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Autore: Chocolat95    25/03/2016    2 recensioni
“E in cosa consisterebbe, questo metodo alternativo?”
Minos lo aveva preso in trappola, o meglio, lui gli aveva dato la possibilità di farlo, avventandosi contro l’avversario con troppa sicurezza e ora si trovava avviluppato nei suoi fili invisibili. Era stato avventato, aveva dimenticato che il nemico aveva avuto modo di conoscere le sue mosse, mentre lui non conosceva ancora quelle dell’altro.
Dovette riconoscere con irritazione e una piccolissima punta di sconcerto, di trovarsi in una situazione del tutto favorevole al Grifone, quindi decise di ascoltare quell’inaspettata proposta, se non altro per prendere tempo.
“Ti basti sapere che inizia così”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Grifon Minos, Pisces Albafica, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“E in cosa consisterebbe, questo metodo alternativo?”

Minos lo aveva preso in trappola, o meglio, lui gli aveva dato la possibilità di farlo, avventandosi contro l’avversario con troppa sicurezza e ora si trovava avviluppato nei suoi fili invisibili. Era stato avventato, aveva dimenticato che il nemico aveva avuto modo di conoscere le sue mosse, mentre lui non conosceva ancora quelle dell’altro. Più aveva tentato di liberarsi più era stato sbattuto qua e là contro la sua volontà ritrovandosi tutto sporco e scomposto. Non che ad Albafica questo importasse ma al Giudice sembrava quasi dispiacere vederlo in quello stato, tanto che dopo aver mandato via tutti i suoi sottoposti con una scusa, gli aveva proposto di affrontarsi diversamente “per non essere costretto a deturpare ulteriormente la sua bellezza”.

Quanto lo aveva odiato all’udire quelle parole, se prima lo vedeva come un generico nemico, adeso lo detestava in quanto Minos del Grifone che osava parlargli in quel modo. Ma chi si credeva di essere per considerarlo una bambolina incapace di combattere?! Gliel’avrebbe fatta vedere lui! Però dovette riconoscere con irritazione e una piccolissima punta di sconcerto, di trovarsi in una situazione del tutto favorevole al Grifone, quindi decise di ascoltare quell’inaspettata proposta, se non altro per prendere tempo.

“Ti basti sapere che inizia così” e non si diede quasi il tempo di finire che già si era avventato sulle sua labbra, per catturarle in un bacio ardente che divenne subito invasivo.
A quel contatto Pisces sgranò gli occhi. Questa sì che non se l’aspettava.
In realtà non gli era sfuggita la scintilla che si era accesa nello sguardo del suo nemico quando lo aveva posato su di lui, tante volte lo aveva visto in altre persone, un bagliore misto di stupore ammirazione curiosità e nei casi più estremi anche desiderio, come questo. Ma non si sarebbe mai immaginato che sarebbe arrivato a toccarlo, a baciarlo. Tanti pensieri passarono rapidi nella sua mente, e dato che Minos non dava segno di voler interrompere tanto presto quel contatto, Albafica ne approfittò per elaborare un piano d’azione, perciò quando quello si staccò per riprendere fiato, cambiò totalmente tono ed espressione, posò la maschera da duro guerriero indossandone una completamente diversa e disse:
“D’accordo Grifone, faremo come dici tu” 

Il giudice rimasse assai sorpreso da quelle parole, non si aspettava che avrebbe acconsentito così facilmente, per come l’aveva visto fino a quel momento, si era già preparato a doverlo prendere con la forza, perché l’avrebbe avuto con o senza il suo consenso, ma così era tutto più facile.
“Bene allora, fammi vedere che sai fare” rispose liberandolo dai fili. Visto che lui ci stava, poteva anche concedergli di muoversi e partecipare attivamente.
Albafica esitò per un piccolo impercettibile attimo ma subito si riavvicinò al grifone sfiorando le sue labbra con le proprie e posandogli una mano su una guancia. L’altro, a cui la cosa sembrava già troppo lenta, lo strinse immediatamente a sé baciandolo più intensamente di prima e questa volta il cavaliere si impegnò per venirgli incontro. Le mani dello specter percorsero rapide lungo tutto il suo corpo con bramosia e immediatamente cominciarono a cercare le giunture dell’armatura per slacciarle e farla cadere.
“Come siamo impazienti - sogghignò Pisces con un sorrisino – però non credi dovresti togliertela anche tu?”

Quel tono era così suadente, o era solo sembrato a Minos? In ogni caso lo accontentò subito e la sua surplice si ricompose poco distante dopo essersi staccata dal corpo del proprietario. Poi senza perdere tempo lo strinse a sé e fermandolo però dal privarsi della sua.
“Dammi il gusto di farlo io” sussurrò al suo orecchio
E dopo averlo adagiato al suolo con una delicatezza di cui lui stesso si sorprese, cominciò a levargli la corazza pezzo per pezzo beandosi di ogni centimetro di pelle che veniva scoperto, accarezzandolo e baciandolo senza sosta.
Quando l’ebbe completamente spogliato del metallo, riprese possesso della sua bocca percorrendo allo stesso tempo tutto il suo corpo con mani febbricitanti e vogliose, lo toccò ovunque, senza freni o inibizioni sentendo già salirgli una piacevole sensazione. Prese a mordicchiarlo, qua e là, sul lobo, sul collo scendendo anche su una spalla. Quella pelle così invitante sembrava anche buona da assaggiare. Intanto con le mani percorreva sensualmente anche le gambe, pregustandosi già come sarebbero potute essere senza quegli abiti ancora ad intralciarle. Si fermò solo un attimo per contemplarlo, dopo averlo ridotto ad una scompostezza che questa volta apprezzò molto.
Notò allora le ferite che i suoi fili stretti sulla pelle e i morsi gli avevano provocato e quasi se ne dispiacque, vi passò sopra le dita come sperasse di poterle guarire e quando si accorse che anche da un angolo della bocca stillava ancora una piccolissima goccia, forse a causa della sua recente irruenza, la pulì senza esitazione con una leggera leccata.

Più lo toccava più lo voleva Minos, non ne aveva mai abbastanza, la sua pelle era così delicata e il suo profumo così inebriante che gli aveva mandato in estasi già tutti i sensi. Si stava decisamente perdendo in quel mare di sensazioni e Albafica che se ne era accorto, non poté trattenere un sorrisino di soddisfazione. Ne approfittò per ribaltare le posizioni con un’agile mossa e senza alcuna fatica cogliendo lo specter di sorpresa
“Oh, vedo che vogliamo fare sul serio” disse con un’espressione quasi beata che a Pisces sembrò più un ghigno, ma non ci badò e subito senza dire nulla si avvicinò al suo orecchio
“Chiudi gli occhi”
Quel sussurrò diede i brividi di piacere al Grifone, che non si fece domande ed ubbidì.
Sentì allora le dita dell’altro passare sul suo petto nudo e tracciare miriadi di linee immaginarie con un tocco così lieve che i brividi aumentarono. Al contempo la sua voce melodiosa, continuava ad arrivare dolce e carezzevole facendo vagare la mente del giudice che si perse nuovamente nei meandri delle sue fantasie. Ma ancor più quando quelle stesse scie diventarono umide poiché aveva cominciato ad usare la lingua e con la bocca scendeva sempre più giù.
Minos non resistette al pensiero di quello che sarebbe irrimediabilmente seguito, già gli aveva affondato le mani tra i capelli e poi non riuscì a trattenersi dall’ aprire gli occhi per guardarlo iniziare il lavoro ma Albafica si interruppe
“Se sbirci vinco io”
Il tono era sempre dolce ma aveva anche una nota decisa così il Giudice si lasciò sfuggire solo un lamento di disappunto e fece come gli era stato implicitamente detto.
Con una lentezza straziante il bel cavaliere si accinse a ricominciare ma non subito da dove era rimasto, e questa sembrò all’altro una tortura… anche se decisamente piacevole e poco dopo aver chiusi gli occhi, sentì un colpo… ma non dove si sarebbe aspettato.


Bruscamente li riaprì sentendo un dolore lancinante al petto e risollevandosi si accorse di avere una rosa conficcata all’altezza del cuore.
“Tu! Maledetto!” riacquistando subito tutta la lucidità persa fino a quel momento si avventò sul Saint di Pisces sbattendolo sul duro terreno levando una mano pronto a richiamare i suoi fili ma si rese conto con terrore che i suoi movimenti diventavano sempre meno fluidi, le dita non si muovevano e la presa era sempre meno salda. Infatti Albafica se lo scrollò di dosso senza troppo sforzo in tempo per evitare che quello gli sputasse addosso il sangue che ora usciva a fiotti dalla sua bocca.
Si mise su un fianco pulendosi con un braccio “Cosa mi hai fatto?!” chiese rabbioso
“Non lo vedi? Ti ho sconfitto, col veleno di cui il mio corpo è intriso, anche se in realtà, tu stesso sei andato a cercarlo per primo…” rispose atono
“Tu! Come hai osato, prenderti gioco di uno specter, di un Giudice infernale?!” Gli occhi prima languidi di piacere ora emettevano saette di puro odio.
Albafica non si scompose minimamente “Esattamente come tu ti sei permesso di sottovalutare così un Saint di Athena…” gli rispose con altrettanto astio e impassibile lo guardò mentre si dimenava cercando di assalirlo ancora senza riuscirci per accasciarsi poco dopo al suolo privo di vita.



Aspettò qualche attimo, poi si rialzò e cominciò a rimettersi l’armatura.
“Ma cosa diavolo è successo qui?!”
Chiese una voce alle sue spalle. Non si girò neanche perché lo aveva riconosciuto dal ghigno e dalla risata sarcastica
“Manigoldo… niente, ho solo fermato un invasore” disse calmissimo
“Ah… quindi era il suo il Cosmo che si è spento poco fa…- e indicò il corpo steso a terra – sarà contento il vecchio!” e rise come suo solito. Poi notando solo in quel momento i segni scuri sulla pelle che l’altro stava cercando di nascondere rapidamente con l’armatura chiese:
 “Vedo che vi stavate dando da fare, cosa ha interrotto questo momento così magico?”
Ignorando il suo tono ironico rispose solo:
 “Una battaglia è sempre tale in qualunque forma essa sia, e chi se lo dimentica ha già perso”
“Ah… e come hai fatto a farlo fuori?”
“Nel solito modo - e spiegò brevemente quello che aveva già detto allo stesso Minos - anche se questa volta ha fatto tutto lui perché per primo è entrato in contatto col mio veleno, io ho solo dato il colpo di grazia” e finendo di ricomporre tutti i pezzi, fece per allontanarsi.

Cancer gli balzò vicino e gli prese il mento con due dita “Di’ la verità, il fatto è che se non posso averti io, allora non ti concedi a nessuno, giusto?” un sussurro a fior di labbra che le accarezzò dolcemente.
Albafica spalancò gli occhi e lo spinse via malamente accelerando il passo, ma tale reazione non fece che confermare quanto quelle parole fossero vere, lo sapeva entrambi che era così, infatti l’altro lo riafferrò per un braccio e come se le resistenza da lui opposta fosse nulla, riattraendolo  a sé lo baciò appena gli fu vicino.  Un bacio totalmente diverso da quelli di Minos, delicato pur nella sua forza e soprattutto carico di vero sentimento.

“Siamo in mezzo ad una guerra, lasciami!” gli disse scostandolo subito anche se internamente sentiva quel distacco autoimposto come una violenza a se stesso.
Quello per tutta risposta rise “Troppi baci oggi eh? - solito tono ironico – o piuttosto ti scoccia che in questa giornata, il primo sia riuscito a dartelo quel dannato pennuto invece che il sottoscritto?”
Pisces cercò di non tradirsi di nuovo mostrando stupore per il fatto che l’altro avesse indovinato ancora una volta i suoi pensieri, ma Manigoldo se ne accorse comunque e aggiunse: “Un vero peccato sì… ma lascia allora, che ti liberi di questo peso e che me lo prenda io, tale peccato...” e gli posò nuovamente le labbra sulle sue.
Quando si staccarono Albafica lo guardò un attimo interdetto poi riprese la parola

“Ma cosa fai?! Ridammi subito il mio peccato!”  In realtà avrebbe voluto dire veleno ma inconsciamente gli uscì detto in quel modo, così come gli sembrò ovvio che avrebbe potuto portar via il veleno dalle sua labbra solo baciandolo, quindi questa volta fu lui ad accostarsi e senza accorgersene, ci mise un po’ di più prima di decidersi ad allontanarlo.
Rendendosi poi conto della sua azione, e che con essa aveva fatto il gioco del Cancro, riacquistò il suo cipiglio e liberando anche il braccio quello riprese il suo tono “Vai via…!” per poi girarsi a non guardarlo Corri a prendere quel maledetto antidoto.

Non glielo aveva detto, ma lo aveva capito troppo bene dal suo atteggiamento, il solito, quindi cominciò a balzare via sulle rocce ma prima di allontanarsi gridò “Però stasera festeggiamo” e con un veloce occhiolino sparì.
Mentre balzava via gli affiorò una riflessione; la gente solitamente temeva il cavaliere dei gemelli, e in piccola parte forse anche i suoi stessi colleghi, per via di quelle due imprevedibili facce. Ma tutti dimenticavano, che anche i pesci erano doppi… quindi altrettanto sfuggenti…e per certi versi infidi… bastava vedere come Albafica avesse appena sconfitto un nemico; fingendo di compiacerlo. Sfruttando il suo bell’aspetto era stato più che un pesce, era diventato una sirena, e come tale lo aveva sbranato dopo averlo fatto affondare nell’abisso… aveva imparato da tempo a volgere quelli che inizialmente considerava impedimenti, a suo vantaggio… con ottimi risultati a quanto pareva.

Ridacchiò pensandoci. Il suo uomo era proprio un tipo tosto. Cioè a dire il vero, per il momento era il suo uomo solo nelle fantasie della sua mente  perché orgoglioso e ostinato com’era, Pisces non avrebbe mai ammesso di ricambiare quei sentimenti, ma sapeva che prima o poi lo sarebbe stato anche nella realtà perché era chiaro che si stava solo nascondendo da se stesso.



Albafica fece finta di non sentire le sue ultime parole, e con un’espressione di falso sdegno sul volto, volse lo sguardo altrove.
 Manigoldo aveva osato baciarlo… di nuovo…
Eppure…  non gli era dispiaciuto, anzi si era sentito quasi confortato… Solitamente riusciva ad evitare i suoi approcci, nessuno doveva toccarlo, tanto meno in quel modo!
Ma sotto sotto sentiva che una parte di sé desiderava che continuasse a provarci sebbene non volesse darlo a vedere… tutto ciò lo mandava in confusione.
“Quanto lo odio…!” disse tra sé e sé riprendendo a camminare, ma furtivamente, si portò le dita a sfiorare le labbra…

 

Il bacio che io conosco, è febbricitante e gentile, le labbra calde e morbide, coprono delicatamente le mie e le avvolgono dolcemente, come in un abbraccio…











Angolo dell'autrice:
Ho così tante cose da dire a proposito di questa storia che non so da che parte cominciare...!!

Allora, innanzitutto l'ho scritta in sostituzione alla mia vecchia "Chi dorme non piglia Pesci", e mi scuso davvero tanto con chi l'aveva apprezzata, in particolare LOL_chan ma rileggendola mi sono accorta che non rispecchiava più i miei pensieri, o comunque mi ero creata delle situazioni un po' improbabili con triangoli amorosi assurdi per arrivare ugualmente allo stesso punto di questa storia: per me Albafica sta solo con Manigoldo.
La nuova versione è quindi più chiara semplice e diretta, più conforme al mio pensiero attuale.

Le note "what if?" e "OOC" sono più per voi lettori che per me, infatti io mi son sempre immaginata Albafica che ad un certo punto si stanca della sua avvenenza fine a se stessa e comincia a trovarci invece un'utilità pratica... come in questo caso. L'ho sempre ritenuta una cosa in linea col personaggio ma una certa persona mi ha fatto notare che magari questo discorso non valeva per tutti, che il cavaliere dei Pesci poteva risultare troppo 'malizioso' e quindi ecco anche il secondo avvertimento.

La frase finale è una citazione dal manga Versailles no Bara, quando Oscar si accorge di essere in verità innamorata di Andrè e l'ho messa perchè in un certo qual modo la situazione è la stessa.

Quindi, vi ringrazio per essere arrivati fin qui, per aver avuto la pazienza di leggere tutto e spero vi sia piaciuta... ^^'

Ah e tanti tanti auguri di Buona Pasqua! :-D

  
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