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Autore: Soly_D    27/03/2016    5 recensioni
• Day 1: Kiss [«Lo sai, no, Nami-San?, quanta voglia ho ora di baciarti».]
• Day 2: Presence [Per un attimo Nami rivide nel volto sorridente di Sanji quello altrettanto bello e rassicurante di sua madre.]
[SaNami♥ | prompt usati: 2/7]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Eight ways to steal my heart away
[SaNami Week 2016]




Day 1: Kiss


Sanji non si era mai divertito tanto in vita sua.
La nave era stata allestita a festa, ghirlande e luci molticolore ornavano ogni singolo anfratto.
La musica suonata da Brook squarciava la quiete delle notte, rimbombava tra le pareti dell’imbarcazione e nelle orecchie dei pirati, penetrando fino in fondo al cuore. I tavoli strabordavano di cibi squisiti, l’alcol scorreva a fiumi rallegrando gli animi.
Sanji ballava in maniera del tutto scoordinata insieme a Rufy, Usop, Chopper e Franky. Per una volta aveva voluto abbandonare l’abito da gentleman e darsi alla pazza gioia. Si sentiva un po’ brillo, ma abbastanza lucido da toccare con mano la felicità di aver chiuso i ponti con il suo passato ed essersi riunito alla sua amata ciurma. Era esattamente dove desiderava trovarsi, lì, su quella nave così caotica, in mezzo a quei pirati così scalmanati, e non poteva esserci niente, assolutamente niente di più bello.
O quasi. Perché Nami che gli veniva incontro a ritmo di musica era anche meglio.
Sembrava stanca, ma tutto sommato sobria. Strano, si disse Sanji: ad ogni festa Nami era solita sbronzarsi talmente tanto da non riuscire più a stare in piedi. Non che gli dispiacesse, comunque, visto che poi era sempre lui a riaccompagnarla in camera da letto e a metterla sotto le coperte~♥
«Niente gara di bevute con il marimo, Nami-san?».
«Zoro ha altro da fare, stasera», rispose la navigatrice indicando Zoro e Robin appartati in un angolo a parlare. Una mano dello spadaccino era poggiata sulla coscia bianca di lei, quella dell’archeologa sulla spalla di lui. In un primo momento Sanji pensò di andare a spaccare la faccia a quel buzzurro che non meritava una donna così bella e dolce, poi si rese conto che solo uno come Zoro sarebbe stato in grado di proteggerla, e che Robin non avrebbe desiderato nessun altro al suo fianco.
Tutte le sue elucubrazioni, però, andarono a farsi benedire nel momento in cui Nami lo afferrò per la cravatta, sottraendolo alla presa dei compagni, e se lo tirò addosso per gettargli le braccia al collo. «Balla con me», disse e gli si strinse addosso, cominciando a muovere il bacino sulle note di Brook.
Sanji rimase inizialmente immobile, rigido come un pezzo di legno. Doveva ammettere che Nami non era mai stata tanto audace con lui come ora che si era riunito alla ciurma. Allora pensò che forse, durante tutto quel tempo in cui erano stati lontani, lei avesse sentito la sua mancanza o che si fosse addirittura resa conto di amarlo. Sì, doveva essere così~♥
Quella speranza gli diede la forza di far scivolare le mani sui fianchi morbidi di Nami e di stringerle la vita per muoversi insieme a lei.
Ballarono per ore, ubriachi di musica e di sguardi.
Sanji tremava impercettibilmente ogni volta che le dita di Nami gli solleticavano la nuca, ogni volta che i suoi occhioni nocciola gli sorridevano da sotto le lunghe ciglia rossicce, ogni volta che i seni di lei premevano contro il suo petto e che le loro gambe si sfioravano nella frenesia del ballo. Durante i primi passi Sanji aveva fatto fatica, temeva di rovinare tutto perdendo sangue dal naso o che quest’ultimo defluisse in parti del corpo poco consone alla situazione. “Stai calmo”, continuava a ripetersi mentalmente, “È Nami-san, è la donna che ami”. In seguito ballare con lei divenne talmente naturale che alla fine le si avvicinò quel tanto che bastava per far sfiorare i loro nasi, lasciandosi sfuggire quelle poche parole che gli rimbombavano nella testa da... praticamente da sempre.
«Lo sai, no, Nami-San?, quanta voglia ho ora di baciarti».
Nami sorrise e si sollevò sulle punte dei piedi fino a protendere le labbra verso di lui, come per baciarlo davvero, e poco ci mancò che a Sanji venisse un infarto per la velocità dell’azione, ma un attimo prima che le loro bocche potessero sfiorarsi, lei gli diede un buffetto sulla guancia.
«Magari un’altra volta, Sanji-kun», gli soffiò sulle labbra, infine si voltò e andò via ancheggiando sensualmente.
Sanji rimase a fissare la figura di Nami finché Rufy non lo strattonò via e per tutto il resto della festa non fece altro che sospirare e sospirare e immaginare come sarebbe stato baciare Nami-san e chiedersi perché lei lo facesse soffrire in quel modo.
Ah, non c’era nulla da fare. Quella donna lo aveva in pugno.


***


La mattina dopo, Sanji era sceso dalla nave saltellando e urlando «Voglio salutare Violet-chan prima della partenza!» ed ora eccoli lì, l’uno di fronte all’altro, che si guardavano con gli occhi pieni di lacrime e la ciurma a fare da spettatrice.
«Violet-chwaaan! Mi mancherai così tanto!», piagnucolava Sanji, le mani unite al petto.
Violet gliele afferrò per stringerle nelle sue e lo guardò intensamente negli occhi. «Sanji-san, anche tu mi mancherai...».
«Perché non vieni con noi?», le propose Sanji speranzoso.
«Sì, Velvet, vieni con n−!», tentò di aggiungere un Rufy euforico poco più in là, salvo poi lamentarsi per il dolore del pugno che Nami gli aveva rifilato sulla testa.
«Sono finiti i posti, non c’è spazio per un altro membro», obiettò la navigatrice con tono duro.
«Sorellina, cosa stai dicendo?!», si intromise Franky. «La nostra nave è suuuper grand−», ma nemmeno lui riuscì a terminare la frase a causa di un altro pugno abbattutosi sul suo corpo di metallo ad opera di Nami (la quale, però, si era subito pentita avvertendo un dolore acuto alle nocche sbiancate per il colpo).
Violet aveva squadrato quella ciurma di pazzi con un sorriso, poi era tornata a guardare Sanji.
«Mi piacerebbe tanto poter venire con voi, ma il mio posto è qui. E poi sono sicura che questo non è un addio, un giorno ci rivedremo!».
«Oh, Violet-chan~♥».
A quel punto Violet si avvicinò a Sanji, afferrandogli il viso con entrambe le mani, e si spinse verso di lui con l’evidente intenzione di baciarlo.
«Basta fare i piccioncini, abbiamo lo One Piece da trovare noi!».
Nami si era frapposta tra i due, allontanandoli, e aveva tirato Sanji per un orecchio, trascinandolo via seguita dal resto della ciurma. Sanji aveva salutato Violet muovendo una mano e, una volta lontano da lei, si era impuntato con i piedi per terra.
«Nami-san!», esclamò.
Nami si voltò perplessa per la brusca fermata. «Che c’è?».
«Perché non mi hai permesso di salutare Violet-chan?».
Nami sbuffò, incrociando le braccia al petto. «Te l’ho detto, abbiamo cose ben più importanti da fare!».
Sanji la guardò confuso, ricordando gli eventi della sera prima.
«Nami-san, non vuoi che baci te, ma non vuoi nemmeno che baci le altre». Sospirò sconsolato. «Io non capisco».
«Non c’è nulla da capire, Sanji-kun. Non potevo certo lasciare che quella strega si approfittasse di te in quel modo!».
E dicendo ciò si era voltata, ricominciando a camminare in fretta e furia.
Sanji l’aveva guardata allontanarsi. Si stava lasciando sfuggire qualcosa, ne era certo.
Perché Nami ce l’aveva con Violet? Perché non gli aveva permesso di baciarla?
La risposta arrivò chiara e limpida come il sole: se chiederle il permesso per un bacio, la sera prima, non era bastato, allora doveva agire diversamente. Si affrettò a raggiungere Nami e «Come avevi detto, Nami-san? “Magari un’altra volta”, eh...?», disse quando le fu dietro. E prima che lei potesse capire, la afferrò per il polso e la fece voltare fino a far scontrare le loro labbra.
Sanji era riuscito così a tapparle la bocca e ad evitare che lei urlasse, ma si era dimenticato di bloccarle le braccia. Difatti qualche secondo dopo si ritrovò steso per terra con la testa piena di bernoccoli, ma pensò che ne era valsa la pena e non potè fare a meno di sorridere per quella che non sembrava più solo una sua fantasia.
“Nami-san si sta innamorando di me~♥”.


Nami camminava spedita verso la nave, i pugni stretti lungo i fianchi e le guance rosse, e continuava a sfiorarsi le labbra con due dita, cercando di convincersi che quel bacio non le fosse piaciuto per nulla.
“Stupido, stupidissimo Sanji-kun”.












Note dell'autrice:
BUONA PASQUA! Considerate questo primo capitolo come un mio personale augurio per queste feste :D
La SaNami week è finita tipo da un mese, ma va be', sono abituata ad arrivare in ritardo in queste occasioni :')
Il verbo "steal" nel titolo fa riferimento a Nami che è appunto la gatta ladra e ruba il cuore di Sanji-kun ♥
Questo primo capitolo è stato un parto, nel senso che l'ho riscritto tipo 5 volte perchè non mi soddisfaceva. Spero che vi piaccia, ringrazio chi legge e chi recensisce. Critiche e consigli sono ben accetti!
Ah, ovviamente Rufy che chiama Violet "Velvet" allude all'incapacità di Rufy di imparare i nomi XD
Al prossimo capitolo con il prompt "presence"!

Soly Dea
  
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