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Autore: abbi fede    21/03/2005    10 recensioni
La storia di ragazzo tradito dal suo migliore amico, ma soprattutto dalla sua ragazza. La storia è un po' astratta e l'uniche cose che si mettono in evidenza sono la rabbia, l'amore e la ragione. Se siete amanti dei finali a sorpresa ve la consiglio...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Fight

Fight

 

Quel pomeriggio ero solo alla ricerca disperata di un varco utile per abbandonare la mia triste esistenza, che nell’arco di pochi minuti era diventata grigia come non mai…

 

 

Colpivo più forte che potevo, non me ne importava niente. Se avessi potuto fare più male di quello che già stavo facendo, lo avrei fatto. Stringevo i pugni e lo colpivo, tanto da farlo cadere a terra, lui, non reagiva alle mie provocazioni, e questo mi rendeva ancora più furioso. Il mio “amico”… Questa era la causa scatenante di questa mia reazione violenta.

Intanto molti studenti si avvicinarono curiosi ad osservare cosa stava accadendo, ed ero cosciente che il passaparola era già iniziato, e che di lì a poco un professore sarebbe intervenuto e di certo non l’avrei passata liscia.

Avevo gli occhi che bruciavano, ma questo non mi impedì di inginocchiarmi a terra e di immobilizzarlo con il braccio destro a quel duro pavimento di pietra. Estrassi con sicurezza la bacchetta dalla tasca, e mirandolo diritto in mezzo agli occhi iniziai a urlare “Perché? Perché mi hai fatto questo?” Lui aveva la faccia livida e del sangue che gli scorreva da un taglio che aveva sulla fronte, io tremavo, avevo paura, ma ero deciso. Harry non parlava, stava in silenzio e mi osservava, ormai i suoi occhiali erano volati chissà dove, anche lui aveva gli occhi lucidi “Mi dispiace” e nel dire queste due parole una lacrima si sganciò dai suoi occhi. Stranamente a me non faceva pena e a quel punto mi ero deciso a scagliargli una fattura, quando…

“No! Ron non farlo ti prego!” la sentivo… Piangeva disperata, era dietro di me, girai il capo per vederla, con la mano si copriva la bocca e mi guardava.

Ero distrutto.

Eppure non riuscivo a esprimere quello che avevo dentro, i  miei occhi divennero cocenti. Mi rialzai lentamente, il gruppo di ragazzi che si erano avvicinati avevano avuto paura e si vedeva dalle loro facce al dir poco sconvolte. Hermione mi fissava, e mentre le passai affianco per rientrare al castello mi afferrò un braccio, istintivamente scossi quel braccio con potenza per farla staccare. Non sopportavo più il suo contatto e in poco tempo mi ritrovai a camminare senza meta nei bui corridoi del castello.

E pensare che solo un mese prima avevo tutto… Come una distrazione così futile, mi aveva fatto perdere in un sol colpo un amico e la ragazza della mia vita ancora non riuscivo bene a capirlo. Hermione proprio tu… Ed Harry

Incosciamente mi trovavo al settimo piano, e passando davanti alla stanza delle necessità mi sembrò una buona idea passare un po’ di tempo lì, da solo. Aprii velocemente la porta ed entrai. La stanza era piena di credenze, e appena mi mossi un po’ per far si che la porta si richiudesse, caddero delle stoviglie… Improvvisamente mi sentivo meglio. Ogni passo che facevo distruggevo qualche stoviglia, al che capii il loro scopo. Spinsi con forza la prima credenza, cadde a terra provocando un disastro, tutte le stoviglie che conteneva la credenza erano ormai in frantumi, il loro rumore liberava la mia anima da quel peso che opprimeva la mia gola, e così feci anche per le restanti tre credenze.

Il rumore…

 I cocci rimanenti come cadaveri giacevano a terra infranti, la mia attenzione si posò su una poltrona, che l’attimo precedente era coperta dall’imponenti credenze. Il piccolo caminetto adiacente alla poltrona era acceso. Ero stanco, infreddolito e la cosa più naturale da fare mi pareva evidente. Abbandonai il mio peso sulla comoda poltrona in attesa di una visita, che sapevo sarebbe arrivata. Il continuo mutarsi del fuoco, mi aveva incantato, improvvisamente mi sentivo meglio. Avevo poggiato i gomiti sui ginocchi, e sporgendo in avanti il busto posai tra le mani il mio volto.

La porta si aprì, ed io ero pronto.

In quel macello era impossibile passare inosservati. Appoggiasti le tue mani sullo schienale della poltrona. Mai mi era parso ascoltare una domanda tanto stupida uscire dalla tua bocca “Perché?”, mi veniva da ridere. Mi rialzai lentamente dalla mia seduta, e senza voltarmi risposi con tono pacato, anche se in verità avrei voluto urlargli contro tutto il mio disprezzo “Perché? Pensi veramente di poter giocare con me?” e nel dire quest’ultima parola mi voltai, la guardai diritta negli occhi, sapevo che non poteva reggere il mio sguardo, ma volevo metterla alla prova…

Avevo ragione. Abbassò immediatamente lo sguardo sgomenta.

Mi faceva schifo. Le parole uscivano da sole dalla mia bocca senza sostare neanche un istante nel cervello “Credevo che tu fossi diversa dalle altre…Ma anche la geniale Hermione Grenger sbaglia, o no?” cominciai ad agitarmi, a muovermi per la stanza che stava improvvisamente diventando troppo stretta per noi due. Ron, mi spiace se pensi questo di me.” I nervi mi stavano scoppiando “Che cosa dovrei pensare? Dimmelo tu no? Visto che tu sai sempre tutto?”  il mio tono era tutt’altro che pacato, Hermione… Si vedeva che non avevi paura “Vedi come sei? E’ un mese che stiamo insieme, e tu non hai fatto altro che mettermi sotto pressione!” si stava arrampicando sugli specchi. “E allora perché non mi hai LASCIATO prima?” ci fu un attimo di esitazione da parte di tutti e due, e poi continuai “Se Harry ti da quello che non ti do io! LASCIAMI, non farmi soffrire!” non m’importava niente se ero diventato rosso come un pomodoro, volevo una risposta e la volevo subito “Io NON posso lasciarti, perché Harry non mi da quello che mi dai tu! Sono un idiota! Devi capire che per me non è significato niente quello che c’è stato tra Harry e me! Tu sai bene che quello che c’è tra di noi è diverso!” Avevo l’adrenalina a mille, il cuore mi pulsava talmente forte… Presi la sedia con una mano e la scaraventai a terra con violenza, eliminando l’unico ostacolo che ci separava, ci ritrovammo a meno di venti centimetri “E’ diverso! Da che è diverso? SPIEGAMI! Se era diverso perché lo hai buttato così…”

Stavamo piangendo.

“Io non posso lasciarti perché... Ti amo” Non me l’aveva mai detto prima. Lei mi guardava con i suoi occhi gonfi, io avevo smesso di piangere. Le accarezzai dolcemente i capelli e asciugai le lacrime. Ero commosso. Lei allora si alzò sulle punte, come quella volta al quinto anno e ci baciammo dolcemente per qualche secondo. Ci guardammo. Io sapevo esattamente cosa fare… Mi allontanai da lei, e molto lentamente mi diressi verso la porta e prima di aprirla le dissi

“Lo sai qual’è la cosa più strana…E’ che anche io ti amo…”  

E’ strano come una storia possa finire con un “ti amo”, ma quel giorno non finì solo la nostra storia, ma anche la nostra amicizia… E nell’attesa che qualcosa cambi, cammino a testa alta, perché so di aver fatto quello che lei non avrebbe mai fatto.

Per adesso posso incontrarla nei miei sogni, ed è lì che le sussurro

“Ti amo”       

 

 

 

 

Mi sono concessa un po’ di pausa… (come al solito) Sto in seria crisi con le altre due fic, e per non partorire un obbrobrio di storia ho lasciato correre un po’ di tempo… Presto aggiornerò Nessuno    

Spero che questa piccola fic vi sia piaciuta, in caso contrario siete autorizzati a lanciare pomodori e uova marce!

Vi ringrazio in tutti e due casi, perché avete speso tempo per leggere questa leggera e triste storia…

 

abbi fede!

                                            

                        

  
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