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Autore: Galiriel    28/03/2016    2 recensioni
In una notte di tempesta, egli stava li, immobile sotto la pioggia, con il capo abbassato, i capelli che gli scivolavano sul viso.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ex membro: Jaejoong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una notte di tempesta, egli stava li, immobile sotto la pioggia, con il capo abbassato, i capelli che gli scivolavano sul viso. 

Davanti l'imponente portone del palazzo reale, le grandi ali demoniache erano aperte ma non evitavano che la pioggia sfiorasse il suo viso, il suo corpo. Pochi istanti e le ali si piegarono e si chiusero scomparendo. Alzò il capo osservando la strada avanti a se prima di voltarsi e, sospirando, rientrare nel palazzo. L'oscurità sconfitta lievemente dai lumi incupivano sempre più il cuore del ragazzo. Il crepitio del fuoco rompeva un silenzio innaturale, neanche il suono del vento aveva il coraggio di oltrepassare quelle mura spesse e oscure. Camminando lungo l'andito e carezzandosi i capelli gocciolanti togliendoli dal viso, giunse nella grande sala, un tempo animata da lussuosi balli e colma di invitati. Ormai essa giaceva in totale stato di abbandono, buia e desolata. 

Egli si avvicinò ad un raffinato piano forte che ormai non suonava da tempo, vi passò la mano così a voler richiamare vecchi ricordi e premette un tasto così ché nel grande salone quel suono fece eco. Alle sue spalle un lieve soffio di vento smosse una tenda facendolo voltare. 

Una dolce figura dai lunghi capelli rossi, con un lussuoso abito bianco, stava danzando sorridendo mente la sala tutto ad un tratto si illuminava e riempiva di invitati. Il giovane guardò la sala, la ragazza, la sua bellezza. Ma così rapidamente così apparvero, tutti finirono dissolti nel vento, facendo cadere nuovamente l'oscurità. Il ragazzo lasciò cadere a peso morto la mano con il quale aveva suonato il pianoforte stringendo il pugno e chinando il capo in avanti, rassegnato. A passi pesanti uscì dalla grande sala, vagò a lungo per il castello in silenzio. 

"I'm still in love" sussurra appena, tra se, iniziando a salire le scale. Ogni scalino fu difficile da superare, aggrappandosi al corrimano sperando quasi in un aiuto. 

"I'm still in love" ripetè questa volta a voce piena facendo risuonare quella frase nel silenzio del castello. A fatica giunse la sommità delle scale alzando adesso lo sguardo dinnanzi a se. Un urlo, un pugno sofferto al muro. In se troppi ricordi lottavano tra loro. Si fermò però d'improvviso riabbassando nuovamente il capo. Era la cosa giusta da fare? Cosa sarebbe successo giunto in quella stanza? Passò pochi pochi secondi osservando il pavimento che ormai da anni nessuno più percorreva. Riprese il cammino e poco dopo aprì una porta alla sua sinistra. 

"I'm a lost men for you" disse quasi singhiozzando osservando l'interno della stanza. Sul grande letto a baldacchino la ragazza dai capelli rossi era seduta stringendo a se un cuscino e nascondendosi dietro di esso. Dopo qualche attimo lascia cadere il cuscino sul letto, si alzò e corse incontro ad egli. 

 Qualche passo, eran sempre più vicini l'un l'altra. Distese le braccia, in cuor suo sapeva che quello era l'unico abbraccio che desiderava. 

Ma tutto svanì, ancora e ancora. Ella scomparve nell'aria, come la nebbia al mattino. Il ragazzo, rassegnato, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, chinando il capo e sospirando. Si incamminò, attraversò la stanza giungendo alla finestra dall'altra parte della stanza. Con forza aprì le pesanti ante verso l'interno. Il forte vento fece volare le tende di un rosso scuro e intenso. Uscendo sul piccolo balconcino, egli alzò il capo osservando la luna che timidamente era apparsa appena da dietro una nuvola.Il soffio del vento animava i suoi capelli neri come la notte e i suoi vestiti appesantiti dalla pioggia. Dopo qualche secondo si avvicinò alla ringhiera di pietra, poggiandovi le mani e continuando ad osservare la luna. Una fitta al cuore, il capo si abbassa nuovamente, le mani si stringono in pugno. La nostalgia inevitabilmente prese possesso di ogni parte di lui facendo riaffiorare ricordi, troppi da riuscire a sopportarli. 

Un profondo sospiro e lo sguardo si rivolse verso l'orizzonte lontano. La schiena era ricurva, cercava di reggersi sul cornicione nel mente che i ricordi distruggevano ogni sua forza. Il respiro sì fece affannoso, lo sguardo ancora rivolto avanti a se. Un altro sospiro nel mentre la schiena tornò dritta e la mano destra sì poggiò sul cuore che continuava a pompare a fatica. 

Un urlo, che straziante tagliò le nuvole e percorse chilometri risvegliando ogni creatura di quel mondo rendendola partecipe di quel dolore. Tutto il regno potè sentire il proprio principe rimpiangere quell'amore dissolto nel nulla. Ogni albero, ogni sentiero, ogni ruscello, anche i mondi vicini, udì quel grido. 

E la, in un altro universo, sotto una limpida cascata, una creatura dalla pelle bianca e lunghi capelli rubino si girò, come udendo quel grido. Sul suo volto si dipinse la nostalgia e lo sguardo si abbassò lentamente. 

Egli, nel suo castello, su quel balcone, inspirò profondamente dando poi un pugno alla ringhiera in pietra. Gli occhi si chiusero come a voler allontanare ogni realtà, chiudersi nei ricordi. Le ginocchia pan piano di piegarono portando il ragazzo in ginocchio, poi seduto, la schiena poggiata sul cornicione. 

Ella, immersa nelle acqua limpide, spostò il corpo poggiando la schiena sulla parete rocciosa della cascata, il capo ancora chino chiudendo anch'ella gli occhi. 

Come se la loro schiene potessero sfiorarsi, entrambi viaggiavano nei ricordi, cercando di mettere fine a quella sofferenza. Invano. Tutto si fa scuro.    

   
 
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