Edera
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Prologo
<< Guarda
chi c’è >>.
Mi voltai, nella
direzione in cui guardava mio padre. Era Draco Malfoy, un signore della sua età di cui spesso sentivo
parlare – in modo sgarbato – con moglie e figlio.
<< E così
quello è il piccolo Scorpius?>> commentò papà
sottovoce. << Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie.
Per fortuna hai il cervello di tua madre >>.
Ingoiai pesantemente quando mi disse quelle cose. Io non volevo
essere competitiva, non m’andava. Ero timida e odiavo farmi notare. E poi ormai
il tempo della divisione drastica tra le casate, anche tra Serpeverde
e Grifondoro, rivali da sempre, era finita; ed io di
certo non volevo essere una di quelle che, per via dei genitori, ancora faceva
differenze su chi farsi amico e chi no.
Il signor Malfoy si voltò a guardarci, e si voltò anche il figlio.
Notai che Scorpius aveva dei lineamenti così
dolci...nasino ben proporzionato, occhi chiarissimi, capelli altrettanto
chiari.
<< E non
dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue
>>.
Il sangue mi si
ghiacciò nelle vene e d’improvviso pensai che mio padre fosse un Legilimens. << Papà, aiutami a portare il baule sul
treno che è tardi >> dissi cercando di cambiare discorso.
Salutai mia madre,
mio fratello Hugo e i miei zii Harry
e Ginny, mentre mio padre mi aiutava a far salire
oltre gli scalini della carrozza del treno il mio baule. Mi salutò con un bacio
sulla fronte ed io sventolai di nuovo la mano verso gli altri.
Strascinai il
baule per il corridoio del treno quando vidi Albus farmi cenno di andare verso lo scompartimento che
aveva appena trovato. Il baule era così pesante che anche le rotelle sembravano
non volerlo trasportare: forse avevo portato troppe cose.
Fu d’improvviso e
quasi non me ne accorsi quando un ragazzo uscii di
schiena da uno scompartimento e io lo urtai violentemente. Il baule mi scivolò
dalle mani e quasi non persi l’equilibrio.
<< Scu-scusami...per Merlino... >> balbettai rossa in
viso dalla vergogna, ma il rossore si fece ancora più evidente
quando alzai lo sguardo e vidi Scorpius Malfoy con una mano sulle labbra.
<< No figurati, mi hai solo dato una testata sulla bocca! >>
mi rispose sarcastico e parecchio infastidito. Spalancai la bocca per la sospresa, poi abbassai lo sguardo e corsi via, per quanto
il baule me lo permettesse, infilandomi nello
scompartimento insieme ad Albus.
Chiusi la porta e
tirai un sospiro di sollievo.
<< Rosie...che è successo? >>
<< Niente niente...ma James? >>
<< Sta con
gli amici...in un altro scompartimento >> mormorò triste.
Gli carezzai la
spalla, spinsi il baule sotto la finestra e mi sedetti accanto a lui.
Il viaggio fu
abbastanza breve. Lessi un libro che la mamma mi aveva messo in borsa e
giocherellai con la riproduzione di un boccino d’oro che mi aveva regalato
papà.
Con Albus parlai tanto sulla casa in cui saremmo finiti. Lui
aveva paura di finire a Serpeverde, io però non ci pensavo nemmeno: sapevo che non sarei mai
stata smistata in una casata del genere. Piuttosto non sapevo se sarei finita a
Corvonero o Grifondoro,
però mi sarebbero andate bene entrambe.
Scendemmo dal
treno e ci dirigemmo verso le barche che Hagrid
capeggiava per farci fare il nostro ingresso trionfale per il primo anno di
scuola.
<< Ragazzi!
Albus, Rose! >> esclamò il mezzogigante,
venendo a salutarci. La barba era parecchio più bianca rispetto alle foto che
avevo visto su di lui.
<< Vi ho
riconosciuto subito, eh! Tu Rose, come sei cresciuta!
L’ultima volta che vi ho visto eravate in fasce! >> fece tutto allegro,
aiutandoci poi a salire sulle barche.
Ci invitò a
prendere un the da lui in settimana e noi accettammo molto volentieri, anche
perché ci disse che ci avrebbe mostrato delle foto dei nostri genitori da
piccoli.
Una professoressa
ci accolse all’ingresso, con un sorriso serio e composto.
<<
Benvenuti ad Hogwarts,
ragazzi. Io sono la professoressa DeLance e insegno
Trasfigurazione. Vogliate seguirmi nella Sala Grande per la cerimonia di
smistamento >> ci disse e io sorrisi ad un Albus
tremante, stringendomi a lui e camminando dietro la professoressa DeLance.
Mi guardavo
intorno, nella Sala Grande bellissima e tutta illuminata, il
volti dei ragazzi più grandi di noi che ci salutavano, ci sorridevano e
i professori disposti dietro un lungo tavolo messo perpendicolarmente ai
quattro tavoli delle quattro casate. Non avevo mai visto niente di più
emozionante.
L’attesa fu
adrenalinica. Sia quando la vecchissima preside McGranitt
fece il discorso d’apertura, sia quando aspettai accanto ad Albus
al centro della Sala Grande, vedendo andar via ogni volta qualcuno che veniva smistato seguito da tanti applausi.
Venne chiamato anche Scorpius Hyperion Malfoy, che ovviamente
venne smistato a Serpeverde.
<< Albus Severus Potter
>> chiamò finalmente la professoressa DeLance
dopo qualche nome e lui sbiancò poi si voltò a guardarmi e io gli sorrisi. Solo
allora avanzò, con i pugni stretti.
La preside lo
guardò con evidente entusiasmo e il Cappello Parlante per lui scelse Grifondoro. Scoppiai a ridere quando
lui lanciò un urlo di gioia e corse al tavolo della sua nuova casata, accolto
dal calore dei ragazzi degli anni successivi e dall’espressione compiaciuta del
fratello James.
Aspettai altri
nomi, poi finalmente iniziò ad arrivare la mia lettera.
<< Rose Weasley >> sentii finalmente chiamare e sobbalzai,
benché me lo aspettassi.
Salii i tre
gradini lentamente, sorrisi alla preside, che chinò appena il capo in segno di
saluto, e alla professoressa DeLance che mi fece
sedere sullo sgabello. Chiusi gli occhi, perché non volevo vedere gli occhi di Albus e James fissi su di me.
<< Che
mente brillante...si, proprio come tua madre! La timidezza è il tuo unico
scoglio e forse caratterialmente l’unica cosa che hai preso da tuo padre. Ma il
fervore e la tempra mi sono molto familiari. Potrei smistarti a Corvonero per l’intelletto o a Grifondoro
per la tempra...ma io credo che ci sia una casa più adatta per te. Serpeverde! >>
Spalancai subito
gli occhi, sgranando le iridi dorate mentre un boccolo
rosso mi cadeva davanti al viso. Avevo sentito male?
Mi voltai a
guardare
Vidi
Rimasi immobile
per parecchi secondi, guardandomi intorno. Mi voltai di nuovo verso il tavolo
dei professori, aspettando che qualcuno mi dicesse che era tutto uno scherzo.
Vidi la preside McGranitt sorridermi nervosamente, ma
non era per nulla d’aiuto.
Feci un passo,
poi un altro, un altro ancora sotto il silenzio della Sala. Mi stavo dirigendo
verso il tavolo dei Serpeverde sotto i loro sguardi
tra l’incuriosito e il disgustato: ma allora non era vero che i dissapori erano
terminati?
Vidi d’improvviso
una persona alzarsi in piedi, un ragazzo dagli occhi d’argento. Le sue mani, le
mani di Scorpius Hyperion
Malfoy si mossero l’una contro l’altra e iniziò ad applaudirmi.
Poco dopo, tutta la tavolata era in piedi ad accogliermi come lui.
<< Non
c’era mai stata una rossa nella Casata dei Serpeverde,
scusa >> fece una ragazzina col caschetto nero
e gli occhi verdi.
Sorrisi appena e
mi sedetti spontaneamente vicino a Malfoy.
<<
Grazie...e scusami per prima, nel treno...per averti urtato, intendo >>
farfugliai senza guardarlo, per fortuna notando che
<< Non fa
niente. Adesso sei una Serpeverde e come tale meriti
il mio rispetto >> disse lui. E la nostra conversazione finì lì.
Non osai più
guardare nessuno, mangiai in silenzio e a testa bassa, fin quando Albus a fine pranzo, mentre andavamo nei dormitori, non mi
raggiunse.
<< Rosie! >> lo sentì gridare, così mi voltai,
fermandomi.
<< Rose, lo
sai che ha detto mio padre? Che un grande uomo, un grandissimo uomo, Severus Piton - di cui io porto
il secondo nome - è stato Serpeverde! Rose non
preoccuparti! >> mi disse, abbracciandomi.
Lo abbracciai
ancora un po’ frastornata.
<< Rimarremo amici? Ci vedremo anche se siamo di casate diverse? >> disse
d’un tratto, mentre si allontanava da me e raggiungeva il suo gruppo.
< Ce-certo Alb!...ci
vediamo alle cinque in biblioteca? Va bene? >> urlai sopra la folla. Mi
sembrò di vederlo annuire, ma rimasi ferma con il flusso di gente che mi
scorreva attorno, sentendo delle lacrime puntellarmi il viso.
Sentii poi una
pressione sulla mia spalla e qualcuno mi voltò nella sua direzione.
<< Weasley, non ti perdere >> disse Scorpius,
trascinandomi per un braccio con lui nei sotterranei.
Era tutto così
cupo. Tutto nero, grigio-argento e verde. La sala comune sembrava quella di un
vecchio castello gotico. A destra c’erano i dormitori maschili, a sinistra
quelli femminili. Scorpius mi fece un cenno del capo,
dividendosi da me al centro della sala comune per andare verso destra.
Le porte erano in
legno scurissimo. Seguii una ragazza che l’aveva aperta prima di me ed entrammo
in questa stanza circolare con molti letti a baldacchino sempre di legno scuro
con le tende verdi e la parure verde. Sul mio letto c’era già la mia divisa
piegata con i colori di Serpeverde. Mi sembrava tutto
così strano, impossibile.
Chi l’avrebbe
detto a mio padre?
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Salve a tutti! Dopo un periodo parecchio lungo di
inattività eccomi ritornare. Non prometto nulla sulle vecchie storie lasciate
in sospeso, però vorrei terminale.
Intanto, spero possiate godervi questa breve storia.
Non sarà lunga, infatti, anche se sto ancora decidendo. Voglio precisare che le
parole di Ron all’inizio, rivolte alla figlia Rose,
sono prese dall’epilogo del settimo libro di Harry Potter, da cui poi ho dato inizio a questa storia.
Vorrei qui ringraziare tutti quelli che commentano le
mie storie, tutte quelle persone che rendono felice e orgogliosa di me stessa!
Persone come questa ragazza, _Vampy_ , che mi ha scritto questo bellissimo commento:
Wow.. è troppo
bella questa FF..
l'ho letta tutta d'un fiato sotto raccomandazione di una mia amica
sinceramente non mi piacevano le FF su Harry potter e tutti i personaggi del libro, ma questa mi h fatto
decisamente cambiare idea.. questa è splendida.. Continua prestissimooo.
Grazie ancora,
Erin.