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Autore: TataTatosa    18/03/2016    1 recensioni
Dopo la morte di John, Paul si ritrova negli studi della Apple a ricordare ciò che John era per lui. Una foto, una dedica che suona quasi come un vangelo e le emozioni contrastanti di Paul.
ringostarrismybeatle, non ti ringrazierò mai abbastanza per la fiducia che mi dai.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Erano trascorsi cinque giorni e non si parlava d'altro. Per tutta Liverpool, per tutto il mondo. Dalle stanze semi vuote della Apple Records tuonavano i radiogiornali che, con voci confuse e sempre diverse, annunciavano mestamente la morte di John Lennon; erano giorni che non smettevano di ripetere il solito copione , forse per rendere tutta l'intera vicenda un fottuto scherzo.

 

Dei passi ansiosi e svelti echeggiavano per quei corridoi che un tempo avevano visto la felicità saltellare sulle bocche di quattro ragazzi talentuosi e vispi, e ora che quelle anime gemelle si erano separate, quello spazio costellato di dischi d'oro e platino parve essersi allungato vertiginosamente, come la distanza che meschina aveva sgomitato tra i Beatles e John fino a quello stramaledettissimo 8 dicembre. Intanto, l'incedere frettoloso del bassista e vocalist della rock band ante litteram sembrava essersi chetato di colpo dinnanzi alla sala di registrazione; il paradiso in terra che giaceva sotto scatoloni anonimi ricolmi di effetti personali, effetti che non erano di Paul ma che sapeva essere i suoi più di chiunque altro, più di John stesso. Era ostinato, come quando sapeva di essere nel torto ma prendeva a pugni le ragioni dell'altro finché non l'aveva vinta.

 

 

“Era così tra noi, John” disse sommesso girovagando con lo sguardo per quella stanza e chiudendo la porta a più mandate. “...era così” sibilò appena sprofondando nella poltrona marroncina dal tessuto ormai sfrangiato. Un singhiozzo gli partì smorzato come il suono del motore a scoppio, era solo in quella stanza, tuttavia sentiva il peso di tremila occhi puntati su di lui, quasi stessero inquadrandolo dagli angoli dei muri. Era in imbarazzo quando pensava a loro due. Un alito di vento trafisse impacciato la finestra e gli scarmigliò appena una ciocca di capelli che, scostumata, gli si era posata sulla fronte, cascando come un pensiero molesto che non vede l'ora di diventare parola. Gli si tesero tutti i nervi delle mani e mentre i brividi scavalcavano la sua pelle per arrivargli al cuore, con mano tremante afferrò una foto che, da uno scatolone, troneggiava come una coppa dorata da una teca di cristallo : era una foto del '63 che ritraeva lui e John dopo uno dei numerosi concerti nei club più esclusivi; erano poco più che ventenni invergogniti dal successo, come bambini imbarazzati davanti ad una donna nuda e pericolosa, sfacciata come la fortuna che avevano avuto nell'incontrarsi. I contorni ormai ingialliti dalle intemperie avevano eroso la loro firma, ma lui se la ricordava bene : “Lennon-McCartney” era lo stemma di ogni loro pezzo, il sodalizio perfetto, l'abbraccio affettuoso che si davano graficamente.

 

Dall'esterno, ancora, i giornalisti non facevano altro che trasmettere la notizia della morte di John etichettandola come ingiusta, Paul ne rise sarcasticamente poiché “ingiusta” era l'occasione mancata che gli lanciava sberleffi contro, solo per dirgli quanto fosse stato stupido. Un'opportunità che si era promesso di cogliere ma che adesso gli parve un problema insormontabile. Un altro sospiro gli si intrufolò in gola premendo per uscire di sbotto, cumuli e cumuli di pesantezza accartocciata tutta nel petto e tanto spazio per un dolore che galoppava trionfante per sedersi al posto dei pensieri felici.

 

Gli occhi gli si imbevettero di acquiccia salata che temeva di lasciarsi andare sulle gote raggrinzite e improvvisamente più fredde, tirò su col naso ed arrestò per tempo tutta la rovina che gli avrebbe causato anche una sola lacrima. Batté più e più volte le palpebre , per darsi animo, aiutandosi con le mani smorte a darsi aria pulita mentre il cuore s'inginocchiava sotto quel rammarico che persisteva pervicace, lo stesso che lo convinse ad ammirare nuovamente quello scatto d'epoca che tanto profumava d'amore invissuto. Timidamente, quasi a non disturbare i due giovani che gli restituivano lo sguardo gioviali, passò l'indice sul volto del ragazzotto sulla sinistra, quello con la frangia folta che copriva gli occhi malinconici , quello diverso da lui ma che silenziosamente adorava imitare. Carezzò quella pellicola lentamente per darsi l'illusione di poter lenire la ferita mal curata che gli stava infettando tutto il corpo. L'angoscia riposava sul suo animo con gli occhi aperti, vegliando incessantemente su tutti i sentimenti che intimoriti scappavano tutti dalle sue mani.

 

“Meglio andar via” pronunciò tristemente a se stesso e scelse di riporre opportunamente quella memoria cartacea che gli bucava le falangi. Vagò con le iridi in cerca dello scatolone e fu allora che qualcosa, forse più potente di un mero sesto senso, lo indusse a voltare la foto. Era convinto di averlo fatto più per l'abitudine che aveva di non lasciare nulla al caso che per altro, ma quando lesse le righe appena scalfite dalla polvere fece due sobbalzi nella schiena tanto che temette di cascare al suolo sciogliendosi, poi, nei vestiti. Le rughe ai lati degli occhi si distesero in un'espressione di tenera nostalgia alla vista di quella che era la grafia inconfondibile di John, del suo John :

 

Innamorati degli sbagli,

accoglili,

come un gradito ospite dalla risata calorosa,

curali,

come un'amorevole madre fa col ginocchio sbucciato di suo figlio,

piantali nel tuo giardino e annaffiali ogni giorno con le tue azioni finché non sbocceranno rose che profumano di giusto.

 

Innamorati dei frutti marci ,

anneriti dall'afa.

incavati dalla tempesta ,screziati dai vermi.

 

Innamorati degli sforzi vani : è la parte del tuo lavoro che non ha retto ma che ha attraversato l'inverno pur di maturare.

 

Innamorati delle giornate brutte che si svegliano insieme al sole , innamorati dello storpio , dell'orrore che si cela dietro un sorriso e dalla paura che gioca attraverso uno sguardo sicuro.

 

Innamorati dei sentimenti

custodiscili, nutrili, mostrali.

 

Innamorati di uno stomaco a digiuno, di un cuore assetato , di una mente cieca e di mani avide.

Innamorati delle emozioni che salano le lacrime.

 

Innamorati.

 

Tanto.

 

Ogni giorno. 

  
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