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Autore: BlueViper    30/03/2009    5 recensioni
Ultimamente si erano visti spesso, mai per caso eppure senza realmente volerlo.“Natale è alle porte” disse lui vagamente annoiato. Lei finse di non sentire, continuando impassibile a camminare. La sua testa era incasinata come un alveare. Poi improvvisamente tutto le fu più chiaro; le sensazioni, la preoccupazione,l' angoscia e poi la gioia di rivederlo. Tutto improvvisamente era semplice e razionale. [ispirato a "la solitudine dei numeri primi"]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA SOLITUDINE AL DI LA’ DI UNA CURVA

 

 

Introduzione/considerazioni:

Questo testo è liberamente ispirato al magnifico libro “la solitudine dei numeri primi”, in particolare al capitolo 24. Ne approfitto per ringraziare Elly per avermi consigliato di leggerlo.

 

Per quanto riguarda il titolo della mia ff, la curva in questione è una curva isofota, cioè una linea di uguale illuminamento (tanto per intenderci: l’ insieme dei punti di una superficie per i quali è costante l’angolo tra normale e raggio incidente). Lo so che detto così sembra ch’ io stia parlando arabo, quindi vi suggerisco di dare un occhio al seguente link che vi aiuterà a capirci qualcosa http://www.iuav.it/Didattica1/pagine-web/facolt--di/Fabrizio-G/archivio-p/ESERCITAZI/memo-08.pps#257,1,TEORIA DELLE OMBRE .

Comunque non vi serve avere delle basi di geometria descrittiva per leggere la mia ff, l’ unica cosa che dovete sapere è che il titolo è un riferimento alla “teoria delle ombre”…

 

…e se parliamo di luci e ombre e i protagonisti sono Lily e Severus direi che tutto vi risulterà più logico. 

Buona lettura (almeno spero eheh)!  

 

 

Fanfiction:

Ultimamente si erano visti spesso, mai per caso eppure senza realmente volerlo. Il martedì e il giovedì, dopo l’ orario delle lezioni, Lily Evans finiva sempre per gironzolare nei pressi del campo di Quiddich. Dal canto suo, James Potter, cercava di cambiarsi il più velocemente possibile dopo gli allenamenti in modo da farsi trovare. Insieme i due passeggiavano per il parco contornante la scuola seguendo sempre lo stesso percorso, come se tacitamente la routine desse sicurezza a entrambi. La recinzione di pietra di Hogwarts rappresentava in qualche modo il confine entro il quale si svolgeva la loro storia. All’ interno del castello i due non si erano mai visti da soli e mai erano usciti insieme fuori dal margine esterno della scuola. Tra i due Grifondoro nessuna parola aveva chiarito quella cosa misteriosa e limpida che in qualche modo li univa.

James sembrava conoscere perfettamente la dinamica del corteggiamento, sapeva rispettarne i tempi e le modalità, come se seguisse un protocollo. Intuiva la sofferenza di Lily, ma ne restava fuori. La ragazza nell’ ultimo periodo era attanagliata dal terrore che un suo amico stesse imboccando una via oscura, per sempre. La cerchia di conoscenze del suo amico la spaventava molto, eppure cercava di non darlo troppo a vedere. James sapeva tuttavia come raggiungere un obbiettivo, quindi era sempre molto attento agli umori di Lily. Se lei non parlava le domandava “che qualcosa che non va?”, ma mai per due volte di seguito. Si interessava ai suoi voti scolastici, alle sue passioni e riempiva i silenzi con divertenti aneddoti parzialmente inventati.

Lily si lasciava trasportare dal suo carisma, ci si abbandonava. Usava le loro passeggiate come metodo per estraniarsi dalla sua preoccupazione.

Vivevano la lenta e silenziosa unione dei loro universi, come due fiumi il cui destino è chiaramente quello di confluire in qualcosa di più grande.

 

James non aveva previsto di chiederglielo e non era il tipo da rischiare un fallimento, eppure quel pomeriggio Lily aveva qualcosa di diverso, come una specie di ansia, che emergeva dal suo modo di spostarsi i capelli dal viso e da come faceva saettare gl’ occhi smeraldini da una parte e dall’ altra, sempre evitando di incontrare i suoi. Per la prima volta da quando la conosceva fu impulsivo.

 

“Natale è alle porte” disse vagamente annoiato

 

Lei finse di non sentire, continuando impassibile a camminare. La sua testa era incasinata come un alveare. Severus non le aveva ancora proposto di trascorrere le vacanze insieme, eppure lei era certa che loro due le avrebbero passate insieme a Hogwarts, come sempre negl’ ultimi anni.

 

“potresti passarle con me…” buttò lì James

 

La sua fiducia vacillò al suono di quelle parole, ma se la scrollò di dosso subito e attese con trepidazione una risposta.

Lily accennò un sorriso solare, seppur con un velo di sofferenza.

 

“non lo so” disse lei con un filo di voce “forse è un po’….”

 

“capisco, hai ragione” disse James freddo.

 

Il silenzio accompagnò il finale della loro passeggiata. Una volta arrivati al portone d’ ingresso lui le diede un piccolo bacio sulla guancia, mentre lei abbassava lo sguardo timidamente, restando immobile.

 

I due Grifondoro si separarono. Lily salì stancamente le scale in direzione della biblioteca, perché doveva ritirare alcuni libri. Ogni gradino le pesava come un macigno, si sentiva scombussolata. Arrivata al secondo piano svoltò pigramente nel primo corridoio. Oltrepassato con lo sguardo il limite dell’ ampia porta, Lily lo vide. Severus era seduto al primo tavolo, ricurvo su di un vecchio tomo.

Gl’ occhi di lei brillarono di incomprensibile gioia, mentre andava a sedersi accanto al suo amico.

 

“ciao” sussurrò Lily cercando di non disturbare

 

Lui non rispose, ma sorrise leggermente senza alzare lo sguardo dal libro. Silenziosamente appoggiò la pallida mano ossuta su quella piccola e morbida di lei. Nessuna parola infranse l’ aurea di sincero affetto che s’ era andata a creare tra i due.

 

Improvvisamente tutto le fu più chiaro; le sensazioni, la preoccupazione, l' angoscia e poi la gioia di rivederlo, seppur dopo sole poche ore. Tutto improvvisamente era semplice e razionale. Lui e lei erano come luce e ombra, irrimediabilmente separati, eppure talmente vicini da non essere nemmeno concepibile l’ esistenza di uno a discapito l’esistenza dell’ altra. Forse la parola “amore” non era adatta a loro due, eppure null’ altro poteva descrivere la complicità delle loro anime. Insieme erano un tutt’ uno; irrimediabilmente; semplicemente. Per sempre.        

   

  
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