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Autore: kimsherd    27/03/2016    5 recensioni
Bokuto ha una cotta per Akaashi, una di quelle cotte che non ti fanno dormire di notte e ti rendono la vita un inferno, e per conquistarlo chiede consigli alle persone sbagliate.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Tetsurou Kuroo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 1. Gatti e bro
 
Sab, 2:30 (to: kuroo <3)
Bro…
 
Sab, 2:32 (from: kuroo <3)
Bro? È notte fonda, cazzo fai ancora sveglio?
 
Sab, 2:32 (to: kuroo <3)
Lo sai che i gufi sono animali notturni! HOOT HOOT  ತ ⌔̫ ತ
 
Sab, 2:33 (from: kuroo <3)
Quello dovrebbe essere un gufo??? I gatti invece amano dormire a lungo(ΦωΦ)
 
Sab, 2:33 (to: kuroo <3)
E allora perché mi rispondi? lol
 
Sab, 2:34 (from: kuroo <3)
 Sei tu che mi hai scritto per primo, demente! Dai, cosa c’è?
 
Sab, 2:36 (to: kuroo <3)
Bro ho una favore da chiederti…sei il miglior bro che un bro possa avere sei la mia platonica anima gemella…
 
Sab, 2:36 (from: kuroo <3)
E?
 
Sab, 2:38 (to: kuroo <3)
Ho bisogno di aiuto per una questione di cuore… ⁄(⁄ ⁄•⁄-⁄•⁄ ⁄)⁄
 
Sab, 2:39 (from: kuroo <3)
AYY HAHAHAHSAIFOSJIGO MI SPACCO
 
 
Bokuto spense la sveglia con un po’ troppa forza, e aprì gli occhi lentamente, tentando di sfregare via con le mani le ultime tracce di sonno. Peccato che, di sonno, ne avesse avuto davvero poco durante quella notte, quindi Bokuto ci pensò due volte prima di saltare giù dal letto con la sua solita energia e rimase qualche minuto a fissare il soffito con gli occhi socchiusi, senza pensare a nulla in particolare.
Aveva fuso tutti i suoi neuroni durante la notte precedente e ora era veramente troppo stanco per continuare a pensarci su, ne avrebbe parlato con Kuroo direttamente in modo da far riposare gli ingranaggi (non ben oliati) del suo cervello. Due teste erano meglio di una, giusto?
Era ancora un po’ indispettito per la reazione di Kuroo alla sua richiesta, ma non poteva farci nulla, al suo posto anche lui sarebbe rimasto quantomeno spiazzato.
Prese il cellulare e scrisse subito al suo amico del cuore per accaparrarselo per il loro “appuntamento galante”.
 
 
Dom, 09:40 (to: kuroo <3)
Bro ci vediamo per colazione allora?
 
Dom, 09:45 (from: kuroo <3)
Oh yeah, bro! Solito posto?
 
Dom, 09:46 (to: kuroo <3)
YASSSSSSS mezz’ora e sono lì ᕕ(╯°□°)ᕗ
 
 
Bokuto questa volta saltò giù dal letto per davvero e corse in bagno, competendo con sé stesso per prepararsi il più in fretta possibile come ogni mattina. Nonostante la sua elaborata capigliatura, riusciva sempre a tenersi intorno ai 20 minuti totali.
Bokuto si guardò allo specchio con i grandi occhi dorati e fischiò alla sua immagine riflessa, ammiccando come se avesse visto la persona più bella del mondo. Era ufficialmente pronto.
Uscì di fretta salutando la madre e si diresse correndo verso il bar preferito da lui e Kuroo. Beh, più che altro era il bar preferito di Kuroo, ma a Bokuto non dispiaceva stare in mezzo ai gatti mentre faceva colazione.
 
Il neko cafè del loro quartiere era sempre affollato, e questo non andava bene a Kuroo, che voleva i gatti tutti per sé, ma andava benissimo a Bokuto, che non amava il silenzio e la tranquillità prolungati. Soprattutto quella mattina, sperava che il brusio continuo del bar attutisse ancora di più le spiegazioni che avrebbe dovuto dare all’amico.
A quel pensiero, la corsa di Bokuto rallentò un po’ e nonostante non fosse per niente stanco o accaldato, sentì che stava iniziando a sudare. Scrollò la testa e continuò la corsa, aumentando notevolmente il passo non appena vide Kuroo in lontananza.
«Brooo!»
Kuroo mostrò il suo smagliante sorriso sornione e allargò le braccia, lasciando che Bokuto si schiantasse contro di lui in quello che sembrava più un tentativo di buttarlo per terra che un abbraccio.
«Kuroo…»
«Ti prego, risparmiami quello sguardo da cucciolo bastonato, prima entriamo e poi mi racconti»
Bokuto annuì con forza e seguì l’amico dentro il bar grande e accogliente.
L’arredamento era in stile rustico, alcune sedie erano rimpiazzate da ceppi rifiniti (e puntualmente ricoperti dai graffi dei felini che vivevano lì) e tutto l’interno era dominato dai colori del legno e del bianco spoglio delle pareti. Era un luogo che Bokuto sentiva vicino, aveva sempre amato le foreste e le baite di montagna, nonostante non avesse mai avuto occasione di andarci lui stesso.
Appena i due si sedettero ad un tavolo vicino alla finestra, un piccolo gatto siamese salì sulle gambe di Kuroo come se lo conoscesse da sempre.
«Ciao, Kenma!»
«Ti ho detto mille volte che quello non è il suo nome»
Nanami, la cameriera che ormai li conosceva bene, arrivò giusto in tempo per riprendere Kuroo.
«Ma dai, è troppo uguale a lui! Ormai risponde a quel nome, vero Kenma?»
Il gattino miagolò in risposta e Kuroo rivolse alla cameriera un sorriso trionfante, che si limitò a prendere i loro ordini e andarsene via indispettita.
Kuroo tentò di giocare con il gatto, che però sembrava più interessato a dormire che farsi coccolare e quindi il moro lasciò perdere presto, tornando a guardare Bokuto, che aveva uno sguardo strano, come offeso.
«Oddio bro, non è che sei geloso di Kenma?»
«Il gatto o quello vero?»
«Entrambi?»
Kuroo sorrise divertito e Bokuto mise il broncio come il gran bambinone che era.
«Volevo parlarti seriamente e tu giochi con i gatti!»
Kuroo stavolta rise per davvero.
«Dai Bokuto, non fare l’offeso. Cosa c’è?»
«No, adesso non te lo dico»
Bokuto incrociò le braccia e con la fronte corrugata iniziò a guardare fuori dalla finestra, per poi essere di nuovo attirato verso il tavolo dal profumo dei pancakes appena arrivati.
«Bokuto, ma lo sai che oggi i capelli ti sono venuti meglio del solito?»
«Davvero?!»
Bokuto fissò Kuroo stupito e subito iniziò a sorridere e a impettirsi, toccandosi in modo affettuoso quell’improbabile capigliatura che si ostinava a farsi ogni giorno. Ok, Kuroo era appena tornato nelle sue grazie (e questo il moro lo sapeva bene, a volte era fin troppo facile far tornare Bokuto di buon’umore), ora era pronto per parlare.
 
«Beh, ok, dunque…»
Bokuto iniziò a tamburellare le dita sul tavolo mentre con l’altra mano si infilava grossi pezzi di pancake in bocca sperando così di ritardare la confessione.
«Bro, lo sai che puoi fidarti di me, perché esiti così? Chi ti piace?»
A quelle parole, Bokuto deglutì di colpo rischiando di strozzarsi e solo dopo alcuni colpi di tosse e un profondo respiro, decise che girarci intorno non aveva senso. Il solo pensare che si, quella persona gli piaceva, lo rendeva nervoso, ma non poteva nascondersi per sempre.
«Akaashi»
Un momento di silenzio.
Bokuto guardò in basso sentendosi avvampare, aspettando che Kuroo iniziasse a ridere o qualcosa di simile.
«Aspetta…ma Akaashi chi?»
Bokuto tornò a fissarlo con gli occhi resi ancora più tondi dalla sorpresa.
«Keiji Akaashi, secondo te di chi sto parlando?!»
Forse l’aveva detto un po’ troppo forte, perché alcune persone nel bar si girarono verso di lui e Kenma (il gatto) scese dalle gambe di Kuroo spaventato.
«Ah»
«Bro, è tutto quello che hai da dire?»
Bokuto aveva di nuovo perso completamente fiducia nel suo migliore amico ed era pronto ad avere un altro dei suoi momenti emo, quando Kuroo lo sorprese con una frase:
«No, è che ormai avevo perso la speranza su voi due. Tu non hai idea di quanto sia felice di sentire questo!»
Alle ultime parole dette con estrema gioia, Kuroo prese le mani di Bokuto fra le sue e l’ace della Fukurodani poteva giurare che il suo amico avesse le lacrime agli occhi.
Ok, questa era sicuramente una reazione che non si aspettava, e Bokuto, preso alla sprovvista, non sapeva bene come rispondere se non con uno sguardo vacuo.
«Bokuto. È da quando vi conosco che mi sono reso conto di quanto stareste bene insieme, non ci credo che finalmente te ne accorgi pure tu! Mi sento come un padre modello che vede il proprio figlio scegliere la strada giusta dopo anni di fallimenti»
Kuroo si asciugò le lacrime dagli occhi teatralmente mentre l’altro ragazzo ancora aveva lo sguardo perso nel vuoto, tentando di processare ciò che stava sentendo.
Kuroo li trovava una bella coppia? Da quando? Perché? Come faceva quell’uomo ad essere sempre un passo davanti a lui, persino nelle sue cotte?
«Ora capisco perché alle partite di allenamento ci rinchiudi sempre nello spogliatoio da soli! Sei proprio subdolo»
Bokuto rise e gli diede una pacca amichevole sulla spalla, anche se in effetti si sentiva leggermente preso in giro. Chissà quanti piani malvagi Kuroo aveva messo in atto senza che lui si accorgesse di nulla!
Non che fosse difficile fare in modo che Bokuto non si accorgesse di nulla.
«Beh, ha funzionato no? Hai una mega crush su di lui, finalmente!»
«Hey hey hey, piano! Non la definirei mega»
Bokuto si grattò una guancia imbarazzato.
«È vero che ci penso così tanto da perdere il sonno come ieri sera, ed è vero che ultimamente ad allenamento non riesco a schiacciare come si deve perché sono distratto a guardarlo e in generale non mi sono mai sentito così paranoico e a disagio intorno a lui…»
Lasciò cadere la frase a metà e Kuroo lo guardò con quel suo sorrisone a trentadue denti da schiaffi, e Bokuto pensò che magari uno schiaffo avrebbe potuto darglielo davvero se continuava così.
«No, ma hai ragione, è solo una cottarella passeggera»
L’ironia era palpabile e Bokuto sospirò, senza la sua solita allegria. Kuroo aveva ragione, non era una cotta stupida da adolescente, era una cosa che sentiva da molto, troppo tempo. Non se n’era mai realmente accorto prima di qualche settimana prima.
Fino ad allora era sempre stata solo un’amicizia, molto profonda, vero, ma Bokuto pensava che non fosse nulla di più. Poi pian piano si era reso conto di quanto Akaashi importasse davvero per lui, e non solo a livello di squadra. Erano compagni dentro e fuori dal team, senza di lui Bokuto si sentiva perso, come se non fosse più sé stesso. Aveva bisogno di Akaashi per splendere davvero, ma se ne rendeva conto solo ora, ed era comunque fin troppo difficile mettere parole al sentimento che provava, era come una matassa intricata di cui non trovava il capo e più cercava di trovarlo, più diventava complicato.
 
 «Comunque mi serve il tuo aiuto, Kuroo. Non sono bravo in queste cose, sono troppo impulsivo, non riesco a pensare a dei modi per conquistarlo»
«Già, pensare non è mai stato il tuo forte»
Kuroo sorrise come al suo solito e ricevette un meritato pugno sulla spalla, ma subito dopo tornò serio, deciso ad aiutare l’amico. In fondo era un grande stratega e non poteva di certo ignorare un bro in difficoltà.
«La missione si prospetta difficile, lo sai? Akaashi non è una persona facilmente impressionabile, ha l’aria di essere uno con standard parecchio alti, infatti non sono mai riuscito a far funzionare i miei piani»
Bokuto sospirò e annuì, accasciandosi sul tavolo ormai sgombero dei loro piatti. Persino i corni di capelli sulla sua testa sembravano giù.
«È quello che penso anch’io. Come può uno come me aspirare ad uno come lui?»
«Bokuto! Solo io posso prenderti in giro, tu non puoi essere negativo con te stesso. Vedrai che tutto finirà per il meglio, soprattutto se ci sono io al tuo fianco. Però abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile, questa è un’emergenza!»
Kuroo guardò in alto accarezzandosi il mento pensieroso, mentre Bokuto ritrovava un po’ della sua solita vitalità, sicuro che con Kuroo dalla sua parte non aveva nulla da temere.
Non era mai stato uno da tirarsi indietro di fronte alle sfide, anzi, la noia era la sua più mortale nemica e qualsiasi cosa che altri reputavano difficile, Bokuto la affrontava a testa alta e senza nessuna paura. Però non riusciva ad applicare questo suo modo di essere ad Akaashi. Anzi, questa sua cotta lo rendeva confuso e disorientato. Da quando aveva iniziato a rendersi conto seriamente dei suoi sentimenti, era stato sempre più difficile comunicare con Akaashi come aveva sempre fatto.
Aveva sicuramente bisogno di una mano.
 
Kuroo stava pensando intensamente. Aveva già qualche idea di suo, ma voleva confrontarsi con qualcun altro e anche Bokuto sembrava essere dello stesso avviso, ma per ovvi motivi non poteva chiedere appoggio a qualcuno della Fukurodani, e anche la sua stessa squadra sembrava off limits, nonostante ormai tutti sapessero di quanto Kuroo shippava Bokuto e Akaashi: Kenma di sicuro era bravo con le strategie per la pallavolo, ma era totalmente ignorante per quanto riguardava le relazioni sociali, figuriamoci amorose! Poi c’erano Lev, Inouka, Yamamoto…c’erano troppe persone non adatte, a Nekoma. Questo lasciava solo un’altra possibilità.
«Bro, che ne diresti di chiedere alla Karasuno?»
«Oh?»
Gli occhi sorpresi da gufo di Bokuto furono subito fissi sull’amico.
«Ormai anche loro sono come dei bro, e forse avere un’opinione di qualcuno di esterno al nostro circolo di scuole può essere utile. Il ritiro estivo comincia la prossima settimana, non dobbiamo nemmeno aspettare troppo»
Bokuto ci pensò su un attimo ma non vide nessun svantaggio alla cosa. Magari nessuno della Karasuno era in grado di aiutarlo, ma provare non costava nulla, al massimo sarebbero ritornati a pensare a qualche piano geniale in due.
Bokuto sorrise entusiasta e alzò i pollici in segno di ok.
«Perfetto, allora ci basterà aspettare. Mi chiedo se riuscirai a non fare dei casini fino ad allora»
Bokuto gli mostrò la lingua e rise, ma dentro di sé aveva paura che Kuroo avesse ragione: non era mai stato bravo a tenersi lontano dai guai.

EDIT: per sbaglio modificando il capitolo ho cancellato il mio commento finale e non ricordo cosa avevo detto, per cui...niente, spero che questa fanfiction possa piacere a qualcuno e che vi incuriosisca abbastanza da continuare. Nonostante sia da tanto che non scrivo, sono abbastanza soddisfatta di questa fanfiction e spero che lo siate anche voi! Grazie per aver letto C:
   
 
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