Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: Naomi Haruna Chan    18/03/2016    4 recensioni
Tratto dal testo:
–Dove stai andando?– la domanda uscì dalle piccole labbra della bambina dai capelli ramati con indosso una camicia bianca tipica dei dottori e scienziati, era appoggiata allo stipite della porta con le mani in tasca.
–Ci ho riflettuto e penso che devo dirglielo.– rispose il suo interlocutore con calma...
_
Finale a Sorpresa ♡
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Confessione




–Dove stai andando?– la domanda uscì dalle piccole labbra della bambina dai capelli ramati con indosso una camicia bianca tipica dei dottori e scienziati, era appoggiata allo stipite della porta con le mani in tasca.
–Ci ho riflettuto e penso che devo dirglielo.– rispose il suo interlocutore con calma e allungando il braccio destro verso di lei aggiunse –Ah, e mi serve l'antidoto– a queste sua parole Ai tirò fuori dalla tasca una mano e avvicinandosi alla mano tesa dell'amico vi ci posò una pillola.
–Ricorda però che più ne fai utiliz...– lei non ebbe il tempo di finire la frase che lui la interruppe.
–Lo so, non c'è bisogno che me lo ricordi ogni volta.– si voltò dalla parte opposta, stava per andare.
–Stai andando da lei.– le parole le erano uscite in un filo di voce, ma lui la sentì lo stesso, così annuendo uscì e si diresse all'agenzia investigativa di Kogoro sotto il cielo ormai scuro di quell'autunno.
Intanto dentro la casa la piccola scienziata stava ancora impalata lì senza neanche muovere un muscolo, non ce la faceva, non perché era stanca, era piuttosto il fatto che non ne aveva la volontà: lei aveva capito, aveva intuito già dal pomeriggio di quel giorno che sarebbe andata a finire così, del resto doveva aspettarselo, non poteva pretendere che lui restasse sempre al suo fianco e dimenticarsi della ragazza che aveva amato da quando era bambino. Lei non poteva competere con tutti gli anni di amicizia che lo legava a Ran, lei era solo la scienziata che creando l'APTX aveva rovinato la vita ad un ragazzo che aveva una vita perfetta. Ora che tutto stava per finire: dopo la cattura dei uomini in nero avvenuta un paio di settimane prima e lei che era quasi arrivata finalmente a trovare l'antidoto definitivo, sperava di non dover rivelare ancora la verità alla Karateka per poter avere accanto a sé Conan almeno per un altro po'. Si era spesso chiesta come era possibile che il grande detective non avesse ancora capito i sentimenti che lei provava, era davvero così ceco o semplicemente non gli importava? Del resto se lei non fosse mai esistita a quest'ora lui e Ran sarebbero già diventati una coppia.

Era arrivato, stava per aprire la porta con la mano quando essa venne aperta da  dentro, era stata Ran che aveva assunto sul volto una strana espressione, forse era rabbia o forse era solamente preoccupazione, ma il piccolo detective non ci badò.
–Dove sei stato, ti sembra l'ora di tornare? Sono le otto e mezza e tu sei solo un bambino!– esclamò.
–No.– fu la risposta secca.
–Qualcosa non va, Conan?– domandò allora notando che c'era qualcosa di strano –Devi dirmi qualcosa?– aggiunse dal momento che lui non rispondeva, era solo entrato e si era seduto sul divano.
–Sì, ed è molto importante, percui siediti e ascoltami bene.–
–Allora che c'è?– disse con un sorriso scherzoso, sapeva che Conan era un bambino fuori dal comune, ma l'atmosfera che si stava creando era troppo seria, anche per un bambino come lui.
–Ascoltami seriamente.– queste due parole bastarono per farle spegnersi il suo sorriso e capì che la cosa era veramente molto seria.
–Devo dirti una cosa molto importante.– pausa, non sapeva né come dirglielo né da dove incominciare, ma lei doveva sapere.
–Allora comincia dal principio.–
–Mhm, allora, ricordi il giorno in cui sei andata al Tropic Land con Shinichi?–
–Ma certo, lui aveva anche risolto una caso.–
–Sì, ricordi anche cosa è successo alla fine?–
–Cosa c'entra tutto questo con ciò che mi devi dire?– domandò lei impaziente di capire quello che il bambino aveva da dire.
–C'enta, e lo capirai, ma ora rispondi solo alla mia domanda.–
–Era corso via all'improviso dicendo che sarebbe tornato, ma non lo aveva fatto.  Ora che ci penso, non glielo ancora fatta pagare per questo.–
–Rifletti, cosa è cambiato da quel giorno?–
–Beh, ha cominciato a prendere casi molto lontano o addirittura in altri paesi.–
–Appunto e cos'altro?–
–Altro?– la ragazza sembro pensarci un po'–Insomma, Conan, perché tutte queste domande? Dove vuoi andare a parare?–
–Te lo dirò presto, intanto rispondi.–
–Beh, qualche giorno dopo sei apparso tu e papà a cominciato ad avere sempre più casi  da risolvere dato che cominciava ad essere veramente un bravo detective.–
–E la cosa non ti sembra strana?–
–Beh, sì, ma saranno solo coincidenze.–
–No, non lo sono: ero io che risolvevo i casi per tuo padre.–
Ran era interdetta: no, non era possibile Conan era solo un bambino, come avrebbe fatto a risolvere tutti quei casi tanto complicati?
–Su, non scherzare non è possibile.–
–Sì, invece, perché io in realtà sono Shinichi, Shinichi Kudo, il tuo amico d'infanzia.– se la rivelazione precedente le era sembrata assurda questa non stava né in cielo né in terra. Ran ne era sicura: era tutto uno scherzo per burlasi di lei, sarà sicuramente opera di Sonoko percui si alzò e si mise a cercare il probabile nascondiglio dell'amica.
–Su, Sonoko, ho capito che è solo uno scherzo, avanti esci.–
–Non è affatto uno scherzo, sto dicendo la pura verità e se hai bisogno di una prova per crederci allora te la darò.– finito di parlare si diresse nel bagno ingoiò la pillola che gli aveva dato Ai e poco dopo senti un forte dolore trapassare tutto il suo colpo e dopo circa un minuto al posto di quel bambino sui sette anni c'era un ragazzo del liceo.
Shinichi si cambio, aveva messo dei suoi vestiti in una busta che aveva portato con sé, e usci dal bagno, là fuori c'era una Ran ancora incredula con gli occhi spalancati per quello che aveva visto: in bagno ci era entrato Conan e ora vedeva Shinichi uscire da lì e l'unica cosa che riuscì a dire fu: –Come è possibile?–
Allora lui le raccontò di cosa era successo dopo che si erano separati quel giorno al Tropic Land, delle invenzioni del dottor Agasa, di Ai o meglio di Shiho e infine degli uomini in nero. Dopo tutte queste rivelazioni Ran era a dir poco sconvolta forse anche terrorizzata.
–Shinichi, perché non me lo hai detto prima?– domandò in lacrime e abbracciandolo, non capiva perché le avesse tenuto tutto nascosto, non lo trovava giusto: avrebbe voluto saperlo.
–Semplicemente non lo ritenevo neccessario.– fu la risposta che diede dopo essersi staccatto dall'abbraccio di lei, che in passato aveva provocato in lui mille emozioni, ma ora non era che un semplice abbraccio e lui sapeva che ciò significava solo una cosa: lui non la amava più come allora, il posto nel suo cuore adesso è di un'altra persona

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Naomi Haruna Chan