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Autore: Sethmentecontorta    18/03/2016    3 recensioni
|Per la giornata nazionale del fiocchetto lilla|Natsumi Raimon, Aki Kino|646 parole|friendship|anoressia|
Caddi come cadono le foglie d'autunno... Ma dal terreno crescerò nuovamente, come un fiore.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nelly/Natsumi, Silvia/Aki
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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About falling over and over again 🍃

Sentiva un vuoto asfissiante circondarla, premerle addosso, schiacciandola su ogni lato; respirare era difficile ed ancor più lo era vedere, in quella coltre di buio che le offuscava le pupille. Non riusciva a muovere un singolo muscolo di quel suo corpo debole e straziato, come fosse incatenata al suolo in quella posizione, prigioniera dell’oblio.
Faceva freddo, così freddo.
Freddo, buio, vuoto, null’altro riusciva a percepire, della realtà che la circondava.
Iniziò progressivamente, prima un lieve formicolio alle dita della mano sinistra, che lentamente risalì per tutto il braccio, la mano iniziò poi a percepire un lieve tepore sulla sua pelle gelida. La sua vista iniziò a baluginare, bagliori sembravano rincorrersi sulle sue palpebre, il nero che le divorava gli occhi pian piano si fece chiaro, fin quando non riuscì a dischiuderli. Un fascio di accecante luce bianca la ferì, d’istinto serrò le palpebre. Le labbra si schiusero e si arricciarono in un mugolio, mentre un pressante e continuo dolore iniziava a farsi sentire alla base della sua testa. Le membra intorpidite facevano fatica a rispondere ai suoi comandi, tentò di muovere la mano destra, ma essa scattava come senza controllo. Si immobilizzò, prendendo un profondo respiro.
– Dio, Natsumi…
Sobbalzò. Una voce dolce le accarezzò le orecchie, lievemente ovattata. Aprì di scatto gli occhi, incontrando un viso perfino più pallido di quanto non lo ricordasse, provato e sul quale svettavano un paio di occhiaie violacee.
– Aki, da quanto diamine di tempo non dormi…? – la sua invece, di voce, era dannatamente graffiante ed acuta. Sembrava fossero passati eoni dall'ultima volta che aveva pronunciato una qualunque frase. 
La ragazza seduta accanto al suo letto sussultò, le sue labbra si arcuarono in un sorriso che per qualche motivo che ora non ricordava la ferì direttamente al cuore. Abbassò lo sguardo sul suo fianco sinistro, per scoprire che il calore che aveva provato derivava dalla sua mano poggiata sulla sua. La strinse debolmente.
– Io, invece, quanto tempo ho dormito?
– Quattro giorni, ti hanno tenuta in coma farmacologico. – tremava, era un movimento quasi impercettibile, ma se ne accorse. Avrebbe voluto stringerla, ma non se ne sentiva la forza. Si limitò a carezzarle il dorso stretto tra le sue dita col pollice. Tutto, pur di calmarla.
Si accorse delle lacrime che scorrevano sulle sue guance, una sensazione dolorosamente pesante la investì schiacciandola su quel lettino d’ospedale. Boccheggiò per un istante, rivolgendo gli occhi color ruggine al soffitto. La ruggine l’aveva nel cuore, pensò chiudendoli.
– Che cazzo ho fatto?
– Hai digiunato per giorni, sei svenuta ed hai battuto la testa… Davvero, Natsumi, non farlo più… - la voce supplichevole e lamentosa della ragazza non fece che farle cadere un secondo macigno di sensi di colpa addosso. Sospirò.
– Dovrei?
Natsumi! – squittio di disperazione. Terzo masso. Quarto, anche. La gola le si impastò, sentiva come qualcosa che non riusciva ad ingerire; come nell’ultimo periodo nulla era passato per quel condotto, così ora vi sentiva qualcosa come incastrato. Deglutì, a vuoto. – Sei bella e forte, Natsumi, lasciaci però un’occasione per aiutarti. Nessuno può fare tutto da solo, Natsumi.
– Smettila. – il sussurrò fuoriuscì dalle sue labbra stupendole entrambe, affondò le dita libere nelle lenzuola. – Smettila di pronunciare il mio nome come se io sia qualcosa di imprescindibile, di cui non potete fare a meno.
– Tu lo sei. Sei forte, sei stata il nostro pilastro, insieme ad Endou, per tutto questo tempo. Non puoi lasciarci, Natsumi, non puoi lasciare me… Io, gli altri, tutti ti vogliono bene. – la voce era incrinata, la percepiva come sul punto di scoppiare in singhiozzi.
Aprì gli occhi, li puntò sui suoi velati di lacrime. Il color verde delle foreste offuscato da preoccupazioni, disperazione. Allungò un braccio, non senza sforzi, e lo pose dietro la sua testa, sospingendola dolcemente sul proprio petto.
Aki, aki… – sussurrava, mentre il suo cuore batteva dell’orecchio della fanciulla che tremava fra le sue braccia deboli. – Scusami per non averlo notato, voi mi volete bene. Se sarai al mio fianco, io lotterò



Seth's corner:
Salve, miei adorati lettori, che mi conosciate bene o che sia la prima volta che leggete qualcosa di mio. 
Beh, direi che questa fic è una di quelle di cui devo parlare un po'. Intanto, cos'è la giornata del fiocchetto lilla? E' la giornata dedicata alla lotta contro i disturbi alimentari, anoressia, bulimia o binge eating che siano. La giornata, in verità, è stata martedì 15, quindi due giorni fa (tre, se contiamo che è l'una di notte, ma shhh), ma perdonatemi, sono stata fuori casa in questi due giorni. Il 15 stesso ho partecipato ad un evento organizzato dalla consulta giovanile comunale della mia città, di cui faccio per altro parte. Non abbiamo fatto nulla di che, abbiamo distribuito informative nelle scuole ed il pomeriggio distribuito mele ai passanti, ma insomma, il mare è fatto di gocce. Abbiamo sponsorizzato molto il sito www.proyouth.eu/it , il quale consente ai giovani affetti da disturbi alimentari di condividere le proprie esperienze, leggere quelle degli altri o perfino parlare con uno psicologo, ed il tutto nel più completo anonimato. Okay, la finisco qui con la pubblicità, ma ecco, mi sembra un sito che può davvero essere utile, soprattutto per chi si sente troppo timido per chiedere aiuto a qualcuno o per chi l'aiuto non può proprio riceverlo.
Parlando della fic in sé, ho narrato una vicenda, diciamo, personale. Ma non ero io la Natsumi della situazione, ma una mia cara amica che è appunto rimasta in coma farmacologico per alcuni giorni dopo un brutto intervento che l'ha portata a perdere i capelli, per gli stessi identici motivi di Natsumi. Le persone che sviluppano questi disturbi sono persone come chiunque noi, che si sentono sole e che per questo concentrano la loro attenzione e le loro forze sulla perdita di peso o sul cibo. Può nascere come qualcosa di innocente, un desiderio di apparire carine, un mangiare troppo dovuto a delusioni o nervosismo, ma può sfociare in qualcosa che potremmo non riuscire più a controllare. Facciamoci attenzione, perché i dati sull'argomento sono allarmanti, per quanto ora non li ricordi.
Infine, non ho neppure controllato questa storia, ed è corta, e non è un granché, ma spero apprezzerete. 
Baci, 
~Seth
   
 
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