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Autore: happylittleraven    20/03/2016    2 recensioni
“..Si dice che nei cinque secondi prima di morire
si rivivano
gli attimi più importanti della propria vita.."
|Haku centric |ZabuzaxHaku implicito, quindi interpretate come più vi piace|
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haku, Zabuza Momochi | Coppie: Zabuza/Haku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Disclaimer: Purtroppo Naruto non mi appartiene (neanche Sas’ke T-T), ma è di proprietà di Masashi Kishimoto.

“..Si dice che nei cinque secondi prima di morire

si rivivano

gli attimi più importanti della propria vita.."

 

 

Il sangue ha un sapore curioso.

Non è dolce come i frutti che gli sono sempre piaciuti, non è neanche salato come il cibo che sua madre si ostinava a cucinare, ma, in qualche modo, si può comunque definire accattivante.

Inoltre è caldo. Non ci aveva mai fatto caso.  Il sangue gli sembra quasi rovente mentre scorre via dalle sue membra sempre più fredde e, anche le miriadi di gocce rosse che gli sporcano il viso, sembrano ustionarlo.

Distrattamente si chiede se pure Zabuza e il ninja che ha di fronte, Kakashi, sentino il suo sangue scottare sulla loro pelle. A giudicare dallo sguardo sconvolto dell’uomo che gli ha trafitto il petto, sì. Probabilmente è soltanto lo stupore che non sia Zabuza quello colpito dal suo attacco.

Dopotutto, per quel che sapeva Kakashi, a quest’ora il Demone del Villaggio delle Nebbie doveva essere in punto di morte.

Invece ora l’unico in punto di morte è Haku, il quale continua a sentire il sangue bagnargli la pelle e il cuore che corre verso il suo ultimo battito.

Nel primo attimo che gli è concesso per ricordare, Haku rammenta sua madre.

 

C’è una sorta di giustizia poetica nel ricordare chi ti ha donato la vita quando questa stessa vita ti sta abbandonando.

La vede nitidamente davanti a sé, con lo sguardo triste di chi ha un segreto e il sorriso sicuro di chi l’avrebbe protetto ad ogni costo. Potrebbe quasi toccarle i lunghi capelli corvini, identici ai suoi. Haku tende le braccia che, improvvisamente, tornano a essere quelle di un se stesso più piccolo con le mani paffute e infantili aggrappate alla gonna della madre.

La donna ride, lo abbraccia e riprende a raccontare la storia.

-Dov’eravamo, mio piccolo ninja?- dice mentre socchiude gli occhi, facendo finta di pensarci su. – Ah! Giusto! Siamo al punto in cui il coraggioso guerriero sconfigge il malvagio Demone e salva la bella fanciulla.-

- E come finisce la leggenda, mamma?- domanda la vocetta allegra di Haku.

Sua madre riprende a ridere ed esclama- Come vuoi che finisca? Tutte le storie hanno un lieto fine.-

Il piccolo Haku sorride anche lui, ma la realtà gli torna prepotentemente addosso e no, non è vero che tutte le storie hanno sempre un lieto fine, madre.

Nel secondo attimo gli viene in mente suo padre.

 

Anche lui sembra essere lì di persona. Sorride dispiaciuto nella sua direzione, allunga una mano per scompigliargli i capelli e Haku si ritrova nuovamente bambino mentre lo sente parlare.

-... Sai che ti porterei a pesca con me. Soltanto che con questo tempo è pericoloso..-

-Ma mi avevi promesso che, alla fine della stagione delle nevi, sarei potuto venire a pesca con te!- Haku lo interrompe, increspando le labbra in una smorfia offesa.

- Eh, non fare così, non è colpa mia se sta per scoppiare un temporale.- si giustifica l’altro, cercando di nascondere l’ilarità.

-Perché non posso venire lo stesso?- chiede Haku, senza perdere le speranze- Dici sempre che ormai sono grande..-

-Ti ho già detto che è molto pericoloso andare in mare ora. E poi, io sono tuo padre.- cerca invano di concludere la discussione.

- E quindi?-

- Mi devi ubbidire. -  così dicendo si abbassa per poter guardare il figlio negli occhi e aggiunge- E, dopotutto, i padri proteggono sempre i figli.-

Haku annuisce soddisfatto ma, neanche il tempo di tornare al presente, che è di nuovo coperto di sangue e il peso delle bugie raccontategli inizia a farsi sentire.

Nel terzo attimo vede il momento in cui li ha persi entrambi.

 

 Per la terza volta Haku torna bambino e ora ha entrambi i suoi genitori davanti.

Stanno urlando, non capisce bene cosa, ma dev’essere grave. Suo padre sta brandendo un pugnale, la lama luccica nell’aria mentre va a colpire la donna di fronte. Un colpo dopo l’altro, senza pietà, fino a che la vittima non si accascia a terra.

Haku può specchiarsi nella pozza di sangue ai suoi piedi, quel mondo rosso e capovolto non può sembrargli più terribile. La sua mamma sta soltanto dormendo, vero?

Un lampo argenteo lo avverte del pugnale che viene nella sua direzione. Haku continua a pensare che sia soltanto un incubo, ma il graffio che ha sul viso è reale come le lacrime che continuano a cadere.

Il mostro, quello che una volta era suo padre, quello che una volta gli voleva bene, piange anche lui ma non smette di avanzare.

Haku ha paura. Haku non vuole morire. Haku vuole soltanto i suoi genitori.

Di colpo tutto diventa bianco e, quando finisce, nella casa sporca di sangue non rimangono che due cadaveri e un bambino che non ha più ragione di esistere.

Nel quarto attimo sorride al ricordo della prima volta in cui l’ha visto.

 

Socchiude gli occhi nel momento in cui sente la neve pizzicargli il viso. È accasciato sul fianco di un vecchio rudere e la fame e la stanchezza gli appannano la vista. La testa è pesante. Lo stomaco brontola con disperazione.

Haku sospira e una nuvoletta di fiato condensato sale verso l’alto. Non ha né uno scopo né un obiettivo. A cosa serve la sua vita?

Rabbrividisce nuovamente, per quanto sia abituato al paesaggio invernale del Villaggio delle Nevi, tutto quel biancore lo stordisce, rendendo piatto e omogeneo il mondo che lo circonda.

Forse è per questo che la sua sagoma scura attira inevitabilmente il suo sguardo. Nonostante la corporatura muscolosa, i suoi passi non emettono nessun rumore contro la strada ghiacciata e Haku si ritrova a pensare che magari sia un messaggero mandato dalla morte a prenderlo. Scruta l’espressione dello straniero e un’assurda convinzione si fa strada nella sua testa.

Quell’uomo è la morte stessa.

Quando poi i loro occhi s’incrociano, ne ha la conferma. Haku ride, finalmente ha trovato un suo simile.

Nel quinto secondo è già troppo tardi e le speranze s’infrangono sulla realtà.

 

Attende l’ultimo ricordo, ma questa volta sono soltanto brevi brandelli della sua vita quotidiana. Per qualche secondo cammina dietro Zabuza su un sentiero stretto, poi sta osservando il cielo notturno, cercando di riconoscere qualche stella. Haku si domanda se quindici anni siano pochi per morire, dopotutto avrebbe potuto avere ancora tanti anni da passare affianco a Zabuza.

 Sente che la sua ora sta giungendo.

I pensieri che scorrono veloci sono sempre più simili a un elenco di ultimi desideri. Gli piacerebbe avere più tempo, vorrebbe girarsi verso Zabuza e vedere se è soddisfatto della sua arma. Desidera guardarlo un’ultima volta, dirgli addio e chiedergli ho svolto bene il mio ruolo? Siete fiero di me?   ..vi mancherò?

Brama di ascoltare le sue risposte e non di andarsene con tale rimpianto. Sogna di fare queste e mille altre cose, ma si sa, i morti non possono tanto.

***

“È arrivato il momento di dirci addio Haku.

Grazie di tutto e perdonami, se puoi.”

-Zabuza, volume 4, capitolo 33

 Angolo dell'autrice

So che avrete pietà e non mi insulterete brutalmente per il tantino tanto di angst nella ff, veeero? Dopotutto è la mia prima storia su Naruto .. *occhi da cucciolo* 

 Ci stavo lavorando da un infinità di tempo, ho aggiustato e riscritto questa storia a più non posso, ma non ne  sono ancora del tutto soddisfatta. In particolare la parte finale (dal quinto secondo in giù, per intenderci) dove ho cercato di far diventare i pensieri di Haku sempre più confusi *dopotutto la morte é qui, diiing doong*.
Fatemi sapere cosa ne pensate, in cambio avrete la mia gratitudine eterna e tanti abbracci virtuali (anche da Zabuza-san!).

Tanti baci,

_BiAnKa_

P.S.Chiedo umilmente venia se ci sono orrori grammaticali, ripetizioni, OOC o scelleratezze varie, al momento ho la febbre e quindi il mio cervello da bradipo non è al massimo.

  
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