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Autore: marta4    21/03/2016    4 recensioni
Akito e Sana non si conoscono. Frequentano entrambi l'università. Lui è conosciuto da tutte ( meno che da Sana, ovviamente ) per la sua bellezza. Lei è sempre la solita Sana dalla testa tra le nuvole. A causa di una bugia si troverà a dover sottostare alle richieste, spesso bizzarre, di lui. Liberamente ispirata all'anime " Wolf girl and black prince".
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era una tiepida sera di inizio autunno, quando il sole sembra voler opporsi fermamente al tramonto.

Aveva appena finito di registrare uno spot pubblicitario agli studi televisivi: c’erano volute interminabili ore prima che il regista si convincesse che quello ottenuto fosse un risultato accettabile; colpa di quell’attoruncolo da quattro soldi che le era stato affiancato grazie a chissà quale conoscenza o parentela importante. Il nervosismo dovuto all’incompetenza del collega le aveva causato l’insorgere di un tic, precisamente un tremolio all’occhio sinistro che aveva persistito per le ultime due ore delle riprese, affievolendosi solo dopo che le sue orecchie avevano percepito finalmente la frase ‘stop, va bene così per oggi, grazie a tutti!’.


Tutto ciò che desiderava era tornare a casa, riempire la vasca da bagno con acqua calda, accendere le sue adorate candele profumate, abbassare le luci, accendere la radio e rilassarsi.
Da poco era cominciata l’università e dalla fine del liceo non aveva mai avuto due giorni liberi di fila, colpa del suo manager che probabilmente non sapeva proprio rifiutare un’offerta di lavoro.

Aveva proprio bisogno di una pausa e poco importava che fosse durata ore o giorni, l’importante era godersi un po’ di tranquillità.
Si stava avviando lentamente verso la sua auto, flettendo alternatamente il capo a destra e a sinistra, cercando di alleviare le contratture muscolari che derivavano da quella interminabile giornata, quando improvvisamente le squillò il cellulare. Incerta sul da farsi, aspettò il terzo squillo prima di decidersi a cercare di recuperare il cellulare nella sua immensa borsa, operazione che richiese altri quattro squilli.


Lesse il nome sul display e le sorse un fantastico sorriso.

“Hei Nao, come va?” nonostante la stanchezza sentire il suo migliore amico riusciva sempre a renderla felice, ed era percepibile dal tono della sua voce.
“Ciao Sana, vorrei invitarti ad uscire stasera. So che è un pochino tardi per chiedertelo, ma spero che tu non abbia già impegni!” il suo tono racchiudeva un misto tra speranza e qualcosa che si poteva definire come una sorta di preghiera. Con quale coraggio avrebbe potuto rifiutare?
“Va bene Nao! Ci vediamo tra un’ora e mezzo a casa mia!”


Ed ecco che tutti i suoi piani di relax erano andati a farsi benedire. Sperava almeno che si sarebbe divertita.
L’ idea del bellissimo bagno caldo venne malauguratamente rimpiazzata da una rapida doccia, seguita da una non altrettanto rapida serie di coccole quali creme, cremine e lozioni che Sana aveva cominciato ormai ad adorare. Il motivo? Stava nel semplice aggettivo “nutriente” riportato sulle confezioni di tali prodotti… questa parola l’aveva talmente colpita che si ritrovava a pensare: ‘Anche la mia pelle deve mangiare! Che razza di persona sarei se la lasciassi a digiuno!”… solite assurdità da Sana insomma!

Poi arrivò il momento criptico di scelta dell’outfit che si svolgeva nelle solite tre fasi: scelta, prova e giudizio con passerella ( per il quale veniva prontamente ingaggiata una giuria composta da Misako kurata, Rei e la signora Shimura, a cui venivano fornite, ovviamente, le magiche palette numerate per la votazione).


Fu pronta con solamente due ore e quindici minuti di ritardo… Un vero record!
Quando Naozumi la vide il suo cuore perse un battito, che fu prontamente recuperato da Sana che, con la corsa che fece scendendo le scale era praticamente in tachicardia.

“Buonasera” disse lui, emozionato.
“Ciao Nao!” gli schioccò un bacio sulla guancia. Lui arrossì, come sempre. Sana sembrò non notarlo, come sempre.

Naozumi le aprì la portiera: tipico di lui. Si infilò rapidamente in auto rivolgendo una rapida occhiata al finestrino, ravviandosi i capelli e controllando la sua figura attraverso il flebile riflesso offerto dal vetro.

“Insomma, quali sono i progetti per stasera? Fuochi d’artificio, stelle filanti, musica e magia… Cos’ha in serbo per me, oh mio cavaliere?” esclamò l’ultima frase con una cadenza quasi medievale.
“Ehm… Veramente..” si grattò la testa, evidentemente in difficoltà. “ avevo pensato a qualcosa di più tranquillo, mi spiace deluderti. Volevo portarti in quel nuovo locale che hanno aperto in centro per sorseggiare un drink, ascoltare buona musica e chiacchierare un po’ ”. Disse lui abbassando lo sguardo.
“è perfetto Nao, tranquillo!”.

Mise in moto e dopo circa venti minuti furono al locale. La guida di Naozumi era tutt’altro che ‘sportiva’.. Diciamo pure che andava a velocità “lumaca influenzata”. Altri 5 minuti buoni li perse per il parcheggio.
Finalmente entrarono. La serata passò velocemente e senza grandi colpi di scena.

La riaccompagnò a casa e quando furono dinanzi al cancello le prese le mani e guardandola negli occhi le sussurrò “Sana, sono innamorato di te.”
Inutile parlate della sua espressione sbalordita con tanto di occhi sbarrati, bocca spalancata e maxi gocciolone magicamente sgorgato sulla tempia.
Non aveva la più pallida idea di cosa rispondere, di due cose però era certa: la prima era che Nao era il suo migliore amico, la seconda era che poteva essere solo ed esclusivamente quello!

C’erano stati già in passato momenti in cui aveva meditato sul loro rapporto, cercando di capire, sotto consiglio di Mama, se vi fosse qualcosa in più. La risposta era stata sempre la stessa.
Ovviamente questo a lui non poteva dirlo in questi termini, quindi cercò una scappatoia rapida per evitare di farlo rimanere male.

“Nao, beh; ecco... in realtà… Sai avrei voluto dirtelo già prima… È che … mi sto frequentando con un ragazzo!” si complimentò con se stessa per l’uscita geniale, degna di un’attrice ( qual era).
“Ah, mi fa piacere Sana. Come mai ancora non me ne avevi parlato?”. Si poteva candidamente avvertire la delusione nelle sue parole.
“Ehm.. è che volevo prima capire in che modo si sarebbe potuta evolvere questa frequentazione!” Nella sua mente si figurò se stessa che dava una pacca sulla spalla ad un’altra se stessa, soddisfatta, complimentandosi per l’inventiva.
“Ah, ho capito.. Buonanotte Sana!” si girò e Sana poté quasi intravedere l’ aura negativa che lo avvolgeva.
Corse dentro e si preparò per la notte a tempo di record, tuffandosi letteralmente nel suo letto, il sonno sopraggiunse nel giro di pochi secondi.

Erano passati giorni da quella confessione, eppure l’argomento non era stato più tirato fuori. Finché un pomeriggio Naozumi trovò il coraggio di riaprirlo.
“Allora Sana, come va col misterioso ragazzo?” chiese con una punta di ironia.
“… abbastanza bene Nao! “ rispose Sana un po’in difficoltà.
“ Insomma, quando avresti intenzione di farmelo conoscere.. O almeno vedere in fotografia? Finirò per credere che era tutta un’invenzione se non lo farai!” si poteva avvertire un accenno di reale dubbio dietro la sua aria scherzosa”
“Ehm… Al più presto Nao, garantito!” fu l’unica cosa che le venne da dire.
“lo spero bene”. E lasciò così cadere il discorso.

Col passare dei giorni le sue richieste si facevano più insistenti e Sana cominciava davvero a preoccuparsi di essere scoperta.


Fin quando una mattina, mentre passeggiava fuori dal campus, ebbe un’illuminazione. L’idea le balenò in mente non appena i suoi occhi incontrarono quelli ambrati di un ragazzo a dir poco splendido.

Senza ragionare troppo sul da farsi si mosse quasi meccanicamente verso il povero malcapitato e, improvvisamente, sfoderò la sua arma letale: il cellulare. Aprì la fotocamera e, arrivata ad un palmo dal suo naso, scattò una fotografia, sotto gli occhi increduli del povero ragazzo. Si voltò e corse via alla velocità della luce, lasciando il ragazzo interdetto ed anche un po’ shockato.


  
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