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Autore: MadogV    19/03/2016    3 recensioni
la lotta per il potere...
...le sfrenate passioni...
...gli intrighi...
...i tradimenti...
furono affrontati con indomito coraggio da colui che solo....
era il re della Savana (intro preso da Xena-La principessa guerriera).
Ed è quello che troverete in questa fanfiction dove il povero Simba si troverà davvero a capire il peso dei doveri di un re.
Fiction sospesa fino alla fine del mese causa motivi personali
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Premessa: La fanfiction Dietro le quinte di Arendelle e sospesa per un mese o più per motivi personali. Pubblico qui solo il primo capitolo di una fanfiction che riprenderò dopo le vacanze di pasqua o anche dopo dipende dai problemi personali, perché già presente nel mio archivio.

Le recensioni positive all’altra citata fanfiction, mi fanno sperare bene e quindi superata la mia timidezza di scrittore, propongo qui il primo capitolo di un’altra long, molto long fiction.

Grazie e abbiate pazienza. 

Ps. Le parti in corsivo sono il passato.

 La fonte degli spiriti era sita, stranamente, al di là di una fitta mangrovia che appariva di mezzo alla savana alla luce della luna piena.

Questa fonte permetteva per una sola notte di poter parlare e chiedere consiglio agli spiriti degli antenati.

Ci andò anche Simba, dopo aver sconfitto Scar ed essersi ripreso il trono, per chiedere ancora una volta all’amato padre consigli su come si governi una vasta savana mantenendo integro il Cerchio della vita.

“Rafiki” disse Simba:” È giunto il momento, mostrami le ombre di colui che fu re, mostrami l’ombra di mio padre, il re Mufasa.”

Il vecchio mandrillo obbedì, prese della polvere nera dalla propria scarsella ne miscelò il succo del frutto appoggiato al suo bastone e getto l’impiastro nella pozza d’acqua.

Un vento gagliardo si levò allora e di mezzo al turbinio delle nuvole un fulmine si abbatte sulla pozza d’acqua, da cui emerse un corpo di stelle traslucido a forma leonina.

“Vieni.” Disse con voce tonitruante lo spettro di Mufasa.” Parliamo. “

E si avviarono in una lenta passeggiata lungo il mare d’erba vicino alla pozza dell’acqua.

“Padre ho mille domanda, mille dubbi.” Disse Simba

“Fermiamoci.” Disse Mufasa giunto ai piedi del Baobab:” Io non posso andare oltre. Ho dei confini e un tempo da rispettare. Dal Baobab alla pozza d’acqua io posso camminare, dal sorgere della luna piena al levare delle prime luci del giorno. E tutto questo ricorda per una sola volta.”

“Quindi non ti rivedrò mai più.” Disse Simba con voce sconfortata.

Gli rispose Mufasa:” Oltre ciò vedi devi guardare, ascoltare il vento, sentire il calore del sole e ogni battito del Cerchio della vita. Io sarò lì sempre.”

Simba sorrise e cominciò a chiedere e il padre a rispondere.

Poi giunse l’alba:” Devo andare.” Disse Mufasa:” Ma ricorda più importante di tutto quello che ti ho detto c’è solo la regola aurea: vi sono doveri piacevoli e doveri dolorosi, tu, come re delle Terre del Branco, devi adempierli tutti per non rompere l’equilibrio del Cerchio della vita o scegliere di non essere più re.”

“Capisco.” Rispose Simba. Non essere più re significava o l’esilio o la morte.

Da quella notte col padre passarono due anni.

Le Terre del Branco non erano mai state più floride di cosi e dovunque regnava una calda pace e una perfetta armonia.

Dei tanti cuccioli avuti con le leonesse, solo alcuni erano sopravvissuti e fra questi Kiara, il cucciolo di Nala, era la sua prediletta: vispa, curiosa e tenace, gli ricordava in tutto e per tutto il se stesso più giovane.

Tuttavia un dolore affliggeva Simba e gli ricordava sempre la regola aurea di suo padre: doveri piacevoli e doveri dolorosi per essere re delle Terre del Branco.

Il dolore che lo affliggeva aveva un nome: Kion, suo figlio, suo e della leonessa Kula.

Ricordava Simba, ricordava bene quel giorno.
Caldo atroce, caldo di mezzogiorno, tutti i cuccioli a giocare felici fra di loro e con le loro mamme, nessuna gelosa dell’una o dell’altra, tutte felici di essere lì con Simba.

Tutti i cuccioli tranne due erano la: Kopa e Kion.

Kopa, figlio di Uru e Kion figlio di Kula.

Simba per una qualche ragione decise di andarli a cercare, ma quando li trovò, quello che vide gli spezzo il cuore.

C’era Kion con le fauci strette intorno al collo di Kopa ormai senza vita in un lago di sangue.

“Che hai fatto Kion?” ruggì Simba:” Perché hai ucciso tuo fratello?”

“Fratellastro.” Rispose lui, mollando il cadavere, guardando il padre con uno sguardo sprezzante e freddo carico d’odio:” Dove essere io il re, non lui.”

In breve fu preparato il processo e si stabili la condanna per Kion.

“Le leggi delle Terre del Branco puniscono con la morte i colpevoli di regicidio.” Si pronunciò Simba:” Si portì qui Kion.”

Ma mentre il cucciolo entrava nel cerchio delle leonesse per essere giudicato, una delle leonesse, di color caramello, si lanciò afferrando il cucciolo e gridando.” Simba, è tuo figlio. È il mio cucciolo.” Poi si rivolse ringhiando e snudando le zanne alle altre.” Guai a voi, non toccherete mio figlio.” Detto questo scappò.

Zazu, con fare pedante comincio a gridare:” Cosa facciamo, cosa facciamo. Inseguiamoli.”

“NO.” Proruppe Simba:” Hanno fatto la loro scelta.” Poi sollevando la zampa destra in direzione del punto in cui erano fuggiti la mamma e il suo cucciolo disse:” Io vi condanno all’esilio.”

Erano passati alcuni giorni da quell’increscioso e triste evento e Simba era arrivato alla pozza dell’acqua per abbeverarsi, quando ci mancò poco che un grosso tronco non lo schiacciasse.
“TORNERÒ PER PRENDERMI QUELLO CHE È MIO” era inciso su un fianco del grosso tronco.

Un scricchiolio di passi e il rotolare di alcuni ciottoli destarono Simba allarmandolo.

“Stai pensando ancora a nostro figlio.” Disse la leonessa avvicinandosi a Simba, che era tornato a sdraiarsi sullo sperone roccioso della Rupe dei Re dove venivano presentati gli eredi delle Terre del Branco.

“Uru, perdonami non sono stato in grado di proteggerlo.” Mormorò poi.

La leonessa si avvicino e cominciò a coccolarlo come se fosse stato un cucciolo ferito, sapeva di essere, insieme a Nala e Amani, la sua prediletta.

Si stavano godendo il momento di pace, quando irruppe Zazu che a rotta di collo atterò vicino ai due:” Pericolo: Aiuto. Kiara. Terre del Branco. Non più.”
Chiara non era più nelle Terre del Branco ed era in pericolo.

Subito Simba scattò in piedi e si lanciò in corsa dietro a Zazu, non avrebbe perso un altro cucciolo, non sarebbe arrivato tardi, avrebbe fatto il suo dovere di re.

   
 
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