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Autore: lilyrose94    28/03/2016    0 recensioni
Dal primo capitolo: "Nessun amore da ricordare, né abbandonato, né messo in valigia. Nessuna margherita dimenticata tra le pagine dell’unico libro che allora possedevo... Della mia terra non ho nient’altro se non i ricordi... Non ho amato il mio paese d’origine, finché non l’ho lasciato..."
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Nessun amore da ricordare, né abbandonato, né messo in valigia. Nessuna margherita dimenticata tra le pagine dell’unico libro che allora possedevo, “I Promessi Sposi”. Della mia terra non ho nient’altro se non i ricordi, alcuni sbiaditi, come le vecchie fotografie, altri vividi, ben impressi nella memoria. Non ho amato il mio paese d’origine, finché non l’ho lasciato. Da lontano, tutto acquistava dolcezza e splendore: il profumo della terra appena smossa, la sagoma familiare delle montagne, il suono della campana della chiesa nel giorno di festa… Tutto questo mi passava davanti agli occhi quando rimanevo seduta per ore a fissare quel fazzoletto di mare che riuscivo a scorgere, dall’oblò della terza classe. In quei momenti, mi tornava alla mente anche quel giorno, al porto di Genova, dove tutto era cominciato.
Il piroscafo “Barbarossa” pareva un enorme mostro emerso dalle acque, e Anna, la mia sorellina, si stringeva terrorizzata alla mamma, mentre ci mettevano in fila per l’imbarco. Solo due giovani, dietro di noi, sembravano non condividere la tristezza generale; anzi, sorridevano e si tenevano per mano, guardandosi, ogni tanto, intorno, come se si aspettassero di veder giungere qualcuno. Li avrei conosciuti, non molto tempo dopo, quei due ragazzi così ben vestiti, con le loro valigie eleganti, che tanto stonavano con la cupa atmosfera della terza classe…
 “è veramente soffocante, non trovi?", mi disse la ragazza, un giorno, quando eravamo appena ripartiti da Napoli, “da qui sembra che il sole non sorga più…”
“è che non pensavo che avrei sentito la mancanza delle montagne: qui c’è solo mare, mare e poi mare… quando lo si riesce a vedere…”
“hai sentito Francesco?”, si rivolse al ragazzo, “non siamo gli unici a sentire la mancanza dei monti…”
Poi si rivolse a me: “Comunque io sono Laura, veniamo da Como”
“Sono Marta", risposi, "vengo da Tirano. Con la mamma e le sorelle dobbiamo raggiungere nostro padre a Melbourne… Sono ormai cinque anni che non lo vediamo…”
“Oh, e perché non è tornato lui?”, chiese Laura.
“Al paese non c’è più lavoro; io facevo la sarta, e la mamma era filatrice, ma la malattia del baco da seta ha fatto perdere il lavoro quasi a tutte le donne… poi c’è stata la malattia della vite: è stato l’ultimo colpo, così, visto che papà non poteva tornare, la mamma si è finalmente decisa a partire”
“Non essere troppo triste”, mi disse Francesco, mentre Laura frugava in una borsa, “ora dovete pensare al futuro”.
“Marta, visto che sei sarta, me lo faresti un immenso favore?”, chiese Laura con tono quasi di preghiera, reggendo uno scialle in mano, “questo si è rotto durante la fuga: potresti aggiustarlo? È un regalo della mia nonna, e ci tengo davvero tanto”
“Fuga?”, chiesi, stupita, quand’ebbi preso ago e filo, “Siete fuggiti? E da che cosa?”
“Oh, questa è davvero una lunga storia…”, rispose Laura.
   
 
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