Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |       
Autore: Smeralda Elesar    22/03/2016    5 recensioni
Se i Saint della dea Athena avessero la possibilità di tornare ai loro doveri, Saga e Kanon sarebbero da considerarsi ormai custodi della Terza casa e della Cloth di Gemini a pari merito.
Sono in grado di adempiere al loro doveri in modo equilibrato?
Sapranno discutere pacatamente per appianare le divergenze?
Sono tornati redenti dall'aldilà per ricominciare una pacifica esistenza fianco a fianco?
...
Ovviamente no! Che credevate?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Multiforme ingegno

(completamente sprecato per futili scopi)

***

 

-È la mia missione, Saga! Il Sacerdote l’ha affidata a me!-

Esclamò Kanon risentito.

-Ho capito, Kanon, ma perché devi andarci da solo?-

-Stai mettendo in dubbio le mie capacità? Io non sono da meno di nessuno di voi-

Quando capì che lo stava offendendo Saga decise di cambiare tattica.

In effetti tutta quell’eccessiva apprensione poteva essere scambiata per scarsa fiducia, soprattutto da un tipo orgoglioso come Kanon.

-Perdonami, non volevo insinuare dubbi. Però sono preoccupato per te. Permettimi di accompagnarti. Resterò nell’ombra, te lo prometto. Voglio solo… vegliare su di te-

Alle ultime parole lo sguardo di Kanon perse un po' di severità.

-Saga…- cominciò, poi scosse la testa e guardò verso lo scrigno che conteneva la Cloth di Gemini.

-Mi prometti che mi lascerai combattere senza interferire?-

-Te lo prometto, fratello-

-E va bene… allora vai a metterti qualche protezione per gomiti e ginocchia e poi partiamo-

Saga gli sorrise.

 

***

 

-Allora, dove andiamo? … Kanon? … KANON?!!-

Nessuna risposta, solo un pesante silenzio tra le colonne della Terza Casa, lo scrigno vuoto e l’assenza di suo fratello.

Saga serrò i pugni tremando di rabbia.

Accidenti, si era fatto fregare come un bambinetto! Kanon era sempre stato furbo, figurarsi se non trovava il modo di toglierselo di torno senza faticare a discutere con lui!

Avrebbe potuto farsi dire da qualcuno dove sarebbe dovuto andare Kanon e raggiungerlo comunque, ma a che pro visto che suo fratello gli aveva fatto capire chiaramente che non gradiva la sua presenza?

Non gli rimase altro da fare che restare a rimuginare i suoi cupi pensieri.

 

***

 

Otto ore dopo, al tramonto, eccolo lì, il suo ostinato fratello: seduto sul letto in mutande, pesto, dolorante e che lo ammoniva ad ogni sguardo a non dirgli “Te l’avevo detto che non dovevi andare da solo”.

L’armatura lo aveva protetto bene, ma la pelle tra il gomito e la spalla e tra il ginocchio e la coscia, per non parlare di viso e collo, era decorata da una miriade di tagli, da graffi superficiali a qualche brutta escoriazione.

E ovviamente era toccato a Saga, scuro in faccia come le Simplegadi, armarsi di santa pazienza, cotone e disinfettante e farlo smettere di sanguinare.

-Outch! Saga! Ma c’è bisogno di versarmi addosso tutta la boccetta di tintura di iodio?-

-Taci. Se tu mi avessi dato retta non ne avresti avuto bisogno-

Gli avvolse il braccio in un’unica, larga benda, per coprire tutte le ferite.

Stessa cosa fece con l’altro e sulle gambe.

 

-E c’è bisogno di mettere tutto questo cerotto per fissare la benda? Mi dà fastidio-

-Stai zitto e sopporta-

-Ma è una seccatura!-

Fortunatamente Saga era a testa bassa con i capelli che gli coprivano il volto, così Kanon non vide il ghigno perfido che gli incurvò le labbra.

-Credi che io mi diverta a stare qui a confezionarti come un pacchetto di Natale? Lo so che è seccante-

“In compenso, domani strappartelo sarà un vero spasso”

Ed aggiunse un altro giro di cerotto per essere ben sicuro che l’indomani, al momento di rifare la medicazione, Kanon avrebbe provato l’ebbrezza di una ceretta non programmata.

“Così impari a fregarmi, fratellino”

 

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

Secondo la mitologia le Simplegadi erano rocce che stavano ai due estremi dello stretto del Bosforo e quando passava una nave si muovevano una incontro all’altra per stritolarla nel mezzo. Giasone con gli Argonauti fu il primo che riuscì a passare e da allora le Simplegadi se ne stanno ferme e buone dove la natura le ha sistemate.

Vengono descritte sempre come “kyaneas” cioè “livide” “scure”.

 

Cantuccio dell’Autore

 

Beh… hem… ok, la smetto di cercare giustificazioni: mi passava per la testa questo tarlo demenziale e l’ho scritto. Punto.

Chiedo venia e prometto un uovo di Pasqua a chiunque è arrivato a leggere fino alla fine senza collassare.

 

                                      Makoto

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Smeralda Elesar