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Autore: Ossimoro Vivente    28/03/2016    3 recensioni
Judy immaginò il buio, con due fari messi a confronto: se stessa, e quel maledetto repellente per volpi, che la fissava in modo inanimato da sotto i suoi occhi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due lunghe orecchie grigie spuntavano da sotto le coperte. Si giravano scattanti e a ritmo discordante tra l'una e l'altra, mentre gli occhioni di Judy Hopps cercavano di chiudersi.
Quando non si riesce a dormire ogni piccolo spiffero distrae dal sonno. E se di solito è così per gli umani, figuriamoci per una coniglietta. Li riaprì tristemente ritrovandosi solo il soffitto nella penombra della notte: a quel punto si rassegnò facendo un lungo sospiro sconsolato.
Era peggio di un film visto e rivisto ogni sera prima di andare a dormire. Le diapositive si susseguivano una dopo l'altra senza sosta. Per ognuna delle cose diverse, un'emozione diversa. E sempre la stessa volpe ottusa a farne da padrone.
Come a seguire un programma quotidiano, iniziava con: Un ghiacciolo a forma di zampa; Un passeggino rosa; Una penna a forma di carota.
Poi una funivia; Uno scout con la museruola; Un repellente per volpi, e un abbraccio al sole.
Infine, i mirtilli.
Tutto però girava attorno a una domanda che a Judy rimase impressa nella mente più di tutte, che non riusciva a scordare, e che la faceva stare male:
-Hai paura di me?-
Gli occhi verdi della volpe ottusa la trapassavano da parte a parte mentre glielo chiedeva con quel tono accusatorio. Lei gli intravedeva una certa paura anche da parte sua. Un' insicurezza nella risposta che avrebbe ricevuto.
E Judy non sapeva cosa dire. Perchè non se lo aspettava, perchè ne era rimasta spiazzata. Perchè forse la risposta, con sua grande sorpresa, era un mero: Sì.
Immaginò il buio, con due fari messi a confronto: sè stessa, e quel maledetto repellente per volpi, che la fissava in modo inanimato da sotto i suoi occhi.
Perchè pensava così spesso a quella domanda? Le rimbombava nella testolina con quella voce così vicina, così chiara, così forte, da farla sentire ancora più in colpa di quanto non lo fosse stata nella realtà.
Esatto. Si sentiva in colpa.
Stava tremendamente male nel vedere la delusione conenuta negli occhi di quella volpe ottusa, in quelle sue orecchie abbassate, e in quelle zampe che si agitavano mollemente senza sapere cosa fare, sfiorando i fianchi.
Lo aveva considerato in poco tempo il suo partner, il suo compagno d'avventure. Il suo migliore amico. Ma a quella domanda il cuore faceva una capriola, e non sapeva come comportarsi. Ne avevano passate troppe insieme, e la fiducia che lui le aveva riposto la faceva sentire importante, le faceva capire che anche una volpe può essere coraggiosa, leale, disponibile e soprattutto affidabile.
Come uno scout.
E Judy, inconsciamente, stava mettendo in dubbio tutto quello che gli aveva confidato.
Coniglietta Ottusa. Si ripeteva.
La volpe le voltava le spalle adesso, e si allontanava strisciando la morbida coda rossa a terra. E più lui diventava piccolo, più i dubbi si dissolvevano.
Ho bisogno di te. Non perchè sei un testimone chiave, non perchè mi servi.
La risposta alla domanda le usciva dalla bocca chiara e cristallina.
No!
Non ci riusciva. Qualcosa le impediva di dirglielo. E della volpe si vedeva solo un puntino rosso.
Una profonda malinconia le salì in corpo fino a trovare un groppo in gola, e lì si incanalò senza via d'uscita.
Scusa.
Un'altra fila di diapositive, una moltitudine di ricordi che la pervadevano come aria fresca. Non più incentrati su cose, ma sulla volpe in sè.
La sua preoccupazione per lei, nascosta da gesti loquaci al suo agente di polizia, per chiedergli l'ultima possibilità a risolvere il caso. Non voleva finire così presto quell'avventura con lei.
La sua incredibile tristezza mentre raccontava il suo passato, per poi tentare di cambiare argomento per non rinunciare al guscio che si era costruito con l'esperienza, mostrato dal suo solito sorriso sornione.
Le sue facce buffe, quando scopriva di essere stato incastrato da una coniglietta acuta.
Il suo raro sorriso sincero quando aveva scoperto di potersi fidare davvero di lei.
Scusa.
-Hai paura di me?-
Come poteva avere paura di una volpe ottusa, se anche dalla coniglietta acuta la cieca fiducia era reciproca?

Carotina?

Gli occhioni viola di Judy si aprirono lentamente, e il soffitto adesso era completamente bianco. Si sentì un fruscio di plastica.
-Wow, è la prima volta che ti trovo ancora a dormire a letto. Di solito sei tu a venire direttamente da me e a saltellare frenetica da tutte le parti. Coniglietta pigra. Comunque tranquilla, il crimine può aspettare, anche se siamo già in ritardo... E poi ho portato delle cose!-
Judy alzò il busto dal letto ancora intontita dal sonno improvviso che si era presa senza accorgersene. Il suo aspetto non era dei migliori, con quelle orecchie stropicciate e il pelo arruffato. Per non parlare delle grosse occhiaie.
-Buon giorno, Raggio di Sole- Salutò sarcasticamente Nicholas Wilde dopo averla vista, mostrando una smorfia di leggero disgusto. Era entrato nel piccolo appartamento di Judy, davanti alla porta di casa che stava per chiudere, con un sacchetto di plastica in una zampa e due frappè nell'altra Aveva la sua uniforme da poliziotto, pronto (o quasi) a un'altra giornata di lavoro.
-Che ci fai dentro casa mia tu? Come sei entrato?- Chiese la coniglietta mentre si stropicciava gli occhi.
-Ehm... con le chiavi?-
Judy assunse un'espressione corrucciata, anche se ancora assonnata. Come aveva fatto ad avere le sue chiavi?
-Quali chiavi, farabutto?-
-Ehi ehi, coniglietta, cosa giudichi? Stai ancora dormendo?- Disse Nick posando le cose sul tavolo e girandosi verso di lei con aria indispettita. Le mise davanti un paio di chiavi che fece tintinnare.
-Me le hai date tu, ricordi?-
In quel momento Judy si svegliò e strabuzzò gli occhi.
Giusto.
Gliele aveva date, visto che ormai come partners facevano tutto insieme, e non avevano segreti.
-Coniglietta sospettosa- E così dicendo, la volpe si mise a svuotare il sacchetto nel quale c'era una scatola piena di ciambelle, e senza farsi pregare se ne mise una in bocca. Mentre masticava e prendeva uno dei due frappè sentenziò: - A questo punto presumo tu non voglia il bel frappè alla carota che ti ho comprato, nè questo ben di Dio di colazione: potrei averci messo del veleno-
-Scusa...-
-Credo ci vorranno più delle tue scuse per...-
E appena Nick si girò, rimase sorpreso con la ciambella ancora in bocca e le briciole sul muso.
-Carotina...-
Judy stava a testa china con le zampette adagiate sulle lenzuola. Le orecchie abbassate. Gli occhi le brillavano in un' espressione supplicante e pian piano delle lacrime sgorgarono copiose fino a cadere sulla coperta.
-Scusami per aver dubitato di te-
Nick sorrise sospirando ad occhi socchiusi.
-Lo sai che stavo scherzando vero? Era una cosa da nulla, coniglietta piagnucolona-
-Io intendo... in tutto-
La volpe alzò un sopracciglio preoccupato. Vederla così triste gli ricordava fin troppo quella volta in cui l'aveva abbracciata. Allora capì.
-Stai ancora pensando a quando ti avevo chiesto se avevi paura di me?-
Judy si asciugò le lacrime con il dorso della zampa annuendo.
-Io non ho paura di te, solo che quando ci penso...-
Nick si mise una zampa in faccia ed esasperato andò da lei. Le strofinò la testolina con affetto, facendogliela scuotere a destra e a sinistra.
-Ah, Carotina, non devi pensarci, e soprattutto non devi. Sentirti. In colpa! Smettila di farti i trip mentali e andiamo a lavoro-
La coniglietta, mentre veniva ancora scossa dal partner era assonnata e non ne voleva sapere di alzarsi, però le veniva da ridere.
-Ancora cinque minuti, mamma...- scherzò lei.
Nick drizzò le orecchie fingendosi arrabbiato. Così cominciò a farle il solletico.
-”Ancora cinque minuti, mamma” ?? Ma allora ci penso io a svegliarti, coniglietta dormigliona e complessata. Ti ho pure portato la colazione e il ringraziamento è “ancora cinque minuti, mamma” ?!-
Judy non resistette dal ridere a crepapelle.
-Ok ok, vabene, smettila!- a quel punto la volpe si mise le zampe ai fianchi guardandola con aria soddisfatta. Poi le mise davanti un dito accusatorio.
-E se davvero l'agente Hopps dovesse avere paura di qualcosa, che sia io o chiunque altro, farò in modo che non ce l'abbia. Nessuno tocca la mia Carotina. Tranne me ovviamente.- Sorrise beffardo, ma un cuscino gli finì improvvisamente sul muso. Appena se lo tolse, Judy era già in piedi a prendere una ciambella.
-Uh, ti sei ripresa presto-
La coniglietta gli sorrise dolcemente mentre sgranocchiava la sua ciambella. Non poteva credere che i suoi cavolo di giochetti stupidi l'avessero tirata su di morale in così poco tempo.
Che diavolo mi preoccupo a fare?
-Ti voglio bene, volpe ottusa-
Nick le sorrise di rimando.
-Grazie, coniglietta acuta, anch'io me ne voglio-

 

Ok, non chiedetemi cosa mi sono fumata mentre scrivevo questa cosa strana perchè sono quasi sicura di non aver assunto nessuna sorta di sostanze stupefacenti. Mi sono flashata troppo e il risultato è stato sta cosa mediocre che non mi soddisfa del tutto. Il fatto è che penso a quei due da quando ho visto il film (quasi una settimana), e la scena in cui Nick le faceva quella domanda mi aveva colpita al punto da sfornare... questo.
Boh comunque fatemi sapere che ne pensate e se non volete farmi sapere, grazie comunque per chi ha letto lol.

Shiao!

 

   
 
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