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Autore: ladyvonmark    01/04/2009    5 recensioni
"Ho pensato che il mio dovere non è solo quello di stanare creature demoniache: non sono un esorcista. Il mio dovere è condurre una vita retta, predicare la bontà, la misericordia, la purezza. Ma pare che in questo paese ogni abitante abbia dimenticato tali parole. Signore Iddio, accompagnami in questa missione”. C. Cullen
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incredibile e reale
Storia di un uomo buono.
Non ho mai creduto alla magia, tanto meno alla superstizione. Non sono neanche mai stata religiosa.
Davvero. E’ una questione così semplice! Molto più semplice di quanto credano gli altri: quando dico di essere atea, mi guardano con compassione. Sorrido, faccio finta di non sapere che mi compatiscon; in realtà, ogni volta mi chiedo: ‘Che avete da compatire? Sto benissimo così, molto meglio di voi, scommetto!’.
Ho smesso di credere a Babbo Natale a 7 anni, perché ho riconosciuto mio padre che si travestiva. Bambina sì, scema no. Non farò un tale errore con i miei bambini; no, proprio no.
 
Comunque ho sempre avuto il controllo della mia vita; una vita perfetta, io credo.
Sono un’archeologa di successo.
Non pensate a Indiana Jones o roba del genere. Semplicemente studio reperti e documenti; pare che io sia molto brava nel mio lavoro, così mi sono beccata una serie di riconoscimenti, borse di studio, fondi per la ricerca.
Viaggio molto, per lavoro. La mia residenza è nel New Jersey, una villa di dimensioni discrete, abitata da me e dal mio fidanzato, medico.  
Dovrei arrivare al punto, ma ho la sensazione che se sputassi i miei pensieri, qui e subito, mi prendereste per pazza; perciò, una cosa alla volta.
Non sono superstiziosa o credente, come ho già detto.
Ironia della sorte: il mio lavoro è incentrato principalmente su leggende e miti antichi. Mi interessano molto, davvero. I popoli nostri antenati erano incredibilmente superstiziosi ed attaccati alle pratiche magiche; creavano un’infinità di ricorrenze e rituali con una fantasia lodevole.
A partire dalle leggende degli antichi Greci e Romani -gli dei dell’Olimpo erano incredibili-, l’uso della magia si era ampliato ed aveva creato il fanatismo: i Cristiani, spaventati dai Pagani, avevano represso con il sangue ogni scintilla e sospetto di irreligiosità o magia.
Rileggevo spesso le testimonianze della caccia alle Streghe. Era terrificante e, al tempo stesso, affascinante.
In Inghilterra era molto diffusa, come pratica. I Cattolici, i Protestanti, erano tutti terrorizzati dalla magia; le Streghe dovevano bruciare; le Streghe dovevano morire.
I numeri erano bazzecole, in confronto alle testimonianze dei processi a questi personaggi; molte personalità storiche, gente importante, erano state considerate come ‘praticanti di arti oscure’: Galilei, Copernico, Bruno… quanti altri ce n’erano stati a portare avanti il progresso e a sacrificarsi a causa del terribile dogmatismo clericale.
 
Continuo a divagare. Già, purtroppo è la mia mente che gioca brutti scherzi.
Ma aspettate; ascoltatemi; immaginate.
Se le Streghe erano affascinanti, i Vampiri erano incredibili.
Demoni della notte, non si mostrano alla luce del sole, bellissimi e terribili, bevitori di sangue. Sì, i Vampiri erano ancora meglio delle Streghe.
Si diceva che dormissero in bare, durante il giorno, e che uscissero, di notte, per bere il sangue di qualche bella fanciulla, spesso vergine; gli inglesi usavano portare delle croci di legno, contro i vampiri, e dell’Acqua Santa.
Dubito che l’aglio sortisse qualche effetto.
In effetti, dubito dell’esistenza di tali creature, anzi, sono certa che siano un’invenzione delle fantasie di certa gente. Le creature magiche venivano create in tempi bui, per giustificare morti improvvise e, per le conoscenze del tempo, inspiegabili.
 
I Vampiri hanno affascinato anche me e, da un po’ di tempo, le mie ricerche ed i miei studi si sono concentrati sulla caccia a queste creature; ho cercato di capire le credenze e i misteri che aleggiavano intorno a loro.
E’ un lavoro difficile.
Le testimonianze sono varie, indefinite e spurie; ho trovato notizie anche riguardo Fate ed Elfi che venivano talvolta associati ai Vampiri.
E giù, di nuovo, con tutte le notizie che trovavo. Ho dovuto escluderle e restringere il campo.
Non provate mai a digitare ‘vampiro’ su internet: il risultato che ne uscirà sarà un'immensa quantità di pagine e pagine di riferimenti a film e libri! Hollywood mi ha complicato la ricerca.
E’ ovvio che non potevo basarmi sulle informazioni del web, ma a volte provare può dare un grande aiuto.
Non era quello il caso, comunque.
 
Due settimane di analisi di documenti e scritti del medioevo e dei secoli a venire… ero esausta, lo ammetto. Avevo trovato, però, degli scritti interessanti: testimonianze di un pastore della Chiesa Protestante di Londra.
Avevo trovato una scintilla di progresso in un’età buia. Ero già piena di scritti e documenti riguardanti preti ipocriti e fanatici. Quell'uomo, invece, s’era posto delle giuste domande nella Londra del 1600.
 
“3° giorno di ricerca,
Mio padre continua a spronarmi ed io, in verità, perdo gradualmente le speranze e, con la stessa costanza, la fede che ho riposto nel suo credo si sta sgretolando.
Egli ha condotto cacce per stanare Streghe e Vampiri per tutta la sua carriera ecclesiastica; non dubito della sua buona fede, no di certo. Ma quelle persone che vengono bruciate, torturate, uccise… quelle persone sembrano tutte innocenti.
Essi invocano Dio.
Ritengo ciò una prova sufficiente alla loro Cristianità. Se non credessero, se davvero fossero creature demoniache, come potrebbero?
Ho tentato di far chiarire i miei dubbi, ho tentato. Mi è stato risposto che il Demonio ha mezzi e sotterfugi che vanno al di là della nostra immaginazione.
Continuo a non essere convinto che siano creature legate a Satana.
Non lo sono più di molti pastori, che si nascondono sotto la tonaca di un prete ma sono peccatori più di chiunque altro. Non oso pronunciare tali parole ad alta voce; mio padre brucerebbe me, per una così grande eresia.
Io ed i miei compagni non abbiamo trovato alcuna prova, alcun segno rilevante della loro presenza, finora. Nessuna traccia. Non lo trovo strano; sono Vampiri, non possono uscire allo scoperto”.
C. Cullen
 
“7° giorno di ricerca,
Infine, abbiamo scovato il loro rifugio. Stolti, noi, a non pensarci prima: le fogne di Londra. Quale nascondiglio più adatto per quegli esseri, coloro che io credo veri Vampiri?
L'agguato è pianificato per questa notte ed io desidero scrivere queste mie parole, dato lo strano e angoscioso sentimento che mi ha preso il cuore. Non so cosa mi attanagli l’animo. Spero passi presto.
Mio padre, finalmente, ha mostrato contentezza per ciò che io faccio.
‘Carlisle, questa notte svolgerai il tuo dovere nei confronti di Dio e della Corona’.
‘Sì, padre’.
Ho pensato che il mio dovere non è solo quello di stanare creature demoniache. Non sono un esorcista.
Il mio dovere è condurre una vita retta, predicare la bontà, la misericordia, la purezza.
Ma pare che in questo paese ogni abitante abbia dimenticato tali parole.
Signore Iddio, accompagnami in questa missione”.
C. Cullen
 
Lo scritto di tale Carlisle Cullen terminava lì.
Era solo un frammento delle impressioni di un sincero giovane uomo che era nato nell’epoca sbagliata.
Lì per lì pensai di essere una sciocca, perché quell'uomo mi aveva toccato il cuore e la sua testimonianza era incredibilmente anacronistica.
Ma sono contenta di aver speso il mio tempo nella lettura e nella comparazione del suo scritto con gli altri documenti del tempo.
 
Cercai informazioni su quell’uomo, Carlisle Cullen. Più per curiosità personale che non per altro.
La sua lapide giace sul suolo inglese; morì durante quella notte in cui doveva svolgere il suo dovere.
Era una storia triste, ingiusta.
E assurda.
Assurda, perché avevo trovato dei ritratti di un tale C.C, C.Cullen, Carlisle Cullen, tutti somiglianti a quell’uomo.
Assurda, perché quei ritratti avevano date totalmente differenti.
Assurda, perché un certo Carlisle Cullen era ancora vivo e lavorava nell’ospedale di Forks.
 
Lo so. Avevo ripetuto i miei ragionamenti un’infinità di volte. Era incredibile!
-Sono pazza.
-Sono suoi discendenti.
-Sono impazzita.
-Mi serve una vacanza urgente.
Le mie ipotesi erano queste.
Io, la persona più cinica e scettica esistente al mondo, che supponevo che un uomo fosse nato nel 1600 e vivesse ancora? Sììì, come no, vai così Eva, al posto del matrimonio con Robert ti mandano in una casa di cura!
 
Furono 5 giorni di riflessione, di respirazione yoga, di sonno, di cellulare spento. Persino Robert si era spaventato.
Ero solita dirgli qualunque cosa.
Come potevo dirgli che sospettavo l’esistenza di un vampiro?
Ogni volta che giungevo a questa conclusione, ricominciavo da capo: ero impazzita.
Ma i certificati, le citazioni, i riferimenti! Era tutto così veritiero…
Incredibile e reale allo stesso tempo: questi aggettivi mi sembravano più calzanti che mai. Perché dai documenti, ero passata al confronto delle immagini.
Con molta discrezione, certamente, avevo chiesto ad un tecnico di controllarmi e confrontarmi due immagini.
Ero stata scrupolosissima nel evitare che si accorgesse che potesse essere Cullen e non un suo discendente.
Fortunatamente, ero abbastanza pratica in quel campo, tanto da riuscire a depistare con sicurezza anche gli addetti ai lavori.
Mi rivolsi a persone diverse.
Non so perché. Non so perché feci tutte quelle manovre in silenzio, di nascosto, senza rivelare a qualcuno i miei dubbi. Ero abbastanza sicura, però, che non fosse per la paura di essere presa per pazza.
Era come se glielo dovessi, a Cullen.
 
Dopo un mese di riflessioni, di ripensamenti, di crisi isteriche, presi la mia decisione: salii su un aereo e mi recai a Forks.
 
Non sono mai stata una tipa particolarmente sfacciata e non so dove trovai tutto quel coraggio. Non lo so.
Era un agosto nuvoloso, in quella sperduta cittadina nello stato di Washington.
Era pomeriggio.
Ed ero davanti alla villa di questo Carlisle.
Ormai era una questione di principio.
Per la mia sanità mentale dovevo capire.
Per la mia pace dovevo capire.
 
Suonai il campanello e non ci misero molto ad aprirmi.
Smisi di respirare quando il sovrannaturale ragazzo che mi aveva aperto la porta parlò.
“Desidera?”
Era un ragazzo dai capelli rossicci, la carnagione incredibilmente chiara e gli occhi dorati.
Era meraviglioso.
“I-io…” mi schiarii la voce, respirando profondamente. “Sto cercando il signor Cullen… Ca-rlisle”
Vorrei sapere se è un vampiro, pensai, ma evitai di passare per pazza come sempre.
Quello che non avevo previsto fu la sua reazione. Il ragazzo sgranò gli occhi, che diventarono di un nero cupo e minaccioso.
O mio Dio.
Aveva uno sguardo terrificante.
“Per quale motivo?” chiese, minaccioso.
“Ho bisogno di fargli delle domande” sussurrai, talmente piano che ero convinta non mi avesse sentito.
“Che cosa vuole da lui?”
“V-voglio… solo sapere la verità…”
Devo sapere la verità. Devo sapere che non sono pazza.
Devo sapere. Ho bisogno di sapere.
“Quello che vuole lei non mi interessa. Se ne vada e lasci in pace la mia famiglia”
Fui io a sgranare gli occhi, stavolta. Che…
Le mie gambe si mossero da sole e mi condussero alla macchina, senza che io potessi oppormi. Non che ne avessi la forza, certo; ero troppo spaventata e confusa.
 
L’ora successiva fu una sorta di trance in cui qualcuno mi portò via.
Quando mi risvegliai, ero in una specie di magazzino pieno di attrezzature, scarponi, tende e sacchi a pelo.
“Si sente bene?” mi chiese un ragazzino biondo, tendendomi un bicchiere d’acqua.
“Credo… immagino di sì…”
“Cosa le è successo?”
Afferrai il bicchiere e bevvi. Le mie percezioni sensoriali si stavano lentamente risvegliando.
“Non… ero… ho parlato con un ragazzo… in… un Cullen, credo”.
Lo sguardo di quel ragazzino si accese di sospetto.
“Quale?”
“Non lo so… aveva i capelli rossi…”
“Ah, Edward Cullen. Le ha fatto qualcosa?” chiese, con fare incredibilmente indiscreto.
“Certo che no!” sbottai, alzandomi e ritrovando l’equilibrio. Dovevo vedere Carlisle Cullen. Dovevo, assolutamente.  “Grazie per l’aiuto, ti sarò sempre grata"
Liquidai il ragazzino senza lasciargli possibilità di replica. M’infilai in macchina e scappai all’ospedale di Forks, velocissima. Non credo di aver mai guidato così veloce.
 
Al bancone dell’atrio, un’infermiera mi disse -con voce da citofono- che:
“Il dottor Cullen non può ricevere visite adesso”
“E’ una cosa importante, per favore!”
“Spiacente, non si può”
“Ho bisogno solo di un attimo, non può-”
“Adesso ti medica il dottor Cullen”  
La voce di un’infermiera poco distante mi fece voltare di scatto. Teneva per mano un bambino, un bambino con il gomito sporco di sangue.
Sangue.
Vampiro.
“NO!”
Mi precipitai oltre la porta che l'infermiera e il bambino avevano appena passatp, trovandomi in un corridoio pieno di gente.
Gente che mi guardava.
E tra questa gente, il mio persecutore.
Il divino Carlisle Cullen.
Identico ad ogni singolo ritratto.
Con gli occhi dorati e i capelli biondi.
Con gli occhi puntati su di me, in un’espressione interrogativa.
“Signorina!” l’infermiera di prima entrò, isterica. “Le ho detto che il dottore non può riceverla adesso!”
La ignorai.
“Dottor Cullen”
Sentivo la mia voce con un fischio nelle orecchie. La mia voce e nient’altro.
Si avvicinò.
“Può andare, Hannah” fece, sorridendo verso la donna, che si sciolse e si allontanò immediatamente. Mancava solo che abbaiasse da fedele cagnolino. “Posso aiutarla?” chiese, gentilmente.
Boccheggiai, mentre infilavo la mano nella borsa. A lui squillò il cellulare.
“Mi scusi” sussurrò a me, poi rispose alla chiamata. “Dimmi pure…”
S’irrigidì e mi guardò di nuovo.
“C-cosa… io… non… Alice che dice?... Edward…”
Edward. Era stato quel ragazzo dai capelli rossi a chiamarlo.
Mi guardai intorno, assicurandomi che il corridoio fosse ancora pieno di gente. Lo era. Non poteva farmi del male.
Poi notai il bambino. Aveva ancora il sangue fresco su di se.
Eppure Carlisle non l’aveva degnato di uno sguardo.
Non sembrava un mostro assetato di sangue. Carlisle sembrava un uomo normale, bellissimo e perfetto, con maniere impeccabili. Carlisle non sembrava una bestia assetata di sangue.
…Il mio dovere è condurre una vita retta, predicare la bontà, la misericordia, la purezza.
Ma pare che in questo paese ogni abitante abbia dimenticato tali parole.
Signore Iddio, accompagnami in questa missione…
 
Le sue parole mi rimbombavano in mente. Incredibile.
Sembravo in trance, nuovamente.
Carlisle mi si avvicinò, rigido come un pezzo di marmo.
Sapevo cosa fare, nonostante tutto.
“Sarebbe meglio… discutere in privato…”
Non annuii.
“Qual è il suo dovere, dottore?”
Sembrò spaesato.
Sorrisi.
“Il mio dovere è condurre una vita retta, predicare la bontà, la misericordia, la purezza…” citai le sue parole. Sembrò sconcertato, in quel momento. “Non è così? È ciò che aveva scritto… tanto tempo fa…”
Attesi una sua risposta ma lui tacque.
“Il mio dovere è condurre una vita retta, predicare la bontà, la misericordia, la purezza…” s’aggiunse alle mie parole. “Ma pare che in questo paese ogni abitante abbia dimenticato tali parole.
Signore Iddio, accompagnami in questa missione”.
Concludemmo insieme, in un coro sommesso.
“Io…” fece per dire qualcosa, ma lo fermai.
Mi sentivo posseduta da una calma innaturale, una sicurezza incredibile.
“Sono sicura che lei sia un uomo migliore di suo padre… nonostante ciò che è diventato, nonostante  lui avrebbe tentato di ucciderla… Che il Signore ti protegga, Carlisle Cullen. Per l’eternità”.
E me ne andai, senza voltarmi indietro.
 
Sono in spiaggia, poco distante da Forks.
In una mano ho la busta con i documenti e le prove che Carlisle Cullen è un vampiro; nell’altra ho un accendino.
Sono tranquilla nel dar fuoco a quella busta e nel gettarla in acqua, non appena sarà sufficientemente bruciata.
Non mi pento di ciò che sto facendo.
In fondo, mi fido di quel Carlisle.
Tiro fuori il telefono.
“Rob? Ciao… sto salendo sull’aereo… sì, sono riemersa dalla mia crisi mistica… mi sei mancato…”


Fanfiction scritta senza alcuno scopo di lucro, eccetera eccetera.
Carlisle Cullen, Edward Cullen e il biondino del negozio -che sono certa avrete riconosciuto come Mike Newton- appartengono a Stephenie Meyer.
Tutto il resto appartiene a me; se vorrete prelevare qualcosa -dubito-, siete pregati di chiedermi il permesso e farmi sapere dove volete postarlo -ripeto che dubito lo farete, ma non si sa mai-.

Mi è venuta in mente questa One Shot qualche giorno fa, mentre davo un'occhiata alla mia libreria e osservavo la mia copia distrutta di Twilight.
Amo Carlisle e ho pensato a come potesse essere prima della trasformazione.
Recensioni più che gradite.

Federica
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