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Autore: Kameyo    20/03/2016    10 recensioni
"Sasuke non aveva mai dato alcun segno d'amore se non quel biglietto ingiallito tenuto con cura nel portafogli, unica promessa mai mantenuta che gli avesse mai fatto." [SasuNaruSasu]
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Angolo di Kameyo

So che qualcuno vorrebbe linciarmi "Che scrivi le shot con una long ancora da finire?" Avete ragione, lo so, ma ho una spiegazione abbastanza soddisfacente, il computer è rotto e sono in attesa che quell'anima pia di mio cugino lo aggiusti. Al momento sto scrivendo col cellulare (l'html fa cagare, vi avviso), perché non scrivo da troppo e il mio livello di disperazione ha raggiunto il limite. Riprenderò la long, lo giuro, e ci metterò dentro una scena rossa rossissima per farmi perdonare, per ora date un'occhiata a questo sproloquio per anime innamorate senza possibilità di ripresa.

 
 
 
 Una sola volta e poi ancora, ancora e ancora

Avevano 15 anni quando accadde la prima volta. Quel giorno il filo che li univa si tese e si allungò a dismisura per coprire la distanza che da quel momento in poi li avrebbe separati. Erano stati gli ormoni adolescenziali impazziti a farli agire così sconsideratamente? Forse. Era stata la curiosità a spingerli fino al punto di non ritorno? Probabile. Era stato l'amore? No. O forse sì. Chi poteva saperlo? Avevano solo 15 anni e la linea che divideva l'amicizia dal caos sentimentale aveva barriere troppo fragili per non essere superate. Naruto diede tutta la colpa al teme, unico e solo colpevole di tutta quella storia. Era stato lui ad iniziare, gli ripeteva di continuo, e doveva essere lui a spiegarsi, a dare un senso profondo a quell'unirsi ancora e ancora senza tregua. Ma a Sasuke non importava nulla della faccenda, aveva sempre quell'espressione indifferente di chi non aveva voglia neanche di provare a fingersi interessato.
Avevano fatto sesso, punto. Non c'era bisogno di farne una questione di stato.
Quella testa calda dell'Uzumaki non riuscì ad arrendersi di fronte a tanta insofferenza, era deciso a fargli dire la verità - anche se non sapeva quale - e lo tartassò per giorni, gli parlò e lo stuzzicò, gli logorò i nervi pur di avere una risposta a tutto quel niente che sembrava esserci stato tra loro, ma alla fine non ottenne altro che una frase stizzita, sibilata fra i denti.
"È stato solo sesso, piantala di rompere."
L'errore uscì dalla bocca senza passare per il cervello e, nei due secondi successivi, Sasuke si rese conto di aver perso ogni cosa. Quel momento segnava l'inizio del cambiamento, l'arrivo di quel silenzio che avrebbe sovrastato le parole, le urla, gli insulti e le risate, ma che avrebbe fatto udire perfettamente il rumore dei sogni infranti e Naruto sapeva bene da dove provenisse tutto quel frastuono; Sasuke, semplicemente, non se ne curò.
 

La seconda volta che successe Naruto la catalogò come la più squallida della sua vita. Se la prima volta era stato uno scoprirsi e fidarsi l'uno dell'altro senza badare all'orgoglio o ai ruoli, la seconda non fu altro che un miscuglio di frustrazione e violenza.
"Voglio fotterti."
Quelle erano state le uniche parole che Naruto era riuscito a capire dopo essersi ritrovato Sasuke, ubriaco fradicio, sul balcone della sua stanza. Lo aveva fatto entrare col cuore che batteva a mille per la preoccupazione; perché si era ridotto in quel modo? Che avrebbero fatto se i suoi li avessero sentiti? Sasuke biascicava parole senza senso e l'unica frase che riusciva ad esprimere con chiarezza riguardava quel desiderio carnale ed animalesco di averlo. Nulla a che fare con la premura e la delicatezza della prima volta. Totalmente lontano dal quel cedersi entrambi con fiducia. Naruto si pentì subito della sua preoccupazione, non aveva senso ed era del tutto fuori luogo. Tentò di resistergli, di spingerlo via e gli consigliò di tornare a casa, ma le orecchie piene di furia non potevano di certo sentire e quelle mani bramose non potevano di certo fermarsi. Sasuke lo prese sul lettino in cui avevano dormito da bambini stringendosi durante il temporale. Quella stanza era stata la loro isola felice, la loro nave dei pirati e Sasuke l'aveva trasformata nel loro sporco segreto, riempiendola di ansiti e frasi volgari per cui Naruto avrebbe pianto volentieri.
Solo uno sporco segreto fra migliori amici.
E la mattina dopo non era stata meglio, Sasuke era andato via ad un'ora indefinita della notte, mentre l'altro non poteva accorgersi di niente tanto era la stanchezza e aveva lasciato il letto vuoto, freddo come la solitudine che Naruto sentì fin dentro le ossa quando si svegliò. Eppure non ebbe importanza. Come sempre, Sasuke non si scusò, né spiegò le ragioni del suo agire e, come sempre di riflesso, il suo migliore amico lo perdonò senza dire una parola.
 

La notte prima degli esami fece da palcoscenico per la loro terza volta. Avevano deciso di passare il pomeriggio tutti insieme per poter andare a letto presto, Sakura non aveva raccomandato altro che riposo, in modo da essere carichi per la mattina dopo - come se l'ansia potesse permettere una cosa del genere - ma, nonostante fosse d'accordo, Sasuke non riuscì ad impedirsi di fare una follia. Uscì di casa di soppiatto una volta passata la mezzanotte e lasciò che i suoi piedi lo guidassero nell'unica direzione possibile, come se non esistessero altre strade, altri luoghi in cui passare gli ultimi momenti da liceale; trovò il suo migliore amico steso sul prato di casa Uzumaki a contemplare il cielo. Non avevano bisogno di parole per capirsi, non gli erano mai servite in verità. Naruto lo guardò con un sorriso amaro ad increspargli le labbra e lui non poté far altro che ricambiare. Le loro strade si sarebbero divise presto, Sasuke all'università di Oto e Naruto.. Lontano, in America, anche se l'amico ne era ancora del tutto all'oscuro. Ogni cosa sarebbe cambiata e quel velo di malinconia che gli arrossava gli occhi li avvolse come un pesante manto invernale. Sasuke lo prese delicatamente per mano, come non aveva mai fatto prima e lo condusse in quella camera che li aveva visti crescere e mutare. Quella notte le labbra di Naruto sembrarono più soffici del solito, mentre la pelle di Sasuke, solitamente fredda come il ghiaccio, risultò bollente. Non diedero peso all'enorme macigno che gli pesava sul petto e ignorarono quel maledetto silenzio che li assordava quando erano insieme; c'erano così tante parole non dette, così tante scuse rimaste incastrante in gola. C'era tutto e troppo, ma anche niente e vuoto. Fecero l'amore così, col pensiero che chissà quando sarebbe potuto ricapitare, col dubbio che fosse stato solo un concatenarsi di sbagli maledettamente simili fra loro. Sasuke dentro Naruto ci lasciò un pezzo di anima senza chiedergli il permesso e Naruto lo strinse forte quando lo riempì di sentimenti contrastanti e silenziosi.
Dopo quella notte sarebbero passati anni.
Dormirono abbracciarti come facevano da bambini e all'alba Sasuke lasciò un biglietto stropicciato sulle lenzuola tiepide; quelle poche parole sarebbero rimaste ripiegate dentro il portafogli di Naruto per molto tempo.
 

La quarta volta Sasuke non saprebbe raccontarla. Troppo preso dalla rabbia non aveva dato tempo al cervello di elaborare una strategia, aveva lasciato all'istinto libertà di agire ed il risultato era stato un buco nero nello stomaco alla vista del sangue di Naruto su di sé. L'aveva rivisto per puro caso alla stazione di Konoha, tre anni dopo il loro furioso litigio e le loro rispettive partenze; non si erano cercarti per tutto quel tempo, ma il rancore aveva logorato il cuore già fragile di Sasuke che era esploso in furia cieca alla sua sola vista. Naruto era andato via per motivi - secondo il punto di vista dell'amico - inspiegabili. L'aveva letteralmente abbandonato per andare alla ricerca di qualcosa che avrebbe potuto benissimo trovare a due passi da sé.
"Non vuoi che anch'io abbia una vita, Sas'ke? Non vuoi che anch'io provi l'emozione di essere amato davvero?"
Quelle parole non avevano avuto senso quel giorno di tre anni prima e non ce l'avevano avuto neanche durante il loro inaspettato incontro. Sasuke l'aveva semplicemente trascinato per un polso nel primo motel vicino e gli aveva fatto di tutto, compreso rubargli l'ennesimo pezzo di anima che, secondo lui, gli spettava di diritto. E l'aveva ferito, ancora. E si erano feriti a vicenda, di nuovo.
 

Dopo l'evento del motel Naruto era tornato a casa sotto gli occhi increduli di tutti, aveva ripreso il suo vecchio posto nel mondo e anche la sua vecchia vita, tutto quello che aveva conquistato con fatica e lacrime era stato conservato in un cassetto e chiuso a chiave per sempre. Il silenzio che li tormentava quando stavano insieme era tornato più fastidioso e rumoroso che mai, avevano persino smesso di parlarsi, non aveva senso se non riuscivano a sentirsi, anche se c'era ancora l'eco di qualche urlo disperato nelle orecchie. Naruto si era ormai rassegnato a quei continui errori che avevano caratterizzato il loro rapporto dal giorno in cui si erano spinti troppo il là per tornare indietro, e Sasuke si era cullato nella finta consapevolezza che nonostante tutto si sarebbero comunque ritrovati insieme da qualche parte, uniti in quel loro modo sbagliato, sporco e contorto. Avevano ripreso quelle piccole abitudini che avevano abbandonato tempo addietro, eliminando il ricordo di quegli anni passati lontani a tentare di odiarsi o dimenticarsi e il loro, ormai esile, filo si era allungato ancora un po', solo per ricordargli che il fatto che vivessero a contatto non avesse ricostruito tutto ciò che era andato in fumo. Vivevano sulle macerie di un'amicizia distrutta e nonostante tutti sapessero cosa era accaduto realmente, nessuno si curò di aiutarli a capire che c'era una sola spiegazione per quelle voglie e per quei desideri travolgenti. Ma la fine arrivò comunque, qualche anno in ritardo rispetto alle loro aspettative, ma arrivò e come, da sempre, Naruto si era immaginato, portava con sé un evento preciso, un artefice determinato, una vittima sacrificale e loro due, separati, annientati, neri come la pece degli occhi di Sasuke.

"Mi sposo, Naruto. Mio padre ha combinato il matrimonio con la famiglia Haruno."
"Prenditi cura di Sakura-chan. Congratulazioni."

 Il giorno del matrimonio tanto atteso Naruto si rifiutò di presentarsi e Sasuke sentì il peso dei suoi errori gravargli sulle spalle come il macigno che gli impediva di respirare. Quella non era la loro vita, non erano i giorni che sognavano da bambini, erano lievi incubi in pillole e sapevano entrambi che una volta pronunciato quel "Sì", Naruto non avrebbe retto e sarebbe fuggito via per non tornare. La notte prima ne era stata la conferma. La loro quinta notte d'amore si era consumata tra il silenzio delle lacrime e i singhiozzi mal trattenuti.
Sasuke aveva fatto l'amore col suo migliore amico la notte prima del suo matrimonio.
E non c'era niente di più degradante e umiliante di quel gesto, di quell'atto celato dalle tenebre. Niente peggio di quelle lacrime e di quel bacio dato a metà per reprimere un groppo enorme alla gola, per evitare che delle parole scomode potessero uscir fuori. Se avesse saputo di avere anche solo una possibilità, Naruto l'avrebbe pregato di non farlo, di non sposare una donna che non amava, lo avrebbe supplicato d'amarlo con quella disperazione con cui lui stesso lo aveva amato per tutti quegli anni, ma Sasuke non aveva mai dato alcun segno d'amore se non quel biglietto ingiallito tenuto con cura nel portafogli, unica promessa mai mantenuta che gli avesse mai fatto.

Aspettami. S

Naruto si rigirò il biglietto fra le mani e guardò l'orologio appeso alla parete di camera sua, le valige già pronte in attesa del taxi che lo avrebbe portato lontano, erano le 12:30 e Sasuke doveva già aver pronunciato quel maledetto "Sì" che gli sarebbe costato notti insonni, incubi e tanta di quella solitudine da poterla toccare con mano. Non gli aveva mai dato la possibilità di dimostrargli quanto loro fossero giusti e perfetti insieme ed ora era tutto perduto. Non erano rimaste che le loro ferite a ricordargli quello che non avrebbero avuto e Naruto si rese conto in quel momento che non avrebbe più fatto parte della sua vita e si sentì un illuso. Quel semplice foglio di carta non aveva mai avuto nessuno valore, non era mai stato una promessa, ma solo una parola scritta lì per caso per riempire quel vuoto bianco che si era insinuato nella loro amicizia.
Il campanello suonò e Naruto si chiese, per la millesima volta, se Sasuke si sarebbe arrabbiato vedendo quella stanza vuota, ma non c'era più tempo per i ripensamenti. Erano stati entrambi due codardi, forse lui di più, perché aveva intascato quel biglietto senza chiedere niente, sorridendo e basta. Stupido sentimentale che non era altro. Ma come si era già detto, era tardi, Sakura doveva essere raggiante in quel momento, mentre lui arrancava sull'entrata con quelle valige piene di vestiti e ricordi che non era sicuro di voler tenere con sé. Guardò la casa sapendo che non ci avrebbe rimesso più piede ed aprì, salutando la sua nuova vita.

Sasuke guardò gli occhi della persona con cui avrebbe passato la vita, erano luminosi, bellissimi, limpidi e adorabilmente increduli, ed erano gli occhi che aveva scelto. Non si curò delle parole di suo padre alle sue spalle, né della gente che li stava fissando. Baciò quelle labbra meravigliosamente morbide e sorrise, mentre asciugava le lacrime del suo compagno di vita.
"Scusa per il ritardo."
  
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