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Autore: AnonimoX    28/03/2016    1 recensioni
La pace definitiva mai esisterà finché esisteranno ambizione e vendetta
"I figli dell'antica religione giungeranno
Spada, forza e volontà terrore porteranno
Cuore, bontà e determinazione la sola risposta saran
O la vita cancelleran"

Un'inaspettata profezia, tre misteriosi guerrieri e un campo da salvare, quale sarà l'esito finale?
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chirone, Nuovo personaggio, Percy/Annabeth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Legaldor


Le correnti del mare aumentarono la loro velocità incitate dai tre semidei, Legaldor aveva venticinque anni, capelli neri e occhi verdi come anche gli altri due suoi gemelli, Hogor ed Helen. Hogor era diverso dai due però, era più alto e massiccio fisicamente ed aveva gli occhi azzurri, Helen era alta quasi quanto Legaldor, occhi verdi anche lei e capelli lunghi e neri. «Lega, quanto ci vorrà ancora per giungere a Long Island?» Legaldor sorrise alla sorella «Non vedi proprio l'ora di conoscere il mondo degli umani, eh? Comunque credo che in un'oretta dovremmo essere lì.» Hogor intervenne «Dove potremmo nascondere i nostri telchini?» Legaldor si rilassò mentre le correnti lo trascinavano, lasciò rispondere la sorella «Non ne ho idea, appena arrivati dovremo immediatamente visitare Long Island e cercare un luogo adatto, nel frattempo li lasceremo nascosti dietro qualche catena di rocce.» Nonostante Hogor fosse colui che comandava sui tre gemelli chiedeva sempre consigli agli altri due. «Secondo voi quel famoso semidio sarà ancora al campo mezzosangue?» Hogor scosse il capo «Io non credo, anche se fosse lì non mi preoccuperei. Non può aver tenuto testa ad Urano da solo, ed anche se così fosse ricordate che siamo figli del grande Oceano e non dobbiamo temere nessuno!» Legaldor sorrise «Non è questione di temere ma di essere prudenti, se è vero quel che si dice Urano la pensava esattamente come te ed infatti è stato eliminato per la seconda volta di fila e questa volta non da Crono, bensì da dei comuni semidei.» Helen si mise i capelli di lato «Concordo sul dover essere prudenti ma non credo siano comuni semidei, neanche Ercole avrebbe potuto tenere testa ad Urano in persona. Secondo me dovremmo allontanarlo dal campo mentre l'esercito attacca i semidei noi prenderemo di sorpresa lui.» Legaldor sbadigliò «Quanti problemi vi fate, appena arriveremo al campo decideremo cosa fare e cosa non fare.» Gli altri due annuirono e il silenzio calò sul gruppo. La profondità del mare andò calando, ormai erano giunti alla sabbiosa spiaggia di Long Island, Hogor bloccò il gruppo «L'esercito si ferma qui, generale Pluvus a te il comando. Torneremo a chiamarvi appena sarà giunto il momento dell'assalto.» Il generale annuì e salutò il gruppo, Pluvus era alto, biondo e con gli occhi grigi, era nato per comandare eserciti, i tre semidei emersero dal mare e osservarono per la prima volta il mondo fuori dalle acque, Legaldor rimase sbalordito per la bellezza del posto. «Cervellona sai che toccherà a te guidarci, sì?» Helen sospirò, non le piaceva essere chiamata così ma Legaldor ormai ci aveva preso gusto «Certamente, non ho studiato il mondo umano tanto tempo per poi guardare voi due perdervi e finire in qualche fogna convinti di aver trovato l'entrata secondaria per Atlantide.» Hogor osservò intorno «È vero che gli umani vestono in modo diverso?» Helen annuì «Sì, non potremo andare in giro con le nostre armature, non tutti si fanno ingannare dalla foschia.» La semidea raccolse della sabbia da terra e la modellò creando uno strano pezzo di carta «E questo cosa sarebbe?» Helen glielo mostrò «Si chiama dollaro, è la moneta che gli umani di queste parti utilizzano per comprare oggetti o altro. Ve ne creerò altri in modo da poter acquistare dei vestiti adatti.» In meno di un minuto la semidea creò altre banconote e le consegnò anche ai due fratelli, uscirono dalla spiaggia ed Helen li portò in un negozio di vestiti, mentre sceglievano Legaldor distolse velocemente lo sguardo «Per mille Kraken! Cos'è quell'orrore?» I due seguirono il suo sguardo ed Helen sospirò «Si chiamano risvoltini, sembra che ad alcuni umani piacciano.» Gli arrivò uno schiaffo in testa da parte di Hogor «Razza d'imbecille, scegliti i vestiti e andiamocene!» Pagarono ed uscirono, gli abiti umani non erano scomodi come si aspettava, Helen condusse il gruppo verso un enorme oggetto con quattro strani altri oggetti circolari, fu Hogor questa volta a domandare «E questo cosa sarebbe?» Helen rispose subito «Si chiamano automobili, gli umani le usano per spostarsi, questo in particolare è un taxi.» I tre ci entrarono e lasciarono parlare la semidea «Farm Road 3141, Long Island, New York 11954» L'uomo annuì senza fare domande e l'auto partì, attraversarono svariate strade e Legaldor osservò gli enormi grattacieli, passarono una decina di minuti è il taxi si fermò, Helen pagò e i tre uscirono. «Il campo mezzosangue dovrebbe essere da queste parti, probabilmente sopra quella collina.» La semidea concordò con il fratello e i tre si avviarono, nel tragitto incontrarono un paio di dracene ma queste non li attaccarono, odiavano gli dei dell'Olimpo non gli dei dell'Antica religione. Salirono la collina e le supposizioni di Logaldor si rivelarono esatte, superarono la barriera eretta a protezione del campo ed entrarono subito avvistati da dei ragazzi con jeans e maglietta arancione, i semidei avevano tutti un arco alle spalle e Legaldor capì che si trattava dei figli di Apollo. Questi si avvicinarono con cautela inizialmente, i tre alzarono le mani in modo che i semidei non li scambiassero come nemici, un ragazzo alto e biondo si avvicinò e sorrise «Benvenuti nel campo mezzosangue, chi siete?» I tre si presentarono, dissero di essere figli di una dea minore del mare, in fondo era vero, nascosero soltanto il nome del secondo genitore. I figli di Apollo li scortarono all'interno del campo dando una marea di informazioni che a Legaldor non interessavano, accumulare informazioni era compito di sua sorella, il suo compito era quello di studiare i semidei e capirne le potenzialità e le loro abilità nell'uso delle armi. Non a caso era il miglior spadaccino del palazzo reale di suo padre, osservò i semidei che si allenavano nel tiro con l'arco «Lega passeggiamo un po'?» Il ragazzo annuì e i figli di Apollo li lasciarono soli, alcuni semidei si avvicinarono per fare amicizia, essere nuovi del campo comportava ricevere troppe domande ed era meglio evitarle nel loro caso, mandò un'occhiata alla sorella e questa lo capì all'istante, con uno schiocco di dita gli occhi di Helen diventarono color ambra, così intensi...Dannazione, distolse lo sguardo, non doveva guardarla negli occhi quando dava sfogo ai suoi poteri, i semidei però non lo sapevano e stupiti la osservarono, la voce ammaliatrice di Helen li lasciò incantati «Sapete già tutto di noi, d'ora in poi ci eviterete.» Questi ancora incantati si allontanarono dal gruppo lasciandoli di nuovo soli. Hogor sorrise «Ottimo lavoro Helen, fantastica come sempre!» La ragazza sorrise e si diressero verso il centro del campo dove si trovava un centauro, no non era un comune centauro, si trattava sicuramente di Chirone, maestro di Achille, Ercole, Aiace e altri eroi. Hogor si rivolse agli altri due «Diremo di essere nuovi e voler conoscere il nostro grande eroe, Perseus Jackson.» Il centauro sorrise nel vederli arrivare «Benvenuti nel campo mezzosangue Legaldor, Helen e Hogor! I figli d'Apollo mi hanno avvisato del vostro arrivo, il mio nome è Chirone.» Helen gli sorrise «La ringraziamo maestro.» Chirone sembrò apprezzare «Mi hanno detto che siete regolari e non indeterminati ma non hanno saputo dirmi chi è il vostro genitore divino, sapete chi è?» Helen annuì calando il capo «Siamo figli di una nereide, nostro padre è un umano ma circa un paio di mesi fa è morto e così ci siamo messi alla ricerca del campo di cui ci aveva parlato.» Legaldor rimase ancora una volta sorpreso dalle abilità della sorella, non stava usando la voce ammaliatrice ma riusciva ad essere perfettamente credibile. Chirone annuì «Capisco, tranquilli. Qui siamo tutti un' unica grande famiglia, vorrei farvi un' ultima domanda se consentite.» Helen fece di sì con il capo «Naturale, siamo in debito con te Chirone.» Il centauro restò ad osservarli per un lungo secondo «Da dove venite?» Il semidio andò nel panico e osservò anche Hogor, erano nelle mani di Helen. La semidea però non si scompose minimamente «Da Phoenix, Arizona.» Chirone sembrò bersela e fu la semidea che domandò «Abbiamo tanto sentito parlare di Percy Jackson, saprebbe dirci dove si trova? Vorremmo conoscerlo.» Il centauro annuì «Al momento è uscito dal campo, dovrebbe tornare entro sera.» Stava per andarsene quanso di colpo si voltò «Ah prima che me ne dimentichi, non abbiamo case per i figli delle nereidi però potete alloggiare nella casa dei figli di Ermes.» I tre ringraziarono per poi allontanarsi, Legaldor sorrise alla sorella «Hai fatto davvero un ottimo lavoro sorellina, stavo quasi tremando.» Helen gli sorrise «Dubitavi di me?» Hogor interruppe entrambi «Andiamo ad allenarci, ho voglia di vedere un po' i semidei di cosa sono capaci.» Legaldor rise divertito «Hogor hai voglia di essere umiliato nella scherma?» Il semidio si voltò irritato, Hogor possedeva una forza fuori dal comune e maneggiava la scure come fosse parte del suo corpo ma nella scherma non aveva alcuna possibilità contro Legaldor o Helen. Arrivati all'arena videro un goblin intento ad addestrare i giovani semidei, la cosa fece rimanere perplesso Legaldor «Cosa ci fa un goblin nel campo mezzosangue? E soprattutto ad addestrare semidei?» Questa volta neanche Helen ebbe la risposta, scesero e raggiunsero il goblin, notarono che aveva i lineamenti di un comune uomo, questo li salutò con voce antica e profonda «Benvenuti semidei, il mio nome è Dràkon. Avete voglia di allenarvi?» Legaldor annuì «Sì.» I tre non avevano armi visibili se non qualche pugnale, le loro armi erano nascoste. Il goblin diede a ognuno di loro una spada «Non so a che livello di preparazione siete, mostratemi cosa sapete fare.» Hogor fu il primo ad andare avanti, tentò un affondo ma il nemico schivò rapido e in meno di un secondo gli puntò la lama alla gola. Davvero interessante, Hogor era una vera schiappa nel maneggiare la spada ma il goblin ci sapeva fare, la seconda ad andare avanti fu Helen. La semidea non attaccò e decise di aspettare il nemico, Dràkon effettuò una finta diretta allo stomaco, la ragazza non ci cascò e mirò alla testa del goblin, le due lame si scontrarono e cominciarono a cozzare tra loro sempre più rapide, Helen tentò un affondo al fianco che però venne abilmente parato e subito dopo Dràkon colpì con un calcio l'elsa della spada nemica, la semidea non aveva stretto bene la lama e le scivolò di mano. Legaldor scosse il capo, aveva tentato di insegnare alla sorella qualcosa di scherma ma a quanto pare non era stato abbastanza, il semidio si fece avanti e i due cominciarono ad osservarsi, in un secondo il goblin gli fu addosso, Legaldor sorrise, parò l'affondo e contrattaccò, metallo contro metallo, finirono entrambi per ferirsi leggermente ad un braccio, il semidio vide un leggero movimento nella gamba del nemico e scansò la lama in tempo, il calcio del goblin andò a vuoto ma questo riuscì comunque a parare l'affondo di Legaldor. I due tornarono a studiarsi, Dràkon possedeva una tecnica davvero ottima, non perdeva neanche un secondo in movimenti inutili e aveva il perfetto fisico da guerriero veterano temprato da secoli di esperienza alle spalle, un secondo dopo le lame tornarono a scontrarsi nella loro danza mortale.

Angolo dell'autore:
Eccomi qui con una nuova FF collegata con la precedente Percy Jackson e la rinascita del Cielo è ambientata due anni dopo! Ho deciso di cambiare punto di vista in modo da farci immedesimare negli antagonisti. Mi raccomando fatevi sentire, recensioni positive e negative aiutano e motivano l'autore a capire i pregi ed i difetti della propria FF in modo da porre rimedio e migliorarsi! ;)

   
 
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