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Autore: dubhe93    20/03/2016    3 recensioni
Storia partecipante alla Dartin Week indetta da EvelynWolfman, 1st day: Friendship. Sappiamo tutti com'è l'amicizia di Martin e Diana ai tempi della Torringhton (che nel cartone può anche essere un liceo ma per me rimane un college/università), ma com'era prima? Un piccolo excursus negli anni passati, incentrato su quattro piccole scene in pratica. Vorrei anche tentare di dare una definizione di amicizia, per me molto importante ma molto scarsa nella vita, ma sono anni che non scrivo e non pubblico spero non sia quello schifo che credo sia. Accetto anche i pomodori, anzi meglio così mi faccio una bella pizza. "Quel sera non se ne accorsero ma impararono una lezione importante: essere amici vuol dire perdonare e trovare il coraggio insieme, affrontando il buio sapendo che c’è qualcuno che ti protegge." Infanzia e adolescenza, asilo, elementari, medie e liceo, l'evoluzione dei personaggi per come credo sia avvenuta attraverso l'ottica dell'amicizia, sempre presente ma "disturbata" dal quotidiano
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Dartin Week 2016'
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Un'amicizia a più riprese

 
Quanto potevano avere quei bambini? Due anni? Tre magari? Lei portava due buffi codini con gli elastici che finivano con due pendenti a forma di ciliegie, il pollice di una mano ostinatamente portato in bocca e sotto all’altro braccio un peluche di un orsetto bianco. Lui portava una piccola cresta sulla testa fatta dal padre in un momento di svago col figlio, una maglietta un tempo arancione che ora portava scure macchie di fango ed entrambe le ginocchia sbucciate. Erano seduti sull’erba fresca sotto l’ombra di uno degli alberi più grandi di quel parco, accanto sedevano i genitori di entrambi che ridevano per le battute fatte da uno di loro. I due bimbi si conoscevano perché andavano allo stesso asilo ed era venuto naturale ai genitori passare del tempo assieme: i loro lavori spesso li portavano a essere fuori casa, a volte anche per giorni, sapere che c’era qualcun altro che poteva occuparsi del figlio in caso di bisogno li faceva stare più tranquilli e poi, la compagnia reciproca dei due bambini faceva bene ad entrambi. Lui era un vero monello, sempre a fare dispetti nella speranza di ricevere attenzioni, lei fin troppo attaccata alle figure genitoriali.  Stare insieme, speravano gli adulti, forse li avrebbe aiutati nella loro crescita.  A Martin però non piacevano le femmine: piangevano sempre! E Diana non era da meno: se le toglievi quel pupazzo non la finiva più! Quel giorno Martin aveva portato la palla e rincorrendola e era caduto sbucciandosi le ginocchia, i suoi occhioni castani si erano subiti riempiti di lacrime. Lei non lo aveva mai visto piangere: all’asilo urlava e correva in continuazione, anche quando c’era da fare il pisolino lui riusciva sempre a scappare dalle maestre; però in quel momento stava piangendo, seduto sull’erba si teneva con le mani il punto dove si era fatto male, sembrava così triste. Diana lo sapeva: quando ci si faceva la bua si doveva dare un bacino in quel punto se no non si guariva. Si avvicinò al bambino e gli porse il suo peluche: -Pucci è un bravo dottore. Bua va via- e poi gli diede due piccoli bacini sulle ginocchia. –Ancora bua?-  -No, Pucci bravo dottore- rispose Martin che un po’ sorpreso aveva accettato di prendere l’orsacchiotto. I due si sorrisero e poi si sedettero in modo da formare una specie di recinto con le loro gambe al cui interno facevano rotolare la palla passandosela, ovviamente anche Pucci era seduto con loro e giocava. Per una volta sembrava che il piano dei genitori fosse andato a buon fine: lui si era tranquillizzato e lei non teneva più il dito in bocca, quando si girano per controllarli un tenero sorriso nacque sulle bocche dei quattro adulti, che si trasformò in tenera risata quando i bambini stanchi di giocare iniziarono a gridare di avere fame. Passarono altre ore in compagnia ma fra qualche piccolo bisticcio, in cui non volevano condividere i giochi che si erano portati da casa, e tante risate quando ci fu “l’attacco del mostro solleticoso” sembrava davvero che tra quei due bimbi fosse nata un’amicizia.
 
 
Alle elementari Martin e Diana erano amici, non migliori amici perché “lei è femmina, papà! Non può giocare a calcio con me!” “Mamma-due Martin non vuole giocare con le bambole con me!”, però andavano d’accordo: spesso il padre di Martin li portava in campeggio, a pescare o a esplorare qualche luogo per loro sconosciuto, i genitori di Diana erano spesso fuori casa e capitava molte volte che lei dormisse a casa dell’amico, il sabato sera guardavano i cartoni animati o facevano giochi di società e finivano sempre per addormentarsi sul divano. Ma quella sera Diana non sarebbe dovuta rimanere dall’amico, i suoi dovevano rientrare ma il temporale aveva fatto saltare il loro volo (e lei c’era rimasta così male!) e così aveva trovato rifugio in casa Mystere. Stavano guardano un cartone: era il momento in cui si scopre che l’amico del protagonista è in realtà il super cattivo e aveva un aspetto così pauroso che quando saltò la luce la piccola gridò dallo spavento. Martin sapeva che nel cassetto del mobile di fianco al divano c’era un torcia, senza fare rumore e mentre l’amica singhiozzava un po’, la prese, non gli piaceva vederla piangere e i suoi scherzi la facevano sempre ridere così tornò di fronte al divano, si mise la torcia sotto il mento e l’accese gridando “buu!” Per Diana fu un colpo: urlò ancora più forte e scoppiò a piangere come non succedeva da un po’, i genitori dell’amico arrivano subito con delle candele (-Ma dove diavolo hai messo le candele?!- -Al loro solito posto, tesoro-), lo sgridarono per averla fatta piangere e la presero in braccio per farla calmare e in quel momento se ne accorsero: si era fatta la pipì addosso. Ormai erano anni che non succedeva più a nessuno dei due, ma lo spavento le aveva giocato un brutto scherzo, così la donna la portò di sopra per darle una lavata e poi le mise addosso un pigiama del figlio. Con tutto quel buio era inutile rimanere svegli così il padre portò Martin in camera da letto –Non volevo farla piangere, papà! Lo giuro!-
-Lo so, Martin, ti credo. Ma vedi, a Diana mancano la sua mamma e il suo papà e sai che ha paura del buio, quando verrà in camera voglio che ti scusi con lei-
-‘kay..- nella camera del figlio avevano messo un letto in più: erano due bambini non aveva senso che lei dormisse nella camera degli ospiti, anche se così erano più le volte in cui non dormivano che quelle in cui facevano i bravi angioletti. Quando nella stanza entrò la madre con in braccio l’amica, Martin notò che lei indossava il suo pigiama con Batman ma non disse nulla fino a quando i suoi non se ne andarono.
-Scusa non volevo spaventarti. Siamo ancora amici, vero?-
-Solo se non lo fai più-
-Promesso- fuori dalla finestra il temporale continuava e i lampi proiettavano strane forme sul muro
-…Martin..? ho paura-
-Hai il pigiama di Batman, lui non ha paura del buio, lui ci proteggerà-
-Ma se non venisse? Il pigiama è tuo, non mio-
-Mmmh hai ragione. ….perchè non vieni nel mio letto?-
-Cosa?-
-Ma si! Vieni nel mio letto, così starò accanto a te e Batman non potrà non proteggerti! E se lui non lo fa, lo faccio io!- finalmente sul volto di Diana comparve un piccolo sorriso e facendo attenzione a non fare rumore si alzò dal letto e si mise in quello dell’amico, dormirono così fronte contro fronte e tenendosi per mano. Quel sera non se ne accorsero ma impararono una lezione importante: essere amici vuol dire perdonare e trovare il coraggio insieme, affrontando il buio sapendo che c’è qualcuno che ti protegge.
 
 
 
Era ormai da qualche anno che Diana portava l’apparecchio, le faceva male ogni tanto ma sopportava così che un giorno avrebbe avuto un bellissimo sorriso, studiava anche tanto perché sognava di fare un lavoro importante e sapeva che se non prendeva dei bei voti non sarebbe mai andata al college. Era alle medie ormai, era grande ma non le cresceva ancora il seno, non le interessava la moda ne tantomeno i ragazzi, no non era tra le ragazze più popolari della scuola. Al contrario di Martin che era bello, bravo in tutti gli sport, aveva già una ragazza ed era popolare tra i popolari. Non che la sua fosse una storia di chissà che tipo: ogni tanto andavano a prendere un gelato, oppure lei andava a vedere le sue partite, si scambiavano qualche bacio. Lei era una bella ragazzina, solare e vivace, portava già il reggiseno e si truccava anche. I suoi amici a scuola non facevano altro che incitarlo a farci sesso e si consigliavano su come si facesse meglio guardando riviste di donne nude mascherate da riviste di auto e moto, commentavano quale corpo fosse il migliore e negli spogliatoi facevano a gara a chi ce lo avesse più grosso: “Cavolo amico, con te quelle godono da matti!” Beh tutti i suoi amici tranne Diana, anche se forse il fatto che fosse una ragazza gli avrebbe impedito di fare certi discorsi. Certo, a scuola c’erano ragazze che avevano già fatto sesso e che ne parlavano più o meno liberamente, alcune fumavano anche, ma di solito erano quelle di un anno avanti al loro, lui le conosceva perché erano tutte del gruppo e alcune avevano avuto delle piccole storie con i suoi amici. No con Diana non poteva parlare di certe cose: si conoscevano da una vita! Ed era quasi sicuro che da piccoli si fossero anche visti nudi…che poi, l’idea di vedere nuda Diana gli faceva venire il volta stomaco, era come una sorella per lui! Ma non lo entusiasmava neanche l’idea di fare sesso con  la sua nuova ragazza, chissà forse i suoi amici avevano ragione e sarebbe stata una figata, ma se doveva essere sincero gli era venuta una nuova passione che nulla aveva a che vedere con le ragazze e tutto con gli alieni: di recente aveva visto dei film di fantascienza e se n’era innamorato. Perché sprecare tempo con a ragazze se doveva recuperare tutti i film e i fumetti di quel genere? E ce n’erano un sacco! Ce n’era uno in programma alla tv proprio quella sera, ma quando lo propose alla sua ragazza lei lo liquidò “Ma stasera esce quel film romantico al cinema, non mi ci vuoi portare?” l’idea di farsi venire il latte alle ginocchia non lo entusiasmava per niente. Così finì per rivolgersi alla sua amica di sempre “Va bene, ma prima studiamo per la verifica di storia di domani”. Ne avrebbe fatto anche a meno, ma se portava a casa un votaccio come quello della volta precedente i suoi gli avrebbero tolto lo skateboard, almeno con Diana era sicuro di studiare e non finire su certi siti discutibili e a fumare come era successo con i suoi amici, bravi ragazzi eh ma erano allergici allo studio tanto quanto lui. Diana sapeva benissimo che senza di lei Martin non sarebbe stato in grado di superare la verifica e per il bene del suo amico accettò di vedere quel film sugli alieni, non era stato poi tanto malvagio nonostante in un paio di scene avesse chiuso gli occhi e fosse stata presa in giro per questo dal suo compare. Ovviamente era rimasta a dormire lì e la mattina dopo erano stati accompagnati a scuola in macchina dalla madre di lui, non fosse mai successo! Una sequela di fischi si levò dalle fila degli amici di Martin e lei sentì chiaramente frasi come  -Allora Martin com’è fare sesso?- -Ma come?! Lei?- era rossa dalla vergogna e avrebbe voluto sotterrarsi. E poi arrivò lei: quella biondina tutta tette e trucco che era la ragazza del suo migliore amico, per carità a piccole dosi ci andava anche d’accordo e ce la metteva tutta per farlo perché a Martin piaceva e in qualche modo doveva farsela andare bene, ma quel giorno aveva un’aria veramente incazzata
-Ah, è così quindi? Non vuoi fare sesso con me, ma con quella troietta della tua amica si?!- Martin non sapeva se essere più stupito per l’equivoco che era nato o alterato per come aveva chiamato Diana.
-Ehi, guarda che non c’ho fatto niente! Abbiamo solo dormito insieme! E non darle della troia-
-Sei uno stronzo bugiardo, Martin Mystere. E per la cronaca, ieri il film sono andata a vederlo con Simon!-
-Ah si? Beh spero che te lo sia goduto perché con me hai chiuso! E il prossimo che parla male di Diana se la vede con me!- era sceso il gelo intorno a loro, nessuno lo aveva mai visto incazzato, di solito era allegro e vivace come se mangiasse grilli per colazione tutte le mattine, al limite triste e sconsolato per un brutto voto. Certo tutti sapevano che era amico di Diana ma non pensavano che fosse un’amicizia così importante, addirittura così tanto da preferirla a una storia d’amore! Sotto lo sguardo ancora un po’ sperso dei loro compagni di scuola, prese per mano Diana e la trascinò fino in aula avevano da fare una verifica, loro! A Diana girava la testa per quanto successo in così poco tempo: si era sentita in imbarazzo, offesa e poi meravigliata quando Martin aveva preso le sue difese, sempre con la faccia rossa si era fatta trascinare fino in aula ma un sorriso era nato sul suo volto: era certa che qualunque cosa sarebbe successa su di Martin avrebbe sempre potuto contare.
 
 

Liceo. Ahhh il paradiso. In alcuni giorni, in altri decisamente l’inferno. La complicità di un’amicizia si vede dalle piccole cose: un parere su un vestito o un/a ragazzo/a, uno scherzo realizzato insieme, gli appunti passati prima di un’interrogazione, i bigliettini passati durante una verifica, una serata in compagnia di vecchi film o giochi. Eh si, si poteva dire che la loro fosse una solida amicizia: litigavano e poi facevano pace, spesso stavano insieme e si aiutavano a vicenda, da quando poi il Centro li aveva arruolati il loro legame si era stretto ancora di più visto che spesso avevano rischiato la vita. All’inizio avevano indagato su piccole cose come la sparizione di un gatto magari, ma crescendo anche le loro missioni si erano fatte più impegnative tanto che a volte era capitato che stessero fuori per un paio di giorni. Mom faceva sempre in modo che missioni di quel genere capitassero nei fine settimana così che non perdessero troppe lezioni e di questo Diana era molto grata al suo capo. Venire a scoprire dell’esistenza di tutte quelle creature e magie aveva destabilizzato Diana ed eccitato Martin, col tempo ci avevano fatto l’abitudine anche se lui sembrava sempre un bambino il giorno di Natale. Quell’anno però, oltre allo studio e al lavoro, una nuova parentesi si era aperta nella vita della ragazza: il  suo poco tempo libero lo passava in biblioteca e lì aveva avuto modo di conoscere un ragazzo, Will. Era molto carino e intelligente e avendo visto Diana in difficoltà con alcune materie si era offerto di aiutarla. “Ho solo bisogno di capire com’è fatto il programma. Purtroppo ho un lavoro che mi tiene molto impegnata” era iniziata con una scusa semplice, lui l’aiutava a capire quali fossero le parti fondamentali di un corso e lei eseguiva alla lettera quei suggerimenti, grata che per una volta poteva contare su qualcuno anche per lo studio. Una cosa tira l’altra e avevano finito col mettersi insieme, da qui la necessità che Will conoscesse Martin. Erano usciti con la scusa di andare a prendere un aperitivo e vista da fuori sembrava una semplice uscita tra amici, ma solo Will era davvero a suo agio: Diana percepiva il nervoso dell’amico di sempre ma non riusciva a capire per quale motivo fosse così scontroso e si vergognava del suo comportamento; Martin invece non faceva che pensare che questo ragazzo volesse solo approfittarsi dell’amica, sapeva benissimo che erano solo paranoie e che Diana era in grado di difendersi da sola ma una vocina nella sua testa gli diceva che il benessere della ragazza era un suo compito. A fine serata, Will la riportò a casa facendo la strada anche con Martin visto che abitavano vicino, quando però la salutò sul portone di casa lei gli chiese scusa per il comportamento dell’amico e lui rispose che probabilmente era geloso perché fino a quel momento erano stati solo loro due e che doveva solo abituarsi all’idea che anche lei potesse avere una storia. Ovviamente nel parlò anche con Martin perché non tollerava che si comportasse con Will in quel modo e visto che lei aveva intenzioni serie lui avrebbe dovuto imparare ad accettare la sua presenza. Ne nacque un brutto litigio, il più brutto che avessero mai avuto e finirono con il non parlarsi per settimane. Questo influì molto sia sul loro lavoro che sulla loro vita sociale: in missione parlavano il minimo indispensabile e con il tono più formale che riuscirono a trovare e tornati alla vita di tutti i giorni, lei si buttò anima e corpo nella sua relazione e nello studio e lui fece lo stesso ma con sport e ragazze, peggiorando di molto la sua media scolastica. In quel periodo Will si accorse di quanto Martin fosse una presenza importante nella vita della sua fidanzata, probabilmente non erano mai stati così tanti giorni senza vedersi, e anche se lei faceva finta di niente e rideva e scherzava con lui si rendeva conto di quanto le mancasse l’amico. Decise quindi che avrebbe fatto da paciere, lui era la causa del loro allontanamento ne era certo e lui sarebbe stato la causa del loro riavvicinamento, quella sera Martin era al parco ad allenarsi con lo skate, lo sapeva perché spesso passava di lì con la ragazza e lo vedevano.
-Sei un’idiota.- non era esattamente così che sperava di iniziare ma qualcosa gli diceva che un approccio più diplomatico non sarebbe stato di nessun aiuto.
-Ah, sei tu.- era rimasto sorpreso dal saluto ma vedere il ragazzo che gli stava portando via Diana lo faceva alterare se poi lo salutava così…. Non poteva certo stendergli il tappeto rosso, no? Era sicuro di non essere innamorato dell’amica, ma erano cresciuti insieme e ormai la considerava parte di sé, un’estensione del suo corpo. Si rendeva conto però che la sua era una gelosia ingiustificata e che lei aveva tutto il diritto di uscire con chi voleva, che aveva sbagliato e che avrebbe dovuto chiederle scusa. Ahh che brutta bestia, l’orgoglio.
-Senti, non sono qui per litigare. Diana….beh lei è triste, sente molto la tua mancanza.- si, lo aveva immaginato e anche lui sentiva la sua, di mancanza. –Non è necessario che noi due diventiamo migliori amici ma possiamo sforzarci di andare d’accordo per lei, no? So che avete i vostri rituali come vedere film dell’orrore o di fantascienza e che lei riesce a farti studiare, se ci organizziamo bene possiamo dividerci il tempo in sua compagnia e non sarai neanche costretto a vedere me. Ho intenzioni serie con lei, la amo ma non voglio vederla abbattuta per colpa tua- sopportare il damerino ma avere una sera intera solo con lei? Si, forse poteva farlo per lei
-D’accordo però voglio il mercoledì. E ogni sera prima di un esame- era finita così: con un accordo  una risata sospesa nell’aria. In fondo Will era una bravo ragazzo e la sua priorità doveva essere la felicità di Diana, se era felice con lui ok, se non lo fosse stata ci sarebbe stato lui a farla ridere. Del resto questa è l’amicizia, no?
 





Ciao! sono secoli che non pubblico niente (non ho memoria di questo posto..) ma garzie a EvelynWolfman e alla sua Dartin Week ci ho voluto riprovare. sono molto arruginita e di mio non sono molto brava a scrivere storie per cui....sotto con le critiche! farò di tutto per portare a termine quella che per me è un'impresa titanica (il fatto che abbia un esame la prossima settimana è solo motivo per continuare a scrivere u.u). so che fatichiamo tutti a non vedere i due come amanti, ma davvero qui ho cercato di limitarmi alla sfera dell'amicizia: alla fine Martin è geloso, ma credo che tutti lo diventiamo un po' quando il nostro migliore amico incontra qualcun'altro con cui passare la maggior parte del tempo, a volte sparisce per giorni. quindi la sua è solo la gelosia di un'amico che si vede portare via qualcosa che dava per scontato. il fatto che non sia accaduto lo stesso quando era lui quello fidanzato è perchè Diana è più intelligente, nessuna voleva vedere film di un certo tipo tranne la suddetta e benedetta ragazza e poi che quelle di Martin sono storie serie quanto un calzino bucato. con questo non voglio dire che salti di passera in passera come un canguro, ma solo che le inizia consapevole che a un certo punto finiranno, mentre Diana alle prese con la sua prima storia sogna più in grande e più in là nel futuro (e qui si, parlo per esperienza personale). la parte relativa al liceo riprende un'altra storia che sto cercando di scrivere per questo è forse quella più frettolosa, speriamo che quella long veda la luce presto ma conoscendomi, ne dubito seriamente. scuasate il pippone, ci vediamo domani....spero
  
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