo noi no? Ci sentiamo e basta.”
“Buonanotte Elizabeth.”
 
-Lo avevo odiato per come mi aveva risposto, per come mi aveva giudicato. E soprattutto lo avevo odiato per non avermi risposto all’ultimo messaggio. Forse era solo perché era arrabbiata, ma ero più che decisa a non scrivergli mai più. Però  non mi diede la possibilità di farlo.
 
“Lizzie, come stai?”
“Che te ne importa?”
“Scusa, ti ho forse fatto qualcosa?”
“Stai scherzando?”
“Non sono io quello che ti ha scritto alle due di notte, non sono io che ho fatto lo stupido adolescente ubriaco.”
“Senti, mi dispiace di aver disturbato le tue preziose ore di sonno, ma non ti permettere di darmi della stupida adolescente.”
“Ah no, già. Tu odi sentirti una bambina. Tu sei grande, sei un’adulta. E allora dimmi, da adulta ubriaca, quanti altri adulti ubriachi ti sei scopata ieri sera?”
“Vaffanculo.”
“Liz andiamo, non volevo dire niente.”
“No, Jake, no. Smettila. Smettila di fare così, smettila di scrivermi.”
“Stai di nuovo facendo la bambina.”
“E tu lo stronzo moralista. Ti ricordo che la prima volta che mi hai scritto cercavi Sophie. Te la ricordi sì Sophie? Un’adulta che ti sei scopato la sera prima.”
“Io almeno non ero ubriaco.”
“Oddio smettila! Non mi sono scopata nessuno se davvero questo è il problema. Ma poi sul serio, cosa te ne importa?”
“Mi importa perché mi importa di te idiota!”
“Ti importa di me? Tu nemmeno mi conosci Jake. A te non importa di me, ti importa di avere qualcuno con cui parlare quando non sai cosa fare.”
“Se fosse per quello non pensi che andrei a parlare con i miei amici?”
“E allora và da loro, perché questa storia mi ha veramente stancata.”
“Bene!”
“Benissimo!”
  
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