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Autore: Leonhard    19/03/2016    4 recensioni
Cos'è successo prima? Cos'è successo dopo?
Questa raccolta di OS ripercorre i giorni che nessuno ha visto. Il prima della guerra ed il dopo, la partenza ed il ritorno dei dieci guerrieri dell'Armonia
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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GUERRIERO DELLA LUCE


Era finita con un'esplosione di luce. Per qualche istante, solo qualche istante, ebbe paura che l'avrebbe bruciato, ma era della luce che si trattava: non era possibile che lo ferisse. Chaos era stato sconfitto e la luce aveva trionfato, ma non se l'era sentita di chiamarla vittoria né di definire la scomparsa di Garland come morte.

Erano finiti in un ciclo temporale.

Garland sarebbe tornato, e così anche l'oscurità.

Ma in quel momento preferì non pensarci.

A Cornelia i festeggiamenti erano durati per una settimana intera e quella era la prima sera in cui poteva godersi il silenzio del regno, spezzato solo dal ritmico e pacifico frinire dei grilli, dalla delicata brezza che scuoteva le fronde degli alberi e che smuoveva lievemente le tende della sua stanza. Si alzò si affacciò alla finestra, guardando i braccioli dell'armatura con sguardo lucido ma assente.

Il pellegrinaggio con i suoi compagni tra deserti, tundre, caverne e santuari infestati di mostri era ancora fin troppo fresca perché lui potesse pensare di dormire senza armatura: l'elmo era un conto, ma quella...senza corazza si sentiva nudo, indifeso e scoperto come un bambino in fasce. Il vento giocherellò con i suoi capelli argentei e la luce della luna li illuminò, facendoli quasi risplendere.

Fece vagare i suoi pensieri ripercorrendo la campagna in cui si era ritrovato assieme ai suoi compagni: Garland, Astos, il vampiro delle terre di Melmond, i quattro demoni elementali. Non si erano fatti mancare nulla, ma avevano assolto al compito donato loro dai cristalli senza fare troppe domande, ma tutti quei nemici, quei mostri oscuri non avevano fatto che aumentare i loro sensi e la loro prudenza fino a livelli quasi patologici.

Lui non riusciva a dormire senza la sua armatura ed anche gli altri non erano messi meglio: chi teneva i pugnali sotto il cuscino, chi lanciava magie di contenimento alla porta della camera e chi piazzava trappole farcite con la magia Oblio. Quella in particolare la vedeva fantasiosa, elaborata, ma un po' estrema dato che nessuno aveva idea della fine che facevano le vittime di quella magia.

La luna era particolarmente chiara quella sera, la luce perlacea era brillante ed intensa. Si riscosse ed uscì dalla stanza, azzardando a sé stesso che una passeggiata sulle mura del castello lo avrebbe distratto e magari conciliato il sonno; del resto, non poteva aspettarsi che tutto tornasse alla normalità dopo tutto quel tempo passato a dormire quando capitava, a viaggiare e camminare per giorni, sempre con le armi a portata di mano, a fare turni di guardia quando, spesso ma non per questo volentieri, si erano accampati fuori dalle sicure mura delle città.

Sul terrazzo, tuttavia, la luce della luna era così intensa da farli male gli occhi: evidentemente c'era qualcosa che non andava per il verso giusto. Davanti a lei, avvolta da un fascio abbagliante di luce, vi era una figura; era snella, bionda e dalla bellezza ultraterrena. Gli occhi azzurri non lo perdevano di vista con un'espressione benevola che gli fece nascere, in mezzo allo smarrimento ed al nervosismo che sentiva, un moto di pace, di tranquillità, ma anche d'amore, di dedizione: sentiva che per quella donna, se solo glielo avesse chiesto, sarebbe stato pronto a fare qualsiasi cosa.

Rimase immobile. La figura non parlò subito: per qualche secondo si limitò a studiare il suo volto, la sua corazza che riluceva la luce che sprigionava, il suo sguardo smarrito che la guardava. Poi parlò: la sua voce era dolce, suadente e pregna di tale bontà da farlo quasi commuovere.

“Guerriero della Luce” chiamò. “Io sono Cosmos, la dea dell'Armonia”. Una dea, certo: cos'altro poteva essere? Il cavaliere, dopo qualche secondo, cadde in ginocchio.

“La dea dell'Armonia?” ripeté. “Mi perdoni, mia Signora, se mi presento davanti a lei armato”. La figura rise; una risata pura come il gorgoglio di una sorgente contro le rocce.

“Non fa niente, mio guerriero” rise. “Sono qui perché ho bisogno del tuo aiuto”.

“Come posso servirti mia Signora?”.

“Puoi chiamarmi Cosmos” sorrise la dea. “E dammi pure del tu”.

“Non mi permetterei mai”.

“Mi offenderesti se continuassi a parlarmi così”. La voce non presentava toni di avvertimento, ma nemmeno di risentimento. L’uomo osò alzare uno sguardo su di lei: la sua espressione era diventata preoccupata.

“Di cosa si tratta mia Sig…Cosmos?” chiese. La dea sospirò.

“Devo chiederti di prendere parte ad una guerra” rispose.

“Una guerra?”.

“Sono in guerra con il Dio della Discordia, Chaos”. Quel nome bastò per fargli dimenticare ogni gesto di umiltà e sottomissione: si drizzò di scatto in piedi ed avanzò di un passo.

“Chaos?!!” esclamò. “L’abbiamo sconfitto. Abbiamo combattuto e vinto Chaos!”. Subito dopo si chiese se l’avessero veramente fatto. E se fosse stato vero, per quanto tempo sarebbe stato sconfitto? Che fosse quello il risultato del loop temporale in cui Garland aveva intrappolato il mondo intero?

“Temo di no, valoroso guerriero” rispose lei, cupa. “Io e Chaos siamo impegnati in una guerra senza quartiere; ha nelle sue file dei soldati fuori dal comune che combattono per lui: in poco tempo, i miei battaglioni sono stati spazzati via dalla loro brutalità ed io mi trovo a corto di combattenti. Devo radunare quanti più guerrieri posso per poter far fronte a questa minaccia: se fallirò, il mondo intero sarà avvolto nella più fitta oscurità”. Il cavaliere non sentì di dubitare di quella figura: la sua espressione, il suo tono, persino la luce che emanava aveva un che di preoccupato.

“In questo momento, mentre parlo con te, sto cercando altri guerrieri in posti lontani e spero in nel loro assenso: non voglio costringervi a prendere parte ad una guerra che non è vostra, ma temo di non avere altra scelta. Non posso affrontare Chaos e i suoi guerrieri, non da sola e non tanto a lungo da rimediare una vittoria: ho bisogno di voi”.

“Su una cosa ti sbagli, Cosmos” replicò lui, scuotendo la testa. “Se c’entra Chaos, questa guerra è anche la mia. Puoi contare sulla mia spada, sul mio scudo e sulla mia luce”.

Tornò finalmente il sorriso sul volto della dea e fu con quel sorriso impresso negli occhi che il Cavaliere della Luce venne avvolto da un’abbagliante raggio bianco.

“Non avere paura: ti condurrò sul campo di battaglia”.



NOTA DELL’AUTORE:

E finalmente eccomi qua. Questo è un progetto che mi è venuto in mente ormai due anni fa, ma che ha richiesto un lungo lavoro per la sua preparazione e solo adesso posso finalmente tentare di metterlo in piedi.

Rigiocare a tutti i Final Fantasy, dal primo al decimo, per preparare queste OneShot è stato arduo e faticoso, ma per un amante della saga come il sottoscritto è stato anche un piacere, soprattutto a pensare che in questo modo avrei aumentato la credibilità e la possibilità di fare una bella raccolta.

Spero che siate in molti a seguire questa serie e ovviamente spero che piaccia.

Un saluto a tutti voi.

Leonhard
   
 
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