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Autore: Alyson_00    27/03/2016    4 recensioni
Lilian è una dolce Elfa figlia di Elrond e promessa sposa a un Principe che non ama, che non conosce e con cui non vuole avere niente a che fare.
Per il bene del suo popolo dovrà fare una scelta. Per il bene di coloro che l'amano ma non per il suo bene... cosa farà la giovane? Saprà aprire il suo cuore o farà una scelta drammatica?
Leggete e scopritelo!
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.


Era una giornata soleggiata, il venticello notturno aveva ceduto il posto a una ben più mite arietta e gli abitanti della Terra di Mezzo si stavano preparando per affrontare una nuova giornata.

Al limitare del bosco, rivolto verso est, s'innalzava il Palazzo del Signore di Gran Burrone: Elrond.

La casa era in pietra e legno, nascosta tra cascate, boschetti e pianure bagnate da fiumi e ruscelli: un vero paradiso a est del Mare.

In quel Palazzo così imponente e riservato viveva una giovane Elfa: Lilian.

Ella era la figlia minore di Elrond e pertanto aveva il titolo di Principessa di Imladris. Una cosa era certa: la giovane Lilian non era interessata poi così tanto all'etichetta quanto ai racconti di antiche Guerre e battaglie.

Lilian portava lunghi capelli castani che teneva raccolti in maniera composta grazie a un paio di treccine che andavano a incorniciarle il pallido viso. La cosa che più spiccava quando la si guardava in volto erano quei due occhi verde opaco talmente profondi che parevano poter leggere nell'anima di qualunque creatura. Il suo sorriso, che nasceva su quelle labbra rosee e carnose, poteva rischiarare l'intera Terra di Mezzo. Il suo corpo snello e aggraziato nei movimenti riportava una delle principali caratteristiche della Razza Elfica ma che in lei era più marcata.

Una cosa che la distingueva dalle altre Elfe non era il vestiario, sempre molto curato seppur sobrio, ma il carattere forte e indomito che aveva, a detta di tutti a Palazzo, ereditato dalla madre. Certo non si può dire che Elrond non fosse un Sovrano dal temperamento deciso.

Lilian, da sempre appassionata agli antichi racconti di guerre e battaglie che avevano visto soccombere il Male sotto la capacità e l'Unione di tutte le Razze del mondo, aveva imparato l'arte dell'uso delle armi.

'Imparare a difendermi non mi renderà meno Principessa, Ada" aveva detto una volta al suo Sovrano. E forse per la sua decisione o per il coraggio che aveva dimostrato, riuscì ad ottenere il permesso dal Padre per allenarsi. Fu così che, in pochi secoli, le sue capacità in fatto di combattimento erano notevolmente migliorate e con esse anche la sua voglia di apprendere cose nuove.

Quella mattina, tuttavia, Lilian non si trovava in una radura ad affinare qualche strategia con la spada ma, stava passeggiando tranquilla con la sua adorata sorella Arwen. Erano diverse, ma nella loro differenza le due sorelle erano molto simili... forse più di quanto ci si potrebbe aspettare.

I giardini di Imladris erano rigogliosi nonostante ci ai trovasse ancora agli inizi della primavera. I fiori erano nati e aprivano i propri petali permettendo così alla rugiada mattutina di bagnarli e alla luce solare di renderli splendenti. In quei giardini si poteva respirare una sorta di magia, che si stesse ascoltando il canticchiare degli uccellini nascosti sui rami del bosco o la soave voce dei ruscelli, la sensazione di eterno era sempre lampante. Mentre passeggiavano su un ponticello in legno, le due sorelle, parlavano tra loro ridendo e scherzando.

La felicità nei loro occhi era palpabile così come il legame di cui vi parlavo poche righe addietro.

Proprio su uno dei passaggi che collegavano i vari prati, Elrond raggiunse le due amate figlie. La grazia del Signore di Gran Burrone era leggendaria così come la pazienza e la forza. Indossava una lunga tunica rossa e due treccine sottili ricadevano lungo le sue spalle fermando le ciocche di capelli lontano dal viso. "Mie care ragazze... Non dovreste trovarvi in biblioteca a quest'ora?" Chiese con garbo.

"Oh avete ragione, Ada. Credo che la magia dei nostri giardini ci abbia stregato un'altra volta" rispose Arwen voltando leggermente il volto verso una piccola aiuola fiorita.

"Anche vostra madre amava molto passeggiare in questi giardini e perdere la cognizione del tempo gustandosi ogni nuovo fiore" rifletté il Sovrano guardando un punto non precisato all'orizzonte. Parlare della moglie faceva ancora male ma quel dolore era dopotutto un modo per non dimenticarla.

"Allora... noi andiamo a studiare un poco in biblioteca Ada. Se vi occorre qualcosa, sapete dove trovarci" si congedarono le giovani e leste raggiunsero l'interno del Palazzo.

Elrond non poté impedire a un sorriso di farsi strada sulle sue labbra nel vedere le sue amate figliole amare così tanto i loro impegni. La ragione per cui si trovava in quel luogo così silenzioso era un'altra... doveva incontrare un suo caro e vecchio amico: Sire Thranduil.

Mentre Elrond attendeva il Sovrano del Bosco Atro, le sue figlie avevano raggiunto la sala dei libri e, dopo essersi fatte strada tra gli scaffali ricolmi di libri, carte geografiche, manoscritti e candele mezze usate, si sedettero su delle sedie rosse immergendosi in una profonda lettura. I lunghi abiti ricadevano leggiadri lungo le loro figure e poi si posavano sul pavimento in pietra creando fantastici chiaroscuri e ombre.

Le giovani stavano leggendo da qualche ore quando dei leggeri tocchi alla porta le distolsero dalla lettura.

"Sì?" Domandò Lilian chiudendo il libro dalla ricamata copertina in velluto verde e posandolo su un piccolo tavolo accanto a lei. Arwen ripeté il gesto della sorella lasciando però il manoscritto sul proprio grembo.

La porta di aprì rivelando la castana chioma del padre.

"Oh Ada" fece subito la Stella del Vespro riponendo il libro sullo scaffale.

"Mie adorate figlie abbiamo degli ospiti" iniziò spostandosi dall'ingresso in modo da permettere a due altre, bionde e regali figure elfiche di entrare nella stanza. Le due sorelle non poterono far altro che osservare i loro ospiti e lanciarsi un'occhiata d'intesa nel vedere la bellezza dei due.

"Loro sono Sire Thranduil e suo figlio Legolas. Resteranno qui a Palazzo per qualche tempo" spiegò Elrond indicandoli. Arwen e Lilian fecero un leggero inchino ai due prima che la voce del padre interrompesse ancora il silenzio che si era creato.

"Loro sono le mie due figlie: Arwen e Lilian" disse poi si suoi amici che abbassarono il capo in segno di saluto e rispetto.

I cinque si spostarono dalla Biblioteca alla sala centrale dove Elrond soleva incontrare gli ospiti da secoli ormai.

"Arwen cara avremmo bisogno di parlare con tua sorella, potresti lasciarci soli?" Chiese Elrond ma più che una richiesta era un ordine.

La giovane figlia lasciò la mano della sorella e tornò sui suoi passi raggiungendo poi la sua camera.

"Allora... signori accomodatevi pure" disse Elrond sedendosi al suo posto seguito dagli altri.

"Ada..." iniziò Lilian che ancora non capiva per quale oscura ragione lei dovesse assistere a quella che si prospettava come una riunione lunga e noiosa.

"Immagino tu non le abbia detto ancora nulla, mio caro amico" interruppe Thranduil posando lo sguardo sulla giovane Elfa.

"No non l'ho fatto ancora ma credo che sia giunto il momento" rispose il Sovrano.

"Il momento per cosa?" Domandò Lilian lievemente confusa. Voleva sapere ogni cosa che la riguardasse.

"Di conoscere il tuo futuro sposo" rispose con calma Elrond.

"Come?" Domandò sorpresa la figlia.

"Sire Thranduil ha proposto un matrimonio tra suo figlio Legolas e te mia cara Lilian e... io ho accettato" spiegò mantenendo sempre un tono di voce calmo Elrond.

"E io immagino non abbia voce in capitolo, sbaglio forse?" Chiese quasi con astio Lilian.

"Oh no mia cara. Benché io abbia già accettato ci sono molte altre cose da decidere per il matrimonio" riprese Elrond.

“E tra queste cose c'è l'ipotesi che io non abbia la ben che minima intenzione di convolare a nozze con il Principe Legolas?" Chiese ancora Lilian in un tono che lasciava trasparire un leggero velo di rabbia.

"No. Poiché non ci saranno ripensamenti da parte tua. Questa decisione è stata presa per il bene del nostro popolo. Con questo matrimonio gli Elfi dei due regni sarebbero nuovamente uniti e..." Lilian lo interruppe.

"Certo per il bene del popolo... e non pensi che io, al contrario, possa non volerle queste nozze? O hai mai pensato che questo compito potesse esser destinato ad Arwen? Dopotutto lei è la sorella maggiore!" ribatté quasi urlando la giovane.

Thranduil e il figlio osservavano la scena senza osar dire parola. Anche se era abbastanza palese che quella situazione si era creata soprattutto per causa loro.

"Come ho già detto la decisione è GIÀ stata presa. Per quanto riguarda tua sorella, lei ha già donato il proprio cuore ad Aragorn e recarle questo dolore sarebbe del tutto inutile e crudele" rispose pacato il Sovrano benché il suo sguardo lasciasse trasparire un po' di inquietudine.

“Ovvio Arwen è la preferita, quella che non sbaglia mai niente, la figlia perfetta per ogni genitore” pensò Lilian prima di rispondere al Padre.

"Ah ecco! Per Arwen sarebbe un dolore troppo grande e la cosa risulterebbe crudele, mentre per me non ci sono problemi, non è così? Tanto basta che la tua perfetta figlia non venga coinvolta. Non t'importa niente di Lilian, tanto tu hai Arwen giusto? Non ti è passato per la mente che FORSE io potrei avere dei sentimenti e che io possa essermi innamorata di qualcun altro vero?!" quelle parole le uscirono decise e con forza dalle labbra. Una forza tale da far tremare per qualche istante perfino il cuore che si sa essere gelido di Thranduil. La rabbia aveva preso completamente il sopravvento della giovane sebbene questa volta aveva tutte le ragioni immaginabili.

"Ora basta!" Tuonò Elrond alzandosi dal proprio seggio e guardando duramente la figlia che oramai era sull’orlo delle lacrime.

"Questa è la mia decisione e come tale devi rispettarla. Inoltre non hai mai accennato ad alcun elfo o uomo dunque devo pensare che non vi sono altri pretendenti alla tua mano. Questa resta la mia decisione" aggiunse poi.

"Certo la tua decisione! Non sai dire altro. Hai deciso senza nemmeno chiedere il mio parere. Quanto vorrei che ci fosse ancora la mamma, lei mi avrebbe capita. Ti odio, Ada" urlò Lilian uscendo dalla stanza e sbattendo con forza la porta. Una volta lontano da quel luogo la giovane scoppiò in lacrime. Calde e chiare lacrime solcarono la pelle candida mentre correva verso la stanza della sorella.

"Non credevo reagisse così.... Non è ciò che le ho insegnato" era arrabbiato certo ma la sua rabbia era offuscata dal dolore che quell'ultima frase gli aveva creato. Una fitta al cuore. Proprio come una coltellata in pieno petto gli era arrivata e per poco quel taglio non gli era stato letale.

"Vedrai che col tempo le passerà. E in ogni caso non occorre il suo consenso..." rifletté Thranduil anche se nel profondo del proprio cuore poteva capire benissimo il comportamento di Lilian.

“Lo so amico mio ma… mi sarebbe piaciuto che accettasse questa condizione senza far questo” rispose Elrond avvicinandosi a una delle numerose finestre della stanza.

“Siete sicuro, Elrond, che non ci siano altri pretendenti?” domandò a quel punto Legolas. Era la prima volta che parlava in quel giorno e la sua voce pacata, melodiosa e tipicamente dolce arrivò alle orecchie dei due sovrani come un leggero ammonimento.

“Legolas ha ragione, Mellon sei certo che non si sia davvero innamorata?” aggiunse Thranduil che continuava a ripensare alle parole che la giovane aveva pronunciato poco tempo prima.

“Beh… qualche tempo fa…” iniziò Elrond voltandosi a guardare gli amici.

“Qualche tempo fa?” domandò Thranduil in modo da incoraggiarlo a parlare.

“Stava spesso con Haldir… se quella fosse più di un’amicizia non lo so. Non ne ha mai parlato con me” continuò pensieroso Elrond.

“Haldir è forte, coraggioso e bello. Non mi stupisce che Lilian si sia innamorata di lui” disse allora Legolas. Nella sua voce non c’era alcun segno che potesse far pensare a invidia o rabbia, dopotutto quelli erano sentimenti che gli Elfi non provano.

“Sì lui è molto bello ma tu, Legolas, lo sei anche di più” commentò Elrond mentre Thranduil annuiva leggermente.

 

L'Elfa nel frattempo aveva raggiunto la camera della sorella e le si era lanciata tra le braccia.

"Cosa ti succede, Lilian?" Domandò la voce melodiosa della Dama del Vespro.

"Mi...d..devo spo...sa...te... c..con ... Le...gol…as..." rispose tra le lacrime.

"Beh… non puoi dire che Legolas non sia carino, sorella. Ma perché vi dovete sposare?" Chiese l'altra mentre le accarezzava la schiena nel tentativo di calmarla un po'.

"Così il nostro popolo e quello di Bosco Atro saranno riuniti.. E non mi dire che Legolas è bello, lo so, l’ho visto ma non posso e non VOGLIO sposarmi così presto" rispose Lilian alzando lo sguardo in quello della sorella che capì solo in quel momento a cosa si stesse riferendo la sorellina.

"E perché proprio te.. sei la più piccola.." quella domanda le risultò chiaramente inutile in quanto la risposta le di palesò davanti.

"É per causa mia…" Lilian non le fece finire la frase che subito disse:

"Sei innamorata di lui e Aragorn ricambia il tuo amore, non puoi rinunciarvi" Arwen annuì lievemente, dopotutto la sorella aveva ragione ma vederla stare così male era un duro colpo anche per lei.

"D’accordo sorella" rispose la sorella prima che Lilian si decidesse a lasciare la camera e a raggiungere la propria.

Sul volto sempre allegro della figlia minore di Elrond era apparso un sorriso che per quanto bello era pur sempre triste.

Per quella sera, Elrond aveva fatto preparare una cena in onore degli ospiti, come da tradizione. Così, poco prima della cena, una dama di corte aveva portato nella camera di Lilian un abito lungo color avorio che aveva le maniche lunghe e una cintura a vita bassa che le metteva in risalto il sedere. L'Elfa, dopo essere tornata in camera alla fine di un bagno rilassante lo aveva notato sul letto e non aveva potuto far a meno alle lacrime di tornare a bagnarle gli occhi.

"No non posso" pensò mentre chiamava la sua dama.

"Mia Signora mi ha chiamata?" Domandò entrando nella stanza.

"Si Calime, per favore sapresti dirmi chi ti ha fatto portare questo abito in camera mia?" Chiese gentilmente la principessa.

"Vostro Padre, Principessa. È stato un suo ordine preciso come quello di invitarvi alla cena in cui saranno presenti i vostri ospiti" rispose la giovane Elfa sostenendo lo sguardo della Dama.

"Potete dire a mio padre che questa sera non mi sento bene e che dunque non desinerò con loro" rispose con un tono quasi aspro la giovane.

"Come desiderate mia Signora" rispose la donna prima di avvicinarsi all'abito e domandare:

"Questo volete che lo riponga nell'armadio?"

"No Calime, riconsegnalo a mio padre" rispose l’altra avvicinandosi alla finestra. La dama di compagnia uscì con riservatezza e riconsegnò al proprio Signore l'abito con il rispettivo messaggio della figlia. Inutile dirvi che Elrond non ne fu molto felice ma decise di lasciar correre per il momento.

"Le servirà un po' di tempo per riflettere e comprendere che questa è la soluzione migliore" pensò riponendo l'abito.

Quella sera Lilian non si presentò a cena né tantomeno si fece vedere in giro per il Palazzo. La sua assenza fu notata dal Padre ma anche dal futuro sposo che non conosceva nulla della giovane se non, ciò che gli era stato detto dal Padre e da Elrond.

“Arwen va a vedere se tua sorella vuole unirsi a noi… cerca di convincerla” disse Elrond in un sussurro alla figlia maggiore che rispose:

“Non garantisco nulla, Ada” poi sparì nei corridoi che portavano alle camere dei signori.

“Lilian ti va di scendere? Ada sarebbe felice” domandò lievemente da dietro la porta in legno.

“Lilian?” domandò ancora non avendo udito nessun’altro rumore.

“No Arwen… non ne ho voglia. Voglio solo stare qui da sola” rispose l’altra nonostante i singhiozzi.

“Ne sei sicura? Dai c’è anche Legolas… magari conoscendolo…” riprovò la Stella del Vespro.

“Ragione in più per non scendere, sorella. Non voglio conoscerlo. Non voglio” rispose l’altra.

“D’accordo sorella. Ti raggiungo più tardi, va bene?” rispose Arwen con un tono leggermente perplesso.

“Sì va bene” rispose Lilian.

“Ti voglio bene, sorellina e mi dispiace” pensò Arwen tornando nella sala dove si stava svolgendo la cena.

“Non verrà, Ada” sussurrò al padre cercando di non dar a vedere che anche lei non aveva poi molta voglia di festeggiare, quella sera. Elrond abbassò il capo prima di tornare dagli ospiti che stavano parlando tra loro.

“Lilian non si sente bene…” disse semplicemente il Signore di Gran Burrone. I due Silvani annuirono lentamente.

"Forse la causa della sua reazione è la mia presenza... era meglio se l'aspettavo a casa" pensò il giovane Principe osservando la sedia vuota di Lilian.

Lilian nel frattempo si trovava nella sua stanza, sdraiata sulle comode e soffici lenzuola bianche ma non riusciva a dormire nonostante la stanchezza.

“Maledizione! Perché proprio Legolas. Perché fra tanti proprio il figlio di Sire Thranduil! Lo sanno tutti che quelli della loro stirpe sono magnifici! E poi Legolas ha degli occhi fantastici, così azzurri che ci può truffare nel loro mare. Maledizione! Cosa faccio ora? Non voglio dover sottostare alla loro decisione. Non voglio sposarmi. Non voglio lasciare Imladris, Arwen e… Ada. Io non voglio. Devo trovare una soluzione” E con questo pensiero, Lilian calò nel dormiveglia.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Salve a tutti! Questa la mia prima ff che ho scritto tempo fa e che spero vi possa piacere. So che non è all’altezza delle altre storie che si trovano qui, forse anche a causa del mio italiano ma spero che riusciate ad apprezzarla.

Vorrei ringraziarvi per il tempo che avete deciso di dedicarmi.

Presto metterò il continuo.

Alyson

   
 
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