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Autore: The Land Of Disagio    17/03/2016    3 recensioni
Il caso più duro di tutta la vita si è presentato a Shinichi Kudo, e questa volta due vite, quelle dei suoi migliori amici, sono in serio pericolo.
Deve proteggerli, deve proteggere Ran, ma in questa battaglia non sarà solo.
Il conto alla rovescia è appena cominciato.
(Crossover con Death Note)
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REVISIONE COMPLETATA (dal cap. 1 al cap. 8)
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Challenge

"Salve, ragazzi, sono orgoglioso di fare la vostra conoscenza. Io sono L"

Mello spalancò la bocca, colto alla sprovvista, mentre Near rimase perfettamente composto, senza mostrare alcun segno di stupore o gioia. Neppure la presenza del suo maestro riusciva a renderlo ansioso.
Il biondo, da parte sua, era assolutamente emozionato di fare la conoscienza di L. Aveva desiderato a lungo di parlare con lui faccia a faccia, potergli dimostrare dal vivo di cosa era realmente capace.

Il moro si avvicinò al letto, mantenendo stranamente una postura perfettamente corretta, sedendosi sul bordo. "Sono felice che sia arrivato così presto Near, e grazie per aiutato Mello. Sono fiero di te, sei stato molto bravo", si complimentò con il ragazzino, arruffandogli i capelli candidi.
Ancora una volta, l'albino rimase inespressivo, come se l'avesse informato del meteo, mentre Mello, infuriato, fulminò con lo sguardo il rivale, sentendosi escluso. Era stanco di essere messo in secondo piano da quel pidocchio.

Inaspettatamente, L si voltò verso il biondino, scrutandolo con i suoi occhi scuri. "Sei stato troppo imprudente, Mello, hai rischiato veramente la vita", lo rimproverò, fissando il bendaggio sull'occhio sinistro, "Ma, nonostante tutto, hai salvato delle vite, prendendo per primo l'iniziativa, e te ne devo dare atto. Sei molto coraggioso", si congratulò infine, sistemandogli un ciuffo color grano.
Questa volta, l'espressione di perenne fastidio di Mello si dissolse completamente, lasciando posto ad un sorriso smagliante, accompagnato da un piacevole senso di sorpresa. Per una volta, non sembrava l'orfanello eternamente arrabbiato, ma un ragazzino normale.
Si dimenticò persino dell'apprezzamento che Near aveva ricevuto, perchè, per una volta, i suoi meriti erano stati riconosciuti persino da L, il mitico L.

Il grande detective posò le mani sulle loro testoline, arruffando loro delicatamente i capelli, mantenendo un'espressione neutrale.

Watari, rimasto sulla soglia, osservava con il sorriso sulle labbra quella scena insolitamente tenera.
Vedere quel ragazzo così chiuso in sè stesso comportarsi quasi da padre, come lui stesso aveva fatto nei suoi confronti, gli scaldava il cuore. Aprirsi un po' con quei giovanotti non gli avrebbe fatto nient'altro che bene.
Aveva sempre desiderato per Ryuzaki una vita normale, ma, purtroppo, non era andata così.

Dopo un paio di minuti, Conan si affacciò alla porta, scrutando i due nuovi arrivati con curiosità.
L, notato la sua presenza, si alzò, ritornando il detective freddo e distante di sempre. "Shinichi, questi sono Near e Mello", disse, presentandoli, "Uno di loro diventerà il mio successore".

Il piccolo detective sgranò gli occhi, spostando freneticamente lo sguardo tra i due ragazzini, non trovando tra loro un singolo tratto in comune, almeno apparentemente. Come potevano essere vagamente somiglianti ad L, o avvicinarsi al suo livello? Erano persino più piccoli di lui, contando la sua vera età.

Conan non ebbe neanche modo di ribattere, che L, saltando i convenevoli, interruppe qualsiasi pensiero. "Bene ragazzi, come avrete capito, questo bambino è in realtà il signor Kudo, colui con il quale dovrete collaborare. Mi aspetto da voi il massimo", spiegò spicciolo, attirando gli sguardi stupiti dei tre ragazzini.
Watari, allibito, posò la spalla sul suo pupillo. "Ryuzaki, vuoi lasciarli a lavorare da soli?". L fissò negli occhi il suo mentore, senza lasciare trasparire alcuna emozione. "Esattamente, mi ritiro dalle indagini, lascio il caso in mano loro".

L'aziano rimase completamente senza parole, molto contrariato da quella decisione decisamente affrettata. "Figliolo, sono poco più che bambini", provò a ribattere, "Questa è una responsabilità troppo grande per loro!".

Con un ghignetto appena accennato, il detective guardò Near, poi Mello. "Abbi un po' di fiducia in loro, come me. Sono sicuro che sapranno sorprenderci", ribattè, allargando il suo sorriso. "Questa è la loro ultima occasione. Chi arriverà alla soluzione per primo, prenderà il mio posto".



Ai vagava come un'anima persa per la stanza, massaggiandosi nervosamente la testa.
La chiamata che aveva ricevuto qualche ore prima l'aveva seriamente scossa. Non sapeva che pesci prendere.

Il prototipo dell'antidoto non era ancora del tutto pronto, aveva bisogno del suo laboratorio per continuare a lavoraci sopra e scappare sarebbe significato rinunciare a tornare adulta, ma restare in quella casa significava andare incontro a morte certa, e neppure il Dottor Agasa sarebbe stato risparmiato.
Questo era il punto cruciale per lei.

Non le importava di essere uccisa, potevano farle quello che gli pareva, ma non poteva permettere che colui che l'aveva accolta come una figlia pagasse con la vita il suo errore.
Non aveva scelta: doveva portare il dottore via di lì, a qualunque costo.
L'antidoto poteva andare a farsi friggere.

Chiedendo mentalmente scusa a Shinichi, afferrò tutti i suoi appunti, tutte le formule che testimoniavano i suoi tentativi, infilandole frettolosamente in un raccoglitore, prendendo poi il primo borsone che le capitò per le mani.
Salì di corsa le scale, riempendo il borsone di vestiti e oggetti di prima necessità sia per sè, sia per Agasa, che, attirato dal caos che la ragazzina stava causando, la stava fissando allibito.
Quel comportamento non era da lei.

"Ai, figliola, cosa ti prende?", le chiese con titubanza, quasi intimorito dall'espressione feroce della bambina, che rispose piccatamente. "Non c'è alcun secondo da perdere, dottore. Dobbiamo andarcene di qui".
L'anziano sgranò gli occhi, stranito. "Non capisco, dovremmo essere al sicuro qui", farfugliò confuso, cercando di comprendere quello strano modo di agire di Shiho, che continuava imperterrita a vagare tra le stanze come un'anima in pena, prendendo ciò che in quel momento le sembrava necessario, o che poteva metterla in una situazione compromettente. Non sentì nemmeno le vane proteste del professore, che, spazientito, le posò una mano sulla spalla, facendola sobbalzare, facendola voltare verso di sè.
"Ai, ascoltami, devi dirmi cosa sta succedendo", le domandò con tono tranquillo, tentando di farla ragionare, "Perchè dobbiamo scappare con così tanta fretta?", continuò ad incalzarla, mettendola alle strette.

Con un sospiro rassegnato, la piccola scienziata vuotò il sacco, rivelando tutto sulla chiamata ricevuta, gli avvertimenti e le indicazioni che le erano state fornite, ma si premurò di non lasciarsi sfuggire neanche un dettaglio su chi l'avesse contattata, e Agasa non fece altre domande. Era consapevole che meno dettagli sapeva, più erano entrambi al sicuro.
Però, rimaneva un problema di non poca importanza che andava risolto subito. "Ai...dove andremo? Non siamo al sicuro da nessuna parte".

Sbuffando lievemente, la ragazzina si passò una mano tra i capelli ramati, riflettendo. Non trovava altra soluzione. "Non abbiamo altra scelta, andremo da Shinichi", borbottò stancamente, contro voglia. "Lui è la notra unica possibilità di salvezza".






Spazio dell'autrice
Scusate l'ora un po' sconveniente, davvero, ma non ho avuto tempo di pubblicare prima, nè di revisionare il capitolo.
Il punto è che domani partirò in gita, e non volevo ritardare ancora l'aggiornamento, ma giuro che appena tornerò toglierò tutti gli eventuali errori, quindi vi chiedo solo un po' di pazienza...
Tornando alla storia, nel prossimo capitolo vedremo finalmente Shinichi indigare con i suoi nuovi piccoli colleghi. Chi conosce già L magari saranno un po' straniti dall'atteggiamento che ha nei confronti dei due ragazzi, ma del resto io non ho saputo immaginarlo comportarsi diversamente da così.
Ho sempre immaginato tra loro, se si fossero incontrati, un rapporto di quasi padre-figlio, dovuto anche alle loro somiglianze.
Spiegherò tutto quando tornerò, giuro, ma ora sto cadendo dal sonno...scusate ^.^"
Vi mando un bacio a tutti!
Alla prossima!!
   
 
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