Capitolo
1.
Era
una giornata soleggiata, il venticello notturno
aveva ceduto il posto a una ben più mite arietta e gli abitanti della
Terra di
Mezzo si stavano preparando per affrontare una nuova giornata.
Al
limitare del bosco, rivolto verso est, s'innalzava
il Palazzo del Signore di Gran Burrone: Elrond.
La
casa era in pietra e legno, nascosta tra cascate,
boschetti e pianure bagnate da fiumi e ruscelli: un vero paradiso a est
del
Mare.
In
quel Palazzo così imponente e riservato viveva una
giovane Elfa: Lilian.
Ella
era la figlia minore di Elrond e pertanto aveva il
titolo di Principessa di Imladris. Una cosa era certa: la giovane
Lilian non
era interessata poi così tanto all'etichetta quanto ai racconti di
antiche
Guerre e battaglie.
Lilian
portava lunghi capelli castani che teneva
raccolti in maniera composta grazie a un paio di treccine che andavano
a
incorniciarle il pallido viso. La cosa che più spiccava quando la si
guardava
in volto erano quei due occhi verde opaco talmente profondi che
parevano poter
leggere nell'anima di qualunque creatura. Il suo sorriso, che nasceva
su quelle
labbra rosee e carnose, poteva rischiarare l'intera Terra di Mezzo. Il
suo
corpo snello e aggraziato nei movimenti riportava una delle principali
caratteristiche della Razza Elfica ma che in lei era più marcata.
Una
cosa che la distingueva dalle altre Elfe non era il
vestiario, sempre molto curato seppur sobrio, ma il carattere forte e
indomito
che aveva, a detta di tutti a Palazzo, ereditato dalla madre. Certo non
si può
dire che Elrond non fosse un Sovrano dal temperamento deciso.
Lilian,
da sempre appassionata agli antichi racconti di
guerre e battaglie che avevano visto soccombere il Male sotto la
capacità e
l'Unione di tutte le Razze del mondo, aveva imparato l'arte dell'uso
delle
armi.
'Imparare
a difendermi non mi renderà meno Principessa,
Ada" aveva detto una volta al suo Sovrano. E forse per la sua decisione
o
per il coraggio che aveva dimostrato, riuscì ad ottenere il permesso
dal Padre
per allenarsi. Fu così che, in pochi secoli, le sue capacità in fatto
di
combattimento erano notevolmente migliorate e con esse anche la sua
voglia di
apprendere cose nuove.
Quella
mattina, tuttavia, Lilian non si trovava in una
radura ad affinare qualche strategia con la spada ma, stava
passeggiando
tranquilla con la sua adorata sorella Arwen. Erano diverse, ma nella
loro
differenza le due sorelle erano molto simili... forse più di quanto ci
si
potrebbe aspettare.
I
giardini di Imladris erano rigogliosi nonostante ci
ai trovasse ancora agli inizi della primavera. I fiori erano nati e
aprivano i
propri petali permettendo così alla rugiada mattutina di bagnarli e
alla luce
solare di renderli splendenti. In quei giardini si poteva respirare una
sorta
di magia, che si stesse ascoltando il canticchiare degli uccellini
nascosti sui
rami del bosco o la soave voce dei ruscelli, la sensazione di eterno
era sempre
lampante. Mentre passeggiavano su un ponticello in legno, le due
sorelle,
parlavano tra loro ridendo e scherzando.
La
felicità nei loro occhi era palpabile così come il
legame di cui vi parlavo poche righe addietro.
Proprio
su uno dei passaggi che collegavano i vari
prati, Elrond raggiunse le due amate figlie. La grazia del Signore di
Gran
Burrone era leggendaria così come la pazienza e la forza. Indossava una
lunga
tunica rossa e due treccine sottili ricadevano lungo le sue spalle
fermando le
ciocche di capelli lontano dal viso. "Mie care ragazze... Non dovreste
trovarvi in biblioteca a quest'ora?" Chiese con garbo.
"Oh
avete ragione, Ada. Credo che la magia dei
nostri giardini ci abbia stregato un'altra volta" rispose Arwen
voltando
leggermente il volto verso una piccola aiuola fiorita.
"Anche
vostra madre amava molto passeggiare in
questi giardini e perdere la cognizione del tempo gustandosi ogni nuovo
fiore" rifletté il Sovrano guardando un punto non precisato
all'orizzonte.
Parlare della moglie faceva ancora male ma quel dolore era dopotutto un
modo
per non dimenticarla.
"Allora...
noi andiamo a studiare un poco in
biblioteca Ada. Se vi occorre qualcosa, sapete dove trovarci" si
congedarono le giovani e leste raggiunsero l'interno del Palazzo.
Elrond
non poté impedire a un sorriso di farsi strada
sulle sue labbra nel vedere le sue amate figliole amare così tanto i
loro
impegni. La ragione per cui si trovava in quel luogo così silenzioso
era
un'altra... doveva incontrare un suo caro e vecchio amico: Sire
Thranduil.
Mentre
Elrond attendeva il Sovrano del Bosco Atro, le
sue figlie avevano raggiunto la sala dei libri e, dopo essersi fatte
strada tra
gli scaffali ricolmi di libri, carte geografiche, manoscritti e candele
mezze
usate, si sedettero su delle sedie rosse immergendosi in una profonda
lettura.
I lunghi abiti ricadevano leggiadri lungo le loro figure e poi si
posavano sul
pavimento in pietra creando fantastici chiaroscuri e ombre.
Le
giovani stavano leggendo da qualche ore quando dei
leggeri tocchi alla porta le distolsero dalla lettura.
"Sì?"
Domandò Lilian chiudendo il libro dalla
ricamata copertina in velluto verde e posandolo su un piccolo tavolo
accanto a
lei. Arwen ripeté il gesto della sorella lasciando però il manoscritto
sul
proprio grembo.
La
porta di aprì rivelando la castana chioma del padre.
"Oh
Ada" fece subito la Stella del Vespro
riponendo il libro sullo scaffale.
"Mie
adorate figlie abbiamo degli ospiti"
iniziò spostandosi dall'ingresso in modo da permettere a due altre,
bionde e
regali figure elfiche di entrare nella stanza. Le due sorelle non
poterono far
altro che osservare i loro ospiti e lanciarsi un'occhiata d'intesa nel
vedere
la bellezza dei due.
"Loro
sono Sire Thranduil e suo figlio Legolas.
Resteranno qui a Palazzo per qualche tempo" spiegò Elrond indicandoli.
Arwen e Lilian fecero un leggero inchino ai due prima che la voce del
padre
interrompesse ancora il silenzio che si era creato.
"Loro
sono le mie due figlie: Arwen e Lilian"
disse poi si suoi amici che abbassarono il capo in segno di saluto e
rispetto.
I
cinque si spostarono dalla Biblioteca alla sala
centrale dove Elrond soleva incontrare gli ospiti da secoli ormai.
"Arwen
cara avremmo bisogno di parlare con tua
sorella, potresti lasciarci soli?" Chiese Elrond ma più che una
richiesta
era un ordine.
La
giovane figlia lasciò la mano della sorella e tornò
sui suoi passi raggiungendo poi la sua camera.
"Allora...
signori accomodatevi pure" disse
Elrond sedendosi al suo posto seguito dagli altri.
"Ada..."
iniziò Lilian che ancora non capiva
per quale oscura ragione lei dovesse assistere a quella che si
prospettava come
una riunione lunga e noiosa.
"Immagino
tu non le abbia detto ancora nulla, mio
caro amico" interruppe Thranduil posando lo sguardo sulla giovane Elfa.
"No
non l'ho fatto ancora ma credo che sia giunto
il momento" rispose il Sovrano.
"Il
momento per cosa?" Domandò Lilian
lievemente confusa. Voleva sapere ogni cosa che la riguardasse.
"Di
conoscere il tuo futuro sposo" rispose
con calma Elrond.
"Come?"
Domandò sorpresa la figlia.
"Sire
Thranduil ha proposto un matrimonio tra suo
figlio Legolas e te mia cara Lilian e... io ho accettato" spiegò
mantenendo
sempre un tono di voce calmo Elrond.
"E
io immagino non abbia voce in capitolo, sbaglio
forse?" Chiese quasi con astio Lilian.
"Oh
no mia cara. Benché io abbia già accettato ci
sono molte altre cose da decidere per il matrimonio" riprese Elrond.
“E
tra queste cose c'è l'ipotesi che io non abbia la
ben che minima intenzione di convolare a nozze con il Principe
Legolas?"
Chiese ancora Lilian in un tono che lasciava trasparire un leggero velo
di
rabbia.
"No.
Poiché non ci saranno ripensamenti da parte
tua. Questa decisione è stata presa per il bene del nostro popolo. Con
questo
matrimonio gli Elfi dei due regni sarebbero nuovamente uniti e..."
Lilian
lo interruppe.
"Certo
per il bene del popolo... e non pensi che
io, al contrario, possa non volerle queste nozze? O hai mai pensato che
questo
compito potesse esser destinato ad Arwen? Dopotutto lei è la sorella
maggiore!" ribatté quasi urlando la giovane.
Thranduil
e il figlio osservavano la scena senza osar
dire parola. Anche se era abbastanza palese che quella situazione si
era creata
soprattutto per causa loro.
"Come
ho già detto la decisione è GIÀ stata presa.
Per quanto riguarda tua sorella, lei ha già donato il proprio cuore ad
Aragorn
e recarle questo dolore sarebbe del tutto inutile e crudele" rispose
pacato il Sovrano benché il suo sguardo lasciasse trasparire un po' di
inquietudine.
“Ovvio
Arwen è la preferita, quella che non sbaglia mai niente, la figlia
perfetta per
ogni genitore”
pensò Lilian prima di rispondere al Padre.
"Ah
ecco! Per Arwen sarebbe un dolore troppo
grande e la cosa risulterebbe crudele, mentre per me non ci sono
problemi, non
è così? Tanto basta che la tua perfetta figlia non venga coinvolta. Non
t'importa niente di Lilian, tanto tu hai Arwen giusto? Non ti è passato
per la
mente che FORSE io potrei avere dei sentimenti e che io possa essermi
innamorata di qualcun altro vero?!" quelle parole le uscirono decise e
con
forza dalle labbra. Una forza tale da far tremare per qualche istante
perfino
il cuore che si sa essere gelido di Thranduil. La rabbia aveva preso
completamente il sopravvento della giovane sebbene questa volta aveva
tutte le
ragioni immaginabili.
"Ora
basta!" Tuonò Elrond alzandosi dal
proprio seggio e guardando duramente la figlia che oramai era sull’orlo
delle
lacrime.
"Questa
è la mia decisione e come tale devi
rispettarla. Inoltre non hai mai accennato ad alcun elfo o uomo dunque
devo
pensare che non vi sono altri pretendenti alla tua mano. Questa resta
la mia
decisione" aggiunse poi.
"Certo
la tua decisione! Non sai dire altro. Hai
deciso senza nemmeno chiedere il mio parere. Quanto vorrei che ci fosse
ancora
la mamma, lei mi avrebbe capita. Ti odio, Ada" urlò Lilian uscendo
dalla
stanza e sbattendo con forza la porta. Una volta lontano da quel luogo
la
giovane scoppiò in lacrime. Calde e chiare lacrime solcarono la pelle
candida
mentre correva verso la stanza della sorella.
"Non
credevo reagisse così.... Non è ciò che le ho
insegnato" era arrabbiato certo ma la sua rabbia era offuscata dal
dolore
che quell'ultima frase gli aveva creato. Una fitta al cuore. Proprio
come una
coltellata in pieno petto gli era arrivata e per poco quel taglio non
gli era
stato letale.
"Vedrai
che col tempo le passerà. E in ogni caso
non occorre il suo consenso..." rifletté Thranduil anche se nel
profondo
del proprio cuore poteva capire benissimo il comportamento di Lilian.
“Lo
so amico mio ma… mi sarebbe piaciuto che accettasse
questa condizione senza far questo” rispose Elrond avvicinandosi a una
delle
numerose finestre della stanza.
“Siete
sicuro, Elrond, che non ci siano altri
pretendenti?” domandò a quel punto Legolas. Era la prima volta che
parlava in
quel giorno e la sua voce pacata, melodiosa e tipicamente dolce arrivò
alle
orecchie dei due sovrani come un leggero ammonimento.
“Legolas
ha ragione, Mellon sei certo che non si sia
davvero innamorata?” aggiunse Thranduil che continuava a ripensare alle
parole
che la giovane aveva pronunciato poco tempo prima.
“Beh…
qualche tempo fa…” iniziò Elrond voltandosi a
guardare gli amici.
“Qualche
tempo fa?” domandò Thranduil in modo da
incoraggiarlo a parlare.
“Stava
spesso con Haldir… se quella fosse più di
un’amicizia non lo so. Non ne ha mai parlato con me” continuò
pensieroso
Elrond.
“Haldir
è forte, coraggioso e bello. Non mi stupisce
che Lilian si sia innamorata di lui” disse allora Legolas. Nella sua
voce non
c’era alcun segno che potesse far pensare a invidia o rabbia, dopotutto
quelli
erano sentimenti che gli Elfi non provano.
“Sì
lui è molto bello ma tu, Legolas, lo sei anche di più”
commentò Elrond mentre Thranduil annuiva leggermente.
L'Elfa
nel frattempo aveva raggiunto la camera della
sorella e le si era lanciata tra le braccia.
"Cosa
ti succede, Lilian?" Domandò la voce
melodiosa della Dama del Vespro.
"Mi...d..devo
spo...sa...te... c..con ... Le...gol…as..."
rispose tra le lacrime.
"Beh…
non puoi dire che Legolas non sia carino,
sorella. Ma perché vi dovete sposare?" Chiese l'altra mentre le
accarezzava la schiena nel tentativo di calmarla un po'.
"Così
il nostro popolo e quello di Bosco Atro
saranno riuniti.. E non mi dire che Legolas è bello, lo so, l’ho visto
ma non
posso e non VOGLIO sposarmi così presto" rispose Lilian alzando lo
sguardo
in quello della sorella che capì solo in quel momento a cosa si stesse
riferendo la sorellina.
"E
perché proprio te.. sei la più piccola.."
quella domanda le risultò chiaramente inutile in quanto la risposta le
di
palesò davanti.
"É
per causa mia…" Lilian non le fece finire
la frase che subito disse:
"Sei
innamorata di lui e Aragorn ricambia il tuo
amore, non puoi rinunciarvi" Arwen annuì lievemente, dopotutto la
sorella
aveva ragione ma vederla stare così male era un duro colpo anche per
lei.
"D’accordo
sorella" rispose la sorella prima
che Lilian si decidesse a lasciare la camera e a raggiungere la propria.
Sul
volto sempre allegro della figlia minore di Elrond
era apparso un sorriso che per quanto bello era pur sempre triste.
Per
quella sera, Elrond aveva fatto preparare una cena
in onore degli ospiti, come da tradizione. Così, poco prima della cena,
una
dama di corte aveva portato nella camera di Lilian un abito lungo color
avorio
che aveva le maniche lunghe e una cintura a vita bassa che le metteva
in
risalto il sedere. L'Elfa, dopo essere tornata in camera alla fine di
un bagno
rilassante lo aveva notato sul letto e non aveva potuto far a meno alle
lacrime
di tornare a bagnarle gli occhi.
"No
non posso"
pensò mentre chiamava la sua dama.
"Mia
Signora mi ha chiamata?" Domandò
entrando nella stanza.
"Si
Calime, per favore sapresti dirmi chi ti ha
fatto portare questo abito in camera mia?" Chiese gentilmente la
principessa.
"Vostro
Padre, Principessa. È stato un suo ordine
preciso come quello di invitarvi alla cena in cui saranno presenti i
vostri
ospiti" rispose la giovane Elfa sostenendo lo sguardo della Dama.
"Potete
dire a mio padre che questa sera non mi
sento bene e che dunque non desinerò con loro" rispose con un tono
quasi
aspro la giovane.
"Come
desiderate mia Signora" rispose la
donna prima di avvicinarsi all'abito e domandare:
"Questo
volete che lo riponga nell'armadio?"
"No
Calime, riconsegnalo a mio padre" rispose
l’altra avvicinandosi alla finestra. La dama di compagnia uscì con
riservatezza
e riconsegnò al proprio Signore l'abito con il rispettivo messaggio
della
figlia. Inutile dirvi che Elrond non ne fu molto felice ma decise di
lasciar
correre per il momento.
"Le
servirà un po' di tempo per riflettere e comprendere che questa è la
soluzione
migliore"
pensò riponendo l'abito.
Quella
sera Lilian non si presentò a cena né tantomeno
si fece vedere in giro per il Palazzo. La sua assenza fu notata dal
Padre ma
anche dal futuro sposo che non conosceva nulla della giovane se non,
ciò che
gli era stato detto dal Padre e da Elrond.
“Arwen
va a vedere se tua sorella vuole unirsi a noi… cerca
di convincerla” disse Elrond in un sussurro alla figlia maggiore che
rispose:
“Non
garantisco nulla, Ada” poi sparì nei corridoi che
portavano alle camere dei signori.
“Lilian
ti va di scendere? Ada sarebbe felice” domandò
lievemente da dietro la porta in legno.
“Lilian?”
domandò ancora non avendo udito nessun’altro
rumore.
“No
Arwen… non ne ho voglia. Voglio solo stare qui da
sola” rispose l’altra nonostante i singhiozzi.
“Ne
sei sicura? Dai c’è anche Legolas… magari
conoscendolo…” riprovò la Stella del Vespro.
“Ragione
in più per non scendere, sorella. Non voglio
conoscerlo. Non voglio” rispose l’altra.
“D’accordo
sorella. Ti raggiungo più tardi, va bene?”
rispose Arwen con un tono leggermente perplesso.
“Sì
va bene” rispose Lilian.
“Ti
voglio bene, sorellina e mi dispiace”
pensò Arwen tornando
nella sala dove si stava svolgendo la cena.
“Non
verrà, Ada” sussurrò al padre cercando di non dar
a vedere che anche lei non aveva poi molta voglia di festeggiare,
quella sera.
Elrond abbassò il capo prima di tornare dagli ospiti che stavano
parlando tra
loro.
“Lilian
non si sente bene…” disse semplicemente il
Signore di Gran Burrone. I due Silvani annuirono lentamente.
"Forse
la causa della sua reazione è la mia presenza... era meglio se
l'aspettavo a casa" pensò il
giovane Principe osservando la sedia vuota di Lilian.
Lilian
nel frattempo si trovava nella sua stanza,
sdraiata sulle comode e soffici lenzuola bianche ma non riusciva a
dormire
nonostante la stanchezza.
“Maledizione!
Perché proprio Legolas. Perché fra tanti
proprio il figlio di Sire Thranduil! Lo sanno tutti che quelli della
loro
stirpe sono magnifici! E poi Legolas ha degli occhi fantastici, così
azzurri che
ci può truffare nel loro mare. Maledizione! Cosa faccio ora? Non voglio
dover
sottostare alla loro decisione. Non voglio sposarmi. Non voglio
lasciare
Imladris, Arwen e… Ada. Io non voglio. Devo trovare una soluzione” E
con questo
pensiero, Lilian calò nel dormiveglia.
Angolo
Autrice:
Salve
a tutti! Questa la mia prima ff che ho
scritto tempo fa e che spero vi possa piacere. So che non è all’altezza
delle
altre storie che si trovano qui, forse anche a causa del mio italiano
ma spero
che riusciate ad apprezzarla.
Vorrei
ringraziarvi per il tempo che avete
deciso di dedicarmi.
Presto
metterò il continuo.
Alyson