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Autore: Kotku    29/03/2016    8 recensioni
INTERATTIVA
La Seconda Guerra Magica è ormai finita da anni, Lord Voldemort è diventato la favola raccontata ai bambini per convincerli a lavarsi i denti.
Questa è l’era dei vizi, del divertimento, dei segreti e delle bugie.
E, beh, chi sa divertirsi meglio degli studenti?
Il Club degli Eredi serve a questo.
Cos’è il Club, vi starete chiedendo, voi ingenui, e di chi i suoi componenti sono gli Eredi.
Beh, immaginate i ragazzi più belli, viziati, ricchi e intelligenti della scuola, festini clandestini e fiumi di Whisky Incendiario, che sono anche coloro i quali sono stati scelti dai Fondatori come destinatari della loro eredità.
Chiunque ad Hogwarts vorrebbe far parte del loro gruppo, vorrebbe scambiare con loro una parola o essere invitato ad una loro festa.
Alcuni tuttavia li odiano.
Invidia.
L’invidia è una brutta bestia, sempre presente.
Anche nel Club, ovviamente. Rivalità e odio non risparmiano neanche quelli dell’alta società.
Eppure, proprio per le cose citate prima, segreti, fama, divertimento, potere, a voi piacerebbe entrare nel Club, vero?
Beh, potete farlo.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Dylan Thompson, arrivato nel lussureggiante parco che circondava la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, si guardò intorno.
Operazione inutile, in realtà, perchè il Grifondoro sapeva benissimo dove Rain Sound si sarebbe seduta.
La ragazza aveva, fin dal suo primo anno, una predilezione per il vecchio olmo nella parte est del parco, sotto il quale le piaceva sedersi a prendere il sole.
Dylan sospettava che la ragazza stesse seduta sotto quelle fronde perché le davano la giusta quantità di ombra per non farle scottare la pelle chiara, o altre motivazioni da donne, ma con lei non si poteva mai sapere.
In effetti, con Rain Sound, quasi nulla era sicuro.
L'ultima volta che la aveva vista, sul treno che li aveva portati via da Hogwarts l'anno prima, aveva tinto i capelli di una curiosa sfumatura di verde con un incantesimo.
Faceva la ragazza decisa e sfacciata, a quel tempo.
Dylan attraversò il giardino, e scorse la figura femminile che cercava sotto l'olmo.
I capelli di Rain erano tornati del suo rosso naturale, e divisa e cravatta rossa e oro non erano più puntellate di spille di gruppi musicali babbani dal nome impronunciabile.
Rain alzò lo sguardo, puntando gli occhi nocciola sul ragazzo. - Dylan -
- Rain - Dylan si sedette. - Passata la fase heavy-metal?-
La ragazza lo fulminò con lo sguardo.
Molte persone pensavano che le sue fossero solo "fasi", e Dylan era una delle poche persone che conosceva la ragazza veramente.
- Passata la fase "me ne vado in giro a fare il bullo? - ribattè la ragazza.
Ecco, questa faceva male, detta da Rain.
Ma Dylan non ci faceva caso, sapeva le intenzioni della ragazza.
Quella specie di battuta cadde nel silenzio del parco.
Rain aveva gli occhi chiusi, e lasciava che il leggero venticello di inizio settembre le scompigliasse i capelli.
I tratti erano ancora leggermente infantili, pensò Dylan, infondo era poco più che una ragazzina.
Frequentava il quinto anno, ed era strano che una come lei, solitaria e intelligente, fosse riuscita a conquistare la fiducia di Dylan.
Quella ragazza sapeva anche troppo.
Eppure, quelle sue fasi, quel suo cambiare umore, quella sua apparente stabilità, infondevano in Dylan tranquillità.
Era proprio quello di cui il ragazzo aveva bisogno, una specie di vita parallela, lontana da tutto e da tutti.
La maggior parte delle volte lui e Rain si raccontavano parti della loro vita, anche se in realtà quasi tutti a scuola conoscevano la vita di Dylan, ma c'erano momenti, come quello, in cui stavano in silenzio.
E forse erano quelli migliori.
Eppure, un rumore attirò l'attenzione dei due.
Era sicuramente un incantesimo, constatò il Grifondoro, proveniente dalla parte est dei corridoi del castello, a giudicare dalla nitidezza con cui lo schianto si era sentito.
Dylan avrebbe voluto rimanere lì seduto, eccome se avrebbe voluto, ma sapeva di non potere.
I suoi amici sarebbero stati lì, e si sarebbero chiesti dov'era, lui, sempre attento a tutto e a tutti.
E in quel momento non era proprio in vena di inventare qualcosa.
Rain non aprì gli occhi. - È ora della trasformazione? -
Dylan annuì impercettibilmente, consapevole che la ragazza avrebbe capito.

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Elske Falk era seduta più o meno compostamente su una delle poltrone della Stanza delle Necessità.
Dominique aveva desiderato che la stanza diventasse simile alla Sala Comune di Serpeverde, Casa della maggior parte dei componenti del loro gruppo, e quindi Elske poteva dire di sentirsi a casa.
- Vuoi? - Louis Weasley le passò una sigaretta, e lei annuì, prendendola in mano.
Il biondo Weasley, il ragazzo più bello della scuola, secondo la maggior parte delle studentesse, era sdraiato sul divano, e fumava con aria svogliata.
Accanto a lui, dal capo opposto del divano, era sdraiata sua sorella Dominique.
Entrambi i ragazzi avevano i capelli biondicci e gli occhi color Mare dei Caraibi, e si somigliavano così tanto, sia fisicamente che nel carattere e nei gesti, che venivano scambiati per gemelli.
Louis aveva offerto ad intervalli regolari la sigaretta a Dominique, che però aveva declinato, cosa strana, e così il ragazzo aveva continuato a fumare per conto suo, cosa ancora più strana.
Elske decise di non farsi troppe domande.
Per solidarietà femminile, e per rispetto della privacy dell'amica, non avrebbe chiesto a Dominique che cosa aveva, avrebbe aspettato una sua rivelazione.
Quando non sapeva come comportarsi con Dominique, Elske pensava a cosa avrebbe fatto piacere a lei stessa in quelle situazioni.
Entrambe calcolatrici e carismatiche, le due ragazze erano leader nate, ed erano diventate amiche fin da subito.
Non condividevano il Quidditch, però, che Dominique evitava come la peste, perchè considerava brutto da vedere e completamente inutile.
La porta della Stanza si spalancò di colpo, rivelando un Corvonero alquanto divertito, che sembrava avere le convulsioni dal ridere.
Arcibald Urie, Archie per gli amici e per chiunque non volesse morire nell'immediato, aveva in mano anche una bottiglia di Whisky Incendiario.
"Non male", pensò Elske.
- A cosa dobbiamo questa tua ilarità - domandò Dominique, senza neanche aprire gli occhi.
- Malfoy e Weasley si sono quasi schiantati nel corridoio del primo piano - spiegò il Corvonero. - E per poco non ci sono andati di mezzo anche Potter e l'amica di Weasley.
Elske capì il motivo delle risate di Archie.
I litigi tra Rose Weasley e Scorpius Malfoy erano qualcosa di stupendo.
La ragazza avrebbe potuto guardarli litigare per ore.
Si, aveva particolari concezioni di divertimento.
Dominique, improvvisamente interessata alla questione, si mise a sedere lisciandosi le pieghe della gonna e ignorando i lamenti di Louis, che si ritrovò spostato dalla sua comoda posizione
"Se non fossero fratelli, scommetterei quindici galeoni sulla loro relazione"
- Dimmi di più - disse la Weasley.
- Beh, che dire. Questa volta mi pare abbia cominciato Malfoy, ma vista l'abilità della Weasley di scassare le pluffe, non ne sarei così sicuro. - disse Archie. - Comunque, hanno cominciato a litigare, devo dire che Weasley si è esibita in una serie di insulti alquanto fantasiosi, e poi sono passati agli incantesimi -
- Spero che Scorpius abbia almeno fatto un paio di battute sul culo della ragazza - disse Dominique.
Elske alzò un sopracciglio.
- Non mi guardare così, Ellie. È grosso come una casa! -
Louis e Archie fecero una risatina, ed Elske sorrise.
"Se proporzionato al tuo", pensò la ragazza, "anche quello di una formica lo sarebbe.
- Comunque - fece Louis. - Chi dicevi che era vicino a loro durante la litigata? -
- Potter e Montague. - rispose il Corvonero. - Probabilmente stavano litigando fra di loro, come Malfoy e Weasley. Nessuno è stato beccato, penso, o almeno non dalla preside -
Louis sbattè un attimo le palpebre. - Beh, io vado a vedere come si è evoluta la situazione. Lasciatemi un po' di Whisky. -
Elske guardò la bottiglia, che nessuno aveva ancora toccato.
Era il primo giorno di scuola, bisognava bere per forza.
- Forse dovremmo includere Weasley nel Club - propose Archie. - Non è male. E poi con lei qui, ci starebbe anche Montague, e Louis non perderebbe tempo a cercarla in giro. -
Dominique alzò un sopracciglio.
"Anzi, venti galeoni"
- Sai che non possiamo, Archie. Non dipende da noi. - fece Elske. - Non tutto, almeno. -
La porta sbattè di nuovo, rivelando un Grifondoro del sesto anno.
- Dylan? Dov'eri? - domandò Dominique.
- A parlare con una ragazza - rispose Dylan Thompson, evasivo.
- Se non te la porti a letto entro una settimana me la presenti, vero? - domandò Archie, con un sorriso malandrino.
Dylan gli sorrise di rimando. - Ovvio. -

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Diciamo che non era nei piani di Catherine Montague il finire nell'ufficio di Creevery la prima settimana di scuola.
Beh non era nei suoi piani il finire lì dentro e basta, in realtà.
Il professore di Trasfigurazione era seduto dietro la sua scrivania color mogano, e scrutava i quattro ragazzi davanti a lui con sguardo torvo.
Catherine aveva sempre considerato quell'uomo parecchio inquietante, una personalità disturbata, e guardando il suo ufficio non poteva fare altro che confermare la sua ipotesi.
Le pareti erano scure, tappezzate di quadri dalle cornici nere, stranamente fermi. Forse i loro abitanti erano a zonzo per il castello, in quel momento.
Gli altri complementi della stanza erano dorati, dalle lampade, alla sedia, ad alcune piccole decorazioni sulla scrivania, e nell'insieme, era un mix non proprio piacevole all'occhio.
- Vi è stato detto milioni di volte in sei anni, che la magia nei corridoi non va usata. A maggior ragione contro altri studenti. - la voce di Creevery era abbastanza cupa, soprattutto quando faceva la ramanzina.
Peccato che però con la suddetta Catherine non c'entrasse proprio nulla.
Insomma, lei era solo una testimone innocente, che aveva cercato di fermare il litigio.
- È lui che mi ha provocata - cercò di giustificarsi Rose Weasley, seduta alla destra di Catherine.
Rose era una Corvonero come Catherine, forse un po' più studiosa e precisa, e dai capelli decisamente di una sfumatura più ramata.
Non era da Rose perdere il controllo, assolutamente no, ma quando c'era di mezzo Scorpius Malfoy la ragazza si trasformava.
Improvvisamente sembrava uscirle il fumo dalle orecchie, e diventava irritabilissima.
Del resto, Catherine non poteva biasimarla.
Malfoy, dal canto suo, se ne stava seduto due sedie più in là, per niente intimorito dal professore, o dall'ambiente.
Probabilmente era stato convocato lì altre volte.
Era abbastanza calmo, al contrario di Rose, che ribolliva di rabbia
. In effetti Catherine era sicura che se non ci fossero state le sedie sua e di Potter a dividerli, i due ragazzi avrebbero continuato la loro perpetua lite.
Potter sembrava entusiasta quanto lei di essere chiuso in quell'ufficio.
Effettivamente neanche lui c'entrava granchè in quella faccenda, aveva praticamente fatto la controparte maschile di Catherine, ma la ragazza pensava che qualche punizione in più non gli avrebbe fatto male.
Se non altro, quando Albus Severus Potter sarebbe stato a lucidare tutte le coppe presenti nella scuola, lei sarebbe stata lì di nascosto a fargli foto con la macchina fotografica, curioso e utile apparecchio babbano.
Visto l'ego del ragazzo, non gli sarebbe piaciuto sapere che quelle foto avrebbero potuto essere diffuse dappertutto.
E ogni vantaggio di Catherine su Albus, lo era anche su Scorpius, e quindi era un vantaggio di Rose.
Malfoy borbottò qualcosa in risposta ad una domanda fatta dal professore, che Catherine non aveva sentito.
Quanti passi di quella discussione si era persa?
Creevery ora li stava fissando con una mano sulla tempia, probabilmente decidendo sul dafarsi.
I suoi capelli erano di un nero corvino spaventosamente simile a quelli di Potter, ma gli occhi non erano verdi, bensì neri anche quelli.
Non aveva proprio un aspetto confortante, ecco.
- Per questa volta - esordì l'uomo. - Non dirò niente alla preside, e vi lascerò andare. Ma un altro piccolo, minuscolo sgarro da parte di uno solo di voi quattro, e finite tutti in presidenza. -
Fece segno loro di alzarsi, e i ragazzi non se lo fecero ripetere.
Catherine potè vedere lo sguardo sollevato di Rose.
Se Hermione Granger fosse venuta a sapere di quel piccolo incidente, probabilmente per la rossa sarebbe stata la fine.
Fuori dalla porta dell'ufficio, lo sguardo di Catherine incontrò quello preoccupato di Aghata Olivander, compagna di stanza sua e di Rose.
- Cosa è successo? - chiese la ragazza, rigirandosi una ciocca di capelli color mogano, una ciocca molto vicina alla cicatrice che aveva sul collo.
- Ti spiego in camera, Agh. Non c'è nessun bisogno di riscaldare ancora gli animi, adesso - Catherne lanciò un'occhiata eloquente in direzione di Rose, che stava scambiando una parola con Albus.
Malgrado la sua rivalità con Scorpius, lei e Potter erano molto amici.
Ma Aghata annuì ancora prima che Catherine potesse finire la frase.
Aveva già capito, ovviamente.
Aghata aveva un particolare talento nel gestire situazioni e sentimenti senza apparire mai imbarazzante o inopportuna, e Catherine le era grata.
- Ah, Louis Weasley chiedeva come stavate - disse poi la ragazza.
Le guance di Catherine si tinsero lievemente di rosso. Tecnicamente Louis aveva chiesto anche di lei, quindi?
- Spero tu gli abbia risposto che stavamo tutti bene e che non c'era da preoccuparsi -
- Ovviamente - disse Aghata, facendo cenno a Rose di sbrigarsi, per tornare in camera. -E ha aggiunto qualcosa sul fatto che tu dovessi ricordarti di una cosa che succederà stasera -
Catherine aggrottò le sopracciglia, ma si ricordò immediatamente.
Il Club, ovviamente.
- Ripetizioni. Si, la prima settimana di scuola. Louis non va bene in Storia della Magia - si giustificò, davanti ad un'occhiata dubbiosa dell'amica, che dopo quella risposta non fece che accentuarsi.
Per fortuna in quel momento Rose raggiunse le due ragazze, e il discorso sviò.
Eppure Catherine sapeva che non avrebbe potuto mentire per sempre.
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- Quindi è una specie di remake delle pasticche vomitose? -
Victoria Braxton e James Sirius Potter camminavano per i corridoi di Hogwarts, incerti sul dafarsi.
- Si, solo che fanno effetto sei ore dopo l'ingerimento. Non è fantastico? - James sembrava particolarmente entusiasta della nuova invenzione dello zio George, e non vedeva l'ora che Fred Jr, suo cugino, arrivasse per provarla.
Dal canto suo, Victoria era ugualmente esaltata.
Aver passato la maggior parte del suo tempo ad Hogwarts insieme a James le aveva fatto adorare i prodotti dei Tiri Vispi Weasley, il negozio che apparteneva appunto al parte di Fred Jr, George.
La maggior parte dei prodotti era ancora da perfezionare, prima di essere messa in commercio e talvolta, per non dire quasi sempre, i Weasley e Victoria ne rubavano un po' e li facevano provare agli ignari compagni di scuola.
Le vittime, se non altro, dopo aver sperimentato una serie di effetti collaterali non proprio piacevoli, come bolle viola in faccia, imparavano a non accettare caramelle (o qualsiasi altra cosa) dai Weasley.
Nell'attesa che Fred arrivasse, però, James e Victoria avevano deciso di andarsene a zonzo per la scuola, cercando le nuove vittime dei loro scherzi.
O anche dei nuovi alleati, che dir si voglia.
Victoria cercò di sorvolare sulle occhiatine che la maggior parte delle ragazze che passavano rivolgevano al suo migliore amico.
James aveva la fama del playboy a scuola, ma alle ragazze sembrava non importare.
Ogni scusa era buona per attirare l'attenzione del maggiore dei Potter che, ovviamente, ci stava.
Quando una ragazza come Bonnie Nott ti chiedeva un favore, non potevi mica rifiutare.
Eppure, James con Victoria non ci aveva mai provato, neanche una volta. Dopo una serie di scervellamenti, dopotutto lei non era in Corvonero, la bionda era arrivata alla conclusione che il ragazzo la vedeva come una sorella, una versione upgrade (e meno zoccola, sicuramente) di Lily.
Inizialmente questa cosa a Victoria aveva dato non poco fastidio, ma poi ci aveva fatto l'abitudine.
- Il biondino lì giù? - sussurrò a James, indicandogli con un'occhiata un ragazzino del secondo anno, Tassorosso, dall'aria innocente.
- Va bene. Quello lì invece? - James si riferiva ad un ragazzo del quarto anno, un Serpeverde che, a giudicare dal modo in cui guardava la gente intorno a se, si considerava parecchio superiore.
- Perfetto - Victoria sorrise.
- Sai cosa sarebbe stupendo? - domandò James, mentre un sorrisetto gli appariva sul volto.
Quel sorriso significava solo due cose: o il suo migliore amico stava per fare la più grande cazzata del secolo, o Victoria si sarebbe divertita molto con lo scherzo migliore del mondo.
- Far provare un prodotto a Verräter -
Ecco, ovviamente la cazzata era la cosa più gettonata.
- Verräter? Jude Verräter? Sei sicuro che nessuno ti abbia messo una pozione nel porridge, stamattina? - Victoria non sapeva se ridere o essere allibita.
Jude Verräter era uno degli studenti più influenti a Hogwarts, neanche a dirlo, ed oltre ad essere intelligente e carismatico, alcune voci dicevano che avesse contatti con praticamente chiunque, fuori e dentro la scuola.
Una specie di FBI, dai loschi fini, però.
Malgrado il ragazzo apparisse abbastanza gentile, Victoria non ci aveva mai parlato, e non aveva assolutamente intenzione di parlarci in quel momento.
Ne tantomeno di fargli uno scherzo.
La regola numero uno degli scherzi dei Weasley era conoscere la propria vittima, e lei e James conoscevano Jude quanto conoscevano le Olimpiadi babbane.
E Victoria non aveva idea neanche di che cosa significasse, Olimpiadi.
- Dai, Vic, lo sai anche tu che sarebbe lo scherzo del secolo -
- Quando poi ti troverai dei militari russi in camera, mi dirai tu -
- E perchè Verräter dovrebbe avere a che fare con i militari russi? - James era piuttosto perplesso.
- Voci di corridoio -
Il maggiore dei Potter alzò le spalle. - Va bene che dicono che dicono che abbia contatti con chiunque, ma i russi, sul serio? È un po' un cliché -
"Ha contatti con chiunque"
In quel momento a Victoria venne in mente una cosa.
Se Verräter era davvero quello che gli altri dicevano che fosse, forse avrebbe potuto aiutarla
. Chi meglio di uno così le avrebbe dato informazioni su quella cosa?


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A.A. (Angolo Autrice, non Alcolisti anonimi)
Salve popolo.
Come state? Quanti chili avete preso in due giorni di festa?
Io anche troppi.
Comunque, questo è il tanto atteso capitolo di presentazione, nonchè della scelta degli OC.
Le schede erano tutte molto belle, ma purtroppo ho dovuto selezionare le più adatte alla trama.
Se il vostro OC non è stato scelto, potrete sicuramente partecipare ad una seconda selezione, che verrà praticata tra un paio di capitoli.
Personalmente non sono soddisfattissima di questo capitolo, ma spero a voi piaccia, e spero anche che non mi linciate come scrittrice (sennò dovrei aggiungerlo alla Lista di Cose in cui Sono Stata Linciata, che non sono poche).
Tra l'altro, ho notato che molte persone mettono delle gif o delle immagini di presentazione degli OC, ma essendo io scarsa anche in questo, non le so mettere. Se qualcuno di voi lo sa fare, sarei grata se me lo spigasse.
Lasciate una recensioncina, mi raccomando!
Al prossimo capitolo,
Cathy
Dominique Weasley



Rain Sound



Elske Falk



Aghata Olivander



Victoria Braxton



Rose Weasley



Catherine Montague



James Sirius Potter



Scorpius Malfoy



Jude Verrater



Dylan Thompson



Louis Weasley



Archibald Urie




Albus Severus Potter
   
 
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