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Autore: eugeal    22/03/2016    0 recensioni
Lo sceriffo di Nottingham ha organizzato un complotto per andare in Terra Santa a uccidere il re, ma quando Guy di Gisborne si ammala gravemente prima della partenza, è costretto a partire senza di lui.
La storia inizia poco dopo l'episodio 2X11: Guy ha scoperto che Marian è il Guardiano Notturno e lo sceriffo sta organizzando il viaggio per andare a uccidere il re.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Cosa hai fatto, Marian? Giz…
La ragazza chiuse gli occhi per un attimo e prese un respiro profondo.
- Gliel'ho detto. Ho detto a Guy che sono promessa a Robin.
Allan la guardò, incredulo.
- Dopo quello che ha fatto per te… Lo sceriffo avrebbe potuto impiccare lui al posto del Guardiano Notturno!
Marian sospirò.
- Proprio per quello. Come potevo continuare a mentirgli? Non sarebbe stato giusto.
Allan rimase in silenzio per un po'. Poco prima era stato quasi travolto da Guy quando lo aveva incrociato in uno dei corridoi del castello e si era accorto del suo stato d'animo, ma se Marian gli aveva rivelato la verità, Gisborne doveva essere stato ancora più sconvolto di quanto non sembrasse.
- Come l'ha presa? Non bene immagino. Anzi, conoscendo Giz mi sorprende che non mi abbia colpito quando l'ho incontrato poco fa. O che non abbia colpito te.
Marian si asciugò gli occhi.
- All'inizio sembrava che non volesse credermi, ma quando ha capito che dicevo la verità ha scosso la testa ed è andato via senza dire niente.
- Potrebbe farti arrestare, lo sai, vero? Se dicesse allo sceriffo che sei il Guardiano Notturno...
- Lo so. Ma non potevo continuare a ingannarlo. Se ci saranno conseguenze le affronterò, in un modo o nell'altro.
- Spero che tu sappia quello che stai facendo.
Marian annuì, seria.
- Allan? Restagli accanto. Ora Guy ha bisogno di un amico.

Marian spinse l'ago attraverso la stoffa e sussultò quando si punse un dito.
Lo mise in bocca per evitare di sporcare la stoffa con la goccia di sangue che si era formata sul polpastrello, rossa come un piccolo rubino e guardò malinconicamente il ricamo stentato.
Dopo aver confessato la verità a Guy, si era aspettata una vendetta e aveva vissuto per qualche giorno nell'attesa di essere arrestata. Non era riuscita a dormire, immaginando le guardie che venivano a prenderla per chiuderla nelle segrete e, quando aveva ceduto a un breve sonno agitato, aveva sognato lo sceriffo che rideva della sua umiliazione, con Guy al suo fianco che la guardava con odio.
Ma i giorni erano passati e nessuno era venuta a prenderla. L'unica differenza nella sua vita di tutti i giorni era che Guy, lo stesso Guy che pochi giorni prima l'aveva supplicata di restare al castello, si teneva a distanza da lei e, nelle poche occasioni in cui era stato costretto a interagire con Marian, si era rivolto a lei con una cortesia distaccata, come se non la conoscesse affatto.
Il sollievo al pensiero di aver evitato la sua vendetta non era durato molto a lungo. Marian si era resa conto che la compagnia di Guy le mancava. Non lo amava, ma al castello Guy era stato l'unico che si fosse preoccupato del suo benessere e che avesse provato interesse a parlare con lei e a restarle accanto.
Ora invece era sempre impegnato nel suo lavoro e quando la incontrava evitava di guardarla negli occhi. Era pallido, tetro e le profonde ombre scure che aveva sotto gli occhi le facevano intuire che anche lui non doveva aver dormito molto in quegli ultimi tempi.
Marian avrebbe potuto parlare con Allan, ma il giovane le aveva obbedito e passava quasi tutto il suo tempo insieme a Gisborne, perciò non aveva molte occasioni di chiacchierare con Marian.
Sospirò: quella solitudine le pesava e più volte era stata tentata di fuggire dal castello e tornare al campo con Robin, ma anche se Guy ora la evitava, lei gli aveva promesso di restare al castello e non voleva infrangere la parola data.
La sua ostinazione la portava a discutere anche con Robin: il fuorilegge non voleva che rimanesse a Nottingham, ma Marian aveva l'impressione che anche se avesse accettato di andare a vivere nella foresta, le discussioni e le incomprensioni sarebbero aumentate invece di diminuire.
Appoggiò il ricamo e si alzò per camminare un po' per la stanza dopo essere stata seduta tanto a lungo. Si affacciò alla finestra e si rese conto che nel cortile c'era un movimento insolito: la carrozza dello sceriffo era pronta a partire, carica di bagagli e circondata da un gruppo di guardie a cavallo.
Vaisey uscì dal portone con un'espressione spaventosa sul viso e salì a bordo, sbattendosi lo sportello alle spalle, poi il convogliò partì, allontanandosi dal castello.
Marian si stupì di non aver visto Guy al fianco dello sceriffo e si chiese dove stesse andando Vaisey.
Forse, si disse, avrebbe dovuto avvertire Robin.
Riprese il ricamo e tornò a sedere accanto alla finestra, ma non riuscì a concentrarsi sul lavoro.
Poco dopo sentì bussare alla porta e Allan entrò nella stanza senza aspettare una sua risposta.
Quando lo vide, Marian capì che doveva essere successo qualcosa di grave: il giovane era mortalmente pallido e sembrava molto agitato.
- Cosa c'è, Allan?!
- Vieni con me, dobbiamo andare nella foresta, ora!
- Perché?
- Devi aiutarmi a convincere quella guaritrice, Matilda, a venire al castello. A me non darebbe retta, ma forse ascolterà te.
Marian lo guardò, preoccupata.
- Cosa è successo? Chi sta male?
- Giz. Dobbiamo sbrigarci, credo che stia morendo!

Allan crollò a sedere su una panca di legno e si prese la testa tra le mani con aria stanca. Marian sedette accanto a lui, stringendosi le mani in grembo per fermarne il tremito.
Era stato difficile convincerla, ma alla fine Matilda aveva ceduto davanti alla supplica di Marian e aveva accettato di curare Guy, anche se lo odiava e lo disprezzava con tutto il cuore.
La guaritrice si era chiusa nella stanza di Gisborne per visitarlo e cercare di curarlo mentre Marian e Allan erano stati mandati fuori e non potevano fare altro che aspettare.
La ragazza guardò la porta chiusa, ansiosamente, poi si voltò verso Allan.
- Ti prego, ora dimmi cosa è successo.
- Non so se stavolta Giz se la caverà, davvero. Anche se dovesse guarire, temo che lo sceriffo potrebbe farlo impiccare.
- Perché?!
- Vaisey stava complottando qualcosa da giorni e credo che Giz ne facesse parte. A me non dicevano nulla, ma ho le orecchie, a volte coglievo qualche parola qua e là. Da quello che ho capito lo sceriffo stava per organizzare un viaggio, credo in Terra Santa, e Giz doveva andare con lui…
- In Terra Santa? Per fare cosa?
Allan alzò le spalle.
- Come posso saperlo?
La ragazza ripensò a quello che le era stato detto da Robin, su Guy che in passato aveva attentato alla vita di re Riccardo.
- Il re! Vogliono uccidere il re! Dobbiamo avvisare Robin!
- Io non devo fare proprio nulla. E comunque non ne siamo certi.
Marian gli lanciò un'occhiata significativa. Che altro motivo poteva avere lo sceriffo per andare in Terra Santa?
Si alzò per legare un fazzoletto alla finestra, era il segnale che aveva concordato con Robin per avvisarlo che aveva bisogno di parlare con lui, poi tornò a sedere accanto ad Allan.
- Ma cosa è successo a Guy?
- Ieri sera Giz mi aveva detto di tenermi pronto perché saremmo partiti per un viaggio. Ma stamattina, quando si è presentato nella sala grande, mi sono reso conto subito che non stava bene: era pallido come un morto, barcollava e aveva il viso coperto da un velo di sudore. Lo sceriffo non se ne era nemmeno accorto, anche se era talmente evidente… O forse semplicemente non gli importava, continuava a dargli ordini per quel viaggio imminente e Giz si è sforzato di obbedirgli, finché non è letteralmente crollato a terra stringendosi lo stomaco, in preda a dolori tremendi.
Marian vide che Allan era diventato serio e pallido nel raccontare la scena.
- Stava così male?
- Peggio. E lo sceriffo non si è preoccupato nemmeno per un attimo per Giz, anzi se l'è presa con lui. Ha iniziato a sbraitare dicendogli di alzarsi immediatamente, che se avesse osato rovinare i suoi progetti lo avrebbe fatto impiccare. La cosa più terribile è che Giz ci ha provato, ha cercato di rialzarsi, ma stava troppo male. Lo sceriffo lo ha preso a calci, ricoprendolo di insulti ed è partito senza di lui.
Marian lo guardò, angosciata.
- Quell'uomo è un mostro!
- Per fortuna è andato via subito e abbiamo potuto chiamare il dottore che di solito viene a curare gli abitanti del castello, ma nemmeno lui è riuscito a fare nulla. Aveva preparato un rimedio per il dolore, ma Giz non riusciva a tenere giù nemmeno l'acqua. Il medico ha detto che aveva visto casi del genere a Clun l'anno scorso, quando c'è stata l'epidemia e che non c'erano molte speranze, nessuno di quei malati era sopravvissuto. Spero davvero che Matilda sia brava come dicono, ma temo che ultimamente Giz non abbia la forza di combattere per sopravvivere.
Marian si sentì gelare. Allan stava dicendo che era anche colpa sua se Guy stava così male? Che la sua confessione poteva avergli tolto la voglia di vivere?
Era assurdo, si disse, ma dentro di sé non ne era così convinta.
Aveva paura, per Guy e per se stessa. Se Gisborne fosse morto, Marian sapeva che si sarebbe sentita in colpa per aver reso così infelici i suoi ultimi giorni.
Lanciò uno sguardo ad Allan e vide che il giovane si era preso la testa con le mani e sedeva in attesa, sconsolato.
La ragazza chinò il capo e chiuse gli occhi, raccogliendosi in una preghiera silenziosa.
   
 
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