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Autore: reggina    28/03/2016    2 recensioni
Colin è un sopravvissuto. Dovrà affrontare una lenta e tormentata risalita per tornare alla vita vera.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Amy Abbott, Bright Abbott
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quei cinque minuti di evasione, davanti alla cassetta postale all'americana, sono diventati un irrinunciabile boccata d'aria nella mattina afosa e umida. Jim smista il quotidiano, un paio di lettere e un insieme di volantini fruscianti finché un plico più corposo non gli chiude, in maniera subitanea e definitiva, il cuore.

È una lettera di referenze da compilare e rinviare alla Notre Dame. L'università gli appare, in questo momento, come un progetto macchiavellico inconsistente, così sottile da infrangersi nella stessa fragilità in cui si sta logorando suo figlio.

Rientra e quel disincanto triste e consapevole gli impedisce di salire di sopra e di confrontarsi con il suo ragazzo che lotta in un inferno senza fiamme.


Nasconde la missiva in uno dei suoi giornali da collezione e cerca una via di fuga per non dover trovare risposte a domande che vorrebbe dimenticare, perché almeno per un po' i problemi siano degli altri.

Non riesce a restare sobrio di pensieri mentre si versa, uno dopo l'altro, un paio di old fashioned di brandy ghiacciato.

È un tonfo sordo e cupo, che rimbomba dal piano di sopra, a strapparlo da quell'autodistruzione e a fargli ritrovare la razionalità mentre si precipita su per le scale, salendo i gradini due a due.

Si blocca dinnanzi a quella distrazione del destino, al corpo in diagonale di suo figlio riverso sul corridoio lungo e stretto.

"Cosa volevi fare?"

Jim non perde tempo e si affaccenda per aiutarlo ad alzarsi ma la mano stretta in un pugno rabbioso e la testa china, che nasconde uno sguardo misero ed umiliato, sono quelle di un naufrago che sembra aver imparato a nuotare soltanto per prolungare l'agonia.


"Volevo scendere di sotto . Da solo."

Nonostante tutto la risposta di Colin è orgogliosa e provocatoria mentre accetta di sostenersi a suo padre e capitolare, soltanto, su una sedia in cucina.

Ci sono due dolori paralleli che si incrociano nell'impaccio del ragazzo e nello scoraggiamento di Jim ma è quella bottiglia a metà sul mobile bar vintage, che scorge quasi per caso, a deludere profondamente Colin.

"Ti preparo qualcosa per colazione!"

L'uomo cerca di ingoiare quel fallimento doppio, di stanare il suo cucciolo da quel guscio massiccio nel quale vive con i freni dopo aver passato il confine.

"Ho lo stomaco sottosopra, inghiottire è uno strazio e non ho fame!"

La risposta piccata è un promemoria delle speranze tradite e di quell'indifferenza in cui Colin si è trincerato quasi in autodifesa.


Suo padre non ribatte e gli prepara, comunque, due pancakes glassati di sciroppo d'acero, una fetta di bacon sfrigolante e un bicchiere colmo di succo di frutta.

"Sforzati un pochino. Per favore."

La richiesta supplichevole e le dita tozze di Jim che sfiorano il dorso della sua mano fredda sembrano smuovere Colin: affonda la forchetta nella frittella e anche il tempo sembra indugiare su quel padre e quel figlio.

Due superstiti che guardano, semplicemente, scorrere la propria vita.

   
 
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