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Autore: Xenaecallisto    29/03/2016    0 recensioni
Plutarco è un giovane ragazzo che entrando in un stato comatoso si troverà a confrontarsi con creature magiche e mistiche
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender, Mpreg, Tematiche delicate
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All'approssimarsi della notte dei grandi fasci di luce ricoprono il cielo, alla vista di quei colori mi incantai, un pò come i bambini si incantano dinanzi ad un numero di magia. Mi sentivo protetto, sicuro, sereno e soprattuto in pace con me stesso, mi distesi sull'erba e con il mio corpo iniziai a muovermi in direzione di quei fasci di luce, quasi come se volessi seguirli.Mi lascio cosi andare che la mia mente vaga, non ha confini, non ha nè spazio nè tempo e ritorno nei tempi addietro e penso: Come starà la mia famiglia? Cosa staranno facendo? Guardando quei fasci di luce nella mia mente non vi era alcun pensiero negativo, calmavano tutte le turbolenze che quel viaggio aveva creato in me fino a quel momento. -Stupende vero?- una voce delicata mi distoglie dai miei pensieri, era la fata che mi aveva salvato dal quel posto orribile. Il suo viso era illuminato da quelle luci e lo rendevano ancor più bello. È cosi bella che il mio cuore trema in sua presenza. -Si uno spettacolo unico, magnifico- attendo qualche secondo, come se non riuscissi a pronunciar parola- grazie per avermi salvato da quel posto- le dico accennando un sorriso. -Era mio dovere e mio piacere farlo Plutarco, perdona il mio essere scortese,prima non mi sono presentata, mi chiamo Juniper, sono la regina delle fate-. Improvvisamente provai un forte senso di imbarazzo e curiosità inizia a pensare: perchè la regina delle fate mi ha salvato ? perchè era suo dovere? -Caro Plutarco devi sapere che noi fate possiamo leggere la mente e guardare nei cuori delle persone, per vedere se hanno intenzioni beligeranti. Era mio dovere salvarti perchè Voonyx e alcuni suoi alleati ti cercano, gli servi per completare il rito__- -Quale rito? chi è Voonyx e cosa vuole da me?- dissi con voce tremante,subito dopo mi resi conto di essere stato scortese e di averla interrota- Mi scusi regina, non era mia intenzione interromperla, ma ho paura non so dove mi trovo e non so perchè- -Plutarco non preoccuparti, posso sentire dal tuo animo e dai battiti del tuo cuore che hai paura, ma credimi non preoccuparti a tempo debito saprai tutto- quelle parole destarono in me insicurezza e un po di sfiducia,d'altronde non ho mai amato i mezzi toni, preferisco che le cose mi siano dette tutte e subito.-Prendi la mia mano e seguimi ti porterò nel mio castello, dove potrai lavarti e mangiare, suppongo che tu ne senta il bisogno visto la giornata trascorsa- a tale dolcezza non poteva negare niente, con i suoi modi avrebbe addolcito anche il più burbero dei ragazzi. -Certo regina, ne ho veramente bisogno- non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso era di una bellezza stravolgente e disarmante. Era un posto stupendo pieno di natura e di verde, si respirava aria pulita e ad un certo punto all'orizzonte vi era una piccola collina e da li si potevano intravedere gli elfi che ballavano e cantavano con grande gioia, quasi come se stessero festeggiando qualche occasione speciale. -Mio caro Plutarco gli elfi sono cosi, non hanno bisogno di occasioni speciali per festeggiare, per loro ogni giorno va festeggiato sono molto grati alla vita e a chi la dona. Sono creature fantastiche dalla mite e discreta personalità, domani te li presenterò- dalle sue parole parea quasi di sentir parlare mia madre, non so se fidarmi di lei è troppo buona, troppo calma e per come la penso io, anche la persona più dolce sulla terra ogni tanto ha i suoi momenti di rabbia, ma lei no eppure aveva il viso di chi ne aveva passate tante. -Certo regina- Il suo castello sembrava uscito da una favola Disney, grande, possente ma al contempo delicato ed elegante. Uno piccola stradicciola ci fa da linea guida,illuminata da tante lucciole, ai lati della stradicciola vi erano molte siepi con le più disparate specie di fiori. Il suo castello la rispecchiava in tutto e per tutto. All'entrata vi erano due statue una sulla destra e una sulla sinistra. -Cosa rappresentano queste die statue- chiesi con molta enfasi. -Sono Krishna e Visnu, due divinità induiste simbolo di pace e di armonia. Dopo il quinto secolo si unirono per distruggere il maligno, che stava per radere al suolo Xanacium- notai della tristezza e del dolore nei suoi occhi mentre mi parlava delle statue- hanno fatto molto per noi ed il non smetterò mai di onorarli- la sua devozione era tanta e anche la sua umiltà. Entrati nella sua dimora mi accompagnò nella mia stanza. -Ecco Plutarco, ora puoi rilassarti, dormire, mangiare e fare tutte quelle di cui hai bisogno, nel caso in cui avessi bisogno del mio aiuto batti le mani tre volte e sarò da te- come faceva ad essere sempre cosi calma e gentile ? -Certo regina, posso un'ultima domanda?- chiesi con fervore. - Certo chiedimi tutto quello che vuoi- accenando un sorriso. - Chi è che mi vuole e perchè?- - Plutarco di questo ne parleremo domani, ora riposa penso tu ne abbia bisogno- la sua voce calò di tono e dopo qualche secondo chiuse la porta. Mi lavai e mi cambiai d'abito, mi misi a letto pensando a mia madre e sperando di riuscire a dormire.
   
 
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