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Autore: lallipumbaa    22/03/2016    1 recensioni
Mi schiarii la gola, giusto per ricordare ai giganti davanti a me che esistevo pure io e di tenere i commenti maschilisti a quando si sarebbero rivisti. L’uomo si girò sorridente colpendomi in pieno coi suoi occhi azzurri. “Ciao! Piacere, Christopher!” disse tendendomi la mano.
Tentai di recuperare un po’ di attività cerebrale e di mettere insieme delle parole per fare una frase di senso compiuto. Tom mi salvò in corner.
“Scusami, mi sono dimenticato di presentarvi. Chris, lei è Lilia. Lilia, lui è Chris!”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ricordo perfettamente quel giorno.

Ero con Tom a Los Angeles, precisamente a Santa Monica. Era una giornata molto calda, di quelle che quando appoggi le scarpe sull’asfalto senti le scarpe affondarci dentro. Quel giorno avevo deciso di vestirmi molto leggera e di confondermi con la fauna locale: un top molto leggero e largo (santo H&M), un paio di pantaloncini corti a vita alta e un paio di converse. Giusto perché sono masochista. I capelli di avevo raccolti in una sorta di crocchia fermata con una bacchetta del ristorante cinese non usata e per proteggermi gli occhi dal sole accecante un paio di Rayban aviator. Tom invece aveva tentato probabilmente in suicidio indossando jeans lunghi, la sua tshirt blu stravecchia dalla quale non si sarebbe mai separato e un paio di occhiali da sole.
Stavamo passeggiando tranquillamente sulla Ocean Avenue mentre mi godevo il mio iced latte di Starbucks. “Certo che bersi certe cose a Londra e bersele a Los Angeles hanno tutto un altro sapore. Non è mai stato così soddisfacente!” commentai dopo l’ennesimo sorso dal bicchiere trasparente su cui un commesso aveva scritto il mio nome. Come al solito era sbagliato. Per i camerieri di Starbucks del mondo sono la principessa Leia.
“Lilia, finirai in una clinica per disintossicarti da questa roba. E sai che il latte non lo digerisci!” mi rimproverò Tom, asciugandosi col palmo della mano un rigagnolo di sudore che gli colava sul viso. “Stai tranquilla mamma!” risposi beccandomi una linguaccia “E’ latte di soia. Non potrebbe farmi male nemmeno a pregarlo in cinese!”.
Eravamo quasi sulla spiaggia: nonostante quella di santa Monica fosse enorme si sentiva la risacca e il profumo di iodio fino a lì. Avrei voluto volentieri correre nell’oceano.
Fummo superati da un gruppo di ragazze saltate fuori dagli anni ’80 in bikini e rollerblades, che lanciarono occhiate molto eloquenti al mio accompagnatore, il quale faceva finta di non notarlo. “Tom… lo sai che quelle ti hanno praticamente mangiato con gli occhi?” commentai tirandogli dei colpetti nelle costole col gomito. “Ah davvero? Non l’ho notato!” rispose candidamente “Certo Tom, come no! Se solo avessero potuto ti si sarebbero fiondate contro! Non mi sembravano ragazze che si sarebbero fatte problemi! Come ti dico sempre: sei un sex symbol, caro! E per le ragazze sei un gran tocco di manzo!” gli dissi facendolo strozzare col sorso che mi aveva appena fregato.
“Che a proposito di tocchi di manzo…” commentai abbassando le lenti osservando l’uomo che stava facendo jogging che ci stava venendo incontro. Barba incolta, maglietta abbastanza attillata, pantaloni lunghi. “Sei imbarazzante.”
“Non sono imbarazzante, Tom! Sono una donna single in preda a sbalzi ormonali!”
“Sei incinta?”
“Certo. E’ stato lo Spirito Santo.” Commentai sarcasticamente continuando a guardare davanti a me.
“No, non ci credo…” commentò Tom sorridendo.
“Cosa?” “Non ci credo!” “Ma non credi a cosa?”
Lo vidi alzare il braccio, agitandolo. L’uomo che faceva jogging lo notò e alzò il suo braccio rispondendo al saluto. Si avvicinò a noi e mi vergognai come una ladra.
“Hiddleston!!” esclamò l’uomo abbracciandolo.
“Evans! Allora, come va?” gli chiese tirandogli una pacca sulle spalle.
“Tutto a posto! Stavo facendo un po’ di jogging. Qui la vista è meravigliosa. E non sto parlando del mare!” gli disse sghignazzando. Li guardai sconvolta: avevo visto che Tom aveva un gran bel rapporto con l’altro Chris, non pensavo assolutamente che fosse culo e camicia pure con l’altro.
Mi schiarii la gola, giusto per ricordare ai giganti davanti a me che esistevo pure io e di tenere i commenti maschilisti a quando si sarebbero rivisti. L’uomo si girò sorridente colpendomi in pieno coi suoi occhi azzurri. “Ciao! Piacere, Christopher!” disse tendendomi la mano.
Tentai di recuperare un po’ di attività cerebrale e di mettere insieme delle parole per fare una frase di senso compiuto. Tom mi salvò in corner.
“Scusami, mi sono dimenticato di presentarvi. Chris, lei è Lilia. Lilia, lui è Chris!” “Piacere!” gli dissi stringendogli la mano. “Cavolo! Ti stanno facendo sudare quelli della Marvel!” commentai recuperando lentamente qualche neurone. “Già. Sono in pieno allenamento per il prossimo Capitan America! Senti Hiddleston, ma già che sei in California… Vediamoci per una cena stasera!” “Sono qui con lei, mi sentirei un infame se la lasciassi da sola in hotel tutta sera!” “Ma è la tua ragazza?” “Ma va!!!” risposi automaticamente in coro al mio amico. Chris ci pensò un attimo per poi esordire con “Che problema c’è. Andiamo tutti e tre. Che ne dite?”.

Alla fine aveva insistito talmente tanto che avevamo accettato. 
Ci trovammo davanti al Cafè d’Etoile sulla Santa Monica Blv per le 8 di sera e, in un tavolo in un angolo tranquillo cominciammo la nostra cena.
Chris era nel mezzo di un racconto di qualche figuraccia di Tom sul set del primo Avengers, quando si voltò verso di me di scatto. “Scusami… è tutta sera che ci penso, ma ti ho già vista prima?”  mi chiese stringendo gli occhi fino a farli diventare fessure.
“Personalmente no, ma sicuramente hai visto qualche film!” rispose Tom al posto mio. Lo stavo adorando. Mi stava salvando da epiche figure di- ehm… cioccolato. “Ecco!! Mi sembrava!! Hai recitato nell’ultimo film che è uscito di Ron Howard, vero?” “Esattamente. C’era l’altro Chris, quello col martello! E non continuate che altrimenti arrossisco!” li minacciai entrambi con la forchetta.
“Ehy, perché non le fai fare un’audizione in Marvel?” propose Chris ad un Tom esagitato che accolse al volo la proposta. “Ragazzi, non per riportarvi coi piedi a terra… ma stiamo parlando di Kevin Feige. Marvel. Si parla di blockbusters!” “E allora? Se sei così brava potresti provarci!” “Il mio agente non me l’ha neanche proposto quel provino. Ragazzi, potrebbe non fare per me!” “Oh ma per favore! Se non ci hai nemmeno provato come puoi dirlo?” disse Tom puntandole contro di rimando la forchetta.
“A te lui non va bene. Ha un brutto ascendente su di te.” Commentai indicando il terzo presente alla cena, che se la rideva, con un cenno della testa.
Lo guardai e sorrisi senza pensarci. Lo vidi girare lo sguardo verso di me e puntarmi gli occhi addosso mentre il riso si smorzava. Rimase sorridente e probabilmente restammo così per qualche secondo di troppo perché Tom dopo poco si alzò, scusandosi, di dover andare in bagno. Non mi aveva convinto molto quel mezzo sorriso che aveva stampato sulla faccia mentre lo diceva. L’idiota ci aveva visto lungo.
Chris si girò catalizzando tutta la sua attenzione nei miei confronti. “Allora. Lilia. Non è un nome particolarmente anglosassone!” mi chiese bevendo un sorso dalla bottiglia di birra chiara che aveva in mano. Ridacchiai “Eh… no. O meglio. Io sono inglese. Mia madre anzi è nata e cresciuta nelle meravigliose Highlands. Mio padre invece è un figlio degli anni 60’ che studiando a Edimburgo ha trovato lei e ha lasciato i miei nonni disperati in pianura padana!” gli spiegai sorridendo al cameriere che mi portava una coppa gelato con fragole.
“Davvero?? Anche mia madre è italoamericana! Bè, tu saresti italo-britannica, ma hai capito!” mi disse un po’ impacciato facendomi ridacchiare. “Quanto rimanete qui?” mi chiese sorridendomi dolcemente, le labbra incurvate in un sorriso che non riuscivo a decifrare.
“Ancora qualche giorno, ci siamo presi una breve vacanza tra una ripresa e un’altra! Cambiare clima ogni tanto serve!” “Allora provo a chiedertelo, in caso mi va male: ti andrebbe di uscire con me una di queste sere? Lasciamo Tom da solo che è grande abbastanza e io ti porto in un posto meraviglioso!” “Se si tratta di casa tua puoi anche scordartelo.” gli risposi con nonchalance mentre mi avvicinavo un bicchiere d’acqua alla bocca, facendolo quasi strozzare con la sua birra. “Perché tutte le donne pensano che cerchi di portarle a letto?” “Perché forse mi stai guardando come se fossi una coppa gelato da tutta sera?” “Touchè! Allora?” mi incalzò lui, cercando di avere una risposta definitiva. “La mia risposta rimane uguale a prima, Mr Evans.” “Ok, giuro solennemente di non cercare di portarti a letto o di allungare le mani durante l’appuntamento! Parola di boy-scout!” promise alzando una mano e mettendosi l’altra sul cuore. Lo guardai seria per qualche secondo, ma la sua espressione da bravo ragazzo mi fece scoppiare a ridere in poco tempo. “E va bene, Evans! Ma azzardati a saltarmi addosso, portarmi in un qualche posto imboscato o a casa tua e giuro, giuro che diventerai per la sfortuna del resto del genere femminile Christina.” Lo minacciai col cucchiaino facendolo scoppiare a ridere a sua volta per poi farlo esultare.
Tom tornò al tavolo poco dopo “Allora, mi sono perso qualcosa?”.

“Tu, dannato inglese doppiogiochista!” ringhiai contro Tom quando fummo da soli in ascensore. “E io che avrei fatto questa volta?” mi chiese alzando le mani in segno di resa “Certo. Tu non sai nulla. Tu sei Thomas William Innocenza Hiddleston! Come potresti mai fare una cosa simile?!” risposi mettendomi una mano in faccia.
“Colgo del sarcasmo!”
“Nooooooo… tu dici?”
“Ti ha chiesto di uscire, vero?” mi chiese sorridendo sornione come un gatto che ti ha fregato il posto sul divano e non ha la minima intenzione di alzarsi.
“Ma allora lo sapevi!!!! Sei un bastardo doppiogiochista!”
“E che paroloni! Volevo solo dargli un opportunità. Non te l’avrebbe mai chiesto se fossi rimasto lì per tutto il tempo! Ti ha guardato come se fossi un budino squisito per tutta la sera.” “Tu devi lavorarci su questa dipendenza da budino, Tom. Seriamente.”
L’ascensore si aprì arrivando al 4^ piano. Uscimmo e lui continuò il discorso.
“Smettila, hai capito di cosa parlo!” “Sì, ho capito… ma non lo so, gli ho detto di sì così evitava di insistere per tutta la sera. E se mi salta addosso? Lo sai che ho poca autonomia e sono mesi che sto facendo la suora!” “Tesoro, se non è successo nulla dall’ultimo aggiornamento sono ben 18.” “Eh, mettiamo pure il dito nella piaga.”
“Lilia, seriamente… vivi! Da quando hai rotto con-” “Non pronunciare nemmeno quel nome!!” “…lo stronzo, non stai più vivendo. Non ti stai più godendo la vita! E soprattutto non vuoi buttarti in nulla tranne che nel lavoro. Conosco Chris, è un bravo ragazzo. Se hai messo giù quei paletti non li supererà mai. Fidati di me… escici. Tanto stiamo qui ancora per qualche giorno, Los Angeles è grande. Se poi non ti ci trovi bene non lo incontrerai mai più!”
“E se mi capita di fare un film con lui?”
“Dettagli. Sei un’attrice e puoi fingere che qualcuno ti stia simpatico!”
Mi misi a ridere “Come Goldie Hawn nel Club delle Prime Mogli! Io sono un’attrice!! Ce le ho tutte le emozioni!”
Tom rise e mi abbracciò “Non preoccuparti e vivi. Buonanotte cara… a domattina.” “Buonanotte Tom!” risposi rispondendo al suo abbraccio da orso andando in camera.
Mi misi in canottiera e pantaloncini sul letto, il condizionatore che andava mantenendo fresca la camera d’albergo. Mi misi comoda continuando il libro che stavo leggendo al momento quando il cellulare vibrò facendo comparire sullo schermo una notifica di Whatsapp.
Non conoscevo il numero.
Aprii l’applicazione e quando premetti l’indice sulla conversazione vidi un’immagine. Chris Evans in una vasca da bagno che si faceva un selfie e le reazioni del cast di Avengers. Un’immagine che avevo già visto e che mi faceva ridere ogni santa volta e da questa capii da chi mi arrivava il messaggio.
Allora… ci vediamo domani sera?
Mi voltai verso il muro dietro il letto, sapendo che la mia camera era attaccata a quella di Tom e urlai “TOM, SEI UNO STRONZO!!!”.
E va bene, Evans. Domani puoi portarmi in giro!
La risposta arrivò nel giro di pochi secondi.
Ho in mente un piano. Pronta per le 10 del mattino! Mettiti il costume! A domani!
Guardai lo schermo del telefono. “Certo. Ora pure il costume devo mettermi.”

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Angolino del disagio
Buongiorno a tutti!! :D bene, questa volta mi sono buttata (figurativamente, non letteralmente - purtroppo) su Chris Evans.
Il nostro bel Capitan America ha il suo fascino e, ci ha messo il suo tempo, ha affascinato pure me. Tom dovevo aggiungerlo! E' onnipresente!
Spero di leggere il vostro parere (positivo, negativo, critiche, etc..) e a tra una settimana! :)
Bascioni, Lalli :3

   
 
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