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Autore: DavidMac93    26/03/2016    2 recensioni
Che cosa succederebbe se un arciere del mondo reale, abituato a tirare per sport, si ritrovasse improvvisamente ad Hyrule? Che ci crediate o meno, questa è la storia del mio incredibile viaggio.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Epona, Link, Princess Zelda, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Strane presenze sulle colline

 

Era una calda giornata estiva come tante altre. Dave, assalito come al solito dall'irrefrenabile desiderio di scoccare qualche freccia, aveva preso la sua auto e si era recato sulle colline che si trovavano poco distante da casa sua. In un quarto d'ora arrivò ad un agriturismo che ormai conosceva molto bene e percorse la strada sterrata che lo aggirava, conducendolo nella piccola vallata che si trovava dietro ad esso. Come di consueto parcheggiò l'auto vicino al capanno dei maiali ora in disuso, adibito a deposito.

La prima cosa che fece fu caricare l'arco e appoggiarlo alla carrozzeria della sua cara vecchia Peugeot. Poi si cambiò le scarpe, indossando un paio di scarponi da montagna e sopra ad essi un paio di ghette che gli proteggessero i pantaloni. Sì, anche in piena estate e con un caldo insopportabile era consigliabile indossare pantaloni lunghi. Mai aggirarsi per prati e boschi a gambe scoperte! Infine indossò parabraccio e guantino, si assicurò in vita la cintura con la sua faretra da fianco e finalmente fu pronto per incominciare il giro.

Il campo di tiro con l'arco, come dicevo, si trovava in una piccola valle. Si trattava di un percorso di 24 piazzole in cui dai vari picchetti bisogna cercare di colpire delle sagome raffiguranti i più svariati tipi di animali: cinghiali, orsi, conigli, volpi, stambecchi e chi più ne ha più ne metta. Partendo dal capanno si scendeva fino a costeggiare per un tratto il torrente che scorreva in fondo alla valle, lo si attraversava e si risaliva sulla costa opposta, dove il percorso disegnava un anello all'interno di un boschetto. Dopodiché si tornava indietro, si attraversava nuovamente il torrente e si risaliva verso il capanno, passando prima in una piccola macchia verde di pioppi e poi costeggiando un laghetto.

Dave, arco in mano, iniziò a scendere lungo il sentiero verso la prima piazzola. Come faceva sempre, non poteva fare a meno di ammirare il panorama alla sua destra: in cima alle verdi colline si trovava un antico borgo medievale e il cielo azzurro limpido completava quel magnifico quadretto. Non poteva esserci luogo migliore in cui far volare le sue frecce dalle penne gialloblu!

"Peccato solo per la chiusura mentale degli altri arcieri, gli "anziani" della compagnia" si trovò a pensare, ma subito scacciò questo pensiero nei meandri della sua mente, da dove era venuto. Era una giornata stupenda, stava facendo la sua attività preferita e nulla avrebbe potuto rovinare quel momento.

 

All'inizio del percorso, nelle prime piazzole, Dave aveva fatto delle gran belle prese ed era entusiasta al massimo: "Forse oggi mi scappa addirittura di superare il mio record personale". Da quel momento in poi, tuttavia, iniziò a commettere delle imprecisioni e ad ogni freccia fuori bersaglio si arrabbiava sempre di più. Fu così che arrivò a metà percorso con un punteggio a suo dire orrendo. Aveva rovinato l'ottima partenza ed era tutta colpa del suo voler colpire il bersaglio a tutti i costi, che lo portava ad errori sciocchi.

Ora era a poco più di metà del percorso, nell'ultima piazzola prima di attraversare di nuovo il torrente. C'erano tre piccole volpi ma erano vicine, non particolarmente difficili da prendere. Inspirò profondamente e nell'espirare tese la corda. La prima freccia rimbalzò sul dorso dell'animale e si conficcò nel terreno in salita qualche metro più in là; la seconda, anch'essa troppo alta, passò due dita sopra al bersaglio imitando la precedente e la terza ancora peggio: nel rilascio la corda aveva impattato contro al parabraccio e ne aveva sporcato il volo, facendole perdere potenza. Sibilò in mezzo alle zampe e anch'essa finì a terra.

«Gol!» esultò ironicamente Dave. «Perché ogni tanto devi fare queste cretinate? Concentrati e non fare lo stupido. Ricorda: si vis potes!»

Quella frase in latino l'aveva scritta su tutte le sue frecce, assieme a nome e numero di tessera (che era obbligatorio indicare). Si vis potes: se vuoi puoi. Era ciò di cui doveva convincersi e stava facendo di tutto per riuscire a farlo. Eh già, poiché nel mondo del tiro con l'arco è sì necessario utilizzare la corretta tecnica di tiro, ma tutto si basa sulla fiducia che l'arciere ripone nel suo equipaggiamento. Senza di essa, tutto è inutile.

Riempiendosi la testa di pensieri, correzioni, supposizioni e auto-insultandosi per la sua scarsa concentrazione, Dave si diresse verso il ponte sul torrente, al di là del quale si trovava il sentiero che portava alla pioppeta ed al lago. Stava per salire i tronchi coricati che facevano da scalini quando si accorse di qualcosa di strano. Un fruscio tra le fronde sul lato opposto catturò la sua attenzione. Quel rumore era diverso da quello che facevano solitamente i merli nascosti tra i rami. Sembrava che fosse l'albero stesso a muoversi! Poco dopo infatti, davanti agli occhi stupefatti del ragazzo, comparve un esserino non più alto di mezzo metro che sembrava fatto di legno e foglie. Se non si fosse convinto che tutto ciò era assurdo, avrebbe giurato di aver appena visto un Deku.

Come se nulla fosse, la creatura continuò a saltellare davanti ai suoi occhi, poi si diresse verso il greto del torrente in secca, scese al suo interno e poco più avanti sparì in un grande buco scavato nel terreno. "Deve essere la tana di una nutria" pensò sempre più stupefatto, "il proprietario del terreno sta impazzendo per colpa loro, continuano a scavare buchi e a far danni. Se fosse qui con il fucile..."

Dimenticando all'istante il percorso, il punteggio e le sagome, Dave decise di mettere da parte il timore che aveva e scese anche lui nel greto. Proseguì sul lastricato formato da sassi e terra secca fino ad arrivare a quella che credeva la tana della nutria, sempre con l'arco in mano. Era molto ampia, buia e sembrava anche molto profonda. "Tanto profonda che potrei persino provare ad infilarmici dentro". Per un attimo, ma solo per un attimo, si domandò se fosse possibile che...

Ma no, ma no, sei impazzito? Torna con i piedi per terra, vivi nel mondo reale, stai per finire l'università e sei un po' troppo cresciuto per queste fantasie.

Ma mio caro ragazzo, eppure se non hai problemi psichici, non hai le allucinazioni e vedi un Deku attraversarti la strada e sparire in un buco nel greto del torrente i casi sono due: o sei completamente impazzito, complici i numerosi episodi di Legend of Zelda a cui hai giocato...

Oppure...

 

ANGOLO AUTORE:
Ciao a tutti!! Eccomi qui, con un'altra delle mie creazioni.

Ci tengo particolarmente a dire che tutto ciò che ho raccontato in questo capitolo è reale (fatta eccezione per il Deku naturalmente). Spero che questo contribuisca a rendere più significativa l'unione di elementi reali e immaginari e a rendere credibile il contesto in cui ho inserito la storia.

Al solito, la vostra opinione è la più importante. Fatemi sapere che impressione avete avuto!

   
 
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