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Autore: Hotina_Chan    26/03/2016    0 recensioni
Cornelia è una normale ragazza che passa le sue giornate fra lavoro e lezioni universitarie. Roma le permette uno stile di vita fresco e sempre nuovo, la sua vita trascorre tranquilla fra amiche problematiche e amori non corrisposti...Ma qualcosa sta per cambiare radicalmente la sua vita e accettarlo sarà difficile...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Mentre Tutto Scorre…

 
“E dimmi ancora quanto pesa la tua maschera di cera, tanto poi, tu lo sai, si scioglierà come fosse neve al sol…”
 

Il sole riscaldava la pelle chiara della ragazza distesa sull’erba. Settembre portava con sé ancora il bel tempo e lei ne approfittava per rilassarsi al sole. Le cuffie nelle orecchie mandavano i Negramaro, mentre la bocca leggermente rosata della ragazza si muoveva, ripetendo quelle parole ormai imparate a memoria. Ad occhi chiusi cantava a bassa voce, mentre lasciava la mente vagare senza meta nei meandri della sua fantasia. All’improvviso la musica cessò e aprì gli occhi ritrovandosi davanti una coetanea che si stava sedendo accanto a lei. Simona le si inginocchiò accanto e guardò la playlist del cellulare con espressione disgustata.
- “Ancora ascolti questa roba? Questa canzone è del 2005. Sei incredibile quando ti fissi su una canzone o un gruppo. Aggiornati…” -
Mancando di tatto Simona lasciò cadere il cellulare sulla pancia della ragazza che era distesa a terra e si sdraiò a sua volta, mentre l’amica toglieva le cuffie e riponeva il cellulare in borsa. Dopo aver controllato i messaggi si voltò verso la nuova arrivata, osservandola bene. Gli occhiali da sole nascondevano la sua espressione, la bocca perfettamente truccata di rosso era serrata e il petto si alzava e abbassava ritmicamente in maniera quasi meccanica. Le mani stringevano convulsamente il cellulare, mentre le gambe dondolavano senza alzare i talloni da terra.
- “Le cose sono due, o hai litigato con Edo oppure l’esame è andato male…” -
Simona si tolse gli occhiali da sole con fare aggressivo e guardò Cornelia infastidita.
- “Brava! 100 punti a Serpeverde…Togliti quel sorrisino idiota dalla faccia, mi infastidisci…”-
Cornelia scoppiò a ridere per la risposta acida dell’amica e scosse la testa più volte.
- “Immagino siano successe entrambe le cose. Come da copione. Ogni volta che litighi con Edo i tuoi esami ne risentono…Mi chiedo come fai a dargli così tanto potere, proprio tu poi…” -
Simona si alzò bruscamente da terra e spazzolò via dai jeans delle foglie.
- “Chiese miss emotività…Per favore non te ce mette pure te…” -
Cornelia non rispose e incrociò le gambe, continuando ad osservare l’amica, che prese a passeggiare avanti e indietro, continuando a torturare il cellulare. Simona aveva lunghi e morbidi capelli neri, gli occhi verdi erano sempre truccati in modo tale da sembrare più grandi, il fisico alto e snello era arricchito da forme generose e ben distribuite, grazie anche al lavoro massacrante in palestra.
Cornelia non poteva essere più diversa. Era decisamente più bassa dell’amica e le forme generose erano fin troppo abbondanti per i suoi gusti. Non era in sovrappeso, eppure lei si vedeva grassa allo specchio e odiava l’immagine riflessa di se stessa. Peccava di gola e poca forza di volontà, aveva iniziato più volte diete su diete ma non le aveva mai portate a termine. Si odiava ogni volta che cedeva ad un biscotto al cioccolato eppure, a nulla era valsa la sua disperazione. Il vento scosse i corti capelli castani della ragazza, mentre Simona si fermò ad osservare il cellulare che porse a Cornelia.
- “Leggi! No, dico, ti sembra normale venir trattata così? Io, poi! Dovrebbe solo baciare la terra dove cammino e invece fa il coglione.” -
Il display dell’iphone di Simona si accese e Cornelia lesse la chat con Edo, fra i messaggi di whatsapp. Litigi per la troppa gelosia del ragazzo erano normali fra di loro e Simona non era di certo un tipo tranquillo, che lasciava correre. Cornelia sospirò e porse nuovamente il cellulare all’amica, alzandosi a sua volta.
- “Non ne esci da questa storia Simo… Hai scelto di prendere tutto il pacchetto, gelosia compresa. Non ti lascerà mai fare quello che vuoi senza farti scenate. O lo lasci o ci convivi…” -
Simona aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse subito dopo. Sapeva perfettamente che Cornelia aveva ragione. Da quella situazione non sarebbe mai uscita a meno che non avesse compiuto una delle due possibilità che aveva: la prima era chiudere quella relazione e dimenticarlo, la seconda era accettare la sua gelosia e piegarsi a quel sentimento. Entrambe la facevano rabbrividire. Non riusciva nemmeno ad immaginare la sua vita senza Edoardo, era l’unico che non le aveva mai sbattuto la porta in faccia. Per quanto riguardava il piegarsi al suo volere, beh. Simona non era geneticamente predisposta per ubbidire in silenzio a qualsiasi regola morale o sociale le venisse imposta. L’unica era continuare a litigare, rinfacciarsi le cose con cattiveria e pregare in un miracolo che non sarebbe mai avvenuto.
Cornelia si alzò a sua volta, battendo con la mano il retro della tuta. Improvvisamente due braccia muscolose la afferrarono per la vita alzandola di peso. Simona rideva mentre Cornelia si voltò adirata verso chi l’aveva sollevata. Davide scoppiò a ridere e tirò fuori la lingua per leccare la guancia della ragazza, ma Cornelia voltò il viso. Il ragazzo mollò la presa e lei tornò con i piedi a terra. Si voltò come una furia e provò a schiaffeggiarlo ma si ritrovò il polso bloccato a mezz’aria, mentre l’altra mano del ragazzo si poggiava sul suo fianco morbido.
- “Ma come siamo antipatiche questa mattina, siamo sotto ciclo?” -
Le guance di Cornelia si imporporarono e con uno strattone liberò il polso dalla presa di Davide. Simona si avvicinò ai due e poggiò le labbra sulla guancia di suo fratello, abbracciandolo. Quei due non potevano essere più diversi fisicamente. Davide era più alto della sorella e aveva corti e ricci capelli biondi, un sorriso luminoso e due occhi celesti che facevano innamorare chiunque. Aveva fascino da vendere eppure su Cornelia non aveva mai funzionato. Nonostante Davide avesse più volte tentato, non era mai riuscito a strappare un appuntamento alla ragazza. I due fratelli avevano due cose in comune: l’ossessione per un fisico scolpito e sano e quell’insopportabile ed irritante superbia che li contraddistingueva. La cosa che più infastidiva Cornelia era che non lo facevano apposta, veniva loro naturale porsi su un piedistallo rispetto agli altri.
Davide portò un braccio sulle spalle della sorella e tese la mano verso Cornelia, ma la ragazza rifiutò con disgusto.
- “Per farmi perdonare vi offro il pranzo… Dai Corny non fare la musona…” -
Cornelia non rispose e affiancò Simona seguendo i due ragazzi verso l’uscita della Città Universitaria. Tutti e tre frequentavano la Sapienza ed erano finiti fuori corso, anche se per motivi differenti. Cornelia era naufragata su quel triste destino poiché lavorava per potersi permettere l’affitto a Roma e non dover fare la vita da studentessa pendolare. Era convinta di riuscire a conciliare esami e lavoro ma aveva ben presto scoperto che non era poi così facile. Davide e Simona invece, non avevano preoccupazioni sul piano economico e la vita mondana fra feste e viaggi, li rendeva particolarmente distratti sul fronte studio. Simona frequentava Biochimica mentre Davide Farmacia. Cornelia, più improntata verso materie umanistiche, aveva scelto la facoltà di Scienze Politiche. Passarono di fianco la posta e il Village e sbucarono su Viale Regina Elena. Lungo Viale Ippocrate c’erano talmente tante pizzerie che avevano l’imbarazzo della scelta. Ogni giorno ne provavano una nuova. Mentre Davide ordinava da mangiare le due ragazze si sedettero ad un tavolino al sole. Molti ragazzi che passavano si fermavano a salutare Simona e lei ricambiava con un cenno del capo, o se erano fortunati con un lieve bacio sulla guancia. Dopo qualche minuto Davide tornò con le loro ordinazioni e una volta seduto tirò fuori dallo zaino due volantini.
- “Stasera alle 22 c’è la festa di Economia. Ci venite vero?” -
Davide e Simona si voltarono verso Cornelia che era sempre restia a partecipare a questi eventi. La ragazza li guardò scocciata.
- “Non sei mai venuta ad una festa con noi… Sei sempre la solita asociale…” -
Simona irritata, portò le braccia al petto e voltò il viso. Cornelia alzò gli occhi al cielo. Possibile che ogni volta doveva fare quella scenetta infantile? Tanto, sapeva benissimo che il risultato non sarebbe cambiato. A lei non piaceva andare a feste dove non conosceva nessuno. Per loro era diverso, erano abituati a stare fra le persone, erano popolari. Lei no, era la ragazza tappezzeria, nessuno si sarebbe mai accorto di lei, nemmeno se avesse avuto tremila neon puntati contro. Fortunatamente l’arrivo di Carolina salvò Cornelia da quel momento imbarazzante.
- “Posso rubarvi Cornelia? Devo parlarle di una cosa…” -
Carolina guardò Davide spudoratamente, ma lui non la degnò nemmeno di uno sguardo. Non gli piacevano le facili conquiste e, pur ammettendo che Carolina fosse una ragazza avvenente, sarebbe rimasto neutrale su un possibile avvicinamento con lei. Carolina, dal canto suo, aveva apertamente dichiarato a Davide, che avrebbe volentieri passato una o più notti con lui.
Il sole rendeva i capelli rossi di Carolina ancora più belli, mentre Cornelia si alzò dalla sedia per seguirla e allontanarsi di poco dal tavolo.
- “Mi presti i tuoi riassunti di Lavoro? Io non riesco proprio a riassumere quei libri…Sono di un noioso…” -
Gli occhi castani di Carolina osservarono ansiosi il viso di Cornelia, mentre portava le mani avanti per poi riunirle in un gesto di preghiera. Buffa, distratta e goffa Carolina era stata la prima persona incontrata in Università. Avevano legato subito e erano diventate amiche. Il rapporto che aveva con Carolina era diverso rispetto a quello con Simona. Simona si comportava come una sorella maggiore, autoritaria e critica, pur avendo la stessa età. Carolina invece, cercava sempre di capire cosa spingesse Cornelia a compiere determinate azioni. Le due nemmeno si sopportavano. Simona considerava Carolina noiosa e falsa, mentre Carolina considerava Simona superba e antipatica. Cornelia aveva provato a far avvicinare le due, ma le poche uscite fatte insieme erano sempre finite con un litigio. Fortunatamente nessuna delle due aveva mai posto Cornelia davanti ad un ultimatum di dover scegliere una sola delle due e questo permetteva alla giovane di uscire con entrambe, purché non si frequentassero.
- “Stasera vieni a casa mia, rimani a dormire da me e ti aiuto…Sai che non mi piace prestare i miei riassunti. Non ha senso se studi su quelli fatti da altri…Sai che i miei non sono proprio riassunti riduttivi, non sono sintetica…” -
Cornelia sorrise e Carolina accettò di buon grado l’invito, con la consapevolezza che avrebbero passato una serata di cioccolato e serie tv. Le due ragazze si salutarono e Cornelia tornò verso il tavolo.
- “Stasera non vengo, mi ero dimenticata che Carolina doveva venire a cena da me…” -
Sorridente la ragazza usò l’amica come alibi per scampare al triste destino di una serata di movida universitaria. Il discorso morì dopo quella frase e l’argomento virò sulla vita sentimentale di Davide. Non faceva altro che vantarsi di come riuscisse a portarsi a letto le ragazze più carine di Roma. Aveva un diario dove appuntava le tipe con cui era stato e dava loro un voto per le singole prestazioni avute. Solo quel pensiero fece provare ancora più ribrezzo a Cornelia.
- “Poi siamo noi le superficiali…Ti scopi qualsiasi cosa respiri e fai anche il sostenuto quando una ragazza carina vuole donarti se stessa spontaneamente… -
Davide stava elogiando il lato b di una sua compagna di corso, quando venne interrotto da quella frase. Alla sua destra, era appena comparsa Mikaela, una delle sue tante ex. Mikaela era una di quelle ragazze che aveva creduto alle belle parole d’amore di Davide e, dopo un anno dalla loro rottura, ancora non riusciva a capacitarsi di come avesse potuto essere così scema da cadere in quella trappola. Davide sbuffò scocciato.
- “Non mi sembra siano affari tuoi con chi vado a letto e comunque…” -
Davide voltò il busto verso la ragazza osservandola con sguardo critico. Mikaela era una ragazza bassina con un fisico minuto e il viso da bambola. Sempre truccata e vestita secondo le ultime mode del momento.
- “Sei ingrassata…” -
Davide si voltò nuovamente, tornando a dare attenzione al suo panino, ma Mikaela non prese bene quella sua frase infelice e afferrò il bicchiere di coca cola sul tavolo per poi rovesciarlo sulla testa del ragazzo. Davide fece un salto e imprecò un paio di volte, per poi scansare di malo modo Mikaela.
- “SEI IMPAZZITA?” -
Le urla del ragazzo fecero voltare tutti i passanti e qualche studente fece capolino dalle varie pizzerie, per vedere cosa stesse succedendo. Simona non fece nulla per fermare suo fratello, ma si gustò la scena. D’altronde se Mikaela era stata talmente stupida da credere alle belle parole di Davide, la colpa non era che sua. Cornelia si alzò e si frappose fra i due, intimando a Davide di smetterla con quella piazzata.
- “Piazzata? Mi ha rovinato la maglia nuova…” -
Cornelia non era alta come Davide e non riusciva a guardarlo negli occhi, si limitò a portare le mani avanti e spingere sul petto, per tenerlo a distanza da Mikaela. Dal canto suo, la ragazza continuava a provocarlo. La moretta scansò Cornelia e si avvicinò a Davide per schiaffeggiarlo. Il tempo sembrò fermarsi, nessuno parlava, sembrava che anche il traffico si fosse placato.
Davide rimase momentaneamente spiazzato. Nessun ragazzo era mai riuscito a colpirlo, che fosse stata proprio una ragazza a compiere un gesto simile lo fece imbestialire.
Afferrò Mikaela per il polso, mentre con la mano libera la schiaffeggiò colpendola in pieno viso. La pelle delicata della ragazza si colorò, mentre lacrime di umiliazione le rigarono il volto. Cornelia, spaventata da tanta violenza, si gettò in avanti ma venne fermata da Simona che le sbarrò il passo.
Fortunatamente il proprietario della pizzeria uscì dal locale e si avvicinò al gruppo.
- “Lasciala, o chiamo i carabinieri…” -
Il tono dell’uomo non ammetteva repliche. Davide prese per le guance il volto di Mikaela e la costrinse a guardarlo.
- “Azzardati nuovamente e non sarò così gentile…” -
Bruscamente la lasciò andare e afferrò lo zaino per poi allontanarsi dal locale. Simona scoccò uno sguardo disgustato al manipolo di curiosi accorso e seguì il fratello, lasciando Cornelia da sola. Mikaela in preda ad una crisi isterica, si lasciò cadere a terra e iniziò a singhiozzare tremando. Cornelia si avvicinò alla ragazza e le passò le braccia intorno alle spalle, cercando di calmarla. Qualcuno le passò un bicchiere d’acqua e lei aiutò la ragazza a bere.
Alcuni presenti commentarono l’accaduto con fare ironico, altri disgustato. Qualche ragazzo si avvicinò preoccupato a Mikaela, che sembrò superare in fretta lo shock. Quando riuscì a calmare la crisi di pianto, Mikaela scoppiò a ridere e guardò Cornelia.
- “Avvisa la tua amica, Davide si pentirà di quello che ha fatto…” -
Cornelia non fece in tempo a dire nulla che la ragazza si era già allontanata verso la fermata dell’autobus.
- “Possibile che dove ci sono i casini, trovo te?” -
Cornelia si voltò verso la voce e si trovò davanti Elia. La ragazza corse ad abbracciarlo sorridente. Era da sei mesi che non si vedevano, il ragazzo era partito per un Erasmus in Francia per migliorare la lingua. Elia la strinse fra le braccia, sollevandola appena da terra. Quando la lasciò andare la riempì di baci sulle guance.
- “Non sono io che mi metto nei casini, solo loro a trovarmi!” -
Elia scoppiò a ridere riconoscendo la citazione di Harry Potter. Erano innumerevoli le volte che avevano fatto maratone serali della saga della Rowling, quando andava a dormire a casa sua.
Il ragazzo prese la mano di Cornelia e insieme si avviarono lungo il viale per raggiungere le rispettive facoltà.
- “Stasera viene Carolina a cena da me, vuoi venire? Così mi racconti com’è Parigi, sai che è il mio sogno andarci…” -
Elia annuì sorridendo, non vedeva l’ora di passare del tempo con la sua amica, anche se ovviamente non l’avrebbe mai ammesso. Elia aveva due anni in meno di Cornelia e finito l'Erasmus si sarebbe laureato. Non aveva mai avuto problemi di studio e la sua carriera accademica era costellata di successi. Elia e Cornelia si erano conosciuti tramite il fratello minore di lei. Giacomo ed Elia frequentavano la stessa scuola e Cornelia l’aveva conosciuto proprio mentre accompagnava il fratello minore ad un corso di recupero di latino. I due avevano trovato molti interessi in comune e il loro legame, con il tempo, si fece sempre più stretto, trasformandosi in un’amicizia sincera e duratura.
Quando il ragazzo si diplomò al Liceo Scientifico, decise di iscriversi nella stessa Università di Cornelia, voleva tentare anche lui la Facoltà di Scienze Politiche, ma la ragazza, ben conosceva l’amore per le lingue del suo amico e lo spinse verso la sua passione. Elia passava gran parte delle sue estati in vacanze studio, Irlanda, Inghilterra, Spagna, Belgio e Croazia erano state le sue mete nel periodo della sua adolescenza. Durante la vacanza premio per la maturità, si fece regalare, dai genitori, un viaggio per due in Grecia e portò con se una entusiasta Cornelia. Mykonos fu la loro destinazione: un’isola dal grande fascino che fa parte dell’arcipelago delle Cicladi.
Frenetica, affascinante e alla moda, con stupende spiagge di sabbia bianca e dalla sfrenata vita notturna, Mykonos è la meta ideale di chi ama ballare tutta la notte, frequentare bar e ristoranti e passare le giornate in riva al mare continuando ad ascoltare musica. Quella fu la vacanza più bella per Cornelia. Lei, che era diplomata al Liceo Classico Visconti, sognava di visitare le eroiche terre di Grecia ed era stata finalmente accontentata. Fu un mese all’insegna del divertimento e della spensieratezza per i due, senza contare che quell’anno non era stato piacevole per la ragazza che aveva appena avuto una cocente delusione d’amore dal suo fidanzato storico. Per strappare dalla depressione in cui era caduta la ragazza, Elia aveva deciso di aiutarla e realizzare un suo sogno. La scelta era stata giusta e al ritorno dalla vacanza, Cornelia si era sentita rigenerata. Certo, uscire dalla depressione non fu facile, ma riuscì a combatterla grazie alla vicinanza di persone a lei care.
Quel periodo buio era passato, lasciando dietro di se il ricordo di attacchi di panico, crisi isteriche e svenimenti. Quella delusione aiutò molto la giovane a formare il carattere. Tendenzialmente Cornelia, si fidava di tutti, aiutava chiunque senza chiedere nulla in cambio, ma a lungo andare quel comportamento non fece altro che renderla un bersaglio facile per gli approfittatori. Quando riuscì a superare del tutto il periodo di depressione si ritrovò cambiata e notò che faceva fatica a fidarsi degli estranei, aveva eretto un muro che proteggeva il suo cuore ed erano poche le persone che potevano accedervi. Sembrava essere diventata anaffettiva ed un cinico sarcasmo accompagnava il trascorrere della sua vita. Ora prima di aiutare qualcuno valutava bene i pro e i contro. Certo, i sensi di colpa bussavano alla sua porta, ma si era ripromessa che non sarebbe stata mai più il giocattolo di nessuno.


 
   
 
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