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Autore: UsaSama    29/03/2016    3 recensioni
Tre anni sono passati da quando i ragazzi di Lyoko si sono divisi. E ora, casualmente, si ritrovano tutti nella stessa università, la quale cela un segreto pericoloso che potrebbe mettere a repentaglio l'umanità intera. Così, per salvare di nuovo il mondo, sono costretti a entrare su un Lyoko quasi del tutto simile a quello creato da Franz Hopper.
{UlrichxYumi} {JeremiexAelita} {OddxNuovo}
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Odd, Ulrich, Un po' tutti, Yumi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I
Rimpatriata!

 
Un nuovo mondo si affacciava davanti a lui. Capelli castani arruffati, un ciuffo che gli copriva parte della fronte, occhi neri che brillavano al’insegna di ciò che lo aspettava nella facoltà di Lingue e Culture Orientali all’università di Parigi. Con i jeans e una maglietta bianca con sopra una camicia sempre di jeans, scarpe da tennis, era giunto il momento di crescere, e a 19 anni aveva iniziato a vivere da solo e a mantenersi in parte gli studi, dando piccole lezioni di Pentjiak Silat. Ulrich Stern era pronto per ricominciare.
Dopo una non troppo brillante carriera scolastica alle medie, finalmente alle superiori era riuscito a dimostrare chi fosse, e il suo reddito era migliorato. Certo, senza certe rotture che lo disturbavano durante le ore faticose e intense di studio era decisamente molto più semplice. D’un tratto aveva assunto una passione per le lingue e le culture orientali, prevalentemente quella giapponese. Motivo per cui aveva scelto quella facoltà. E in quel momento stava varcando le porte dell’aula, notando come scendesse e come facesse ben vedere la lavagna e la cattedra. Decise per il momento di sedersi verso il fondo: era diventato bravo, sì, ma non così tanto da starsene in prima fila. Iniziò a tirare fuori il materiale, che per quel primo giorno prevedeva solo un quaderno già usato e una matita poco temperata. Tirò fuori il temperino e andò verso il cestino, che stava nella parte bassa dell’ampia aula.

Si girò, e una cosa, o meglio, una persona lo distrasse. Più la guardava, più quegli occhi neri e quei lineamenti orientali gli sembravano familiari. No, non poteva essere lei. Insomma, si ricordava che la giovane di cui era, ed era ancora, innamorato, aveva i capelli molto più corti. Solo che anche lei sembrava che lo riconoscesse. Così prese la decisione di avvicinarsi alla ragazza timidamente, porgendogli la mano per presentarsi:«Piacere, sono Ulrich Stern!»
«Ulrich? Ma come? Non mi riconosci?» fece la ragazza divertita e sbalordita allo stesso tempo. Il suo amico, o almeno, quello che aveva ostentato per anni che fosse soltanto un amico, era cambiato moltissimo. Era diventato molto più bello di prima, e per giunta era diventato pure più alto di lei. «Sono Yumi! Yumi Ishiyama! La tua compagna di medie!»

Rimase sbalordito dalla visione che aveva davanti. Il suo grande amore, quello che per anni lo era stato e lo era ancora, era proprio lì, davanti a lui, con un sorriso smagliante. Notò che si era vestita come sempre di nero, ma al posto dei pantaloni indossava una gonna nera lunga fino al ginocchio, un paio di stivali anfibi e una maglietta dolcevita nera. «Yu... Yumi?!» rimase intontito. Se prima era bella, ora lo era molto di più. Non solo i suoi capelli si erano allungati, ma il suo fisico era perfetto, da quel che poteva vedere. Sembrava ancora una ragazzina, nonostante avesse vent’anni.
«Sì, Yumi!» la ragazza rise:«Quanto tempo eh?! Saranno ormai tre anni che non ci vediamo!»
«Già! Allora posso sedermi vicino a te?!» chiese lui imbarazzato. Per segnale lei spostò le borse:«Prego, siediti pure!»
«Vado a prendere le mie cose e arrivo...» lasciò giù la matita e prese al volo la borsa. Quando mai gli ricapitava l’occasione di sedere vicino alla ragazza che amava?
«Sei diventato molto più carino, Ulrich, sai? E anche molto più alto!» I complimenti lo fecero arrossire di botto.«Grazie, Yumi. Anche te sei cresciuta molto...» non poteva di certo dirle che non l’aveva mai dimenticata. Quando gli sorrise, il suo stomaco fece una capriola. Non aveva mai dimenticato quel sorriso.

Nel momento in cui entrò il professore di Giapponese, i due dovettero stare in silenzio. Il problema era che Ulrich a stento riusciva a trattenersi dal guardarla. La aveva di fianco, e il suo profumo al cioccolato gli penetrava nelle narici. Riuscì a prendere qualche appunto sui libri da prendere.
Quando la lezione introduttiva terminò, i due uscirono per dirigersi nell’altra aula dove avrebbero dovuto fare Linguistica, una materia che sembrava abbastanza interessante. «Beh, Ulrich, cosa ti ha spinto a iscriverti a questo corso?»
«Beh, ecco... Io...» non fece in tempo a finire di dire la frase che si trovò disteso a terra, mentre un ragazzo dai capelli biondi e una ragazza dai capelli castano chiaro correvano dalla parte opposta alla sua. Yumi lo aiutò a rialzarsi, mentre i due ragazzi si fermarono e decisero di chiedere come stesse Ulrich. «Hey amico, scusa tanto non vole... ULRICH?»
Ci volle un po’ prima che si fosse ripreso del tutto dalla brutta caduta, e quando mise a fuoco non poteva crederci: capelli biondi sparati in alto con una chiazza viola al centro, vestito come sempre con una maglietta di cotone viola e dei pantaloni della tuta neri, gli occhi verdi sgranati dallo stupore. «Odd?»
«E tu devi essere Yumi! Eri già una bella ragazza prima, ora lo sei molto di più!» le sorrise, e notò che il castano lo guardava male. Evidentemente non gli era ancora passata la cotta. «Che ci fate qua?»
«Quello che fai tu, studiare.» rispose Yumi con semplicità, anche lei contenta di essersi ritrovata anche Odd nella stessa università. Mancavano solo due persone all’appello ed era fatta. Tuttavia notò la ragazza con i capelli castano chiaro lunghi fino alla vita e due occhi grigi come il ghiaccio che la fissavano. Vestiva con un paio di jeans attillati e una maglietta blu elettrico semplice, ma abbastanza scollata da far vedere la curva del seno. Era proprio una bella ragazza, anche se sembrava una persona parecchio fredda, nonostante ciò non si fece intimorire. «Tu... Chi sei? È la prima volta che ti vedo!»

«Ah già!» Odd interruppe il suo discorso con Ulrich riguardo ai cani, per il fatto che aveva lasciato Kiwi a casa da un giorno e già ne sentiva la mancanza:«Questa è la mia ragazza, Sophie Lancaster.»
«RAGAZZA?!» esclamarono entrambi con stupore. «Da quando hai la ragazza Odd?»
«Due anni, ma è una storia lunga.» fece lei. La sua voce era divertita. «E così sono questi gli amici di cui tanto mi parlavi, Odd. Ma da quello che so ne mancano due all’appello, vero?»
«Esatto, dolcezza.» Poi sembrò ricordarsi di una cosa. «Se ci vedessimo in mensa a pranzo? Avete lezione a quell’ora?»
«Mh. No, abbiamo tre ore buche.» Fece la giapponese consultando l’orario.
«Bene, così possiamo raccontarvi della storia tra me e la mia Sophie...» le stampò un bacio sulle labbra:«Ops, sembra che io abbia vinto!»
«Non vale però! Mi sono distratta e ci siamo fermati! Io il pranzo non te lo offro!» fece lei, voltandosi arrabbiata. Poi girò la testa e disse:«Piacere di avervi conosciuti, ragazzi. Scusate ma adesso dobbiamo andare a lezione di Arte Drammatica! Odd, chi arriva per ultimo paga da bere al bar stasera!» e si mise a correre.
«Non vale! Va beh, ciao ragazzi, a dopo!» il biondo fece l’occhiolino e si mise a rincorrere la sua ragazza.

Ulrich guardò Yumi negli occhi. Ci fu un istante di silenzio e poi entrambi scoppiarono a ridere. «Sembra che Odd abbia trovato la ragazza adatta per lui!» disse Yumi, continuando a camminare.
«Beh, sembra proprio di sì! Ma ci dovranno raccontare un sacco di cose...» Erano quasi arrivati all’aula. «In effetti ha ragione, Sophie. Mancano due persone all’appello e il vecchio gruppo di Lyoko sarà al completo.»
«Già... Quanti bei ricordi.» Yumi appoggiò la borsa sul banco e così fece anche il ragazzo. Si sedettero e iniziarono a ricordare pian piano tutto quello che avevano passato su quella realtà virtuale. Erano passati solo tre anni da quando non si vedevano, eppure sembrava una vita. Ulrich era emozionato all’idea di ripercorrere con Yumi quei dolci anni in cui lottavano contro XANA, felice di lottare al suo fianco. Su Lyoko, si ricordò, e se lo tenne per sé, si erano scambiati il primo bacio. E dagli occhi della giapponese sembrava che anche lei bene o male se lo ricordasse. Dovettero tacere dopo che la professoressa entrò nell’aula e, come prassi al primo giorno, spiegasse il materiale da portare per le lezioni successive e lo svolgimento dell’esame.
Finalmente fu l’ora di pranzo e, come da accordi, Odd e Sophie avevano aspettato Yumi e Ulrich alle porte della mensa universitaria: era enorme. C’era un’ampia scelta: la pizza, il buffet e un intero stand solo per i dolci, a cui la Coppia Strana, così li avevano rinominati Ulrich e Yumi, fece gli occhi dolci. Si misero in coda per il buffet, pronti con il portafogli sul vassoio così da facilitarsi. Presero posto dopo una ventina di minuti, in un angolino in fondo, come erano soliti anche al liceo.

Mentre stavano iniziando a mangiare, una ragazza dai capelli rosa a caschetto si sedette vicino a loro, seguita da un ragazzo biondo con gli occhiali. Odd, per la sorpresa, fece scivolare la forchetta dalla sua mano e poi esclamò:«Jeremie? Jeremie Belpois?»
Il biondo si girò, e i suoi occhi azzurri incontrarono quelli verdi del ragazzo. Anche lui parve molto sorpreso:«Odd? E tu devi essere Ulrich? Yumi? Ma cosa ci fate tutti qui?!»
«E tu devi essere Aelita Stones... O Schaffer... O Hopper. Come ti dobbiamo chiamare?» chiese Odd divertito. Intervenne Yumi:«Tutti che ci chiedono che ci facciamo qua. Mi pare evidente che all’università si venga a studiare, o no?» tutti risero un po’, contenti di trovarsi insieme con così tanta casualità da far impallidire perfino un indovino.
«Odd, ma non ci presenti la tua amica?» esclamò Jeremie risentito.
«Il mio ragazzo è un idiota, non si ricorda nemmeno che al mattino deve tirare su la cartella, a momenti.» disse Sophie. Jeremie e Aelita la guardarono con un’espressione che inequivocabilmente significava “Il mio ragazzo?!”.  «Piacere, sono la ragazza di Odd, Sophie Lancaster. Potete chiamarmi Sophie.»
«Tu adesso ci devi qualche spiegazione. Dov’è finito l’Odd che ci provava con tutte?!» chiese Aelita, per poi infilarsi in bocca un pezzo di carne.
Da come conversavano, ed era un pensiero anche di Sophie che era praticamente l’ultima arrivata, sembrava che non si vedessero da qualche giorno. E invece paradossalmente erano passati degli anni dalla loro separazione. Parlavano tranquillamente, ridendo e scherzando, e Sophie si sentiva leggermente tagliata fuori. Insomma, loro avevano tante esperienze in comune, e lei era la ragazza di Odd dal liceo. Non era propriamente nel gruppo, ma sembrava che volessero lo stesso tenerla al corrente delle loro esperienze passate. Anche se lei aveva intuito che in effetti c’era qualcosa che nascondevano. Ma, come giustamente le aveva insegnato il padre, non doveva chiedere: sarebbero stati gli altri a parlarne se ne avessero avuto la voglia.

Una volta finito di mangiare, i ragazzi uscirono fuori nel cortile dell’università. Si respirava un’aria autunnale, seppur calda, grazie al sole che splendeva alto nel cielo. Non c’era tanto vento, ma le foglie avevano già iniziato a ingiallire. Aelita e gli altri si sedettero per terra, sull’erba, sotto un albero, pronti a raccontarsi le loro disavventure al liceo.
Siccome era diventato argomento di interesse comune, fu Odd a parlare:«Beh, come sapete tutti io avevo scelto un liceo classico. E come facoltà attualmente sto seguendo quella di Cinema e Arti Drammatiche, perché il mio sogno di fare il regista è ancora ben piazzato nella mia mente.» fece una pausa, guardando gli altri che lo seguivano con curiosità, sapendo che c’era solo una cosa a cui erano interessati:«Sta di fatto che alla fine andavo anche tutto sommato bene, in quel liceo. Sono uscito bene. Ma so che a voi della mia carriera non interessa granché perché state tutti aspettando una cosa soltanto...» ridacchiò, poi continuò:«Beh, all’inizio ero tale e quale come alle medie. Insomma, chiedevo a chiunque di uscire con me. C’era sempre Sam che mi interessava, ma dopo che mi aveva visto baciare un’altra ragazza ha voluto chiudere definitivamente con me. Poi al secondo anno...» guardò Sophie, e lei sorrise per poi prendere la parola:«Al secondo anno arrivai io. E diciamo che Odd mi aveva da subito colpito. Non era propriamente bellissimo...» «HEY!» «Dai, adesso sei molto più bello.» «HEY, bada a come parli o altrimenti mi offendo!» «Fammi finire di parlare!
«Dicevo...» prese anche lei un sorso d’acqua:«Ero rimasta colpita da lui e dalla sua simpatia. Così decisi di mettermi in gioco. E per la prima volta si ritrovò dalla parte opposta alla sua: non era più lui il seduttore. Così avevamo iniziato un giochino di seduzione continua, finché...» guardò Odd, gli sorrise e arrossì:«Finché non ci baciammo una sera in modo così appassionato da quasi toglierci il fiato. Insomma, sia io sia lui avevamo avuto un sacco di persone, ma tutti e due sapevamo che eravamo fatti l’uno per l’altra. Odd mi ha sempre fatta ridere, e il sogno che abbiamo in comune è stata la cosa che mi ha convinto a voler convivere con lui, una volta andati all’università.»

«CONVIVETE?» fecero i quattro non interpellati in coro.
«Sì, ufficialmente da oggi.» intervenne Odd. «A me aveva colpito la sua bellezza, e nel giro di poco da novellina qual era, improvvisamente, diventò così tanto richiesta che a me era salita la gelosia. Quella sera la baciai perché me la sentivo. Dopo un anno e mezzo di relazione io l’ho presentata ai miei, e devo dire che sono stati molto cortesi e gentili. Erano e sono tutt’ora entusiasti della mia scelta.»
«Sì, anch’io ho presentato Odd ai miei genitori. Diciamo che mio padre non lo vede tanto di buon occhio, ma il fatto che mi renda felice per lui va oltre il suo personale giudizio...» si schiarì la voce:«Diciamo che è stato faticoso convincerlo a farci stare insieme sia in università, sia in appartamento.»
«Sophie cucina in modo meraviglioso. Se non me la sposo sono un idiota.»
«Sentire Odd parlare di matrimonio mi fa stranissimo.» fece Aelita, e gli altri scoppiarono a ridere. «Diciamo che finalmente te la sei trovata, non credevamo esistesse qualcuno che potesse sopportarlo.»
«No.» disse Sophie:«È più una tortura, che sopportazione.» scoppiarono tutti a ridere, tranne il ragazzo interpellato a cui venne il muso lungo. «Dai che stavo scherzando.» poi gli diede un bacio sulla guancia e tutto si sistemò. «Piuttosto...» intervenne Odd. «Voi due piccioncini?» guardò Aelita e Jeremie:«Raccontate! Su su!»
Entrambi arrossirono, ma fu Aelita a prendere la parola:«Beh, ci eravamo iscritti entrambi a un liceo scientifico. Ormai è da anni che vanno avanti le cose tra di noi. Solo che ci mancava la programmazione di computer per cui eccoci qua, a studiare Informatica all’università. Inutile dire che, secondo le nostre teorie, saremmo i più bravi della facoltà.»
«Ma avete già...»
«Abbiamo già avuto tutte le esperienze possibili e inimmaginabili.» fece Jeremie, per poi continuare:«Ho presentato Aelita ai miei genitori. Anche loro sono contenti della mia scelta. Dicono che è una ragazza molto dolce e molto a modo. Solo che, essendo loro molto all’antica, diciamo che non ci fanno ancora convivere come voi due.»
«Ma...» Ulrich guardò la rosa:«Scusa, durante il liceo dove stavi?»
«Ho scoperto che mia madre è imparentata alla lontana con i Della Robbia, e Odd lo sa bene. Sono stati così gentili da avermi ritrovato mia zia. E infatti ho vissuto da lei, a pochi metri dalla scuola. Era comodo. E finalmente avevo trovato una specie di famiglia con cui stare.» esclamò lei, contenta.

«Perché i miei genitori non mi hanno detto nulla?» fece Odd risentito:«Qua sono sempre l’ultimo a sapere le cose!»
«Perché pensavano che tu lo sapessi già.» disse Aelita:«Comunque mi fa strano, pensare che siamo quasi parenti...» cinse con un braccio il collo del ragazzo, per poi guardare Yumi:«E tu?»
«Io... Beh, storia abbastanza lunga.» si scostò i capelli dal viso, e Ulrich dovette reprimere l’istinto di baciarla. «Sono andata in un liceo linguistico, così ho potuto approfondire un po’ la mia passione per le lingue, e William mi aveva seguita.» il castano strinse un pugno: non aveva mai sopportato quel ragazzo, e sapere che aveva seguito la ragazza che gli piaceva non aveva fatto altro che peggiorare la sua posizione nei suoi riguardi:«E... Beh, diciamo che dopo un sacco di sue avances, alla fine ho ceduto e sono stata con lui...»
«SEI STATA CON WILLIAM?» Ulrich aveva sbottato senza accorgersene, tanto che divenne rosso in viso e si calmò. «Sì... Insomma, alla fine era dolce. Anche se avevo sempre in mente un ragazzo, ma sapevo che non lo avrei rivisto presto...» Yumi guardò il giovane. «Siamo stati insieme due anni e mezzo. Solo che dopo la maturità aveva preso la decisione di trasferirsi in America per studiare, e non l’ho voluto fermare: eravamo già un po’ in crisi per il fatto che mi stava addosso. Insomma, non potevo nemmeno scambiare degli appunti con dei miei compagni di classe, per dirvi.» fece un sospiro:«Alla fine, lui si è trasferito in America e io, per pagarmi gli studi, ho fatto un anno sabatico a lavorare. Solo che sentivo tanto la mancanza del mio paese, ma volevo lo stesso stare qua: questo è stato il motivo che mi ha portato a scegliere la facoltà di Lingue e Culture Orientali...» si voltò verso Ulrich:«Te invece? Perché l’hai scelta?»

Sophie si era appoggiata a Odd e si tenevano per mano. Aelita accarezzava i capelli a Jeremie. Ulrich si rese conto che erano tutte coppie... O quasi. Arrossì e dopo un attimo decise di raccontare la sua esperienza in quei tre anni:«Io ho scelto un istituto tecnico, una cosa semplice. Ho iniziato ad andare bene solo al secondo anno, il primo è stato un po’ un disastro. Sissi mi aveva seguito, e continuava a provarci con me, e come al solito io le dicevo di no. Vi ricordate di Hervé?» i ragazzi annuirono:«Beh, era diventato un bel ragazzo, uno dei più contesi della scuola, e in quella categoria purtroppo c’ero anch’io. Così Sissi ha iniziato a mangiarsi le mani per non averlo voluto prima...» la compagnia sgranò gli occhi: Hervé uno dei più belli della scuola? Nemmeno nei sogni più reconditi potevano immaginare una cosa simile! «Io invece ho provato a stare con qualche ragazza, ma la storia più lunga che ho avuto sono stati sei mesi. Non riuscivo a stare con nessuna... Non riuscivo perché... Mi mancava l’unica per cui avevo provato qualcosa...» guardò Yumi e la vide arrossire:«E quindi decisi che, per provare ad averla sempre più vicino al mio cuore, avrei dovuto scegliere Lingue e Culture Orientali... E non avrei mai immaginato di averla davvero vicina.» arrossì. Era sicuro che Yumi pensasse a lui ancora come un amico.
«Ulrich... Io...»
«Dobbiamo andare a lezione! A presto!» Odd e Sophie corsero via.
Rimasero in quattro. Ci fu un attimo di silenzio, finché Aelita non disse:«Non avrei mai pensato di ritrovarci tutti insieme qua... È una cosa meravigliosa! Peccato esserci persi di vista, eh?»

«Già!» la giapponese sorrise, e Ulrich si domandò cosa pensasse riguardo al fatto che lui avesse scelto la facoltà per lei. Ma la conosceva, doveva solo aspettare che lei si aprisse un po’ di più. Anche se, forse, avrebbe dovuto metterla alle strette.


Angolo dell'Autrice
Ciao a tutti! Da quanto tempo non pubblicavo qui su EFP! 
E sono tornata con una storia su Code Lyoko. Mi ha sempre affascinato e, recentemente, ho avuto l'opportunità di vedermi tutte e quattro le serie animate più la serie Evolution. E allora mi sono detta: perché non creo io una storia che potrebbe essere effettivamente plausibile a Lyoko? Ed ecco che ho iniziato a pensare allo sviluppo della trama... E a questa nuova minaccia che presto o tardi presenterò.
Spero che come primo capitolo vi sia piaciuto! 
Detto questo, buona continuazione con la mia storia!


 
  
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