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Autore: Elimia1    20/03/2016    0 recensioni
-Allora? La tua risposta é no?- si avvicina a me.
"Maledetto cretino."
-Chiaramente, mi sembra di averti già detto il primo giorno che non intendo avere nulla a che fare con te, pervertito.-
-Ne sei proprio convinta?- sorride di lato. -Sicura che...-
-Taci!-
Devo trattenere il mio istinto omicida che sta aumentando a mano a mano che lui parla.
-Sai bene che non intendo perdere la mia scommessa.-
Si avvicina a me a tal punto da farmi sentire il suo respiro sopra il mio collo.
-Mantieni. Le. Distanze.- dico, provo ad allontanarlo da me ma é irremovibile e, anzi, si avvicina ancora di più.
-Cosa pensi di fare?- sbotto arrossendo di colpo. -Sai bene che la scommessa non la vincerai tu.-
-Sai... non sono mai stato chiaro sulle conseguenze che avrebbe tutto ciò.-
Alzo un sopracciglio.
-Quindi?-
-Quindi questo sottintende che potresti innamorati di me.-
Scoppio a ridere.
-Io innamorata di uno come te!- scuoto la testa. -A volte sai essere davvero spiritoso, sai?-
-Ma io non intendevo essere spiritoso.- sorride beffardo. -Intendevo che potresti davvero innamorati di me.-
Mi volto, Madara sta proprio iniziando a darmi sui nervi. Lui sorride, mi fa voltare contro la mia volontà e mi bacia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuna Uchiha, Kakashi Hatake, Madara Uchiha, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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1."Scuola nuova, vita nuova"
 
 
Scuola nuova, vita nuova. Non é cosí che si dice di solito? 
Mi presento: il mio nome é Nicoline, ho quattordici anni, capelli lunghi e castani, occhi azzurri quasi celesti coperti da un paio di occhiali rossi; probabilmente l'avrete intuito dalla mia etá: proprio oggi inizio a frequentare il primo anno delle superiori, purtroppo in un'altra città da quando mio padre si é dovuto trasferire per lavoro e io con lui di conseguenza. Onestamente da quello che faccio si può intuire che sono nella categoria "ragazze senza speranze" e ho i miei motivi per farne parte, credetemi. Timida non é un aggettivo che mi descrive molto bene, meglio... instabile; qesta é la parte negativa di Nicky Karame. 
-Nicky! Scendi che dobbiamo andare!- grida mia sorella dal piano inferiore, come potrei dimenticarmi di parlarvi di mia sorella maggiore? 
Comunque... mia sorella Katie, ha i capelli corti ricci dello stesso colore dei miei ( altrimenti non saremmo sorelle, no?), occhi grandi color castagna. Sa essere amabile quando vuole, ma spesso non faccio che litigarci. 
-Nicky! Vuoi darti una mossa o devo aspettare che cresca l'erba in giardino?- 
-Sí, sí, mi sbrigo, aspetta dieci minuti!- mi metto una felpa nera con cappuccio, prendo la mia borsa piena fino all'orlo di libri e scendo le scale.
-Katie sono pronta! - sbotto arrivata, vedo il suo fidanzato prepararsi una tazza di té e lei seduta a tavola masticando tranquillamente una fetta di pane tostato con marmellata; mentre lei mangia io lascio a terra la borsa e abbraccio il suo ragazzo, Obito, che mi sorride e mi fa sedere al lato di Katie. 
-Obito, ho fame!- dico con voce infantile sbattendo i pugni sul tavolo e iniziando a cantilenare la frase "ho fame" finché Obito mi mette davanti una ciotolina piena di cereali e latte. 
-Avanti, mangia.- sorride. -Non ho alcuna intenzione di mandare a scuola una bambina di cinque anni che ha fame.- 
-Sorellina sei proprio infantile.- mi provoca Katie tirandomi una ciocca di capelli.
-Ma senti chi parla.- ribatto puntandole contro il cucchiaino.
Obito ruota gli occhi.
-Tutte le mattine la stessa storia.- ridaccha. -Tutte le mattine mi tocca sopportarvi.- 
-Obi, io, secondo te, sono infantile?- gli chiedo guardandolo dopo aver tolto il cucchiaio da davanti il viso della mia dolce sorella.
-Uhm... un pochino lo sei.-
Gli faccio gli occhi da cucciolo e poi torno a mangiare mentre guardo con costanza l'orologio che segna ancora le sette e venti. 
-A parer mio tu smetterai di essere infantile quando dal cielo pioveranno asini.-
Roteo gli occhi.
-Obito puoi accompagnarmi adesso a scuola?- lui mi guarda, guarda Katie poi ride.
-Certo che sí.-
Quando finisce la colazione esce di casa con me al suo fianco e saliamo in macchina. 
-Quanto dista la scuola? - guardo fuori dal finestrino le colline erbose ricoperte di alberi che ci circondano, tutt'intorno a noi la campagna, con i suoi alberi, dalle folte fronde adornate con fiori di tutti i tipi.
-Non molto tempo.- mi metto comoda sul sedile e inizio ad ascoltare la musica facendomi rimbombare le parole nei timpani, non ci vuole molto ad addormentarmi, infatti mezz'ora dopo é Obito a svegliarmi. Cosí di malavoglia prendo il borsone che pesa, a parer mio circa tre quintali, esco dall'auto e prima di entrare in quel enorme edificio do un bacio sulla guancia al ragazzo. 
-Ci vediamo dopo.- lo vedo salire in macchina, allotanandosi sull'asfalto.
Entrata in quella scuola un po ' deserta poiché non vedo studenti, inizio a cercare la mia aula, ma sfortunatamente mi perdo nei corridoi della scuola, non fatico certo a capire che mi sono persa.
Lí le pareti sono colorate di bianco, il pavimento é costituito da mattonelle a forma di rombo di colore rosso scuro, avevo già passato la segreteria quando ero entrata e adesso non so neanche più da dove sono venuta, tutti i corridoi sono uguali. O per lo meno lo sembrano.
-Ti serve aiuto?- mi chiede un ragazzo dai capelli grigi corti e molto scarmigliati avvicinandosi a me. 
-Grazie.- rispondo guardandolo. -Sto cercando quest'aula qui.- indico il foglietto su cui sta scritto tutto quello che devo sapere sulla scuola, compresa la mia classe e gli orari delle lezioni. 
-Ma certo, allora sei tu Nicoline Karame!- dice, lo guardo spaventata.
-Che succede?- mi guardo intorno. -Ho detto qualcosa che non va?- 
-No, è solo che ho capito chi era la ragazza spagnola che veniva a studiare qui.- 
- In effetti hai ragione, mio padre si è dovuto trasferire qui per lavoro, fa il vicepresidente in una azienda giapponese, cosí io vengo a studiare in Giappone.
-Ops, credo di averti trattenuto un po' troppo.- mi prende la mano e iniziamo a correre finché insieme raggiungiamo una classe lí vicina; arrivata tiro un sospiro di sollievo e mi siedo in un banco vuoto, vicino ad una ragazza dai lunghi capelli biondi, una frangia le copriva l'occhio destro, celeste come il sinistro. 
-Ino Yamanaka, molto piacere.- dice tendendomi la mano, sorrido.
-Piacere mio Ino, Nicoline Karame.- 
Un ragazzo si avvicina a me e mi sottrae il quaderno, alzandolo a una altezza che non avrei mai raggiunto; osservo meglio il ragazzo che ride: capelli neri e lunghi scarmigliati come fosse un porcospino, occhi neri e profondi, alto e molto robusto, ma soprattutto era bello.
-Ehi!- grido alzandomi e iniziando a saltare per prendere il quaderno, lui continua a ridere e mi osserva. 
"Vediamo se dopo questo continuerai a ridere cosí." Gli tiro un calcio nello stomaco facendogli lasciare il mio quaderno e lo riprendo.
-Ouch.-
-Hai imparato la lezione, Madara?- ridacchia Kakashi da uno dei banchi dietro. -Non devi scherzare con una ragazza cosí!-
Tutta la classe scoppia a ridere, tranne lui.
"Madara, eh?"
Mi avvicino al ragazzo dai capelli neri e gli sorrido beffarda davanti. 
-Ora hai imparato la lezione, Madara?-
-Buongiorno ragazzi.- dice il professore entrando, tutti si siedono ai propri posti e si inchinano.
 
   
 
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