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Autore: embracemezay    20/03/2016    0 recensioni
Avevo sempre pensato che sarei stato io a baciare Liam per la prima volta.
Forse inconsciamente avvinghiati l’un l’altro sul tour bus. O addormentati, esausti in una stanza buia d’albergo. Forse un tocco affrettato in un vicolo nel retro dello studio quando uscivo per una pausa sigaretta.
Il balcone del mio appartamento sembrava solo un posto troppo romantico.
Almeno avevo ragione sulla parte della sigaretta.
[Ziam] [Words: 751] Traduzione.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Avevo sempre pensato che sarei stato io a baciare Liam per la prima volta.

Forse inconsciamente avvinghiati l’un l’altro sul tour bus. O addormentati, esausti in una stanza buia d’albergo. Forse un tocco affrettato in un vicolo nel retro dello studio quando uscivo per una pausa sigaretta.

Il balcone del mio appartamento sembrava solo un posto troppo romantico.

Almeno avevo ragione sulla parte della sigaretta.

Appoggiai i fianchi sulla ringhiera di ferro del mio balcone al terzo piano, prestando attenzione ai lampeggianti della città, godendomi il giramento di testa causato dalla durata di tempo che era passato da quando avevo sentito la nicotina scorrere attraverso me per l’ultima volta.

Pensavo che tutti i ragazzi fossero andati a casa, ma allora la porta del mio appartamento si aprì con un leggero scatto e ci fu Liam.

Le sue mani erano infilate nelle sue tasche. Le spalle curvate attorno alle sue orecchie. Guardò la sigaretta e poi me, un sorriso affettuoso ad espandersi sul suo viso. Sapevo odiava che fumassi, e allora era come se  potesse separare il suo amore per me dall’odio per le mie azioni. “Ama il peccatore, non il peccato”, o qualcosa del genere. Liam era sempre stato più paziente con me di quanto io meritassi.

Spensi la sigaretta, esalai e allungai la mia mano per lui. Venne da me senza domande, intrecciando la sua mano con la mia.

Era tutto normale.

Fin quando non lo fu.

Lasciò andare la mia mano e si spostò dietro di me. Sentivo le sue mani sui miei fianchi, scorrere attorno al mio petto, il calore di esse che delineava un percorso attraverso la mia pelle, anche con la mia maglietta di flanella (okay, tecnicamente con la sua maglietta di flanella) e la mia logora maglietta di un concerto vintage, continuando a tenere la sua pelle pressata alla mia.

Il suo tocco, questo tocco, era diverso da qualsiasi altro prima d’allora.

Era l’unico pensiero che ero in grado di formulare con le sue mani ad avvolgermi, col suo petto contro la mia schiena, con le labbra sulle mie spalle, poi il mio collo, a cercare il pezzetto di pelle appena al di sopra delle mie clavicole. Quel soffice punto inducente ai brividi sotto il mio orecchio. Come faceva a sapere che quello era il mio posto preferito dove essere baciato?

Mi tirò verso di lui. Più stretto. Cercando di aggrapparsi al mio petto come se fossi potuto sparire se non mi avesse tenuto il più saldamente possibile.

Forse l’avrei fatto.

“Per favore,” sussurrò al mio orecchio.

Non sapevo come rispondere. Non sapevo decifrare per cosa fosse la sua supplica. Cosa volesse da me. Perché questo era esattamente quello che io avevo voluto dalla prima volta che avevo realizzato di essermi innamorato di Liam Payne. Del mio migliore amico.  Ma Liam non mi aveva mai voluto in quel senso.

Mise i suoi palmi lisci sul mio petto, e giuro che potevo sentire il battito fragoroso del suo cuore tutt’attorno a me – nelle sue mani, sulla mia schiena, nella pressione dell’indurimento del suo cazzo contro il mio culo. E all’improvviso non ci fu più negazione di ciò per cui stava supplicando.

Lo respinsi, mi girai, mettendoci faccia a faccia. Naso a naso. Le fronti inclinate l’una contro l’altra. Mise le sue mani sui miei fianchi. Misi i miei palmi sul suo petto.

I suoi respiri erano corti. Il battito del suo cuore irregolare. Era nervoso, da quello che potevo dire.

“Non capisco cosa sia cambiato,” dissi finalmente.

L’angolo delle labbra di Liam si alzò. Passò la sua mano destra attraverso i miei capelli, facendo scorrere le sue lunghe dita giù il retro della mia testa fin quando non prese il mio collo tra le mani e mi attirò più vicino.

Non mi rispose con le parole.

Le sue labbra erano sulle mie, soffici in un primo momento, poi insistenti, con la lingua a tracciare la linea della mia bocca, con i denti taglienti, con sospiri esausti condivisi tra noi. Esplorando, poi divorando. Il mio cuore balbettò, il  petto era dolorante, e lui si aggrappò a me fin quando non sembrò come se fossimo irrevocabilmente aggrovigliati come la ringhiera di ferro intricata contro la quale mi spingeva. Come se il bisogno, il desiderio, la voglia (e l’amore, sempre l’amore) fossero le uniche emozioni ad esistere in quel  momento o le uniche che sarebbero sempre esistite per noi. E quello era abbastanza per una risposta.


Niente era cambiato. E, allo stesso tempo, niente sarà di nuovo lo stesso.
  
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