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Autore: _Giulia_R5__    21/03/2016    0 recensioni
Questa storia avrà come protagonista udite udite: RYLAND LYNCH! :D
Niente se vi va entrate. I ragazzi ci saranno tutti, ma in questa storia il focus sarà sul "piccolino" di casa Lynch.
Spero vi piaccia :)
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passato il cancello, percorsi il vialetto e giunsi a bordo piscina, dove tutti gli invitati stavano parlando, bevendo punch e ballando. Bethany venne verso di me.

  «Eccoti! Tanti auguri» mi abbracciò.
  «Ahahah grazie! Adoro gli addobbi, è bellissimo qui!»
  «Lo so, quasi non sembra casa mia, eh?»
  «Già, è diversissima!» gettai lo sguardo su di lei «Questo è il vestito che dicevi?»
Lei annuì
  «Ti piace?»
  «Ti sta benissimo...» mi guardai intorno, e notai che Pete se la stava mangiando con gli occhi. Mi notò, spostò lo sguardo e mi fece un cenno che ricambiai, poi tornai a guardare Beth «...sembra apprezzare anche Pete» le sorrisi.
  «Cos- Pete? Dov'è?!»
  «Lì, guarda» 
Indicai il ragazzo imbambolato con gli occhi.
«Dai, andiamo»
  «Andiamo?! Eh?! Cosa?! Dove?! Vuoi scherzare!»
  «No, no. Su, forza!» le presi la mano e la trascinai verso di lui, ridendo sotto i baffi. 
Pete ci venne incontro, ci salutò con un bacio sulla guancia.
  «Bellissima festa! Tanti auguri, Vanessa!»
  «Grazie mille, Pete! Come va?»
Chiesi e il mio sguardo schizzò un secondo su Beth, che era nel panico. Dovetti trattenere la risata.
Finito di parlare con Pete, andammo a prendere del punch e a parlare con altri amici lì alla festa, che mi trattennero pochi secondi per farmi gli auguri. Il punch nel mio bicchiere, povero, dovette aspettare. Quando finalmente restammo sole, avvicinai il bicchiere alle labbra e Bethany mi interruppe. 
  «Ehi, Vannie»
Uffa...
  «Che c'è?» dissi seccata allontanando il bicchiere 
  «Ti presento il DJ»
La guardai confusa, poi mi girai e trovai un ragazzo alto, moro, molto carino, con un cappellino nero al contrario, una maglietta bianca e rossa e delle cuffie attorno al collo e appoggiate sulle spalle. Bethany continuò e venne accanto a me.
«Ryland, Vanessa. Vanessa, Ryland»
  «Piacere!» dicemmo contemporaneamente. Sorrisi.
  «Sei la festeggiata, no? Buon compleanno» 
  «E tu il DJ. Grazie mille! Sei bravo»
  «Faccio solo ciò che mi piace» mi sorrise, gentile.
Dio, che bel sorriso.
  «Beh, sembra piaccia anche agli altri», guardando gli invitati che ballavano e si divertivano. Tornai a guardare Ryland, che non aveva smesso di sorridermi.  
All'improvviso sembrò svegliarsi.
  «Oh, devo andare: sta finendo la canzone e devo cambiare CD. Piacere di averti conosciuta!» e corse alla console.
Mi girai verso Bethany, sorridente.
  «Carino!» commentai, bevendo finalmente quel punch. 
  «Molto..» mi canzonò, sorridendo come un'idiota pervertita e facendo quella cosa su e giù con le sopracciglia.
  «Pensa a Pete!» le ringhiai, ridendo infine.
  «E tu? A chi pensi, a Christian?»
  «Già..mi ha mandato un messaggio dicendo che non vedeva l'ora che fosse stasera. Ora è stasera e di lui neanche l'ombra» dissi accigliata.
  «Arriverà» mi consolò lei.
Sospirai.
  «Va bè, andiamo a ballare?»
  «Ovvio! LARGO GENTE, ARRIVA LA FESTEGGIATA!» urlò poi lei ai ragazzi in pista, e mi tirò per la mano verso di loro. 
Dopo circa 10 minuti, guardai in alto, verso Ryland che molleggiava col busto alla console, e gli feci segno di venire giù. Mi guardò perplesso, perciò mi avvicinai sotto il palchetto e mi raggiunse abbassandosi.
Si avvicinò al mio viso e tese l'orecchio. Guardandolo così vicino, dovetti riconoscere che era molto bello. 
  «Perché non vieni a ballare?»
  «Devo badare alla console!»
  «Se non ci stai per un po' non fa nulla, ti adoriamo lo stesso».
Sorrise.
«Dai, metti una canzone o un mix e vieni, forza» dissi cercando di essere gentile.
Si girò a guardarmi e mi sorrise.
  «E va bene! Ma ti avverto, sono molto bravo!»
  «A maggior ragione! Sbrigati» gli sorrisi e tornai dagli altri.
Pochi secondi dopo, Ryland fu con noi a ballare, e davvero non era niente male. Si avvicinò a parlare con Bethany, poi ballammo insieme per un po': mi prese la mano e mi fece girare, sorrideva e ogni tanto faceva il cretino. Era molto simpatico, mi divertii molto con lui. 
Nel bel mezzo di "Hey Mama", si avvicinò al mio orecchio e disse:
  «Aspetta un secondo, cambio CD e vengo. Sono stanchissimo!» fece una smorfia tirando fuori la lingua e saltò sul palchetto.
  «Come si dice?» Beth spuntò accanto a me all'improvviso.
  «Vuoi farmi venire un infarto? Graaaazie, sei la migliore amica del mondo. Contenta?»
  «Sì» sorrise soddisfatta.
  «Eccomi! Vado a prendere da bere, vuoi altro punch?»
  «Certo! Vengo con te» gli sorrisi.
Camminammo verso il tavolo con cibo e bevande, e restammo un po' a parlare del più e del meno: mi raccontò della band, dei suoi fratelli, del tour e di qualche aneddoto del suo giro per il mondo.  
Lo trovai molto interessante, oltre che molto carino, e molto divertente. Mi chiesi come mai non avessi fatto caso a lui e i suoi fratelli prima d'ora. 
Quando mi lasciò per tornare alla console, mica può stare tutto il tempo a parlare con me!, lo guardai allontanarsi sorridendo, ancora davanti al tavolo. Mi sentii chiamare da una voce familiare. Christian.
  «Ehi! Tanti auguri! Scusa il ritardo, ho avuto un contrattempo»
  «Tranquillo. Il DJ ci ha fatti divertire», feci un cenno a Ryland e ai miei amici infondo che ballavano sotto il palchetto. Il ragazzo mi rispose con un occhiolino.
  «Ah, ma quello è Ryland Lynch! È davvero bravo»
  «Già!»
  «Balli con me?»
Tese la mano.
  «Con piacere» risposi lusingata, costretta poi ad abbassare lo sguardo, sentendomi le guance diventare rosse. 
L'effetto dell'alcol cominciò a farsi spazio con me sulla pista, contemporaneamente a tutti gli altri, brilli da un po'.
Ballammo in modo un po' spinto, ma non troppo. Eravamo sudati, vicinissimi.
  «Vanessa..» disse lui di colpo
  «Che c'è?»
Guardai le sue labbra mentre si avvicinava, finché non le unì alle mie. Finalmente! Era mezzanotte, i fuochi d'artificio cominciarono a far festa nel cielo, e finalmente Christian mi stava baciando. Sembrava la scena di un film.
 

Il giorno dopo mi svegliai ancora con il vestito azzurro, nel lettone, accanto a Beth. Avevamo fatto tardissimo, e ci addormentammo parlando. 
Le 13:45.
Bene. In ritardo pure per il pranzo!
Una fitta alla testa mi svegliò per bene: ecco, ora anche i postumi
Andai barcollando verso la doccia, tolsi il vestito ed entrai, sotto l'acqua calda.
Non berrò mai più! 
Feci mente locale, e mi venne in mente, infine, il bacio.
Cosa?! Ho detto che non verrò più? Pff, scherzavo..!
Uscita dalla doccia, mi avvolsi attorno l'asciugamano e tornai in camera. Bethany si era appena svegliata: si stava stiracchiando.
  «Ben svegliata! Come ti senti?»
Farfugliò qualcosa stropicciandosi gli occhi, prima di rispondere. Intanto io cominciai a vestirmi.
  «Mmmh..mal di testa», la sua voce era impastata dal sonno.
  «Già. Anch'io. Senti, scendo a prendere qualcosa e prendo un'aspirina»
  «Okay..» sbadigliò «faccio una doccia e ti raggiungo»
Scendere giù non fu molto facile. Per niente. Per fortuna i genitori di Bethany, che ci fecero il favore di sparire per la festa- Già. Per fortuna. -non erano giù a vedermi rischiare la vita per ogni gradino che scendevo. Arrivata in cucina, che quasi non mi pareva vero, infilai di getto due toast nel tostapane e aspettai pazientemente che saltassero fuori: un'aspirina a stomaco vuoto, dopo la quasi-sbronza della sera scorsa, non sarebbe stata una buona idea. 
Divorai quei due toast, bevvi un bicchiere di succo di frutti rossi fatto dalla madre di Bethany e mi affrettai a prendere l'aspirina. Mi  distesi un po' sul divano, aspettando che facesse effetto, e chiusi gli occhi per un po'. Sentii Bethany scendere e avviarsi verso la cucina, ma non le diedi peso e continuai a stare in quella posizione per un altro po': per fortuna, nell'arco di 10 minuti sparì tutto, perciò mi alzai e andai a vedere che fine avesse fatto quell'altra.
Se ne stava davanti alla finestra, guardava fisso fuori bevendo anche lei un po' del succo. Al rumore dei miei passi, tornò sulla terra.
«Ehi...come va?»
  «Passato. Tu?»
  «Ah, niente, mi sono messa sotto l'acqua calda e mi è passato»
  «Beata te, a me quando viene il mal i testa, se non prendo qualcosa subito non passa più»
  «Eh lo so..senti, che ne dici di andare in spiaggia?»
  «Perché no! Aspetta, mando un messaggio a Christian e vado a prepararmi»
  «A proposito di Christian..» mi guardò con il suo solito sorriso furbesco, pensai che ultimamente stava avendo troppo spesso quella espressione. Continuò:
«Ma ora...state insieme?»
  «Non lo so, per questo gli devo mandare un messaggio: voglio capire se per lui ha significato qualcosa il..bacio»
  «Mmmh...va bè, dai. Sbrigati»

Quando fummo ad Huntington Beach, ci posizionammo con borse, tovaglie e ombrellone e cominciammo a spogliarci.
Vidi Beth guardare lontano, verso l'acqua, come se avesse riconosciuto qualcuno. Poi sorrise e salutò con la mano quel qualcuno dietro di me.
  «Chi hai visto?» chiesi girandomi velocemente, e mi sentii prendere la spalla.
  «Vieni, dai!»
Cos.
  «Arrivo, arrivo! Ma si può sapere chi-» mi bloccai di colpo vedendo 2 ragazzi biondi, 2 mori e una ragazza bionda venirci incontro, tutti bagnati. Persi un battito.
Non saranno i-
  «Lynch!»
  «Ehi Beth, che ci fai qui?» chiese uno dei biondi, il più alto, col naso all'insù.
  «Un po' di relax con la mia amica. Ragazzi, lei è Vanessa»
Sorrisi e agitai la mano timidamente.
«Vanessa, loro sono Ross, Riker, Rydel, Rocky ed Ellington»
Sì. Sono loro. Ma allora dov-
  «Dov'è Ryland?» chiese Beth
E basta!
  «Uhm, sta arrivando» disse l'altro biondo. Mi sembrava si chiamasse Ross.
«Comunque piacere, Vanessa, io sono Ross»
Ecco appunto.
Mi sorrise sicuro di sé, tendendo la mano. Era molto bello, erano tutti molto belli.
Ma che è, sono tutti così? Uno brutto no? 
Sono finiti o ce ne stanno altri?
  «Piacere mio, ragazzi»
  «Allora, facciamo un tuffo mentre aspettiamo Ryry?» propose Rydel, era bellissima anche lei.
È questo il suo soprannome?
Annuimmo tutti e andammo in acqua. Beth mi si avvicinò.
  «Allora? Non sono carini?» 
Riecco quel sorrisetto.
  «Carini? Ti avviso: non esco viva da qua» risposi guardando i ragazzi di schiena che avanzavano. 
Beata Rydel.
  «Si vede che siamo cugini eh?» si vantò lei.
  «Ma di terzo grado. Ahahah»

  
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