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Autore: wislava    26/03/2016    4 recensioni
One-shot per festeggiare la Pasqua.
Stiles adora la Pasqua, è la sua festa preferita, ma un piccolo problema lo rende triste.
Derek saprà risollevargli il morale?
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Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Easter Chocolate-flavored

 

 

Dedico questa piccola one-shot a Ilaria.
Scusami tantissimo per non averti fatto gli auguri di compleanno in tempo,
spero che con questa piccola storia mi sia fatta perdonare!

Tanti auguri!
C.

 

 

“Stiles! Non ti sembra di essere un tantinello cresciuto per fare così?” chiese James Stilinski al figlio.

Si trovavano nel supermercato, nel classico enorme superstore dove ogni sabato, come da tradizione, i due andavano a fare rifornimento per l'intera settimana a venire.

Solo che, una volta l'anno, sempre nello stesso periodo, Stiles si imbambolava nel reparto festività.

Era il reparto che, ad ogni festa, veniva addobbato ad arte così che a Natale gli scaffali erano riempiti di palline, decorazioni, lucine, ghirlande e alberi di plastica, ad Halloween o carnevale di ogni maschera spaventosa o di supereroi. Al giorno del Ringraziamento venivano appese ovunque decorazioni di tacchini e centro tavola come il 4 luglio gli scaffali si trasformavano, assumendo i colori della bandiera americana, riempiti di tutti i più inimmaginabili fuochi d'artificio, dalle bombe spacca water alle classiche stelline – rimasugli dell'ultimo dell'anno.

Ma solo in una festività, Stiles, perdeva la logica.

Riusciva a controllarsi con le decorazioni, i centrotavola non gli piacevano, i fuochi d'artificio non erano davvero cosa per lui, dopo l'ultima volta che aveva quasi rischiato di mozzarsi un dito.

E Halloween lo passava a guardare film horror alla tv.

Il giorno che però Stiles aspettava ogni anno con trepidazione era la Pasqua.

Stiles e suo padre non erano religiosi. Stiles non era mai entrato in una chiesa in vita sua e anche Scott e Lydia – migliore amico e migliore amica – erano della stessa pasta.

Ma c'era una cosa che la Pasqua poteva offrire ad un ragazzo come Stiles che le altre festività non concedevano: il cioccolato.

Stiles, nel resto dell'anno, era un salutista. Lo faceva principalmente per suo padre. Anni prima aveva avuto un infarto e da allora Stiles aveva preso il controllo della cucina.

Il cioccolato, però, era un piacere proibito di Stiles.

Lo amava! Lo sognava di notte. Ogni volta che in una qualche vetrina di una qualche pasticceria scorgeva i cannelloni ripieni di crema al cioccolato, torte sacher o i bellissimi, da acquolina in bocca pasticcini a forma di fiamma, Stiles perdeva la testa.

Il suo cervello si azzerava e, come uno zombie, appoggiava le sue mani, con i palmi sudati, sulla vetrina, avvicinandosi così tanto da appannare tutto con il suo respiro tranne il piccolo puntino dove il naso si appoggiava al vetro. La bocca gli si riempiva di saliva, desiderosa di addentare il cioccolato, ma resisteva.

Il motivo non era nobile o chissà che altro. Non lo faceva per la dieta, o perché solidale nei confronti del padre o del suo amico, a cui non piaceva il cioccolato, no.

Stiles aveva avuto semplicemente un brutto incidente con il cioccolato: era allergico.

Se ne era accorto tempo prima, quando era nel pieno dell'adolescenza, quando i brufoli la facevano da padroni sul suo viso e sulle spalle, quando una singola fetta di salame rischiava di mandare all'aria mesi interi di trattamento con creme e cremine che neanche la più rugosa delle attrici aveva mai visto.

Si era accorto che, ogni volta che addentava un pezzettino di ambrosia marroncina, Stiles vedeva i brufolini, punti neri e quant'altro aumentare a dismisura. Aveva attribuito il tutto agli ormoni, classica scusa per quei brutti cosi giallognoli.

Solo che così non era stato. Alla fine, sotto insistenza della sua amica Lydia che lo aveva portato di peso da un'estetista per una maschera facciale, Stiles, sotto consiglio dell'esperta, aveva fatto un test per le allergie ed era risultato allergico al cioccolato.

Era stato un tempo buio per Stiles. Era entrato in depressione e astinenza, e la sua amata festa preferita era diventato un incubo di tentazione.

Quindi, come ogni anno da quattro anni a questa parte, Stiles, torturandosi, girava per gli scaffali ricolmi di uova di pasqua al cioccolato tastandoli, odorandoli, giudicandoli.

Poi, ricordandosi della sua situazione, puntuali come un orologio svizzero, arrivavano i singhiozzi, il respiro breve e affannato, il broncio lungo fino a terra e lo sguardo da cucciolo puntato dritto su James che, dispiaciuto per il figlio, scuoteva la testa.

“Dai, su!” disse il padre spronandolo a proseguire con gli acquisti. “Lo sai che non puoi! Sei allergico e starai male, forza, andiamo!”

Sconsolato come ogni volta che si vedeva privare della sua droga, Stiles annuì debolmente, continuando a fare la spesa. “Uffa, però!”



 

Non sapeva, però, che dietro uno scaffale intento a guardare e giudicare due uova enormi tra cui scegliere da inviare come regalo alla sorellina minore, c'era Derek Hale.

Il rapporto con il capo branco e alfa di Beacon Hills era giunto a un punto stabile. Ognuno contava sull'altro.

D'altronde erano rimasti solamente in cinque dopo la morte di Allison e la fuga con papà Argent di Isaac.

Era il branco più piccolo che ci fosse mai stato, formato solo da un alfa e due beta, tra cui Peter che non contava poi tanto, una banshee e un umano logorroico.

Scott aveva accettato il suo destino e scelto la guida di Derek, e così avevano fatto anche Stiles e Lydia.

Il loro rapporto si era fatto sempre più stretto, sempre più amichevole.

Non era raro che i tre adolescenti passassero del tempo nel loft del loro Alfa, così come non era raro che Derek si presentasse a delle serate in famiglia, come le chiamava Stiles, quando tutti e cinque ordinavano una pizza a casa di qualcuno e si godevano un buon film, in attesa della prossima catastrofe.

Stiles, però, era da molto tempo che aveva una cotta per il bel capo branco. Tutti lo sapevano, o almeno sospettavano dato l'odore di eccitazione che Stiles emanava in presenza di Derek, ma nessuno aveva mai detto o fatto qualcosa per smuovere le acque, visto anche che si sapeva che anche Stiles non era poi così indifferente a Derek.

Si era creato però quell'equilibrio che rendeva tutto estremamente fragile.

Una sola goccia di pioggia avrebbe potuto rompere gli argini e tutto sarebbe precipitato, oppure avrebbe reso solo quel vaso pieno, completo.

Sta di fatto, che Stiles non era pronto a mettere le carte in tavola, a scoprire il suo bluff. Ma Derek lo era.

Sarà stato lo sguardo sconsolato di Stiles quando aveva dovuto abbandonare l'uovo prescelto, o il fatto che la luce delle lampade del supermercato aveva resto il viso di Stiles ancora più luminoso del solito e bellissimo. O forse erano i capelli che erano cresciuti così tanto in quell'ultimo periodo che lo rendevano sexy come appena sveglio, arruffati ad arte.

Sta di fatto, che Derek decise che era arrivato il momento di quella goccia. Avrebbe rischiato e lo avrebbe fatto subito.

Fermò una ragazza carina poco distante, che doveva essere l'addetta del reparto.

Come tutti gli impiegati nel supestore, indossava un gilet azzurro con i bordi bianchi e la targhetta del nome indicava Ilaria.

“Scusa, vorrei chiederti un'informazione” disse Derek trafelato dopo aver messo una delle due uova di cioccolato per sua sorella nel carrello e l'altro al suo posto sullo scaffale.

La ragazza sorrise. Aveva dei bei capelli castani scuro che le si arricciavano dietro le orecchie. Indossava, oltre ad un paio di jeans classici, una maglietta con, Derek poté scorgere, un lupo che ululava alla luna, che lo fece sorridere. Gli occhi, anch'essi scuri, erano illuminati di curiosità dietro un paio di occhiali da vista dalla montatura classica.

“Dimmi!” rispose gentile.

“Se volessi regalare a un ragazzo un uovo di pasqua, ma se questi fosse allergico al cioccolato? Che dovrei fare?”

Ilaria rimase stranita per un paio di secondi. Derek la vide sbattere le palpebre dietro gli occhiali e poi sorridere enigmatica.

Con un gesto che Derek interpretò con un “seguimi”, la ragazza lo condusse verso l'ultimo scaffale, che era quasi vuoto.

Sempre con un sorriso che le illuminava gli occhi, afferrò l'ultimo uovo rimasto, di grandezza media incartato in una bella carta dorata con un fiocco dello stesso colore sul davanti.

Derek lo prese titubante alzando un sopracciglio.

Stiles scherzava sempre dicendo che le sue sopracciglia erano capaci di grandi conversazioni e in quel momento gli credette perché Ilaria rispose senza problemi alla sua domanda muta.

“Fidati, gli piacerà e non gli farà male! Una mia amica ha lo stesso problema del ragazzo che c'era qui prima, ma questo lo può mangiare.”

Derek decise di fidarsi, fingendo sordità per quanto riguardava la menzione del suo Stiles. La ragazza emanava odore di sicurezza e il suo cuore batteva tranquillo, segno che stava dicendo la verità. In più, si era mostrata molto gentile.

“Grazie!” le disse quindi con un sorriso.

Ilaria gli fece l'occhiolino. “Prendi e porta a casa, tigre!” gli disse dandogli un pugno sul braccio.



 

Derek, quella sera, inviò un messaggio a Stiles invitandolo nel suo loft.

Quando il ragazzo fece la sua comparsa, Derek sentì l'agitazione crescere. Le sue mani erano sudate, nonostante le asciugasse sui jeans abbastanza spesso. Il suo cuore batteva e la gola si era fatta secca.

Riuscì a mantenere però il suo solito atteggiamento. Fece un cenno al ragazzo di sedersi sul divano e poi, senza dire una parola, gli porse l'uovo.

“Buona Pasqua” disse.

Stiles afferrò il regalo stranito. “Sono allergico al cioccolato” disse.

Derek si strinse nelle spalle. “Mi hanno detto che questo non fa male a chi è allergico.”

Il lupo era sicuro, per sicurezza aveva fatto delle ricerche e aveva scoperto che quell'uovo non avrebbe davvero fatto male a Stiles perché, di fatto, non era cioccolato.

Stiles, dubbioso, aprì la confezione e lo guardò stranito quando si ritrovò davanti un uovo di pasqua al cioccolato bianco.

“Perché?” chiese.

Derek sorrise. “Il cioccolato bianco non è cioccolato, non contiene cacao, che è quello che ti fa male, ma si usa solo il burro di cacao quindi lo puoi mangiare tranquillamente.”

Stiles alternò lo sguardo tra l'uovo che teneva tra le mani e Derek.

“Ma perché?” chiese ancora.

Derek si strinse nelle spalle. “Era qualcosa che volevi” rispose semplicemente.



 

La gocciolina cadde nel vaso.

L'acqua si mosse un poco, sul bilico di strabordare, ma alla fine, la superficie mossa dalla caduta della goccia, si acquietò e tutto tornò come prima, ma completo.



 

Stiles, dopo aver preso un pezzettino di cioccolato dal suo uovo e averlo masticato, baciò Derek sulle labbra.

Il loro primo bacio al sapore di cioccolato, che fece capire a Stiles che mai ci sarebbe stato un sapore più buono di quello in tutto l'universo.

 

 

 

Note:
Ciao!
Questa è una piccola storia per, oltre alla dedica che ho scritto prima, augurare a tutti voi una Buona Pasqua! L'ho scritta di getto e spero che vi sia piaciuta. :-)
E spero che a te, Ilaria, sia piaciuto il tuo piccolo cameo con Derek! ;-)
Che le uova di cioccolato possano riempire questa giornata!
Vado a papparmi il mio!

E un grazie immenso a chiunque recensirà questa storia. :-)

A lunedì con il capitolo di Hurricane Stiles in New York City.

Wislava <3

   
 
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