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Autore: Pineapple__    28/03/2016    4 recensioni
"Per una volta rimpianse il fatto di essere uno studente modello ed elogiato; se avesse fallito il test sul primo soccorso, invece di prendere il massimo del punteggio, non si sarebbe trovato in quella situazione."
[LevYaku]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lev Haiba, Morisuke Yaku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come curare un gattino infortunato ed uscirne - possibilmente - sani di mente
 



Quando Kuroo gli si era presentato davanti, da giudiziosa e responsabile guida fisica e spirituale della Nekoma, con quella richiesta assolutamente sconclusionata e priva di ogni fondamento logico al libero era arrivato un forte impulso al cervello di lasciare l'impronta del proprio piede anche sulle sue natiche. Ma, apparentemente, la perseveranza del capitano aveva vinto anche il radicato sentimento di stizza che provava nei confronti del novellino. Per una volta rimpianse il fatto di essere uno studente modello ed elogiato; se avesse fallito il test sul primo soccorso, invece di prendere il massimo del punteggio, non si sarebbe trovato in quella situazione. E invece era lì, seduto sul fresco pavimento in lucido legno della palestra, mentre all'esterno i possenti raggi di un sole morente dipingevano di infinite sfumature di rosso l'orizzonte e coloravano di un candido rosa le inconsistenti nubi passeggere e una brezza frizzantina serpeggiava burlona attraverso le finestre socchiuse. Yaku si lasciò sfuggire un ennesimo sbuffo esasperato, le piccole ma affusolate dita si distendevano e si ritraevano ad un ritmo quasi ipnotico sulla porzione sinistra del costato dell'altro da alcune decine di minuti, steso davanti a lui mentre gli dava le spalle. I suoi sospiri infastiditi erano saltuariamente accompagnati da piccoli mugugni di dolore e lamentose affermazioni da parte di Lev. Il maggiore aveva assistito alla scena del giovane dai capelli argentati che, appena schiacciata oltre la rete una fortunata palla durante l'allenamento, si era sbilanciato ed era caduto rovinosamente sul fianco. Di primo acchito tutta la squadra era scoppiata in una fragorosa risata a causa di uno dei suoi soliti e goffi capitomboli, ma quando un soffio dolorante era arrivato alle loro orecchie si erano premurati di riportarlo in panchina per accertarsi che non fosse nulla di grave. E allora perché, per quanto quell'incidente gli avesse causato solo una leggera contusione, stava ancora massaggiando la parte dolorante di quell'irritante schiacciatore? Ne avrebbe dette quattro a quel gran lavatore di mani che sarebbe dovuto essere il loro capitano, pronto a tutto per salvaguardare la salute dei propri compagni. Ormai aveva cominciato a capire i punti nel quale operare, quelli dove gli provocavano più dolore e quelli che, invece, erano impassibili al suo tocco.

"Mi fa male quando respiro!" miagolò con voce irritante Haiba.

"Con la botta che hai preso, non mi sorprenderei se ti fossi incrinato una costola. È tutta colpa dell'altezza, sei troppo grosso." sentenziò con fare vissuto e professionale l'altro, senza distogliere quell'infimo contatto fisico.

Appena assimilate quelle parole, Lev tacque, assumendo una tenera espressione da bambino al quale sono state negate le caramelle. Morisuke, approfittando dell'innaturale silenzio del kohai, si concesse di osservarlo da vicino, dato che non ne aveva mai avuto l'occasione a causa dei loro unici incontri durante i frenetici allenamenti. Le appendici e lo sguardo del libero saggiavano attraverso due sensi i definiti muscoli del corpo del mezzo russo, quasi riuscendone a percepire lo zelo scoppiettare dalle fibrille. Poteva sentirne la potenza e, allo stesso tempo, la malcelata goffaggine sempre ritratta da lui stesso come agilità felina. Stando allerta a non farsi notare dal minore, gli occhi scorsero - accennando una fugace occhiata allo sterno che si alzava e abbassava con prudenza- salendo fino al viso di Lev. Solamente in quell'istante, poté notare i connotati stranieri che ruggivano sul suo viso, come a voler ricordare la sua fiera appartenenza a una realtà che non è solamente giapponese. Gli occhi verdi, sovente guizzanti e pieni di vitalità, erano ora concentrati su un punto indefinito del parquet, probabilmente sforzandosi di sopportare le acute stilettate che perforavano parzialmente il costato. Le ciocche di capelli ancora umide di sudore erano appiccicate alle tempie, mentre qualche solitaria goccia imperlava indisturbata la fronte, e le labbra, ora piegate in un'espressione imbronciata, andavano a chiudere lo spettacolo che era il viso del primino. Per quanto avesse sempre sostenuto la tesi del fastidio che gli arrecava l'avere in torno quel gigante di due metri, Yaku non poteva negare che fosse un ragazzo con degli ottimi potenziali estetici. Sarebbe potuto diventare tranquillamente un modello e avere stormi di ragazze attorno. Non sapeva perché, ma quel pensiero gli fece non poco salire la bile al cervello; non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno fosse stato alla più tremenda delle torture, ma gli arrecava un enorme disturbo anche il solo immaginare il compagno di squadra tediare qualcuno che non fosse lui, sorridere con quel sorriso idiota a qualcuno che non fosse lui. Improvvisamente le labbra di Lev si arricciarono in un ennesimo sogghigno e il libero fu lesto a distogliere lo sguardo prima che lo scoprisse.

"Almeno tu non sei come me, Yaku-san. Se non fossi così basso non saresti così carino~!" scampanellò con rinnovata energia il ragazzo dai capelli argentei.

E fu così che uno strozzato grido di dolore si propagò ridondante nella palestra quando Yaku, così ardente in viso da far concorrenza alla propria divisa, premette con indecente violenza il pollice nel costato del povero infortunato.
 
 
 
 




 
Angolino dell'Ananas

Stamattina mi sono svegliata verso le sei e mezza con un dolore atroce al costato sulla pare sinistra che mi si irradiava fino alla spalla. Bene. Quindi ho pensato; come posso superare il male e la noia in questo grigio pomeriggio di Pasquetta? Ma ovviamente scrivendo YakuLev totalmente a casaccio dove quel gattino russo saltellante si fa male durante gli allenamenti e quella "santa" polpettina kung-fu che si spreca tantissimo a fargli da massaggiatore personale (ovviamente non è costretto da nessuno, eh). Ma non mi fraintendete, non è che Lev sia uno povero capro espiatorio del dolore fisico -e mentale- dell'autrice, solo che non potevo starmene impalata a rigirarmi nel letto con questa idea che mi trotterellava nella testa. A presto, amici. Si spera.

 
bacissimi
Pineapple__
  
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