Alzai lentamente le palpebre, la luce pungente dell'infermeria mi fece immediatamente richiudere gli occhi fino a che le mie irridi non si abituarono. Non riuscivo a muovere un muscolo, accanto a me c'era una graziosa ragazza dai capelli del colore dei mandarini addormentata con il viso schiacciato contro il lenzuolo, emanava anche lo stesso dolce aroma.
Non riuscivo a ricordare, la mia mente era completamente annebbiata, tutte le volte che cercavo di ritornare indietro con il pensiero sentivo una forte fitta alle tempie che mi costringeva a chiudere gli occhi e riaprirli solo una volta rinunciato.
Quando finalmente sentii di poter muovere il mio corpo notai che una mano continuava a rimanere ferma. Girai il viso di lato e notai una mano più possente della mia posata sulla mia pelle liscia, quel tocco bruciava sulla mia carnagione, come avevo fatto a non rendermene conto?
Feci per allontanare la mano, ma quell'altra me lo impedì.
«Sanji...Sanji ti sei svegliato! Come ti senti?»
Squadrai sulla difensiva il viso di quel ragazzo. Aveva la pelle leggermente scura e gli occhi color nero pece, sotto di essi vi erano delle grandi occhiaia e le labbra erano piene di pellicine, come se per qualche motivo se lo mordesse, torturandole. Ogni suo lineamento era messo al posto giusto, perfino i capelli a spazzola che aveva, di un insolito color verde muschio, gli stavano molto bene.
Quel viso era estremamente familiare, solo chi era?
L'espressione del ragazzo di fronte a me da sollevata e entusiasta si tramutò e assunse dei tratti preoccupato.
«Sanji.. Ti senti bene? Vuoi che chiami Chopper?»
Chiese senza ricevere risposta, per la seconda volta. Questa volta analizzai la sua voce. Era roca, stranamente tremante, ma anche molto sensuale.
Finalmente dopo qualche secondo di interminabile silenzio decisi di parlare.
«Dove mi trovo?»
Il ragazzo dai capelli verdi non ci pensò due volte prima di rispondermi.
«Sei nell'infermeria della nave, sei al sicuro adesso..»
Non capii, e sembrava che l'altro non capisse perché io non capivo.
«Chi sei tu?»
Chiesi allora titubante. Avevo come l'impressione che ci fosse qualcosa di estremamente sbagliato in quella domanda, ma decisi di porla ugualmente.
Il ragazzo dalla pelle ambrata si alzò immediatamente e liberò finalmente la mia mano. In quel momento sentii quasi che, senza la sua di mano, la mia fosse tremendamente gelida.
L'altro mi rivolse un sorriso decisamente forzato ed uscì dalla stanza urlando il nome di qualcuno, forse il dottore.
In quel momento la ragazza che stava dormendo vicino al mio lettino si svegliò e alzò lentamente il capo. Appena puntò il suo grazioso sguardo verso di me notai della paura nei suoi occhi.
«Sanji! Cos'hai stai male? Perché piangi?»
Immediatamente mi portai una mano, la stessa mano che ormai sentivo priva di calore, a sfiorarmi il viso. Calde lacrime mi rigavano il viso.
Non capivo.


«Sembra quasi un sogno! Non credi, cuoco?»
Ghignò una voce roca e sprezzante.
«Ringrazia che sia vero, Marimo, non lascerò che ti svegli e che dimentichi ogni cosa!»
«Non lo dimenticherò»
«Promesso?»
«Promesso.»


Angolo dello Sclero!

Che dire.. è la prima volta che mi cimento con la ZoSan, ma era da un po' che mi girava per la testa l'idea di provarci ed eccomi qui, spunto fuori dal nulla con una Flashfic angst che mi ha fatto piangere perfino mentre la scrivevo, spero solo di riuscire a mandarvi tutti i sneitmenti che ho provato e che i nostri protagonisti hanno provato.
Devo ammettere di aver amato scrivere di questi due e credo che continuerò a scrivere su di loro. Ditemi se il mio piccolo esperimento vi ha fatto piacere <3
Kisses Tsuki :3