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Autore: _Destinyan_    25/03/2016    4 recensioni
Raccolta di storie dedicate alla HiroMido. (Non saranno più di tre)
Sono un regalo per un'amica.
Prompt:
1-Neve
2-Libro
3-Colazione
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Snow

Non c’era nulla che detestasse più dell’inverno.

Midorikawa non sopportava quella stagione. Copriva tutto di neve. I campi da calcio erano completamente innevati e non poteva allenarsi, poteva solo restare nella camera del dormitorio e studiare. Riusciva a sentirsi felice solo quando giocava a calcio, quindi non era davvero di buon umore in quei giorni. Finì di cenare e andò a dormire semplicemente, come tutte le sere.

Il mattino seguente fu molto monotono: si alzò, bevve il suo caffè, lego i capelli verdi in una coda alta, si coprì il più possibile e si diresse dal dormitorio fino a lezione.

Non notò nemmeno quanto tempo passò, ma tutti cominciarono ad alzarsi e si rese conto che era ora di pranzo ora. Si affrettò a posare le sue cose in borsa. Nella fretta una matita scivolò via e, seguendola con gli occhi, la vide poggiarsi  a dei piedi sconosciuti. Alzò lo sguardo e si incontrò con un paio di occhi azzurri. Gli occhi appartenevano ad un ragazzo che non aveva mai notato alle lezioni, era pallido, alto e con i capelli rossi. “Oh!” esclamò. Si abbassò e raccolse la matita “Tieni.” Sorrise semplicemente. Midorikawa sentì le guance riscaldarsi un pochino, sbatté le palpebre velocemente e balbettando riprese la matita “A-ah… grazie.” Si spostò verso la sua borsa e inclinò lo sguardo verso la finestra. Stava nevicando. Sospirò molto rumorosamente.
“Il tempo è davvero terribile.” Era ancora la voce di quel ragazzo. Era rimasto lì, immobile, a fissarlo.
Midorikawa inarcò un sopracciglio.
Ma che vuole?
Rimase in silenzio e mise la borsa sulla spalla “Con permesso.” Mormorò e si avviò verso la porta, quando sentì dei passi veloci seguirlo. Si girò di scatto e quel ragazzo pallido era lì.
Rise brevemente “Non ti ho detto come mi chiamo!”
Ma chi te lo ha chiesto?!
Allungò la mano bianco latte e continuò a parlare “Sono Hiroto Kiyama!” i suoi occhi azzurri brillarono, e Midorikawa sentì i battiti del cuore accelerare. Strinse la mano con quella di Hiroto, notando l’evidente differenza di colore.
“Ryuuji Midorikawa.” Aggiunse in tono serio. “Chiamami per cognome. Lo preferisco.”
“Oh…” sospirò Hiroto un po’ confuso “Va bene.”
Midorikawa tornò per i suoi passi ma venne interrotto di nuovo.
“ASPETTA!” si voltò e vide di nuovo quegli occhi azzurri “Non conosco molte persone qui… e mi servirebbero alcuni appunti. Posso avere i tuoi?” sorrise di nuovo.
“Ehm, che tipo di appunti?”
“Quelli delle ultime…uhm… 4 lezioni.” Si mise una mano sul collo “Sono stato parecchio assente.” Midorikawa aprì la borsa e cercò il quaderno.
“Tu ora vai a pranzare?” fu costretto ad alzare lo sguardo.
“Sì.” Inarcò le sopracciglia “In mensa.”
“Posso venire con te? Potresti spiegarmi le cose più difficili? Magari-“
“Va bene, va bene!” urlò esasperato “Puoi venire con me…” si morse il labbro.
Durante il pranzo Midorikawa riuscì a studiare meglio Hiroto. Fissò intensamente i suoi lineamenti, erano molto duri e aveva la pelle liscia. Gli occhi erano sottili, molto chiari. Molto belli.
“Quindi giochi anche tu a calcio?” Chiese Hiroto mentre mandava giù un boccone e finì di scrivere gli ultimi appunti.
Finì di mangiare e rispose “Sì. Ma ora non più.”
“Intendi per via della neve?” Hiroto inclinò lo sguardo verso la finestra. Gli occhi sembravano persi nel vuoto.
“E’ una gran seccatura.” Midorikawa borbottò. Era felice ma, allo stesso tempo, si sentiva stranito. Era da tanto tempo ormai che non parlava con nessuno. Riusciva a divertirsi solo quando giocava calcio, ma in compagnia di Hiroto era diverso.
“Dovremmo giocare insieme qualche volta!” rise l’altro “Anche… anche con la neve.”
“Credi sia possibile?”
Fece un ghigno e poi continuò “Credo sia possibile… magari stasera?” Midorikawa passava le serate a studiare. Non aveva tempo per queste frivolezze.
“Va bene.” Rispose senza pensarci e arrossendo un pochino. Hiroto gli passò il quaderno, si alzò dalla sedia sistemandosi.
“Grazie!” tossì e poi continuò “Ti aspetto stasera al parco qui vicino.”
“Davvero?” Non riusciva a crederci.
“Certo, non scherzo. È da tanto che non gioco a calcio con qualcuno.” Rise brevemente “Alle 21 ci vediamo.”
Corse via lasciando ancora impressa nella mente l’immagine dei suoi occhi azzurri nella mente di Midorikawa.
Non riuscì a finire il suo pranzo.

***

Corse fino al parco guardando il respiro dissolversi in nuvole. Sembrava quasi impossibile ma… Si era fatto un amico. Quando arrivò notò che accanto ad una panchina c’era già Hiroto a palleggiare. Fece cadere la palla e si voltò sorridente. Midorikawa sentì subito le guance calde.
“Hai corso fino qui?” E rise. “Non sei in ritardo!”
Midorikawa nascoste il suo imbarazzo nella sciarpa “Faccio quello che mi pare. Che ti interessa?”
Hiroto inarcò un sopracciglio, e con tono un po’ offeso rispose “Oh, scusa.”
Il terreno era ricoperto di neve “Come intendi giocare con questa neve?” si accigliò e prima che potesse continuare a parlare gli arrivò la palla ai piedi.
“Un modo lo troveremo.”
Midorikawa rimandò la palla al destinatario e continuarono così per un po’.

Il freddo era pungente, ma non ci fu un solo momento in cui Midorikawa non sentì il volto caldo.

Si stava divertendo, anche se c’era la neve, anche se era inverno.

***

Continuavano ad incontrarsi tutte le sere, alla stessa ora, allo stesso posto. Si vedevano a lezione, si sedevano vicini tutti i giorni. Midorikawa non riusciva più a dormire, non riusciva più a dedicarsi allo studio. Aveva perennemente in testa gli occhi azzurri ed il sorriso di Hiroto. Si sentiva ridicolo, come aveva potuto perdere la testa per un ragazzo incontrato solo qualche settimana prima?
Stessa ora. Stesso posto.
Midorikawa era lì da più di un’ora. Troppo in ansia, troppo felice di poter incontrare ancora Hiroto.
“Mido! Sei arrivato prima!” sentì la sua voce da lontano, e cercò di nascondere il suo rossore.
Sbuffò “Non avevo nulla da fare.” L’altro gli sorrise.
“Come va lo studio per gli esami?” cercò di intavolare una conversazione.
Male, per colpa tua.
“Bene. Voglio solo passare delle belle vacanze senza dovermi preoccupare dello studio.” Mentì.
Hiroto sospirò “Oh, giusto, le vacanze!” alzò lo sguardo al cielo “Dove andrai a passarle?”
“Tornerò al mio paese molto probabilmente.” Poi con un velo di tristezza continuò “Fra una settimana inizieranno…”
“Già.” Inclinò lo sguardo verso l’amico e notò che qualcosa non andava “Non sei contento?”
“Potremo giocare insieme fra un mese e mezzo.” Midorikawa disse con occhi spenti.
Hiroto sorrise intenerito “Puoi sempre telefonarmi.”
“Mh.”
Midorikawa sentì solo le braccia di Hiroto avvolgerlo. La neve iniziò a cadere. Si poggiò sui loro vestiti, sui capelli, sulle ciglia… ma loro rimasero lì.

Immobili a guardare mentre cadeva, lenta, fredda.

***

Al ritorno dalle vacanze Midorikawa si sentiva ansioso, avrebbe rivisto Hiroto. Si telefonarono spesso, anche se troppo imbarazzati per far durare a lungo le conversazioni.
Sceso dal treno prese un autobus che lo avrebbe portato fino al dormitorio. Posò tutte le sue valigie nella vecchia stanza e mandò un messaggio ad Hiroto:
“Sono arrivato in stanza.”
Hiroto: “Aspettami all’ingresso del dormitorio!!”
Scese le scale di fretta e arrivò alla porta. Quando uscì fuori vide da lontano i capelli rossi di Hiroto correre verso di lui.
In mezzo la neve.
“MIDO!” urlò da lontano agitando la mano. Quando si ritrovarono faccia a faccia Hiroto iniziò a ridere, anche se aveva il fiatone. La sua risata venne interrotta quando Midorikawa lo afferrò per il colletto e lo baciò.
Rimasero così, nel paesaggio innevato. Si staccarono dopo diversi minuti.
Arrossirono entrambi e risero.

Midorikawa alzò lo sguardo al cielo quando vide i primi fiocchi cadere.

Adesso l’inverno non era poi così male.


----Angolo dell'autrice----
Una raccolta di storie che ho promesso ad una mia amica. Ciao, Nicole, lo so che stai leggendo.
La storia l'ho appena finita di scrivere, e l'ho controllata a malapena, quindi potrebbero esserci degli errori.
Non sono una grande "intenditrice" di Inazuma Eleven, o almeno, non lo vedo da anni e secoli... quindi mi scuso se i caratteri dei personaggi non sono abbastanza somiglianti.

 
   
 
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