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Autore: Altair13Sirio    19/03/2016    3 recensioni
Eccoci qua, in questo box buio e silenzioso. Aspettiamo il momento per alzarci ed entrare in pista. Entrambi sappiamo cosa stiamo per fare, cosa rischieremo, ma lo faremo lo stesso.
Corriamo a più di trecento chilometri orari e ci pieghiamo in curva fino a sessanta gradi. Questa è la prima, ma anche l'ultima. Dieci curve a destra e sei a sinistra, millesessantotto metri di rettilineo e il limite di velocità massimo che la tua compagna ti permette di raggiungere. Non ci sono limiti, se non quello del buonsenso.
Siamo guerrieri, ma anche amici. Uniamo le persone con la nostra stessa passione e ci affrontiamo fino all'ultima curva. Viviamo le nostre vite al limite, e siamo felici di farlo per provare tutte queste emozioni, per portare l'orgoglio di essere "eroi".
Lei è pronta, e lo sono anch'io.
Per la prima e l'ultima.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Racer'
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Eccoci qua. Ancora una volta, in questo box buio e silenzioso. Sto seduto di fronte alla mia cavalcatura e so che saremo insieme per la prossima ora, inseparabili, uniti da un filo invisibile, come una madre al bambino che porta nel proprio grembo.
Lei mi guarda, silenziosa fino all’accensione del motore, fino alla partenza. Sa quello che penso. Penso che sarà la prima di tante, ma potrà anche essere l’ultima. E’ sempre l’ultima. Finché non sei sceso non ti puoi rilassare, anche dopo aver superato la bandiera a scacchi, tu non sei autorizzato a staccare gli occhi dalla strada; certo, puoi rallentare, ma devi finire il giro per tornare indietro, dove ti aspetteranno tutti quanti, amici, parenti, compagni… Lì esulterete o piangerete insieme.
Non ci si arrende, mai, ma a volte ci si lascia prendere dallo sconforto. Io lo so. So quanto costi quello che faccio, cosa accadrebbe se dovessi distrarmi anche solo un istante. Non sono ammessi errori in pista: da quando spingi con l’acceleratore a quando fermi la moto tirando il freno, tu non puoi sbagliare. Siamo in tanti, in pista; lo so che se dovessi sbagliare qualcosa, anche loro rischierebbero. Lo stesso pensiero attraversa le loro menti a ogni gara.
E’ la paura a renderci tutti lucidi, ma è la passione a farci spingere al massimo. Corriamo a più di trecento chilometri orari su rettilinei lunghi anche più di un chilometro, ci pieghiamo fino a sessanta gradi per curvare, il più velocemente possibile, e anche oggi sarà così: parti dopo che il semaforo si è spento; acceleri il più possibile per accumulare un po’ di vantaggio; scali la marcia una, due, tre volte per arrivare in fondo al rettilineo. Se sei davanti, devi fare attenzione a non frenare troppo presto, e se stai dietro non puoi spingerti troppo in là. La prima curva è a destra, e dovrai percorrerla con altri venti piloti che hanno il tuo stesso obiettivo: vincere.
Dopo la curva ti rialzi più in fretta possibile e torni a spingere, ma presto devi frenare di nuovo, perché questa volta c’è una curva a sinistra. Ti pieghi, stai più stretto possibile per non far passare nessuno, poi ti rialzi e riparti, diretto alla terza curva, a destra, più dolce delle altre. Passi veloce e continui ad accelerare, lanciandoti nel rettilineo che ti porta anche a duecentocinquanta chilometri all’ora, prima di farti frenare per piegarti un’altra volta a destra, e poi ancora a destra. Poi torni ad accelerare e ti sposti sul lato destro della pista per prepararti a prendere la prossima curva dalla parte opposta. E dopo una curva stretta riprendi a spingere per rimanere avanti. Ci sono due curve consecutive più in là, la prima a destra e la seconda a sinistra, e dopo un’altra più lenta e dolce a destra che ti porta in fondo a un rettilineo, dove ti aspetta una lunga e stretta curva a sinistra che ti catapulterà in uno di quei curvoni lunghi e veloci, uno di quelli dove puoi accelerare a volontà e sentire il vento infrangersi contro la visiera; è una sensazione inebriante, che ti fa venire voglia di andare ancora più veloce… Ricordati di frenare, però, perché quando meno te lo aspetti arriverà una curva molto veloce a destra, e poi un’altra, dopo un breve rettilineo, e un’altra ancora. Poi potrai raddrizzare di nuovo la moto, prima di lanciarti nella prossima curva, questa volta a sinistra, che ti farà entrare nell’ultimo rettilineo del circuito. Sì, perché quello dopo ti porterà nel prossimo giro, e si ricomincerà daccapo. Niente distrazioni quindi: stacchi tardi perché non vuoi essere sorpassato proprio qui, sapendo che più avanti nella gara dovrai fare attenzione a questo punto, e ti butti a destra nell’ultima curva della pista. Il viso a un millimetro dai cordoli bianchi e rossi, li vedi sfrecciare al lato con la coda dell’occhio; non puoi farti distrarre da loro: devi guardare avanti.
Esci dalla curva raddrizzando la moto con impeto e cominci ad accelerare, sapendo che sarà un rettilineo mozzafiato: non si sa mai chi potrà arrivare alle spalle, sfruttando la tua scia, e i suoi millesessantotto metri sembreranno non finire mai.
E così continueremo per ventidue giri, lottando per la vittoria. Sì, siamo lottatori. Guerrieri o piloti, non cambia la sostanza. In pista mettiamo tutta la nostra passione, la nostra ambizione, mostriamo la nostra tenacia e diamo sfogo alle nostre rivalità. Niente cattiveria, ma rispetto: la competizione è alla base del nostro sport; se non ci fossero rivalità, niente avrebbe lo stesso sapore… Siamo anche amici, ci divertiamo a correre, ed è questa la cosa più importante: se dovessi perdere il divertimento, non correrei più.
Continuo a guardare la mia moto. Il numero sulla carena ha un’aura che trasmette vitalità, voglia di lottare e fiducia. E’ bello quando vedi le tribune gremite con il tuo numero, quando pensi che tutta quella gente è lì per te. Perché noi facciamo anche questo: uniamo la gente. Siamo un popolo di persone accomunate dalla voglia di vincere, e tutti quanti vogliono vedermi lottare fino alla fine, vogliono vedermi sorridere e gridare dalla gioia dopo una lunga gara per la quale sanno che ho lottato con tutte le mie forze!
La livrea scintillante sembra volermi comunicare qualcosa. “Andrà bene.” Lo so, ma non posso permettermi di pensarlo: finché continuo a respirare va bene.
E lo so perché confido nelle mie capacità. So che non mi distrarrò e non commetterò un errore che potrebbe mandare in frantumi entrambi i nostri corpi, spezzando i nostri e i loro cuori, che ci guarderebbero con occhi sgranati, pieni di terrore, in attesa di un segnale. Ma chi mi dice che non succederà a qualcun altro?
Accarezzo delicatamente il muso della mia fedele compagna. “Ancora una volta.” Penso, sapendo che lei sentirà i miei pensieri.
Finalmente mi alzo; mi stanno aspettando, devo andare. Indosso il casco con calma e mi avvicino a lei. Mi piego al suo fianco e sussurro qualcosa in modo che solo lei mi possa udire. Lei sa, ha capito. Mi rialzo e la prendo gentilmente dal manubrio, scortandola fuori dal box. Lì ci monto sopra e la avvio.
Sento il rombo del suo motore, la sua determinazione. E’ pronta, e lo sono anch’io.
Saggio la sua potenza dando qualche rapido strattone all’acceleratore e lascio che la sua musica entri nelle mie orecchie. E’ l’ultima volta che posso godermi quel suono, prima di dovermi immergere in una nuova gara; lì non avrò il tempo per ascoltare le sue grida, mentre sfrecciamo insieme sull'asfalto.
Finalmente parto e mi avvio per il rettilineo che mi porterà in pista, dove la mia squadra mi attende, assieme a tutti gli altri. Mi alzò in piedi mentre la moto va avanti da sola, mi sistemo la tuta all’altezza dell’inguine e torno a sedermi. Ora posso andare.
Corriamo ogni settimana, raggiungiamo velocità che fanno paura e ogni volta ci sfidiamo per decidere chi sia il migliore. Lo facciamo perché ci piace, e vogliamo dare il massimo ogni volta. Partiamo dalla griglia, dal semaforo, fino alla curva, fino alla fine, fino in fondo, fino all’ultima staccata.
E non ci fermiamo mai.

2016
   
 
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