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Autore: Horses are my life    22/03/2016    1 recensioni
One shot ambientata durante l'incidente aereo, mentre Arizona e gli altri sono ancora dispersi. Secondo la scienza l’abbraccio favorisce la produzione di ossitocina, l’ormone della felicità che allontana stress e favorisce la memoria. Ma di chi sono le braccia che Arizona sente stringerla?
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arizona Robbins, Mark Sloan, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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Non scrivo da tantissimo tempo ed è in assoluto la prima volta che scrivo qualcosa su Grey's Anatomy. Il mio telefilm preferito, il mio personaggio preferito... Spero vi piaccia e se così non sarà vi chiedo scusa per il tempo perso a leggerlo. Ciao a tutti!


Erano ormai giorni che si trovavano in quel maledetto bosco, al freddo, senza acqua né tanto meno cibo.
Nessuno ancora li aveva trovati, eppure oramai dovevano essersi accorti della loro assenza. La speranza però iniziava
ad abbandonare pian piano tutti i chirurghi coinvolti nell’incidente.
Arizona e Mark erano quelli che avevano avuto la peggio durante l’impatto ed erano quelli che più duramente stavano lottando
per poter sopravvivere e tornare a casa, entrambi aggrappati alla voglia di rivedere Callie e Sofia. Era questo pensiero a dar ancora
forza a quei due che trovavano conforto ognuno nelle braccia dell’altro, una stretta di mano, una carezza tra i capelli, un bacio leggero…
Loro comunicavano così, era questo il loro modo di dirsi << ci siamo dentro insieme, non avere paura perché ci sono io con te>>.

Mark era poggiato con la schiena ad un pezzo dell’aeroplano e stringeva tra le braccia una tremante Arizona, scossa da spasmi febbrili
dovuti alla pesante infezione contro cui il suo corpo stava cercando in tutti i modi di combattere.
Il chirurgo pediatrico era sempre stata un’amante degli abbracci, le piaceva essere stretta e coccolata tra le braccia delle persone che amava.
Certamente in quel momento avrebbe di gran lunga preferito le braccia di sua moglie a quelle dell’uomo che si trovava alle sue spalle; non era per Mark, lei adorava Mark, ma se fosse stata Callie a tenerla stretta in quel momento, beh sarebbe stato meglio ecco..
Eppure c’era qualcosa di così familiare e rassicurante in quella stretta… Non ne capiva pienamente il perché, quando mai lei e Mark si erano abbracciati? Probabilmente era la febbre a farla vaneggiare e a farle sembrare quella una situazione abitudinale.
Chiuse nuovamente gli occhi e si abbandono al leggero tepore che il corpo di Mark emanava.

E poi la sentì, chiara e limpida come non la sentiva da tempo, una risata leggera ed allegra che avrebbe riconosciuto tra mille.
In quell’istante sentì altre braccia stringerla, altre labbra poggiate alla sua tempia ed un profumo completamente diverso invaderle il naso e la mente. Conosceva perfettamente quelle braccia che l’avevano sorretta e protetta per anni, quelle labbra avevano sfiorato la sua pelle infinite volte sempre con estrema dolcezza ed aveva indossato parecchie volte maglie un po’ troppo larghe per lei solo per sentire quel profumo ancora una volta. Era di nuovo nel suo porto sicuro, di nuovo tra le braccia del suo bravo marinaio nelle tempeste. Il suo primo grande e puro amore. Suo fratello, il suo Timothy.

Erano sempre stati davvero molto uniti, probabilmente il fatto che erano costretti a trasferirsi praticamente ogni 18 mesi aveva influito non poco.
L’unica costanza che avevano nelle loro vite, fatta eccezione per i loro genitori, era proprio la presenza l’uno nella vita dell’altra.
Vi erano stati innumerevoli abbracci tra i due fratelli, alcuni più importanti di altri, ed Arizona quest’ultimi li ricordava tutti alla perfezione.

La prima volta che le braccia di Tim strinsero la sorellina fu proprio il giorno in cui quest’ultima venne alla luce; ovviamente Arizona non
ne aveva memoria ma ricordava perfettamente la foto di quel momento. Un piccolissimo Tim di appena tre anni era seduto composto sulla
poltrona accanto al letto della mamma, tra le esili braccia teneva un fagottino tutto rosa. Il fratello la guardava con un gran sorriso e con gli occhi innamorati, iridi blu innamorate che avrebbero presto visto lo stesso identico sguardo riflesso negli occhi della sua piccola peste.

Il primo vero abbraccio di cui però il biondo pediatra ha memoria è di qualche anno dopo, stavano entrambi giocando in cortile mentre
i genitori erano in casa, avevano affidato a Tim il compito di sorvegliare la sorellina e Tim, da bravo fratello maggiore qual era, lo stava facendo al meglio. Poi fu un attimo, Tim stava recuperando il pallone che era andato a finire poco più in là mentre una farfalla passò davanti alla sorellina che iniziò a rincorrerla e poco dopo inciampò ritrovandosi per terra. Non fece neanche in tempo ad iniziare a piangere perché suo fratello era già lì a rassicurarla abbracciandola forte con le mani tutte appiccicate che cercavano di pulir via la terra dal suo bel vestitino.

Poi vi erano state le tantissime volte in cui in piena notte sgattaiolava fuori dal suo letto e correva in quello di suo fratello, che pazientemente
scostava le coperte facendole spazio, stringendola a se fino al mattino seguente.

Ah e come dimenticare la volta in cui finalmente decise di confessargli il fatto che fosse lesbica? Era terrorizzata da una sua possibile reazione, aveva paura che non l’avrebbe accettata. Invece si era limitato a chiederle se questo significava che avrebbe sposato una ragazza, lei aveva
annuito timidamente ed allora lui aveva sorriso le aveva detto << ballerò come un pazzo al tuo matrimonio>> , poi l’aveva stretta forte sollevandola da terra facendola danzare per tutta la stanza.

A quello ne seguirono molti altri: il diploma, l’ammissione alla scuola di medicina, i suoi compleanni, i compleanni di lui, la prima volta che
lo vide in divisa, la prima volta che partì in missione, quando tornò per Natale e quando partì per non tornare mai più…

Quest’ultimo lo ricorda dolorosamente bene, era una mattina di settembre e le lezioni non erano ancora iniziate;
erano in aeroporto, lei, lui ed i loro genitori. Tim abbracciò forte loro padre che lo guardava con un misto di orgoglio e dispiacere, poi fu
la volta della mamma che singhiozzando lo strinse a se facendogli milioni e milioni di raccomandazioni.
Infine si voltò verso di lei, era bellissimo nella sua uniforme. Spalle aperte, mento alto e sguardo fiero. Arizona si buttò a capofitto tra le sue
braccia che prontamente la strinsero forte, lei affondo il viso nel suo petto inspirando forte, lui immerse il suo nei biondi capelli di lei baciandola ripetutamente. Rimasero così a lungo, non voleva proprio lasciarlo andare; se avesse saputo in quel momento che non avrebbe più potuto
abbracciarlo lo avrebbe stretto ancora più forte. << tornerò presto, prima che tu possa renderti conto della mia assenza sarò già qui a romperti le scatole sorellina >> gli aveva detto questo, ma questa volta non aveva promesso.
Aveva rivolto loro un gran sorriso e si era voltato, non tornò mai più..

Voleva tornare a casa, lo voleva davvero. Voleva baciare di nuovo Callie e sentire Sofia ridere, lo voleva davvero. Ma se così non fosse stato, se i soccorsi fossero arrivati troppo tardi… Aveva il suo porto sicuro ad aspettarla, in un modo o in un altro sarebbe tornata a “casa”, in entrambi i casi avrebbe trovato amore. Calliope o Timothy. Da qualcuno sarebbe tornata.
  
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