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Autore: destiel87    28/03/2016    2 recensioni
Sette sono le Dee che cambieranno il destino dell' eroe Sigfried, giunto dalle terre nordiche fino alle sponde della grecia.
Afrodite, dea dell' amore, Ixchel, dea della passione, Hel, lunare e gelida come i monti dove dimora.
Ecate, dea degli incantesimi, Atena, dea della saggezza e della guerra, Artemide, la vergine cacciatrice.
Ed infine, Perfesone, malinconica regina dell' oltretomba...
Ad accompagnarlo nelle sue avventure, il fidato destriero alato Pegaso, e la veggente guerriera Cassandra.
A sfidare la sua ira e la sua spada, il valoroso e crudele Ares, ed Ade, dio dei morti e delle ombre.
(Nota: I personaggi della storia sono ispirati alla mitologia greca, romana e normanna)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- L' EROE E LE SETTE DEE -


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"Cantami oh musa, le prodi gesta dell' eroe Sigfried.
Cantami mia amata, della dolce Afrodite.
Canta mia adorata, della passionale Ixchel.
Oh armoniosa creatura, cantami della malinconica Hel e dell' astuta Ecate...
Canta per me, mia sposa,
Raccontami la storia della valorosa Cassandra e dell' ira di Ares.
Canta e libera la tua soave voce, affinchè io possa narrare le loro storie..."

 

CAPITOLO 1: LA DEA DEL MARE


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C' era una volta su una spiaggia tropicale, un villaggio di capanne dove vivevano molte persone. C' erano donne, uomini, bambini, guerrieri e fanciulle, e poi c' era lei...
Colei che la leggenda chiamava la Dea del mare.
Il suo nome era Afrodite.
Essa era la fanciulla più bella di tutte le isole dell grecia, di tutte le spiagge e di tutti i campi, era venerata da ogni essere vivente in cielo e in terra.
Aveva la pelle bianca abbronzata dal sole, lunghi capelli dorati che gli arrivavano fino alle gambe, azzurri occhi suadenti, labbra rosee a forma di cuore, lineamenti delicati e un corpo sinuoso e snello.
Il suo abito bianco brillava per tutte le perle e conchiglie regalatele dai pescatori del suo villaggio, aveva una corona di fiori rosa e viola che le cingeva la testa, tra le mani reggeva uno scettro dipinto con i colori del mare, con in cima un cuore rosa che pareva pulsare di vita propria.
Era così bella che sotto i suoi piedi nascevano i fiori, gli animali le camminavano intorno mansueti e felici, il sole per non bruciare la sua pelle limitava il calore dei suoi raggi, il vento per non arrecarle fastidio non le soffiava contro, i bambini venivano allattati al suo seno per rendergli più forti e belli, le donne non osavano camminarle accanto per non arrossire di vergogna, e gli uomini quando incrociavano il suo sguardo perdevano i sensi per qualche secondo, estasiati dalla sua grazia.
La sua bellezza era tale da fermare l' odio degli uomini, la spada dei malvagi, la cattiveria e le guerre, infatti nelle sue terre regnava la pace e l' armonia, e le venivano offerti doni ogni giorno della sua vita per ringraziarla.
Il suo amore era come una magia che guariva ogni dolore, gli ammalati tornavano in salute, il pianto si trasformava in riso, la tristezza in gioia.
Tutti gli uomini bramavano il suo cuore, vennero infatti pretendenti da tutti i regni per chiederla in sposa, ma lei a nessuno cedeva, ne ai re ne ai ricchi, ne ai guerrieri ne agli stregoni...
Innocente e pura, conservava il suo amore per le persone che le stavano vicino.
Un giorno sulla spiaggia approdò un eroe, che stanco di viaggiare per il mondo e salvare i buoni e gli innocenti, cercava un luogo dove riposare le sue stanche membra e bearsi della natura.
Il suo nome era noto a tutti per il suo coraggio e la sua forza d' animo, e le sue gesta venivano cantate in tutti i regni; Le avventure del prode Sigfried erano ormai divenute una leggenda.
Si diceva che avesse sconfitto un drago e un' esercito di pirati, che avesse liberato dozzine di fanciulle in pericolo, combattuto guerre e restituito tesori rubati, senza mai tenere nulla per se.
Tuttavia accettava i doni che gli venivano offerti, ed era per questo molto ricco, non gli mancava nulla: Ne denaro ne donne, eppure, dentro di se non si sentiva mai completamente soddisfatto.
Sentiva in cuor suo che gli mancava qualcosa, anche se non riusciva a capire cosa.
Era come se avesse un vuoto dentro che niente poteva colmare.
L' unico in grado di lenire le sue pene era Pegaso, il leggendario cavallo alato che gli era stato accanto in mille battaglie e aveva leccato via il sangue dalle sue ferite.
Fin da quando i loro destini si erano incrociati, era come se il cuore del cavallo e quello del cavaliere battessero allo stesso ritmo, erano come un' anima sola in due corpi distinti.
Pegaso gli era stato donato dal Re Enrich, dopo la lunga e sanguinosa battaglia in cui Sigfried era riuscito a sconfiggere il drago che teneva prigioniera la regina e le principesse.
Pegaso non era un cavallo qualunque, esso era infatti nato dall' unione di due cavalli alati, gli ultimi della loro specie, ed aveva quindi un valore smisurato.
In molti avevano offerto a Sigfried terre, titoli e tesori in cambio del cavallo, ma Sigfried aveva rifiutato ogni offerta, poichè come aveva risposto ad ognuno di loro:
"Non esiste prezzo per il valore di un amico."
La gente lo prendeva per pazzo nel sentire quelle parole, non erano abituati a considerare gli animali loro amici, non comprendevano l' affetto che Sigfried nutriva per lui, nè capivano quello che l' animale nutriva per il suo padrone.
A Sigfried tuttavia non importava, perchè quando guardava negli occhi Pegaso, lui sapeva che le loro anime erano legate, e niente lo avrebbe dissuaso dal suo pensiero.
Era un giorno d' estate quando cavallo e cavaliere giunsero nel villaggio di Afrodite.
Quando l' eroe arrivò al villaggio in sella al suo bianco destriero, fu accolto da tutti gli abitanti con feste e doni, gli offrirono le perle dell' oceano, piume degli uccelli più belli e animali grassi per saziare il suo palato.
Sigfried bevve e mangiò, danzò e cantò in loro compagnia per tre giorni e tre notti, finchè cascò in un sonno molto profondo.
Il mattino del quarto giorno, mentre dormiva sul ventre del suo cavallo, fu svegliato da un canto armonioso e aggraziato, così l' eroe uscì per vedere a chi appartenesse quella splendida voce.
Seguito da Pegaso, Sigfried vagò sulla spiaggia e nel bosco, incantato da quella voce.
"Oh, non è la melodia più bella che tu abbia mai udito?" Sussurrava a Pegaso, accarezzando la sua bianca criniera.
Poi improvvisamente la vide: Afrodite camminava su di un prato fiorito, per mano teneva un fanciullo e alcuni animali del bosco la seguivano e giocavano con lei.
Sigfried la seguì estasiato senza dire una parola, restando tutto il giorno nascosto tra gli alberi, ammirando la splendida giovane. Lei rideva e cantava, e per lui era come essere in un magnifico sogno.
Il suo cuore sembrava esplodere, non si era mai sentito così felice. Aveva davanti a se la creatura più bella che avesse mai visto, e improvvisamente capì di cosa aveva bisogno per sentirsi completo.
L' amore dolce e sincero di quella giovane l' avrebbe di certo reso felice, curando le ferite della sua anima affranta e del suo corpo martoriato... Se la sua vita non era stata altro che guerre e battaglie, lei gli avrebbe dato la pace e la tenerezza che tanto aveva desiderato.
Avrebbe ucciso mille draghi per poter avere un bacio da quella fanciulla, pur di poter dormire al suo fianco e bearsi del suo canto ogni giorno della sua vita...
Così quando si fece sera prese coraggio e si avvicinò a lei, che nel frattempo era intenta a specchiarsi in un laghetto nella radura.
I lunghi capelli le ricadevano sui seni e sulle gambe, mentre muoveva delicatamente l' acqua con la mano e cantava una melodia.
"Mia signora..." Disse Sigfried inchinandosi a lei.
Afrodite sobbalzò e lo guardò meravigliata inginocchiarsi a lei.
"Siete la creatura più meravigliosa che io abbia mai visto, Io sono il prode Sigfried, so' che non mi conoscete, ma ho combattuto molte battaglie e salvato centinaia persone, e sono qui per chiedervi di concedermi la vostra mano, mia Dea. Sposatemi e rendetemi l' uomo più felice di questa terra, vi prometto che il mio cuore e il mio animo vi apparterranno finchè avrò vita, vi darò ogni cosa che desideriate... Dovete solo chiedere mia amata!"
Afrodite sorrise e accarezzò la sua guancia, spostandogli una ciocca di capelli dal viso.
Aveva davanti a sè un giovane bello nei cui occhi brillava la vita, aveva indosso la sua armatura di metallo, al fianco pendeva una lunga spada, al collo una catena dorata con raffigurato un drago.
Il giovane aveva delicati lineamenti e biondi capelli mossi che gli arrivavano alle spalle, occhi castani penetranti e labbra carnose.
Al suo fianco Pegaso appoggiava la testa contro quella della fanciulla, che sorridendo gli baciò la fronte.
Afrodite guardò a lungo il giovane: Era consapevole della sua bellezza e del suo valore, ed era certamente l' uomo che avrebbe desiderato al suo fianco, per il quale avrebbe cantato soavi canzoni facendolo addormentare, scambiando dolci baci al chiaro di luna e gioiose risate immersi nella natura...
Tuttavia in cuor suo sapeva di non potersi concedere a lui.
"Mi dispiace valoroso cavaliere - Disse Afrodite - Ma il mio cuore non può appartenere a nessuno. Esso è il mio dono a tutte le creature viventi di questo mondo, per questo motivo non posso sposarvi, ma vi auguro una vita lunga e felice... Sono sicura che un giorno troverete una donna che possa concedervi il suo amore..."
"L' unica donna che desidero siete voi mia dea! Vi prego, vi supplico mia signora, farò qualunque cosa per voi, chiedetemi ogni mio avere e lo avrete, chiedetemi il sangue che mi scorre nelle vene e sarà vostro!"
Sigfried si gettò ai suoi piedi, baciando le sue mani e stringendosi al suo ventre.
Afrodite gli passò una mano tra i capelli, commossa da tanta disperazione.
"Il mio cuore si spezza nel sentirvi parlare in questo modo, come potrei chiedere il vostro sangue mio signore? Il sangue che così tante vite ha salvato, merita di certo una sorte migliore..."
"Nessuna sorte è migliore che essere vostro... Vi prego, chiedetemi qualunque cosa, prometto che esaudirò ogni vostro desiderio..."
Sigfried piangeva come mai aveva fatto in vita sua, non si era mai sentito così fragile come in quel momento, gli pareva che ogni armatura, ogni difesa che aveva costruito negli anni fosse crollata per sempre.
Afrodite asciugò le sue lacrime con le proprie vesti, poi gli diede un bacio sulla fronte e sorrise.
"Se davvero mi desiderate prode cavaliere, portatemi il fiore più bello e puro del creato..."
Afrodite sapeva che l' amore che gli uomini nutrivano per lei era caldo come il sole quando le stavano vicino, ma diveniva come la luna quando essi si allontanavano da lei.
La sua bellezza era il suo dono e la sua maledizione, ella poteva infatti essere amata da tutti, ma solo finchè i loro cuori erano vicini, questo le aveva detto suo padre mandandola nel regno degli umani.
Sigfried si alzò in piedi con lei e la abbracciò con tutta la forza che aveva, baciando le sue rosee guance.
"Lo farò mia Dea, non temete, prestò tornerò con il fiore più bello che esista!"
Lei sorrise malinconica, poi con una conchiglia staccò una ciocca dei suoi capelli e la diede al cavaliere.
"Tenete questi, così ovunque sarete vi ricorderete di me..."
Sigfried annodò i capelli alla catena che portava il collo, baciò la sua mano e salì in groppa a Pegaso, determinato a conquistare il suo cuore per sempre.
Mentre si allontanava nel bosco, un lacrima scendeva sulle guance di Afrodite, che per l' ultima salutava il suo cavaliere.

Nota: Sigfried nella mitologia germanica è un eroe epico le cui gesta sono raccontate nel Canto dei Nibelunghi. Durante le sue imprese sconfigge un drago, si impossessa del tesoro dei Nibelunghi, diventa invulnerabile ed è dotato di poteri magici.

Nota: Pegaso è una figura della mitologia greca. Animale selvaggio e libero, Pegaso viene inizialmente utilizzato da Zeus per trasportare le folgori fino all'Olimpo. Grazie alle briglie avute in dono da Atena, viene successivamente addomesticato da Bellerofonte, che se ne serve come cavalcatura per uccidere la Chimera.

Nota: Afrodite nella mitologia greca è la Dea dell'amore, della bellezza, del desiderio, della fertilità e del piacere carnale.



 
  
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