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Autore: SweetLady98    28/03/2016    0 recensioni
America, anni '50: mentre la guerra devasta interi paesi e seppellisce molte speranze, non tutto è ancora perduto, se l'amore riesce ancora a vivere. E in un'epoca in cui l'omosessualità è un tabù, il tenente James e il sergente Bill, due giovani soldati, vivono la loro difficile storia d'amore, che va oltre ogni confine, ogni muro ed è l'unica cosa che non conosce il male.
Lo sai, camminerei per mille miglia solo per vederti, stanotte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L’anno era il 1951 e da poco era scoppiata la Guerra di Corea. Io, che mi ero arruolato nella Seconda Guerra Mondiale, venni richiamato a Monaco per la Radio delle Forze Armate, avevo 25 anni.
Fu la cosa migliore che mi potesse capitare.
 
<< Sergente Bill Lane, tenente >>
Fu la prima persona che conobbi lì. Era molto giovane, i capelli castani perfettamente in ordine, il tipico bravo ragazzo. Mi fece il saluto.
<< James Hartley >> mi presentai io, e gli sorrisi. << Ma puoi chiamarmi Jim >>
 
Cominciammo a vederci spesso per il lavoro, e la compagnia di Bill era molto piacevole. Passavamo molto tempo parlando di noi, lui di Los Angeles, dove era nato e cresciuto, io della Seconda Guerra.
Un buon amico era l’antidoto perfetto per quelle lunghe giornate noiose.
 
Il tempo passava e mi accorsi di quanto ero impaziente ogni giorno di vederlo, di quanto mi piaceva il tempo che passavamo insieme. Cominciai a  vedere Bill in modo diverso. Non lo vedevo più come un ragazzino, ma come un uomo, bello e desiderabile. E soprattutto, non più come un amico.
 Amavo le fossette che si rendevano visibili sulle sue guance quando rideva, il mio cuore sobbalzava  incredibilmente ogni volta che mi sfiorava il braccio per avere la mia attenzione, e se un giorno non ci vedevamo, mi mancava tantissimo.
 
Mi scoprii seriamente innamorato di lui, questo mi spaventò all’inizio.
 Io ero sposato e non mi erano mai piaciuti gli uomini. Invece dovetti credere il contrario, perché avvertivo chiara la mia attrazione verso Bill. Mi sentivo tremendamente in colpa pensando a mia moglie. Sapevo che in modo la stavo tradendo, e io avevo sempre odiato farle del male.
 
 
Ma nonostante questo, provai a corteggiarlo. Bill era stupito dal mio comportamento, ma non sembrava infastidito, anzi, a volte lusingato. Non volevo confessargli tutto perché avevo paura di perderlo, ma una sera decisi di togliermi quel peso e farlo.
Gli dissi chiaramente cosa provavo per lui, non ero uno che si perdeva in tante parole, e arrivai al punto con calma. Lui mi ascoltò in silenzio, impassibile.
<<… E non voglio che tu provi fastidio per le attenzioni di un uomo, soprattutto se esso è il tuo tenente >>
<< James, ho capito >> mi interruppe.
Lo guardai meravigliato.
 << Non sei…Arrabbiato? Confuso? >>
<< Perché dovrei? Io… l’avevo capito. Da prima. Ecco, è così strano… Ma anche io sto davvero bene con te >> mi toccò timidamente la mano senza guardarmi.
Gliela strinsi, agitato. Era una specie di risposta alla mia dichiarazione?
<< Tu vuoi ancora la mia compagnia? >>
<< Si James, la voglio ora e per tanto tempo ancora >> i nostri sguardi si incrociarono per un istante e sul suo viso comparve un sorriso.
Posai le labbra su quel sorriso, non avevo più paura ormai, ero felice e sollevato. Se prima avevo solo pensato che forse lui provava lo stesso per me, dopo quelle parole ne ero certo.
Rispose a quel mio bacio così timido e sfuggente con una leggera pressione.
All’improvviso realizzai che forse quello era il suo primo bacio, tanto era giovane. Il primo, e dal suo tenente. Forse era sbagliato, ma a me era sembrata la cosa più giusta da fare in quel momento.
Io di baci ne avevo dati tanti, ma fu quello che fece scivolare il mio cuore in un vortice di passione.
 
Bill non lasciò la mia mano, ma la strinse più forte, e quello fu il modo in cui mi fece capire che un po’ mi amava anche lui.
 
Vivere la nostra relazione in quegli anni fu molto difficile. Nel 1951 la U.S military aveva congedato tantissimi tra uomini e donne omosessuali e noi naturalmente non volevamo fare la stessa fine. Rischiavamo di essere scoperti quando uscivamo di nascosto la sera, ed era difficile non dare nell’occhio.
 Dopo qualche tempo, la truppa cominciò ad accorgersi di qualcosa. Il tanto tempo che passavamo insieme, sia al lavoro che nelle sere di libertà, gli sguardi di complicità che cercavamo di evitare, ma inutilmente, erano motivo di chiacchiere tra i soldati.
Serpeggiavano commenti maliziosi, e non potevamo rischiare che arrivassero alle orecchie di qualcuno del quartier generale, perciò chiesi aiuto alla mia segretaria. Eve ci aveva sempre coperti e costantemente negato ai curiosi che ci fosse qualcosa di piu di un'amicizia tra me e Bill, e fu lei che escogitò il modo per far cessare le chiacchiere.
Alle sei in punto riunii tutti i soldati nella sala dove solitamente preparavamo i programmi radiofonici, e tutti chiacchieravano pieni di idee, pensando di poterle proporre in quella riunione, ma le cose andarono molto diversamente.
<< Vi ho riuniti qui non per discutere sui programmi, e vorrei mi ascoltaste tutti per favore >> i presenti si zittirono immediatamente. << Ultimamente mi sono giunte voci alquanto particolari che non riguardavano affatto quello di cui ci occupiamo qui. Dato che continuano, e sono abbastanza insistenti, vorrei che qualcuno riferisca al Quartier Generale di Monaco cosa vi sta interessando così tanto, e che non è affatto la guerra coreana. >> feci cenno a Eve di alzare il telefono della sua scrivania.
<< Se qualcuno ha da dire qualcosa sulla presunta relazione tra il tenente Hartley e il soldato Lane...bene, questa è la sua occasione >>
Nessuno disse una parola. Tutti evitarono di guardarsi, e soprattutto di guardare me. 
Dall'angolo della stanza, BIll fu l'unico a rivolgermi quello che sembrava l'ombra di un sorriso. Sorrideva perchè sapeva che dall'altra parte della cornetta il telefono era muto.

Da quel giorno non si sentì più neanche una parola sull'argomento, fin quando io e Bill non fummo congedati e ci fu permesso di tornare in America. Decidemmo di partire insieme: e insieme siamo ancora oggi.









N.d.A.
Ciao lettori! Pubblicai questa storia almeno tre anni fa, ma solo poco tempo fa ho deciso di riprenderla in mano... mi è sempre piaciuta tantissimo essendo tratta da una storia vera, e ho pensato di impegnarmi e continuarla. 
Spero vi piaccia e aspetto i vostri pareri!
Sweetie
  
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