- Incredibile e reale
- Storia di un uomo buono.
- Non
ho mai creduto alla magia, tanto meno alla superstizione. Non sono neanche mai
stata religiosa.
- Davvero.
E’ una questione così semplice! Molto più semplice di quanto credano gli altri:
quando dico di essere atea, mi guardano con compassione. Sorrido, faccio finta
di non sapere che mi compatiscon; in realtà, ogni volta mi chiedo: ‘Che avete
da compatire? Sto benissimo così, molto meglio di voi, scommetto!’.
- Ho
smesso di credere a Babbo Natale a 7 anni, perché ho riconosciuto mio padre che
si travestiva. Bambina sì, scema no. Non farò un tale errore con i miei
bambini; no, proprio no.
- Comunque
ho sempre avuto il controllo della mia vita; una vita perfetta, io credo.
- Sono
un’archeologa di successo.
- Non
pensate a Indiana Jones o roba del genere. Semplicemente studio reperti e
documenti; pare che io sia molto brava nel mio lavoro, così mi sono beccata una
serie di riconoscimenti, borse di studio, fondi per la ricerca.
- Viaggio
molto, per lavoro. La mia residenza è nel New Jersey, una villa di dimensioni
discrete, abitata da me e dal mio fidanzato, medico.
- Dovrei
arrivare al punto, ma ho la sensazione che se sputassi i miei pensieri, qui e subito,
mi prendereste per pazza; perciò, una cosa alla volta.
- Non
sono superstiziosa o credente, come ho già detto.
- Ironia
della sorte: il mio lavoro è incentrato principalmente su leggende e miti
antichi. Mi interessano molto, davvero. I popoli nostri antenati erano incredibilmente
superstiziosi ed attaccati alle pratiche magiche; creavano un’infinità di
ricorrenze e rituali con una fantasia lodevole.
- A
partire dalle leggende degli antichi Greci e Romani -gli dei dell’Olimpo erano
incredibili-, l’uso della magia si era ampliato ed aveva creato il fanatismo: i
Cristiani, spaventati dai Pagani, avevano represso con il sangue ogni scintilla
e sospetto di irreligiosità o magia.
- Rileggevo
spesso le testimonianze della caccia alle Streghe. Era terrificante e, al tempo
stesso, affascinante.
- In
Inghilterra era molto diffusa, come pratica. I Cattolici, i Protestanti, erano
tutti terrorizzati dalla magia; le Streghe dovevano bruciare; le Streghe
dovevano morire.
- I
numeri erano bazzecole, in confronto alle testimonianze dei processi a questi
personaggi; molte personalità storiche, gente importante, erano state considerate
come ‘praticanti di arti oscure’: Galilei, Copernico, Bruno… quanti altri ce n’erano
stati a portare avanti il progresso e a sacrificarsi a causa del terribile
dogmatismo clericale.
- Continuo
a divagare. Già, purtroppo è la mia mente che gioca brutti scherzi.
- Ma
aspettate; ascoltatemi; immaginate.
- Se
le Streghe erano affascinanti, i Vampiri erano incredibili.
- Demoni
della notte, non si mostrano alla luce del sole, bellissimi e terribili, bevitori di
sangue. Sì, i Vampiri erano ancora meglio delle Streghe.
Si diceva che dormissero in bare, durante il giorno, e che uscissero, di notte, per bere il sangue di qualche bella fanciulla, spesso vergine; gli inglesi usavano portare delle croci di legno, contro i vampiri, e dell’Acqua Santa. - Dubito
che l’aglio sortisse qualche effetto.
- In
effetti, dubito dell’esistenza di tali creature, anzi, sono certa che siano
un’invenzione delle fantasie di certa gente. Le creature magiche venivano create in tempi
bui, per giustificare morti improvvise e, per le conoscenze del tempo,
inspiegabili.
- I
Vampiri hanno affascinato anche me e, da un po’ di tempo, le mie ricerche ed i
miei studi si sono concentrati sulla caccia a queste creature; ho cercato di
capire le credenze e i misteri che aleggiavano intorno a loro.
- E’
un lavoro difficile.
- Le
testimonianze sono varie, indefinite e spurie; ho trovato notizie anche riguardo
Fate ed Elfi che venivano talvolta associati ai Vampiri.
- E
giù, di nuovo, con tutte le notizie che trovavo. Ho dovuto escluderle e
restringere il campo.
- Non
provate mai a digitare ‘vampiro’ su internet: il risultato
che ne uscirà sarà un'immensa quantità di pagine e
pagine di
riferimenti a film e libri! Hollywood mi ha complicato la ricerca.
- E’
ovvio che non potevo basarmi sulle informazioni del web, ma a volte provare può
dare un grande aiuto.
- Non era quello il caso, comunque.
- Due
settimane di analisi di documenti e scritti del medioevo e dei secoli a
venire… ero esausta, lo ammetto. Avevo trovato, però,
degli scritti interessanti:
testimonianze di un pastore della Chiesa Protestante di Londra.
- Avevo trovato una scintilla di progresso in un’età buia. Ero già piena di scritti e
documenti riguardanti preti ipocriti e fanatici. Quell'uomo, invece, s’era posto delle giuste
domande nella Londra del 1600.
- “3° giorno di
ricerca,
- Mio padre continua
a
spronarmi ed io, in verità, perdo gradualmente le speranze e,
con la stessa costanza, la fede che ho riposto nel suo credo si sta
sgretolando.
- Egli ha
condotto cacce per stanare Streghe e Vampiri per tutta la sua carriera
ecclesiastica; non dubito della sua buona fede, no di certo. Ma quelle persone
che vengono bruciate, torturate, uccise… quelle persone sembrano tutte innocenti.
- Essi invocano Dio.
- Ritengo ciò una prova
sufficiente alla loro Cristianità. Se non credessero, se davvero fossero creature
demoniache, come potrebbero?
- Ho tentato di far chiarire i miei dubbi, ho tentato. Mi è stato risposto che il Demonio ha mezzi e
sotterfugi che vanno al di là della nostra immaginazione.
- Continuo a
non essere convinto che siano creature legate a Satana.
- Non lo sono più di
molti pastori, che si nascondono sotto la tonaca di un prete ma sono
peccatori più di chiunque altro. Non oso pronunciare tali parole ad alta voce; mio
padre brucerebbe me, per una così grande eresia.
- Io ed i miei
compagni non abbiamo trovato alcuna prova, alcun segno rilevante della loro presenza, finora. Nessuna
traccia. Non lo trovo strano; sono Vampiri, non possono uscire allo scoperto”.
- C. Cullen
- “7° giorno di ricerca,
- Infine, abbiamo
scovato il loro rifugio. Stolti, noi, a non pensarci prima: le fogne di
Londra. Quale nascondiglio più adatto per quegli esseri, coloro
che io credo veri Vampiri?
- L'agguato è pianificato per questa notte ed io desidero scrivere queste mie parole, dato lo strano e angoscioso
sentimento che mi ha preso il cuore. Non so cosa mi attanagli l’animo. Spero
passi presto.
- Mio padre, finalmente, ha mostrato contentezza per ciò che io faccio.
- ‘Carlisle, questa
notte svolgerai il tuo dovere nei confronti di Dio e della Corona’.
- ‘Sì, padre’.
- Ho pensato che il
mio dovere non è solo quello di stanare creature demoniache. Non sono un
esorcista.
- Il mio dovere è
condurre una vita retta, predicare la bontà, la misericordia, la purezza.
- Ma pare che in
questo paese ogni abitante abbia dimenticato tali parole.
- Signore Iddio,
accompagnami in questa missione”.
- C. Cullen
- Lo
scritto di tale Carlisle Cullen terminava lì.
- Era solo un frammento delle impressioni di un sincero giovane uomo che era nato
nell’epoca sbagliata.
- Lì per lì pensai di
essere una sciocca, perché quell'uomo mi aveva toccato il
cuore e la sua testimonianza era
incredibilmente anacronistica.
- Ma
sono contenta di aver speso il mio tempo nella lettura e nella comparazione del
suo scritto con gli altri documenti del tempo.
- Cercai
informazioni su quell’uomo, Carlisle Cullen. Più per curiosità personale che
non per altro.
- La
sua lapide giace sul suolo inglese; morì durante quella notte in cui doveva svolgere il suo dovere.
- Era una storia triste, ingiusta.
- E
assurda.
- Assurda,
perché avevo trovato dei ritratti di un tale C.C, C.Cullen, Carlisle Cullen, tutti
somiglianti a quell’uomo.
- Assurda,
perché quei ritratti avevano date totalmente differenti.
- Assurda,
perché un certo Carlisle Cullen era ancora vivo e lavorava nell’ospedale di Forks.
- Lo
so. Avevo ripetuto i miei ragionamenti un’infinità di volte. Era incredibile!
- -Sono
pazza.
- -Sono
suoi discendenti.
- -Sono
impazzita.
- -Mi
serve una vacanza urgente.
- Le
mie ipotesi erano queste.
- Io,
la persona più cinica e scettica esistente al mondo, che supponevo che un uomo
fosse nato nel 1600 e vivesse ancora? Sììì, come no, vai così Eva, al posto del
matrimonio con Robert ti mandano in una casa di cura!
- Furono
5 giorni di riflessione, di respirazione yoga, di sonno, di cellulare spento.
Persino Robert si era spaventato.
- Ero
solita dirgli qualunque cosa.
- Come
potevo dirgli che sospettavo l’esistenza di un vampiro?
- Ogni
volta che giungevo a questa conclusione, ricominciavo da capo: ero impazzita.
- Ma
i certificati, le citazioni, i riferimenti! Era tutto così veritiero…
- Incredibile
e reale allo stesso tempo: questi aggettivi mi sembravano più calzanti che
mai. Perché dai documenti, ero passata al confronto delle immagini.
- Con
molta discrezione, certamente, avevo chiesto ad un tecnico di controllarmi e
confrontarmi due immagini.
- Ero
stata scrupolosissima nel evitare che si accorgesse che potesse essere Cullen e
non un suo discendente.
- Fortunatamente,
ero abbastanza pratica in quel campo, tanto da riuscire a depistare con
sicurezza anche gli addetti ai lavori.
- Mi
rivolsi a persone diverse.
- Non
so perché. Non so perché feci tutte quelle manovre in silenzio, di nascosto,
senza rivelare a qualcuno i miei dubbi. Ero abbastanza sicura, però, che non
fosse per la paura di essere presa per pazza.
- Era
come se glielo dovessi, a Cullen.
- Dopo
un mese di riflessioni, di ripensamenti, di crisi isteriche, presi la mia
decisione: salii
su un aereo e mi recai a Forks.
- Non
sono mai stata una tipa particolarmente sfacciata e non so dove trovai tutto
quel coraggio. Non lo so.
- Era
un agosto nuvoloso, in quella sperduta cittadina nello stato di Washington.
- Era
pomeriggio.
- Ed
ero davanti alla villa di questo Carlisle.
- Ormai
era una questione di principio.
- Per
la mia sanità mentale dovevo capire.
- Per
la mia pace dovevo capire.
- Suonai
il campanello e non ci misero molto ad aprirmi.
- Smisi di respirare quando il sovrannaturale ragazzo che mi aveva aperto la
porta parlò.
- “Desidera?”
- Era
un ragazzo dai capelli rossicci, la carnagione incredibilmente chiara e gli
occhi dorati.
- Era
meraviglioso.
- “I-io…”
mi schiarii la voce, respirando profondamente. “Sto cercando il signor Cullen…
Ca-rlisle”
- Vorrei
sapere se è un vampiro, pensai, ma evitai di passare per pazza come sempre.
- Quello
che non avevo previsto fu la sua reazione. Il ragazzo sgranò gli occhi, che
diventarono di un nero cupo e minaccioso.
- O
mio Dio.
- Aveva
uno sguardo terrificante.
- “Per
quale motivo?” chiese, minaccioso.
- “Ho
bisogno di fargli delle domande” sussurrai, talmente piano che ero convinta non
mi avesse sentito.
- “Che
cosa vuole da lui?”
- “V-voglio…
solo sapere la verità…”
- Devo
sapere la verità. Devo sapere che non sono pazza.
- Devo
sapere. Ho bisogno di sapere.
- “Quello
che vuole lei non mi interessa. Se ne vada e lasci in pace la mia famiglia”
- Fui
io a sgranare gli occhi, stavolta. Che…
- Le
mie gambe si mossero da sole e mi condussero alla macchina, senza che io
potessi oppormi. Non che ne avessi la forza, certo; ero troppo spaventata e
confusa.
- L’ora
successiva fu una sorta di trance in cui qualcuno mi portò via.
- Quando
mi risvegliai, ero in una specie di magazzino pieno di attrezzature, scarponi,
tende e sacchi a pelo.
- “Si
sente bene?” mi chiese un ragazzino biondo, tendendomi un bicchiere d’acqua.
- “Credo…
immagino di sì…”
- “Cosa
le è successo?”
- Afferrai
il bicchiere e bevvi. Le mie percezioni sensoriali si stavano lentamente risvegliando.
- “Non…
ero… ho parlato con un ragazzo… in… un Cullen, credo”.
- Lo
sguardo di quel ragazzino si accese di sospetto.
- “Quale?”
- “Non
lo so… aveva i capelli rossi…”
- “Ah,
Edward Cullen. Le ha fatto qualcosa?” chiese, con fare incredibilmente
indiscreto.
- “Certo
che no!” sbottai, alzandomi e ritrovando l’equilibrio. Dovevo vedere Carlisle
Cullen. Dovevo, assolutamente. “Grazie per l’aiuto, ti sarò sempre grata"
- Liquidai
il ragazzino senza lasciargli possibilità di replica. M’infilai in macchina e
scappai all’ospedale di Forks, velocissima. Non credo di aver mai guidato così
veloce.
- Al
bancone dell’atrio, un’infermiera mi disse -con voce da citofono- che:
“Il dottor Cullen non può ricevere visite adesso” - “E’
una cosa importante, per favore!”
- “Spiacente,
non si può”
- “Ho
bisogno solo di un attimo, non può-”
- “Adesso ti medica il
dottor Cullen”
- La
voce di un’infermiera poco distante mi fece voltare di scatto. Teneva per mano
un bambino, un bambino con il gomito sporco di sangue.
- Sangue.
- Vampiro.
- “NO!”
- Mi
precipitai oltre la porta che l'infermiera e il bambino avevano appena passatp, trovandomi in un
corridoio pieno di gente.
- Gente
che mi guardava.
- E
tra questa gente, il mio persecutore.
- Il
divino Carlisle Cullen.
- Identico
ad ogni singolo ritratto.
- Con
gli occhi dorati e i capelli biondi.
- Con
gli occhi puntati su di me, in un’espressione interrogativa.
- “Signorina!”
l’infermiera di prima entrò, isterica. “Le ho detto che il dottore non può
riceverla adesso!”
- La
ignorai.
- “Dottor
Cullen”
- Sentivo
la mia voce con un fischio nelle orecchie. La mia voce e nient’altro.
- Si
avvicinò.
- “Può
andare, Hannah” fece, sorridendo verso la donna, che si sciolse e si allontanò
immediatamente. Mancava solo che abbaiasse da fedele cagnolino. “Posso aiutarla?” chiese, gentilmente.
- Boccheggiai,
mentre infilavo la mano nella borsa. A lui squillò il cellulare.
- “Mi
scusi” sussurrò a me, poi rispose alla chiamata. “Dimmi pure…”
- S’irrigidì
e mi guardò di nuovo.
- “C-cosa…
io… non… Alice che dice?... Edward…”
- Edward.
Era stato quel ragazzo dai capelli rossi a chiamarlo.
- Mi
guardai intorno, assicurandomi che il corridoio fosse ancora pieno di gente. Lo
era. Non poteva farmi del male.
- Poi
notai il bambino. Aveva ancora il sangue fresco su di se.
- Eppure
Carlisle non l’aveva degnato di uno sguardo.
- Non sembrava un mostro assetato di sangue. Carlisle sembrava un uomo normale, bellissimo e perfetto, con maniere impeccabili. Carlisle non sembrava una bestia assetata di sangue.
- …Il mio dovere è
condurre una vita retta, predicare la bontà, la misericordia, la purezza.
- Ma pare che in
questo paese ogni abitante abbia dimenticato tali parole.
- Signore Iddio,
accompagnami in questa missione…
- Le
sue parole mi rimbombavano in mente. Incredibile.
- Sembravo
in trance, nuovamente.
- Carlisle
mi si avvicinò, rigido come un pezzo di marmo.
- Sapevo
cosa fare, nonostante tutto.
- “Sarebbe
meglio… discutere in privato…”
- Non
annuii.
- “Qual
è il suo dovere, dottore?”
- Sembrò
spaesato.
Sorrisi. - “Il
mio dovere è condurre una vita retta, predicare la bontà, la misericordia, la
purezza…” citai le sue parole. Sembrò sconcertato, in quel momento. “Non è
così? È ciò che aveva scritto… tanto tempo fa…”
- Attesi
una sua risposta ma lui tacque.
- “Il
mio dovere è condurre una vita retta, predicare la bontà, la misericordia, la
purezza…” s’aggiunse alle mie parole. “Ma
pare che in questo paese ogni abitante abbia dimenticato tali parole.
- Signore
Iddio, accompagnami in questa missione”.
- Concludemmo
insieme, in un coro sommesso.
- “Io…”
fece per dire qualcosa, ma lo fermai.
- Mi
sentivo posseduta da una calma innaturale, una sicurezza incredibile.
- “Sono
sicura che lei sia un uomo migliore di suo padre… nonostante ciò che è
diventato, nonostante lui avrebbe tentato di ucciderla… Che il Signore ti protegga,
Carlisle Cullen. Per l’eternità”.
- E
me ne andai, senza voltarmi indietro.
- Sono
in spiaggia, poco distante da Forks.
- In
una mano ho la busta con i documenti e le prove che Carlisle Cullen è un
vampiro; nell’altra ho un accendino.
- Sono
tranquilla nel dar fuoco a quella busta e nel gettarla in acqua, non appena sarà
sufficientemente bruciata.
- Non
mi pento di ciò che sto facendo.
- In
fondo, mi fido di quel Carlisle.
- Tiro
fuori il telefono.
- “Rob? Ciao… sto salendo sull’aereo… sì, sono riemersa dalla mia crisi mistica… mi sei mancato…”
Fanfiction scritta senza alcuno scopo di lucro, eccetera eccetera.
Carlisle Cullen, Edward Cullen e il biondino del negozio -che sono certa avrete riconosciuto come Mike Newton- appartengono a Stephenie Meyer.
Tutto il resto appartiene a me; se vorrete prelevare qualcosa -dubito-, siete pregati di chiedermi il permesso e farmi sapere dove volete postarlo -ripeto che dubito lo farete, ma non si sa mai-.
Mi è venuta in mente questa One Shot qualche giorno fa, mentre davo un'occhiata alla mia libreria e osservavo la mia copia distrutta di Twilight.
Amo Carlisle e ho pensato a come potesse essere prima della trasformazione.
Recensioni più che gradite.
Federica.