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Autore: Erin    30/03/2009    15 recensioni
<< Rose Weasley >> sentii finalmente chiamare e sobbalzai, benché me lo aspettassi. Salii i tre gradini lentamente, sorrisi alla preside, che chinò appena il capo in segno di saluto, e alla professoressa DeLance che mi fece sedere sullo sgabello. Chiusi gli occhi, perché non volevo vedere gli occhi di Albus e James fissi su di me. << Che mente brillante...si, proprio come tua madre! La timidezza è il tuo unico scoglio e forse caratterialmente l’unica cosa che hai preso da tuo padre. Ma il fervore e la tempra mi sono molto familiari. Potrei smistarti a Corvonero per l’intelletto o a Grifondoro per la tempra...ma io credo che ci sia una casa più adatta per te. Serpeverde! >>
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Guarda chi c’è >>

 

 

Edera

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Prologo

 

 

<< Guarda chi c’è >>.

Mi voltai, nella direzione in cui guardava mio padre. Era Draco Malfoy, un signore della sua età di cui spesso sentivo parlare – in modo sgarbato – con moglie e figlio.

<< E così quello è il piccolo Scorpius?>> commentò papà sottovoce. << Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre >>.

Ingoiai pesantemente quando mi disse quelle cose. Io non volevo essere competitiva, non m’andava. Ero timida e odiavo farmi notare. E poi ormai il tempo della divisione drastica tra le casate, anche tra Serpeverde e Grifondoro, rivali da sempre, era finita; ed io di certo non volevo essere una di quelle che, per via dei genitori, ancora faceva differenze su chi farsi amico e chi no.

Il signor Malfoy si voltò a guardarci, e si voltò anche il figlio. Notai che Scorpius aveva dei lineamenti così dolci...nasino ben proporzionato, occhi chiarissimi, capelli altrettanto chiari.

<< E non dargli troppa confidenza, Rosie. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue >>.

Il sangue mi si ghiacciò nelle vene e d’improvviso pensai che mio padre fosse un Legilimens. << Papà, aiutami a portare il baule sul treno che è tardi >> dissi cercando di cambiare discorso.

Salutai mia madre, mio fratello Hugo e i miei zii Harry e Ginny, mentre mio padre mi aiutava a far salire oltre gli scalini della carrozza del treno il mio baule. Mi salutò con un bacio sulla fronte ed io sventolai di nuovo la mano verso gli altri.

Strascinai il baule per il corridoio del treno quando vidi Albus farmi cenno di andare verso lo scompartimento che aveva appena trovato. Il baule era così pesante che anche le rotelle sembravano non volerlo trasportare: forse avevo portato troppe cose.

Fu d’improvviso e quasi non me ne accorsi quando un ragazzo uscii di schiena da uno scompartimento e io lo urtai violentemente. Il baule mi scivolò dalle mani e quasi non persi l’equilibrio.

<< Scu-scusami...per Merlino... >> balbettai rossa in viso dalla vergogna, ma il rossore si fece ancora più evidente quando alzai lo sguardo e vidi Scorpius Malfoy con una mano sulle labbra.

<< No figurati, mi hai solo dato una testata sulla bocca! >> mi rispose sarcastico e parecchio infastidito. Spalancai la bocca per la sospresa, poi abbassai lo sguardo e corsi via, per quanto il baule me lo permettesse, infilandomi nello scompartimento insieme ad Albus.

Chiusi la porta e tirai un sospiro di sollievo.

<< Rosie...che è successo? >>

<< Niente niente...ma James? >>

<< Sta con gli amici...in un altro scompartimento >> mormorò triste.

Gli carezzai la spalla, spinsi il baule sotto la finestra e mi sedetti accanto a lui.

Il viaggio fu abbastanza breve. Lessi un libro che la mamma mi aveva messo in borsa e giocherellai con la riproduzione di un boccino d’oro che mi aveva regalato papà.

Con Albus parlai tanto sulla casa in cui saremmo finiti. Lui aveva paura di finire a Serpeverde, io però non ci pensavo nemmeno: sapevo che non sarei mai stata smistata in una casata del genere. Piuttosto non sapevo se sarei finita a Corvonero o Grifondoro, però mi sarebbero andate bene entrambe.

Scendemmo dal treno e ci dirigemmo verso le barche che Hagrid capeggiava per farci fare il nostro ingresso trionfale per il primo anno di scuola.

<< Ragazzi! Albus, Rose! >> esclamò il mezzogigante, venendo a salutarci. La barba era parecchio più bianca rispetto alle foto che avevo visto su di lui.

<< Vi ho riconosciuto subito, eh! Tu Rose, come sei cresciuta! L’ultima volta che vi ho visto eravate in fasce! >> fece tutto allegro, aiutandoci poi a salire sulle barche.

Ci invitò a prendere un the da lui in settimana e noi accettammo molto volentieri, anche perché ci disse che ci avrebbe mostrato delle foto dei nostri genitori da piccoli.

Una professoressa ci accolse all’ingresso, con un sorriso serio e composto.

<< Benvenuti ad Hogwarts, ragazzi. Io sono la professoressa DeLance e insegno Trasfigurazione. Vogliate seguirmi nella Sala Grande per la cerimonia di smistamento >> ci disse e io sorrisi ad un Albus tremante, stringendomi a lui e camminando dietro la professoressa DeLance.

Mi guardavo intorno, nella Sala Grande bellissima e tutta illuminata, il volti dei ragazzi più grandi di noi che ci salutavano, ci sorridevano e i professori disposti dietro un lungo tavolo messo perpendicolarmente ai quattro tavoli delle quattro casate. Non avevo mai visto niente di più emozionante.

L’attesa fu adrenalinica. Sia quando la vecchissima preside McGranitt fece il discorso d’apertura, sia quando aspettai accanto ad Albus al centro della Sala Grande, vedendo andar via ogni volta qualcuno che veniva smistato seguito da tanti applausi.

Venne chiamato anche Scorpius Hyperion Malfoy, che ovviamente venne smistato a Serpeverde.

<< Albus Severus Potter >> chiamò finalmente la professoressa DeLance dopo qualche nome e lui sbiancò poi si voltò a guardarmi e io gli sorrisi. Solo allora avanzò, con i pugni stretti.

La preside lo guardò con evidente entusiasmo e il Cappello Parlante per lui scelse Grifondoro. Scoppiai a ridere quando lui lanciò un urlo di gioia e corse al tavolo della sua nuova casata, accolto dal calore dei ragazzi degli anni successivi e dall’espressione compiaciuta del fratello James.

Aspettai altri nomi, poi finalmente iniziò ad arrivare la mia lettera.

<< Rose Weasley >> sentii finalmente chiamare e sobbalzai, benché me lo aspettassi.

Salii i tre gradini lentamente, sorrisi alla preside, che chinò appena il capo in segno di saluto, e alla professoressa DeLance che mi fece sedere sullo sgabello. Chiusi gli occhi, perché non volevo vedere gli occhi di Albus e James fissi su di me.

<< Che mente brillante...si, proprio come tua madre! La timidezza è il tuo unico scoglio e forse caratterialmente l’unica cosa che hai preso da tuo padre. Ma il fervore e la tempra mi sono molto familiari. Potrei smistarti a Corvonero per l’intelletto o a Grifondoro per la tempra...ma io credo che ci sia una casa più adatta per te. Serpeverde! >>

Spalancai subito gli occhi, sgranando le iridi dorate mentre un boccolo rosso mi cadeva davanti al viso. Avevo sentito male?

Mi voltai a guardare la McGranitt, poi guardai il tavolo dei Serpeverde: erano sconvolti e nessuno applaudiva.

Vidi la DeLance togliermi il capello dalla testa ed io mi alzai dallo sgabello, guardando finalmente Albus in viso: era sconvolto.

Rimasi immobile per parecchi secondi, guardandomi intorno. Mi voltai di nuovo verso il tavolo dei professori, aspettando che qualcuno mi dicesse che era tutto uno scherzo. Vidi la preside McGranitt sorridermi nervosamente, ma non era per nulla d’aiuto.

Feci un passo, poi un altro, un altro ancora sotto il silenzio della Sala. Mi stavo dirigendo verso il tavolo dei Serpeverde sotto i loro sguardi tra l’incuriosito e il disgustato: ma allora non era vero che i dissapori erano terminati?

Vidi d’improvviso una persona alzarsi in piedi, un ragazzo dagli occhi d’argento. Le sue mani, le mani di Scorpius Hyperion Malfoy si mossero l’una contro l’altra e iniziò ad applaudirmi. Poco dopo, tutta la tavolata era in piedi ad accogliermi come lui.

<< Non c’era mai stata una rossa nella Casata dei Serpeverde, scusa >> fece una ragazzina col caschetto nero e gli occhi verdi.

Sorrisi appena e mi sedetti spontaneamente vicino a Malfoy.

<< Grazie...e scusami per prima, nel treno...per averti urtato, intendo >> farfugliai senza guardarlo, per fortuna notando che la Sala aveva ricominciato a muoversi e che gli occhi non erano più puntati su di me.

<< Non fa niente. Adesso sei una Serpeverde e come tale meriti il mio rispetto >> disse lui. E la nostra conversazione finì lì.

Non osai più guardare nessuno, mangiai in silenzio e a testa bassa, fin quando Albus a fine pranzo, mentre andavamo nei dormitori, non mi raggiunse.

<< Rosie! >> lo sentì gridare, così mi voltai, fermandomi.

<< Rose, lo sai che ha detto mio padre? Che un grande uomo, un grandissimo uomo, Severus Piton - di cui io porto il secondo nome - è stato Serpeverde! Rose non preoccuparti! >> mi disse, abbracciandomi.

Lo abbracciai ancora un po’ frastornata.

 << Rimarremo amici? Ci vedremo anche se siamo di casate diverse? >> disse d’un tratto, mentre si allontanava da me e raggiungeva il suo gruppo.

< Ce-certo Alb!...ci vediamo alle cinque in biblioteca? Va bene? >> urlai sopra la folla. Mi sembrò di vederlo annuire, ma rimasi ferma con il flusso di gente che mi scorreva attorno, sentendo delle lacrime puntellarmi il viso.

Sentii poi una pressione sulla mia spalla e qualcuno mi voltò nella sua direzione.

<< Weasley, non ti perdere >> disse Scorpius, trascinandomi per un braccio con lui nei sotterranei.

Era tutto così cupo. Tutto nero, grigio-argento e verde. La sala comune sembrava quella di un vecchio castello gotico. A destra c’erano i dormitori maschili, a sinistra quelli femminili. Scorpius mi fece un cenno del capo, dividendosi da me al centro della sala comune per andare verso destra.

Le porte erano in legno scurissimo. Seguii una ragazza che l’aveva aperta prima di me ed entrammo in questa stanza circolare con molti letti a baldacchino sempre di legno scuro con le tende verdi e la parure verde. Sul mio letto c’era già la mia divisa piegata con i colori di Serpeverde. Mi sembrava tutto così strano, impossibile.

 

Chi l’avrebbe detto a mio padre?

 

 

 

 

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Salve a tutti! Dopo un periodo parecchio lungo di inattività eccomi ritornare. Non prometto nulla sulle vecchie storie lasciate in sospeso, però vorrei terminale.

Intanto, spero possiate godervi questa breve storia. Non sarà lunga, infatti, anche se sto ancora decidendo. Voglio precisare che le parole di Ron all’inizio, rivolte alla figlia Rose, sono prese dall’epilogo del settimo libro di Harry Potter, da cui poi ho dato inizio a questa storia.

Vorrei qui ringraziare tutti quelli che commentano le mie storie, tutte quelle persone che rendono felice e orgogliosa di me stessa! Persone come questa ragazza, _Vampy_ , che mi ha scritto questo bellissimo commento:

 Wow.. è troppo bella questa FF..
l'ho letta tutta d'un fiato sotto raccomandazione di una mia amica
sinceramente non mi piacevano le FF su Harry potter e tutti i personaggi del libro, ma questa mi h fatto decisamente cambiare idea.. questa è splendida.. Continua prestissimooo.

 

 

Grazie ancora,

Erin.

  
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