Libri > I Miserabili
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Autore: Crilu_98    28/03/2016    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se ai due personaggi più tragici e controversi dei Miserabili fosse stata data una seconda possibilità?
Se Javert non si fosse buttato nella Senna? Se Eponine fosse sopravvissuta alle barricate?
Una storia un po' inverosimile in cui si intrecciano amore, rimorso e desiderio di riscatto. Perché anche i miserabili hanno il diritto di essere felici.
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eponine, Javert, Jean Valjean, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parigi, 1843.
-Gavroche! Gavroche! Dove ti sei cacciato? Questa volta ci prendi, eh!-
La donna si volta verso la governante dei suoi vicini di casa, che in quel momento sta sbattendo energicamente un tappeto fuori dal davanzale della finestra per liberarlo dalla polvere:
-Madame Sevres, avete per caso visto mio figlio Gavroche?-
-No, Madame Javert, mi dispiace, non l'ho visto!-
Eponine saluta la donna con un cenno del capo e rientra nell'atrio fresco del palazzo, e quasi si scontra con un giovane uomo vestito con abiti semplici:
-Jean!- esclama meravigliata, riconoscendo il fratello -Cosa ci fai qui?-
Il ragazzo sorride, mostrandole un cesto dal quale proveniva un inconfondibile odore di pane.
-Ho capito!- ride Eponine, accettando il dono. Da quando, nove anni prima, Jean è stato assunto dal fornaio a due strade di distanza dalla loro casa, il fratello si presenta spesso con pane e dolciumi appena sfornati per i nipoti. Eponine gli fa cenno di seguirla su per le scale, ma lui scuote la testa e si indica il petto con una smorfia imbarazzata:
-Va bene, vai pure dalla tua Marie!- esclama la sorella fintamente imbronciata, mentre Jean esce velocemente dal portone. Nonostante sia muto, è riuscito a sposarsi con la figlia del suo capo.
Una vocina sottile la chiama dalla porta che ha lasciato aperta:
-Maman!-
-Un attimo, Charo, non trovo tuo fratello!-
Charo scende le scale tenendosi forte alla ringhiera in ferro battuto. Ha sei anni, quattro in meno del fratello, e il nome della madre di Javert.
Guardandola, Eponine si stupisce ancora una volta come la piccola assomigli al padre: è alta quasi quanto Gavroche, mora e ha due mobilissimi occhi azzurri che squadrano ogni cosa con un pizzico di alterigia. Si attacca alla sua gonna, chiedendo di essere presa in braccio; la donna alza gli occhi al cielo, poi scruta l'androne e il cortile interno alla ricerca del figlio. Non trovandolo, si china a prendere Charo in braccio.
Ad un certo punto la bambina si sbraccia verso l'arco che fungeva da entrata per l'edificio:
-Maman, maman, guardate: ci sono papà e lo zio Louis!-
Eponine si volta: è vero, due uomini in uniforme si stanno avvicinando e può distinguere senza difficoltà suo fratello e suo marito. Louis per il momento sembra disinteressato a trovarsi una sistemazione per conto suo, nonostante la sua carriera in Polizia; Javert gliel'aveva detto fin da subito che sarebbe stato un bravo gendarme.
Erano sposati da pochi mesi e Louis non lasciava il suo fianco un attimo, nonostante l'Ispettore perdesse spesso la pazienza con lui:
-Sai, Eponine- le aveva detto una sera -Credo proprio che tuo fratello farà strada!-
Ed era vero: a vent'anni Louis, con la sua espressione furba e i baffetti neri, è uno dei sergenti più apprezzati della capitale.
-Buonasera, sorella!- la saluta sorridendo, prima di scompigliare i capelli di Charo, che ridacchia divertita.
Javert si avvicina con la sua solita espressione rigida, che si scioglie un po' solo quando, dopo aver posato un bacio sulla fronte della moglie, prende in braccio la figlia. E' una scena davanti alla quale Eponine si commuove sempre: suo marito, così arrogante e freddo, che culla dolcemente la bambina, per la quale stravede quasi più che per il figlio maschio.
-Non trovo Gavroche!- gli confida Eponine contrariata, mentre Louis sale velocemente le scale.
Non fa quasi in tempo a finire la frase che un lampo biondo attraversa il suo campo visivo per fiondarsi verso le gambe di Javert.
-Papà, siete tornato finalmente!- strilla felicemente il bambino. Javert gli accarezza il capo, indulgente.
-Non dovresti far preoccupare così tua madre, Gavroche!-
Il monello alza gli occhi scuri verso di lui e sorride con malizia. Javert sorride e si rivolge alla moglie:
-Questo bambino ha preso tutto dal tuo ramo della famiglia!-
Eponine aggrotta la fronte e mormora a mezza voce:
-Speriamo non proprio tutto!-
Ma la sua famiglia non l'ha sentita, perché stanno già entrando dentro casa, e lei li segue.
-E' pronta la cena?- urla Louis dalla sua stanza.
-Louis, non si urla in questo modo!- lo rimprovera la sorella scocciata, mentre porta il cibo a tavola. Nonostante Javert abbia provato diverse volte a convincerla ad assumere qualcuno, Eponine si ostina a mandare avanti la casa da sola.
-E' passata Madame Pontmercì questa mattina!- rivela Charo contenta, mentre addenta una fetta di pane -E con lei c'erano anche Marius e Philippe!-
Il sorriso sorge spontaneo alle labbra di Eponine, al pensiero dei figli di Cosette, che nonostante la posizione sociale più elevata giocano volentieri con Gavroche e Charo.
-Penso che Madame Pontmercì sia di nuovo incinta!- aggiunge Gavroche. Javert alza le sopracciglia e la guarda incuriosito; Eponine si stringe nelle spalle:
-Non ne è ancora così sicura, ma il medico ha detto che potrebbe essere...-
 
Più tardi, mentre sta riordinando la tavola, qualcuno la cinge per la vita:
-Claude! Mi hai spaventato!- esclama Eponine voltandosi verso il marito.
-Chiedo perdono!- risponde lui beffardo, baciandola. -Vieni a letto?-
La luce nei suoi occhi rivela che nonostante la lunga giornata di lavoro non è affatto stanco:
-Vuoi metterti a pari con Marius, per caso?- sogghigna lei. Per forza di cose, Javert è costretto a sopportare la presenza di Marius in casa propria, ma è evidente che anche dopo dieci anni il giovane non gli va a genio. Eponine sospetta che in quell'insofferenza sia presente anche un po' di gelosia: suo marito a volte si rimprovera ancora di essere troppo vecchio per lei.
Sul volto di Javert si fa strada prima una smorfia insofferente, poi un ghigno divertito:
-E perché no?- chiede, cercando nuovamente le sue labbra.
Eponine non sa come sia possibile, ma dopo dieci anni di matrimonio i baci dell'Ispettore la fanno ancora tremare. Si stacca da lui e lo guarda attentamente, come fa ogni sera prima di addormentarsi: il tempo trascorso gli ha donato altre rughe sulla fronte e più ciocche grigie tra i capelli, ma lo sguardo e la tempra che i suoi occhi azzurri rivelano sono gli stessi di sempre.
La donna sorride e gli accarezza la bocca, l'unica che abbia mai desiderato:
-Già... Perché no?-
   
 
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